Questo è un messaggio popolare. Bunker Inviato 1 Febbraio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Febbraio 2024 Dopo il primo capitolo di "debunking" sui presunti (ma inesistenti) vantaggi della dispersione molto ristretta, analizziamo sempre sulla base di dati di fatto e studi il mito che i diffusori a tromba siano candidati ideali per l'abbinamento con ampli "Single Ended Tube" (SET), e cerchiamo di capire perchè questo sia quasi sempre falso, quali sono le eccezioni e come individuarle. - Doverose premesse: 1) E' accertato tramite studi (HRTF) che ognuno ha un apparato uditivo diverso dall'altro, quindi qui non si discute di cosa possa suonare meglio alle orecchie dell'uno o dell'altro, ma di dati di fatto oggettivi, a prescindere che poi a uno possa piacere il risultato e ad un altro no, il che è perfettamente comprensibile e normale (a uno danno fastidio, troppi bassi a un altro troppi alti ecc.). 2) A mio avviso in un forum, i concetti complessi vanno resi facili da comprendere utilizzando linguaggio comprensibile, esempi e semplificazioni, e dunque prestando il fianco a critiche per omissioni e semplificazioni eccessive. Spero di non riceverne troppe dai piu esperti, che queste cose già le sanno. 3) Per cercare di mantenere il thread interessante e on-topic, non risponderò ad interventi irrilevanti, polemici, offensivi ecc, e sarebbe una buona cosa che chi trova l'argomento di suo interesse facesse lo stesso lasciandoli semplicemente cadere. _____ 1) Partiamo dalle basi. Ogni diffusore presenta all'amplificatore un "carico", che non essendo puramente resistivo ha un andamento con alti e bassi, verificabile nei grafici dell' "impedenza" di diffusori e altoparlanti. In un altoparlante abbiamo a che fare con tre tipi di impedenza, elettrica, meccanica e acustica. La prima è data dalle caratteristiche del circuito, la seconda dalle caratteristiche fisiche/meccaniche dell'altoparlante, la terza dal carico che l'aria pone sul trasduttore (semplificazione). Le trombe acustiche altro non sono che "adattatori" di impedenza acustica nel senso che riducono/ottimizzano/adattano, rendendolo progressivamente incrementale il carico dell'aria sul trasduttore (semplificazione). Alcuni tipi di trombe sono progettate per svolgere questa funzione in maniera più efficace di altre fino ad arrivare ad alcuni tipi di trombe nella quale questa funzione viene quasi completamente trascurata, o comunque viene subordinata ad altre caratteristiche (principalmente pattern di dispersione e gamma di utilizzo). Questo è uno dei motivi (o pretesto a seconda dei punti di vista) per cui per tale tipo di trombe è stato "inventato" un nome differente, cosa che non è nemmeno tanto sbagliata se si considera (come in effetti si dovrebbe) la tromba acustica come un "dispositivo destinato all'adattamento dell'impedenza acustica". 2) Approfondimento arido ma (purtroppo) necessario: L'impedenza acustica (ZA) è data dal rapporto tra la pressione p mediata su una superficie S e la velocità di volume q del fluido che attraversa quella superficie. ZA rappresenta quanto sia difficile muovere una massa d’aria in risposta ad una pressione applicata • bassa ZA : l’aria è facile da muovere (bassa pressione, alta velocità); • alta ZA : l’aria è difficile da muovere (alta pressione, bassa velocità). In generale, l’impedenza (elettrica, meccanica, acustica, idraulica, etc.) è divisa in due componenti R e X cioè resistenza(R) e reattanza (X). Nel contesto delle trombe acustiche, sono normalmente presi in considerazione due tipi di impedenza acustica: l’impedenza vista dal driver alla gola (Zt) e l’impedenza costituita dal carico finale alla bocca (Zm). Esistono due scuole di pensiero riguardo a come arrivare allo scopo di adattare l'impedenza. Una delle due parte dal presupposto della ottimizzazione della reattanza. Un altra, più recente, e a parere di molti (me compreso) anche più efficace, oltre che all'adattamento dell'impedenza mira all'ottimizzazione dei modi interni alla tromba attraverso un accurato dimensionamento della gola, e delle sua impedenza acustica Zt (Bjorn Kolbrek, Mode Matching Method - MMM). Con questo metodo, si tende a considerare la tromba come elemento di un sistema e dunque in fase di progettazione si può tenere conto (volendo) ai fini dell'ottimizzazione dell'impedenza di tutto il sistema, anche dei valori di resistenza dei cavi di potenza (francamente irrilevanti in ambito domestico, un po meno in ambito P.A.) e dell'impedenza di uscita dell'amplificatore. Dunque la tromba viene progettata come facente parte di un sistema di cui fanno parte anche driver, cavi e amplificatore, con evidenti vantaggi in termini di ottimizzazione del carico per l'amplificatore previsto nel sistema, ma anche per tutti gli altri dotati di caratteristiche similari. L'ottimizzazione dei modi interni attraverso l'ottimizzazione di Zt (punto di partenza del metodo MMM), comporta inoltre ulteriore riduzione della distorsione e delle risonanze interne alla tromba. Esistono anche i sistemi di simulazione FEM e BEM che per brevità non prendo qui in considerazione in quanto meno rilevanti all'argomento. 