Grancolauro Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa Due osservazioni in margine a quello che per me è lo strano caso di Beatrice Venezi: 1. Se sei un giovane direttore d'orchestra, la prima cosa che desideri fare è suonare. Più che puoi, e coi musicisti migliori disponibili. Punto. Quella è la tua vita, e del resto ti importa meno di nulla. Perché allora Beatrice aspira ad assumere una carica direttiva in una istituzione artistica? Un ruolo manageriale, organizzativo, e solo in seconda battuta artistico-musicale? Che senso ha? Vuole cambiare mestiere? Mistero. 2. Si è detto molto della gestualità di Beatrice. Anche qui, se sei un giovane direttore d'orchestra la prima cosa che fai è "economizzare" il gesto, ridurlo al minimo, all'essenziale. Perché sai che ogni tuo movimento deve avere un preciso significato e produrre un preciso effetto nei musicisti che dirigi. Perché sai che se così non è, i musicisti si innervosiscono, perdono fiducia, vanno in confusione e rischiano di sbagliare. Hanno altro a cui pensare quando suonano, non perdono tempo a guardare te, se questo non è indispensabile! Beatrice questo lo sa benissimo. Ma, nonostante tutto, usa il suo gesto per fare altro dal dirigere. Perché lo fa? Perché tutto questo autolesionismo? Mistero. Quel che mi vien da pensare è che Beatrice, in realtà, sia una vittima. Vittima del sistema politico che l'ha ingoiata e che la usa per i suoi fini senza scrupoli: accumulare consenso a qualunque costo. Vittima di se stessa, della propria vanità forse, quando invece dovrebbe usare la sua intelligenza per costruirsi credibilità nel difficile ambiente della musica, non per dilapidarla. Forse è stata mal consigliata. Forse non accetta consigli. Un mistero. Comunque. 2
mozarteum Inviato 4 ore fa Inviato 4 ore fa Pero’ in genere i direttori giovani si dimenano molto. Si calmano con l’eta’. Muti era scalmanato, Abbado e finanche Giulini (se vedete filmati primi anni sessanta era invasato), bernstein ecc. Poi certo c’era Maazel (che mi dicono gli orchestrali di santa cecilia era perfetto come “direttore” gesto minimo e chiamate precise al punto che poteva permettersi di arrivare il giorno prima), e oggi Petrenko incredibile quando dirige opere liriche. Sembra che abbia cento dita, chiama tutti alla perfezione, solisti in scena, in buca, tiene ordine sonoro con pochi gesti come nessuno oggi. a proposito sapete che sta a Torino e il 17 a Bologna vero? mi raccomando
Grancolauro Inviato 4 ore fa Inviato 4 ore fa 43 minuti fa, mozarteum ha scritto: Pero’ in genere i direttori giovani si dimenano molto. Vero, ma era più così in passato. Non è quello che ti insegnano oggi, e poi per il muiscista medio c'è molto meno tempo per prepararsi, per provare, per pensare, per vivere. Se uno ti si dimena davanti senza ragione, ti giri di balle e basta. Di scalmanati ce n'è in giro, ma il gesto è sempre finalizzato a qualcosa. Nel caso della Venezi, ci sono solo gesti senza fine, letteralmente. 1 1
analogico_09 Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa 6 ore fa, Velvet ha scritto: Vedo già frotte di brufolosi accorrere per ascoltare in teatro Gasparini, Charpentier e Scarlatti. Semmai, senza scomodare il barocco che credo interessi davvero a pochi, in Italia c'è scarsissima attenzione per la musica del secondo novecento, compresi i serialisti che avendo il "grip" di alcune celebri colonne sonore cinematografiche hanno un pubblico potenziale più ampio. Per non parlare dell'elettronica "colta" che meriterebbe ben altra attenzione. Così come lo avrebbero le esecuzioni in teatro (che all'estero già si fanno) di alcuni concept-album pop. Credo che i ganci per il rinnovamento del pubblico sarebbero numerosi. Ad esempio l'unica volta in cui ho assistito recentemente in Italia ad un'opera di Glass c'era il pienone di giovani. Ma fin che saranno i vecchi a pensare e programmare stagioni e selezionare