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Povertà in Italia


Uncino

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Inviato

Si ma e’ un discorso troppo generico.

parliamo dell’Italia come piu’ sopra si raccomandava.

che si fa? Si espropriano i magnifici dieci ricchi italiani? Se anche cio’ avvenisse il ricavato basterebbe per un anno due di sussidi. E poi?

purtroppo l’economia e’ materia maledettamente pragmatica e poco filosofico/umanistica

  • Melius 2
Inviato
16 minuti fa, maurodg65 ha scritto:

Veramente sono riferite al caso specifico di cui si parlava.

 

E che c'entra l'obama care? Un esempio dirai.., ma che 'entra, l'amerika non è l'itaglia...

Inviato
6 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

E che c'entra l'obama care? Un esempio dirai.., ma che 'entra, l'amerika non è l'itaglia...

Certo, ma si parlava delle differenze tra le società di stampo calvinista e l’esempio, oltre ai paesi scandinavi, era per la società americana ed il riferimento da me fatto nel post che hai quotato e che io sottolineavo riguardava proprio le differenze tra quelle realtà e l’Italia.

Inviato

Evabbe’ ce la siamo goduta alla grande

  • Haha 1
Inviato
11 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Si ma e’ un discorso troppo generico.

parliamo dell’Italia come piu’ sopra si raccomandava.

che si fa? Si espropriano i magnifici dieci ricchi italiani? Se anche cio’ avvenisse il ricavato basterebbe per un anno due di sussidi. E poi?

purtroppo l’economia e’ materia maledettamente pragmatica e poco filosofico/umanistica

 

Giusto, ma io non intendo fare una botta per un anno e via.., attingere ai ricchi per ridistribuire i poveri, alla robin hood, mi riferisco a un criterio di sviluppo economico-sociale, politico e finanziario strategico e valoriale che a lungo termine sia meno speculativo e "cravattaro" a livelli dell'alta finanza, non pensavo certamente della famiglia che ha introiti economici che permettano una certa agiatezza.., quello è nelle cose, il merito in un sana società liberal capitalista ci sta. Come ci sta la povertà dignitosa. Il  regno del messia e quello di marx non si sono ancora avverati...

Per restare all'oggi, un mondo, una società, una specifica realtà socio-geopolitica non può perdere il valore del lavoro come produzione di ricchezza da ridistribuire equamente consegnandosi alla finanzia interessata solo alla speculazione.

Inviato

Jack che di economia se ne intende molto (partendo da zero), ha spiegato bene.

Non si puo’ considerare il patrimonio dei ricchi come un forziere pieno di lingotti statici.

La grande ricchezza e’ sempre azionaria e imprenditoriale: e dunque fluttua nel bene e nel male. Quando fluttua nel bene crea aziende, le moltiplica, accresce la produzione generale e anche il benessere degli investitori (ad esempio le casse previdenziali al servizio dei ceti mediobassi).

Il patrimonio personale poi serve ad altre cose: tiene in vita i cantieri navali medi, fa girare l’alta moda, l’alta gioielleria, consente ad architetti bolzanesi di cambiare koetsu ogni settimana, e tante altre cose che non crescono sull’albero.

Insomma a volte pare sfuggire il senso della circolarita’ dell’economia.

 

  • Melius 2
extermination
Inviato
10 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Per restare all'oggi, un mondo, una società, una specifica realtà socio-geopolitica non può perdere il valore del lavoro come produzione di ricchezza da ridistribuire equamente consegnandosi alla finanzia interessata solo alla speculazione.

Vista la pressione fiscale e per rimanere tra umani ( lasciamo perdere le società di capitali) le attuali aliquote Irpef e le altre imposte ( Imu , accise, iva) a me pare che i presupposti anche per una adeguata redistribuzione vi siano tutti. Se poi fanno il 110 per aiutare anche i benestanti o se li buttano anziché "investire" in quantità adeguata e qualità dei servizi ai cittadini che non possono ricorrere al privato , checce potemo fa'?

Inviato

Il problema e’ come declinare buoni principi umanistico/filosofici in prassi economica virtuosa.

Finche’ il primo mondo dettava legge in economia e nella produzione cio’ era anche abbastanza facile secondo lo schema socialdemocratico.

