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Melius Club

L'inizio della fine?


Membro_0021

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34 minuti fa, alexis ha scritto:

Mi chiedo perché questi tred frignoni?

@alexis io sarò anche frignone, ma il surreale thread sul "primo watt" (che non esiste, non sapevo che i watt partecipassero ai giochi olimpici :classic_tongue:) dimostra invece quanta disinformazione (e incompetenza) hai trasmesso tu in questo forum.   

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8 ore fa, stefano_mbp ha scritto:

… appunto, in modo più che evidente questi show sono un colossale errore nel target a cui si rivolgono … se proponessero soluzioni più entry level forse ci sarebbe più partecipazione 

ma certo...errore nel target, madornale...ad un ragazzo di 20-30 anni proporre roba di solito esposta in queste mostre serve a ben poco...noi abbiamo questa passione perchè era l'unico modo per sentire bene la musica, ed associavamo l'ascolto della buona musica alla spesa di soldini....oggi ci sono tante/svariate possibilità a costi bassissimi

Un modo per chiamare più gente sarebbe proporre sistemi di alto rapporto Q/P, sistemi completi da 1K euro, streamer + DAC + ampli + diffusori per tutte le tasche, per far riavvicinare le nuove generazioni al modo canonico di sentire bene la musica, e corner di ascolto con musica attuale, magari anche grandi artisti rock, pop....non con la solita musica audiofila capace solo di ingrossare la sacca scrotale...ma purtroppo la grande distribuzione e l'e-commerce hanno tolto margine di guadagno a questi prodotti, non ci si guadagna più nulla, per cui i rivenditori sono costretti ad esporre prodotti che non si trovano su Am...n, sui classici siti di e-commerce, perchè non potrebbero proporre gli stessi prezzi

Quindi si tende a proporre/esporre prodotti di cui si ha "esclusiva" per la distribuzione nazionale, prodotti particolari, dai nomi altisonanti, il cui costo spesso non è legato al valore reale effettivo, ma è lievitato dai costi sostenuti per tutte le spese necessarie ad esporli e farli conoscere...è meccanismo classico, che valorizzava il lavoro del professionista che seleziona il prodotto da proporre all'appassionato, che però purtroppo oggi è possibile solo per fasce di prodotti dal costo "fuori mercato" per la massa di consumatori, ma interessante solo per appassionati boomers o giovani/vecchi che non hanno problemi di prezzo

I tempi sono cambiati, ma il cliché di queste mostre è rimasto lo stesso di 40 ani fa e non funziona più a mio giudizio

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ascoltoebasta

Boh,secondo me non si riesce a comprendere che non è una questione di prezzi,anche perchè ci son svariate possibilità per ascoltare meglio la musica spendendo poco,e le fiere non giocano questo ruolo,per i giovani c'è internet che è una vetrina immensa,sarebbe come pensare che facendo fiere di orologi con anche articoli da 30€ si potesse accendere l'interesse dei giovani verso gli orologi,a loro non interessa e basta,se diventasse una moda il discorso potrebbe cambiare,per l'hifi,gli orologi etc.

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7 ore fa, maxgazebo ha scritto:

ma il cliché di queste mostre è rimasto lo stesso di 40 ani fa e non funziona più a mio giudizio

 

Concordo. Funziona solo per quel target a cui si rivolgono, ed infatti le fiere vengono definite estensioni del reparto geriatrico. Ma lo si vede anche in questo forum.... 

E' indicativo anche il linguaggio usato per promuovere i prodotti: un giovane chiaramente viene allontanato invece che incuriosito a conoscere il prodotto.

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16 ore fa, iBan69 ha scritto:

Il mercato dell’hifi, si sta sempre più spostando verso un mercato del lusso, dove la capacità di spesa sono alte e i margini pure. Non è più necessario fare grandi numeri di vendita, ma ne bastano pochi, ma a prezzi alti. 
Quello che sta sparendo è la fascia media, come nella società di oggi. Ci sono prodotti molto economici/smart per ascoltare musica, oppure c’è l’HiEnd. La fascia media, che nei decenni passati era il motore trainante di questo settore, sta sparendo, pertanto le aziende si adeguano. 
L’innalzamento dell’età, è dovuto principalmente all’invecchiamento delle generazioni di appassionati nate tra gli anni 60/70, che ancora sono lo zoccolo duro di questo hobby e al mancato ricambio di esse. Il mancato interesse e le ridotte disponibilità economiche delle generazioni più giovani, fanno il resto. 

Se l’HiFi, oggi è una nicchia, questo lo diventerà sempre più nei prossimi anni. 
Sinceramente, se i costruttori di hifi, vogliono perseguire la strada del lusso, io certo non li seguirò, ma, aspetterò il loro flop, per comprarmi i loro prodotti, invenduti a prezzi stracciati, quando, forse, chiuderanno bottega. 😏

Esattamente,analisi perfetta che ho ripetuto più volte,in fascia media (che è molto più cara di 20 o 30 anni fa )rimane qualche azienda inglese e poco altro....

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Che sia l'inizio della fine o meno, quello che mi stupisce è questa proliferazione dei marchi.

Ci vuole coraggio e anche passione nel buttarsi sul mercato nazionale, poi evidentemente, se si ha intenzione e forza per aggredire quello estero, la prospettiva cambia. 

 

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@veidt

19 ore fa, veidt ha scritto:

@crosby ma anche se volessero, come potrebbero comprarla, se propongono impianti che costano quanto un appartamento da 100mq? Orsù, non è soltanto un problema di poco appeal

Io lavoro in un altro settore ma a tratti la dinamica è la stessa.