la musica capirai... Circa lo scarso appeal che secondo te la musica barocca eserciterebbe sul pubblico italiano - se non ti riferissi al pubblico mondiale - sbagliando all'ingrosso ed immotivatamente, sarebbe interessante scoprire come le musiche che vanno dalla fine del '500, del '600e del '700 inoltrato, esercitino grande influenza sulla musica moderna, compresa quella del secondo novecentro e molti scores cinematografici ispirati a motivi e a forme del barocco più sontuoso e più "meditativo" (conosci bene il cinema, lo sai già), con le musiche popolari che prendono anche dal medioevo, lo scrivevo sopra facendo cenno alle ragioni di ciò, ma vedo che leggi solo le mie frasi da riprendere per fare battute ad effetto. Quando non si scopre inoltre che il barocco dimenticato (per finta) nell'ottocento romantico lavorasse invero in background nelle composizioni dei più grandi geni del calibro di Mendelsshon, Brahms, Beethoven, Chopin, etc, etc, ancor prima in Haydn e Mozart. Ma è lapalissiano che ogni forma, o genere, o stiile musicale, di arte in generale, non nasca dal nulla assoluto... Certamente l'universo musicale barocco non hanno la stessa popolarità delle musiche da sempre più proposte, battaggiate nei programmi pensati non solo dai vecchi, ma non certamente perchè meno grandi, enermemente portanti, o meno affascinanti di quelle. Non so quanti anni c'hai Roberto, per quanto riguarda Philip Glass, Terry Riley, Michael Nyman, ed altri minimalisti ed "avanguardisti", serialisti e elettronicisti, atonalisti, dodecafonisti e perfino telegrafisti che segivo nei club e cantine "post-esistenzialiste" di Roma, oltre a quelle ascoltate nel festival di musica contemporanea che si svolgevano a Villa Medici in Roma, li ascoltavo quando forse tu leggevi ancora il corrierino dei piccoli... Ovviamente il mio primo amore musicale che per primo scoprii fu il romanticismo e Mozart come universo a se'. E' anche da quegli ascolti "avanguardisti" che maturò la curiosità e il desiderio di conoscenza della musica antica e barocca che iniziai ad amare e a fare con le mie piccole capacità mettendoci grande passione, integrando il tutto con le conoscenze e passioni che avevo per le altre musiche. . Non credo che tale processo di "agnizione" lo abbia vissuto solo io... La musica, tutta la musica, non ha bisogno di fronde di appassionati a volte compulsivi o mediaguidati che segue la scia, la moda del momento, bensì di un pubblico maturo che miri alla sostanza musicale non al già glamour dello spettacolo facile.
Velvet Inviato 3 ore fa Autore Inviato 3 ore fa 21 minuti fa, analogico_09 ha scritto: bensì di un pubblico maturo che miri alla sostanza musicale non al già glamour dello spettacolo facile. E allora facciamo pure a meno del pubblico di giovani a teatro va là, perché se pretendi che uno a vent'anni sia musicalmente maturo, colto e preparato buonanotte. Forse lo zerovirgola. Come per ogni forma d'arte anche per la musica colta esistono "finestre" da cui è più facile entrare per poi crescere autonomamente o guidati. Non reputo, oggi, il barocco una di queste finestre, men che meno per un giovane ragazzo. Magari sbaglierò ma è la mia idea.. PS mai letto il corrierino dei piccoli, alle elementari leggevo Proust per darmi un tono 1
analogico_09 Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa 1 ora fa, mozarteum ha scritto: Si calmano con l’eta’. Stessa cosa si potrà dire di Celibidache maturo e anziano... Ovviamente la misura del gesto dipende anche dal repertorio che si affronta... Avava un'energia musicale impressionanate, gesto deciso mai sopra le righe Trasfigurazione Lo Zen e l'arte del Gesto musicale
OTREBLA Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa 11 minuti fa, Velvet ha scritto: Non reputo, oggi, il barocco una di queste finestre, men che meno per un giovane ragazzo. Magari sbaglierò ma è la mia idea.. No no, non sbagli.