Ora che avanza il secondo mondo ipercompetitivo sulla produzione tradizionale e anche, sempre piu’,  in quella d’alta tecnologia, questa declinazione e’ diventata difficile e a rischio di innescare recessione (dovuta a fuga di capitali e imprese): dunque di estinguere per altra via il welfare

Inviato
15 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Si ma e’ un discorso troppo generico.

parliamo dell’Italia come piu’ sopra si raccomandava.

che si fa? Si espropriano i magnifici dieci ricchi italiani? Se anche cio’ avvenisse il ricavato basterebbe per un anno due di sussidi. E poi?

purtroppo l’economia e’ materia maledettamente pragmatica e poco filosofico/umanistica

Purtroppo in Italia i soldi non ci sono mai. Questo è un paese cha da tanti anni cresce pochissimo o non cresce per niente…la corruzione, gli evasori, gli sprechi invece crescono sempre. La politica non vuole o non riesce a dare risposte alla fetta della popolazione più disagiata e allora nasce il populismo e la ricerca di soluzioni semplici a problemi complessi. Penso che in un paese come il nostro la povertà dovrebbe riguardare un parte esigua della popolazione (azzerarla è impossibile, anche mancanza di buona volontà da parte dei più emarginati). Se la gente non ha da mangiare difficilmente avrà la consapevolezza di essere un cittadino come tutti, integrato in processo democratico compiuto. La democrazia è possibile solo in società dove mediamente tutti hanno risorse economiche almeno adeguate, istruzione e dove l'informazione è libera…non mi pare sia il nostro caso

  • Melius 1
  • Amministratori
Inviato

la povertà non esiste, esistono i poveri. ciononostante sulla base delle definizioni adottte a livello interbzionale la povertà relativa è ineliminabile, essendo definita come la capacità di soesa di una famiglia di due ersone sotto la media nazionale. Con questa definizione a meno di non avere un regime assolutamente egalitario(una sorta di comunismoalla ennesima potenza) ci sarà sempre qualcun9 con un reddito sopra la media e qualcuno con un reddito sotto la media. 

anche il concetto di povertà assoluta tiene conto del livello di vita della zona di riferimento  evidente che la povertà assoluta in italia e ben diversa da quella si sant domingo

ma questo non deve farci dumenticare ch ei ioveri sono persne reale, che eistono e che sono in aumento. Eitengo che sia doveroso ed intelligente mettere in atto strateie di contenumento e cinstrasto alla povrta per evidenti motivi

a) etici

b) umanitari 

c) di riduzione dei pericoli di esplosione sociale 

d) per mera cinvenizneza economica, anche se facciamo fina di non saperlo l'economia si regge non su chi produce masu chi consuma, ridurre la capacità dei consumi è il primo mezzo per affossare rpidamente una economia

Inviato

@mozarteum Si ma perchè di questo ambaradam ne usufruiscono soltanto una esigua minoranza di persone mentre si sviluppano sempre più le povertà, e restiamo alla sola Italia? L'economia gira, l'alta moda, la gioielleria, cantieri navali e quant'altro, ma il popolo diventa sempre più strumento dei "consumi" che riempiono i forzieri di chi li produce... al popolo si da il contentino,  il simulacro dell'alta gioielleria.., dell'alta moda, l'illusione di poter imitare le grazie di scarto dei ricchi e potenti.. ed è pure contento e hoglionato.., basta che possa credere di "avere", che poi sempre meno "sia" (essere), è solo un dettaglio. In realtà è una questione di corresponsabilità in quello che accade nel mondo.

Bisognerebbe tornare a riscoprire l'orgoglio di una povertà che non renda schiavi, bensì liberi di creare anche arte, una prioa dimensione culturale e perfino poetica. Lo so che sono utopie, ma le utopie esistono anche se non (sempre) si avverano...

Inviato
32 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Jack che di economia se ne intende molto (partendo da zero), ha spiegato bene.

Non si puo’ considerare il patrimonio dei ricchi come un forziere pieno di lingotti statici.