Ritengo che tutto questo possa far parte di responsabilità dirette o indirette di tutta la catena di vendita, ovvero dai produttori, agli importatori/distributori e in fine negozianti.

E' assolutamente esaltante vedere le sale con impianti a svariati zeri e poterli per lo meno una volta ascoltarli e poter dire l'ho sentito, l'ho visto, ho parlato con chi lo ha fatto o distribuisce e ne ho apprezzato le caratteristiche tecniche ma tutto questo ovviamente riguarda un settore di amanti e acquirenti molto limitato a prescindere secondo me dagli utenti del forum che visto in scala mondiale non saprei quanto percentualemente siano la forza acquirente delle case produttrici.

Ovvio che ci devono essere le etremizzazioni delle performance e che queste debbano essere pagate ma se veramente e io non ho i dati alla mano, c'è una netta crisi delle vendite, a mio avviso bisognerebbe impegnarsi a riavvicinare, anche mostrando alle fiere, set up più commerciabili per avvicinare quelli che forse un domani potrebbero essere i clienti da svariati zeri.

Gli usi sono cambiati, l'ascolto è cambiato nei giovani rispetto alle generazioni degli anni 60/70/80 ma su questo non ci si può fare niente.

In quest'otticca noto che qualcuno sta provando a far entrare macchine nelle case con buon rapporto qualità prezzo e forse è anche questo che si dovrebbe provare a fare, una distribuzione più semplice e veloce. Chi compra bene ora magari si appassiona e al prossimo stipendio con un lavoro più sicuro si potrà permettere qualcosa di meglio e cosi via.

 

Poi ovviamente i conti in tasca delle aziende non le conosco e se questa politica permette di far girare il conto economico benissimo andiamo avanti così ma qualche perplessità ce l'ho anch'io.

 

 

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2 ore fa, nexus6 ha scritto:

quello che mi stupisce è questa proliferazione dei marchi.

Guardavo su YouTube una fiera estera, mi sembra in Inghilterra, anche io sono rimasto stupito dall'enormità dell'offerta, parecchi marchi non li avevo mai sentiti, le cose "normali" esposte quasi esclusivamente solo in forma statica, ma almeno c'erano. 

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2 ore fa, nexus6 ha scritto:

Che sia l'inizio della fine o meno, quello che mi stupisce è questa proliferazione dei marchi.

Esatto che mi dimostra che quello che pensa l'audiofilo medio nel suo piccolo mondo soggettivo non è la realtà di molte ditte. Certo che alcune scompaiono ma altre nascono e mi sembrano di più. Parlando con un paio di organizzatori di mostre ho avuto sempre la risposta che hanno liste d'attesa per le ditte che vogliono esporre. Il numero di visitatori è relativo, la stragrande non interessa comperare, importante sono la minoranza professionisti. Così per gli espositori a Monaco i giorni più importanti sono quelli aperti per i professionisti, proprio i giorni con il numero minore di visitatori.

Per i giovani ci sono tutti i siti online, le produzioni in massa, i grossi negozi che hanno cose che suonano anche ottimamente, chi vuole cose selettive le deve pagare. Leggo che si pensa che vengono venduti pochi pezzi ma da quello che sento personalmente dai padroni di piccole ditte (diversi sono anche costruttori) o dai marketing manager di ditte famose, loro hanno molto da fare e vendono bene nonostante i prezzi. Sembra che trovano sempre nuovi mercati e fascie di clienti, il mondo è grandissimo e chi se frega se la clientela attuale o del futuro non siano i cosiddetti autonominati amatori di musica. Ripeto, l'audiofilo medio, i giovani e amatori di musica si rivolgano ai prodotti di massa nei negozi come media markt oppure a quei pochi piccoli produttori che hanno una linea di prodotti fino a 1 massimo 2 mila euro per apparecchio. Non siamo in un mondo rosa e pieno di romanticismo.
 

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1 ora fa, Bufa ha scritto:

Ovvio che ci devono essere le etremizzazioni delle performance e che queste debbano essere pagate ma se veramente e io non ho i dati alla mano, c'è una netta crisi delle vendite, a mio avviso bisognerebbe impegnarsi a riavvicinare, anche mostrando alle fiere, set up più commerciabili per avvicinare quelli che forse un domani potrebbero essere i clienti da svariati zeri.

@Bufa Purtroppo quelli che mancano sono i prodotti di fascia media. Si passa dall'entry-level che spesso non è all'altezza a mega-impianti dal costo stratosferico. Le aziende non s'impegnano a sviluppare prodotti di fascia media ben suonanti perché  si sono ormai abituati alla formula piccoli numeri = grosso ricavo per ogni pezzo venduto.  

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2 ore fa, nexus6 ha scritto:

Che sia l'inizio della fine o meno, quello che mi stupisce è questa proliferazione dei marchi.

@nexus6 dietro a questi marchi spesso ci sono persone che hanno già un altro lavoro...quindi non ci campano, è un modo per arrotondare, poi se l'attività riesce....

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1 ora fa, veidt ha scritto:

si sono ormai abituati alla formula piccoli numeri = grosso ricavo per ogni pezzo venduto

Vedremo se sarà la formula corretta nel futuro. Del resto i conti delle aziende, per lomeno io, non li so.

Se fra qualche anno rimarranno in piedi con questa politica di produzione e vendita, avranno avuto ragione loro; in altromodo ci saranno delle chiusure, ridimensionamenti, raggruppamenti o altro.

 

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