mozarteum Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa Analogico qua mi diceva un organizzatore che manco i quartetti di Beethoven fanno ascolto… la questione non e’ la rilevanza storico/estetica del barocco. al pubblico diseducato maleducato ecc il barocco tira molto meno d’una sinfonia di Beethoven (alla pari di un quartetto). Questo e’ Che poi a te piaccia molto (anche a me sono andato fin su a Cremona per il Vespro e alla Scala per Cesti, per dire, peccato il Ciro di Scarlatti a Firenze ma ero altrove) e’ un altro paio di maniche. Se esprimiamo gusti personali allora per me si fa poco Wagner, Bruckner ,Berg e Ravel per dire. E in Italia nell’ Opera oltre al citato Wagner poco Spontini, Cherubini, ma anche Richard Strauss, Weber, Meyerbeer per non dire di Weinberg e di esponenti della Entartete Musik molto interessanti. Bisogna fare i conti con la realta’
OTREBLA Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa Ehcca' ma i quartetti di Beethoven non sono mica semplici...ci vuole una certa abitudine all'ascolto. 1
mozarteum Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa Appunto. Figuriamoci un Landi. Viene prima l’uovo (l’esperienza musicale) o la gallina (l’educazione e cultura)? in alcuni repertori serve di piu’ la gallina in altri e’ sufficiente l’uovo. il povero sovrintendente o comunque l’organizzatore che deve far tornare i conti si dibatte fra uova e galline.
OTREBLA Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa Sì però l'influencer che balla la tarantola mentre dirige...anche no...
Ferruccio1967 Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa Il 09/10/2025 at 12:10, Panurge ha scritto: il direttore di sostegno, solo l'italico ingegno poteva arrivarci. Sei un genio 👍
analogico_09 Inviato 2 ore fa Inviato 2 ore fa 1 ora fa, Velvet ha scritto: E allora facciamo pure a meno del pubblico di giovani a teatro va là, perché se pretendi che uno a vent'anni sia musicalmente maturo, colto e preparato buonanotte. Forse lo zerovirgola. Ci sono giovanissimi men che ventenni che hanno una grande maturità sentimentale ed intellettuale, sensibilità musicale, non ho mica inteso dire con maturità sia che l'ascoltatore giovane o vecchio debba saper fare l'analisi strutturale di una partitura musicale e ho parlato di giovani, non di "ragazzi". Comunque se vent'anni un giovane di media cultura, curioso e ricettivo non prova un minimo di attrazione per Beethoven o per Bach, difficile che "infinestrandolo" possa crescere, ho esperienza fatta su campo in tal senso, con allievi molto giovani a cui insegnavo flauto e che non ho mai forzato ad abbracciare questo o quell'altro genere musicale perchè ritengo che non sia un disonore che non si vive solo di classica, magari il giovane ha talento per altro genere musicale e quello dovrebbe sviluppare, approfondire. 1 ora fa, Velvet ha scritto: Come per ogni forma d'arte anche per la musica colta esistono "finestre" da cui è più facile entrare per poi crescere autonomamente o guidati. Non reputo, oggi, il barocco una di queste finestre, men che meno per un giovane ragazzo. Come sopra, nella musica, nell'arte non ci si evolve a "finestre" come nello sport che piano piano con l'allenamento fai i 100 metri in 10 secondi... Poi tutto è possibile, da cosa musicale ne può nascere altra, ma non ci sarebbe da schematizzare l'eventuale processo conoscitivo il quale avviene quasi sempre spontaneamente, prelogicamente più che per studio che viene dopo l'"illuminazione"... questa perlomeno è la mia esperienza. Per me escludere che il barocco non possa rappresentare un punto di piacere musicale immediato, istintuale, intimo e poetico non già come mero punto di partenza o di finestra da cui diventare farfalla, bensì per amore della musica stessa in quanto tale, per le sue intinseche caratteristiche di "genere" ed oltre il genere dalle quali partire per ampliare complementarmente gli orizzonti, rimane solo una battuta... una forma di prevenzione.., non ti piace barocco lo preferisci liscio? Edit: siccome la musica barocca sarebbe men che meno "finestra" per un giovane ragazzo (cosa sarà mai un ragazzo...) non resta altro che alienare il barocco ai ragazzi. Non è il genere, un brano specifici che fanno la passione musicale di un ragazzo, di un giovane, di un maturo, di un vecchio... l'arte è terribilmente oltre queste definizioni anagrafiche e convenzionali bastae sulle mere impressioni personali aleatrori non riscontrabili. Le musiche che vanno di più sono quelle che vengono più apertamente promosse ed offerte, financo "imposte"in modo subliminare come si fa con i prodotti di consumo con le pubblicità.
