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Ma alla fine, Beatrice Venezi ...


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Grancolauro
Inviato

Due osservazioni in margine a quello che per me è lo strano caso di Beatrice Venezi:

1. Se sei un giovane direttore d'orchestra, la prima cosa che desideri fare è suonare. Più che puoi, e coi musicisti migliori disponibili. Punto. Quella è la tua vita, e del resto ti importa meno di nulla. Perché allora Beatrice aspira ad assumere una carica direttiva in una istituzione artistica? Un ruolo manageriale, organizzativo, e solo in seconda battuta artistico-musicale? Che senso ha? Vuole cambiare mestiere? Mistero.

2. Si è detto molto della gestualità di Beatrice. Anche qui, se sei un giovane direttore d'orchestra la prima cosa che fai è "economizzare" il gesto, ridurlo al minimo, all'essenziale. Perché sai che ogni tuo movimento deve avere un preciso significato e produrre un preciso effetto nei musicisti che dirigi. Perché sai che se così non è, i musicisti si innervosiscono, perdono fiducia, vanno in confusione e rischiano di sbagliare. Hanno altro a cui pensare quando suonano, non perdono tempo a guardare te, se questo non è indispensabile! Beatrice questo lo sa benissimo. Ma, nonostante tutto, usa il suo gesto per fare altro dal dirigere. Perché lo fa? Perché tutto questo autolesionismo? Mistero.

Quel che mi vien da pensare è che Beatrice, in realtà, sia una vittima. Vittima del sistema politico che l'ha ingoiata e che la usa per i suoi fini senza scrupoli: accumulare consenso a qualunque costo. Vittima di se stessa, della propria vanità forse, quando invece dovrebbe usare la sua intelligenza per costruirsi credibilità nel difficile ambiente della musica, non per dilapidarla.
Forse è stata mal consigliata. Forse non accetta consigli. Un mistero. Comunque.

  • Melius 2
Inviato

Pero’ in genere i direttori giovani si dimenano molto. Si calmano con l’eta’. Muti era scalmanato, Abbado e finanche Giulini (se vedete filmati primi anni sessanta era invasato), bernstein ecc.

Poi certo c’era Maazel (che mi dicono gli orchestrali di santa cecilia era perfetto come “direttore”

gesto minimo e chiamate precise al punto che poteva permettersi di arrivare il giorno prima), e oggi Petrenko incredibile quando dirige opere liriche. Sembra che abbia cento

dita, chiama tutti alla perfezione, solisti in scena, in buca, tiene ordine sonoro con pochi gesti come nessuno oggi.

a proposito sapete che sta a Torino e il 17 a Bologna vero?

mi raccomando

Grancolauro
Inviato
43 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Pero’ in genere i direttori giovani si dimenano molto.

Vero, ma era più così in passato. Non è quello che ti insegnano oggi, e poi per il muiscista medio c'è molto meno tempo per prepararsi, per provare, per pensare, per vivere. Se uno ti si dimena davanti senza ragione, ti giri di balle e basta. Di scalmanati ce n'è in giro, ma il gesto è sempre finalizzato a qualcosa. Nel caso della Venezi, ci sono solo gesti senza fine, letteralmente.  

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