La grande ricchezza e’ sempre azionaria e imprenditoriale: e dunque fluttua nel bene e nel male. Quando fluttua nel bene crea aziende, le moltiplica, accresce la produzione generale e anche il benessere degli investitori (ad esempio le casse previdenziali).

Il patrimonio personale poi serve ad altre cose: tiene in vita i cantieri navali medi, fa girare l’alta moda, l’alta gioielleria e tante altre cose che non crescono sull’albero.

Insomma a volte pare sfuggire il senso della circolarita’ dell’economia.

Parlo in astratto, visto che sono pienamente calato in questa realtà e da cui traggo ampio beneficio.

Il problema non è la circolarità, ma l'economia, l'aver costruito un impianto sociale, non in Italia ovviamente ma nel mondo, basato sulle regole economiche ( che sono essenzialmente regole di potere).

L'economia di suo, non può garantire a tutti benessere e felicità. Non può farlo perché basata essenzialmente sulla competizione: in una competizione c'è chi vince, chi si piazza a metà classifica e chi arriva ultimo ( e semmai retrocede).

L'economia ha la necessità di avere dei perdenti.

Senza poveri, senza perdenti, che sono ancora parecchi, difficilmente si potrebbero raggiungere certe vette di benessere e di richezza.

Visto che la cosa va avanti da parecchi secoli, non credo che vedremo chissà quali cambiamenti.

Forse non li vedremo mai.

Certo è che essere un filo meno ipocriti gioverebbe.

Inviato
3 minuti fa, senek65 ha scritto:

Visto che la cosa va avanti da parecchi secoli, non credo che vedremo chissà quali cambiamenti.

Secondo te fra 700 e 800 ma anche fra dopoguerra e ora non ci sono stati cambiamenti? Il reddito pro capite mondiale (visto che porti il ragionamento, correttamente, su scala mondiale) non e’ aumentato notevolmente e con esso migliorate le condizioni di vita di miliardi di persone nel secondo mondo?

Certo, l’europa del welfare e’ in difficolta’ perche’ si e’ sdraiata sul triclinio (cit. @Jack)della “civilta’ dell’assicurazione” (cit.moz)

Inviato

@mozarteum certamente che ci sono stati, e, per certi versi,  significativi .

Ma chi sta alla frutta sono ancora parecchi.

E quella che tu chiami civiltà dell'assicurazione,  dovrebbe essere La Civiltà: non quella dove devo farti la guerra per vivere sereno.

Inviato
17 ore fa, Uncino ha scritto:

Rapporto Caritas, 'la povertà è ormai un fenomeno strutturale'

'Aumentano poveri assoluti a quota 5,6 milioni; in 14 a rischio'

In un paese: 

completamente corrotto,

privo di autonomia energetica, moneta e deterrente atomico,

eterogestito da banche dagli amici ebrei tramite l’acquisto o meno di titoli di stato,

che paga ancora lo stipendio alla Segre 😂😂😂😂

 

….quale soluzione intravedi?

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Insomma a volte pare sfuggire il senso della circolarita’ dell’economia.

Io sono la persona forse meno adatta a discuterne, qui però a me pare sfuggire completamente il senso del discorso e al pari di quello che chiedeva al ministro se sapesse cosa costa un litro di latte, sono a chiedervi: a vs avviso quanto è lo stipendio di un lavoratore magari al primo impiego e subito dopo: sapete cosa costa mediamente un affitto al mese, sapete cosa costa mantenere un bimbo a scuola vestendolo e comprandogli tutto l'ambaradan a corredo, sapete cosa costa fargli trovare tutti i giorni un piatto di carne o altro con cui sostenersi? E da ultimo la domanda delle cento pistole: sapete cosa costa un litro di latte? Dai moz senza andare a wikipardare come sei solito scrivere, cosa costa un litro di latte?  Noi avventori di questo bar siamo in fondo dei privilegiati a cui  davvero poco importa sapere il costo del latte, ma per tanti(molti) purtroppo non è così e il latte lo comprano una volta alla settimana se va bene conoscendone appunto il prezzo.    

  • Melius 2
extermination
Inviato

Di qualche anno fa ma aiuta a darsi delle risposte 

480px-Incidenza_di_povertà_relativa_familiare_per_regioni_italiane_nell'anno_2018 (1).png


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