analogico_09 Inviato 2 ore fa Inviato 2 ore fa 59 minuti fa, mozarteum ha scritto: Analogico qua mi diceva un organizzatore che manco i quartetti di Beethoven fanno ascolto… Sicuro, i quartetti di B. sono nello spirito quasi "empirico" del barocco, inoltre per questo bisogna insistere, proporre, diffondere, incentivare il pubblico, fare meno walkirie e più quartetti di B. e di Haydn, cantate di Bach, senza lasciare il repertotio romantico, ovviamente, ma tutto dosato in maniera più organica ed equilibrata, fregarsene della cassetta e se si vuole quella, benissimo, ma si rinuncia all' arte musicale non condizionata dalla bottega e si va alla musica per lo spettacolo... per fare i soldi con la musica c'è un'infinità di altri generi più spettacolari ...
analogico_09 Inviato 2 ore fa Inviato 2 ore fa 33 minuti fa, mozarteum ha scritto: Viene prima l’uovo (l’esperienza musicale) o la gallina (l’educazione e cultura)? in alcuni repertori serve di piu’ la gallina in altri e’ sufficiente l’uovo. il povero sovrintendente o comunque l’organizzatore che deve far tornare i conti si dibatte fra uova e galline. Per me vengono entrambi nello stesso tempo: l'uno in funzione dell'altro perchè l'ovo senza gallina non può esistere e alla gallina che non fa l'ovo è per tirarle il collo... Il sovraintendente che non sa unire le due cose non è un bravo allevatore...
Velvet Inviato 2 ore fa Autore Inviato 2 ore fa 1 ora fa, mozarteum ha scritto: Bisogna fare i conti con la realta’ Esatto, la realtà tutta difficilmente collima con la nostra personale, e ci mancherebbe. In merito all'ingresso nella musica classica, anni fa un amico quasi digiuno ma curioso mi chiese dei consigli (e già sbagliò consigliere) e io cercando di suggerire qualcosa di piacevole all'ascolto e indiscutibilmente di valore lo indirizzai verso Mozart, per iniziare. Niente da fare: né Mozart, né Beethoven, Wagner pussa via ... Alla fine incontrò (da solo, io mai ci avrei pensato) Debussy. E fu amore che lo portò poi a ripescare gli autori precedenti. Le vie del signore sono (quasi) infinite.
Velvet Inviato 2 ore fa Autore Inviato 2 ore fa 7 ore fa, jakob1965 ha scritto: 100 bambini che soffiavano nei flauti dolci quasi a caso Questa m'era sfuggita. Sono ragionevolmente certo, in seguito ad un sondaggio durato anni presso conoscenti e amici, che la causa principale della mancanza di cultura musicale degli italiani sia il flauto dolce imposto alle elementari e alle medie come unico strumento nella didattica. la gran parte ha ammesso di aver odiato con tutte le forze quel pezzo di plastica, di non sopportarne il suono e di ritenere inutili quelle pseudo-lezioni di musica subite. Me compreso. 1 1
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