4) "Adattamento" dell'impedenza acustica A questo punto risulta chiaro come in un altoparlante caricato a tromba si debba tenere conto di questa funzione di adattamento che di fatto va ad interagire con le gli altri due tipi di impedenza (elettrica e meccanica). Questo "adattamento" non è lineare, e pertanto ha un suo andamento, che è dettato in prevalenza dalla lunghezza della tromba acustica e dalle superfici di gola e bocca. Si chiama anche caricamento perchè in sostanza è un modo di presentare un carico, e così come il carico del diffusore non è linare, nemmeno il caricamento della tromba è lineare. Una data tromba presenterà una bassa ZA a certe frequenza, che aumenterà progressivamente fino al punto in cui, a determinate frequenze corrispondenti alle estremita di banda, non "carica" più, cioè non è più in grado di svolgere il suo "mestiere" di "ottimizzatore di impedenza acustica", per cui è come se non ci fosse. Questo è il motivo per cui se si invia un segnale a larga banda a una tromba otterremo la tipica timbrica "nasale", tipo il megafono dell'arrotino, altoparlanti dei campi di prigionia, o della bella voce (volutamente nasale e ricca di riflessioni) nella recente pubblicità di DS automobiles. 5) Estensione e linearità della funzione di caricamento Per evitare che questo accada, bisogna filtrare il segnale in modo che alla tromba arrivino solo le frequenze alle quali la tromba riesce a "caricare" in maniera lineare. Normalmente si parla di 2 ottave per trombe con una funzione di "caricamento" marcata considerando consigliabile tenersi a circa un ottava dalle frequenza di taglio acustico della tromba, che sono le frequenza dove la sua capacita di adattatore inizia a diminuire in maniera repentina. Più la funzione di caricamento è bassa piu sarà ampia la gamma riproducibile in maniera lineare dalla tromba, fino ad arrivare alla assenza totale di caricamento di un altoparlante a radiazione diretta, dove questo "problema" non esiste, come comprovato dall'esistenza dei trasduttori full range ( con le loro problematiche che esulano dall'argomento in questione). Meglio specificare che il problema della "nasalità" si presenta nel caso in cui arrivino alla tromba frequenze troppo basse, mentre nel caso di frequenza troppo alte, oltre a una attenuazione dell' emissione, si avrà il fenomeno del "beaming" cioè un progressivo restringimento della dispersione. Il "caricamento" però non comporta solo questo problema, per altro facilmente risolvibile se se ne è a conoscenza, ma comporta anche diversi vantaggi, principalmente sulla sensibilità, sulla ridotta distorsione e sulla resa dinamica. 6) Vantaggi dei diffusori caricati e presunta complementarietà con amplificatori SET Queste caratteristiche dei diffusori "caricati" sono il motivo per cui si ritiene, erroneamente, che i diffusori a tromba siano l'abbinamento ideale per gli amplificatori SET, che essendo dotati di caratteristiche opposte, quali scarsa potenza, scarsa resa dinamica e distorsione elevata (sorvoliamo sul discorso buona/cattiva, armoniche pari/dispari ecc.), sembrerebbero essere il naturale complemento per questo tipo di diffusori. E limitatamente a queste caratteristiche è anche vero che lo sono. Il problema non da poco, è che con pochissime eccezioni i SET tendono a riprodurre l'andamento dell'impedenza dei diffusori a cui sono abbinati. Nei diffusori a radiazione diretta, essendo la componente acustica dell'impedenza fondamentalmente lineare e prevalentemente di natura resistiva e scarsamente reattiva (approssimazione), questa può essere trascurata, per cui si utilizzano espedienti per linearizzare l'impedenza elettrica, come l'utilizzo di resistenze, che la linearizzano (aumentandone la componente resistiva rispetto alla reattiva). Questo tipo di "espedienti" di natura elettrica, risultano poco efficaci nei confronti dell'impedenza acustica delle tromba, che non potendo essere "corretta" in tal modo può soltanto essere "gestita" tramite la capacità dell'amplificatore di non venirne influenzato (capacita di erogazione di corrente) o di compensarla (retroazione), e in questo i SET sono quasi tutti molto carenti. Il risultato è che l'amplificatore erogherà maggiormente dove gli è piu facile erogare, cioè dove ZA è bassa, cioe' al centro della banda assegnata a una certa tromba, ed erogherà meno agli estremi di quella banda, dove ZA è alta. Questo sbilancia l'equilibro tonale della tromba, peggiorandone sostanzialmente la linearità di emissione nella gamma che è chiamata a riprodurre. Va inoltre tenuto conto dell'andamento dell'impedenza elettrica del diffusore che potrebbe ulteriormente peggiorare il fenomeno. 7) Risultati indesiderati risultanti dall'abbinamento indiscriminato tra diffusori caricati e amplificatori SET Tutto ciò si traduce nella esaltazione della gamma media riprodotta da ciascuna tromba, in una "panetton-izzazione" di quella che era prima una risposta in potenza relativamente piatta, e cioè in tonalità "nasali" (pubblicita DS automobiles), estensione decrescente sui bassi (le Klipsch non hanno bassi), acuti opachi ecc. E' facile inoltre capire come questo comportamento di attenuazione degli estremi di ciascuna banda, tende a causare buchi in corrispondenza delle frequenze di taglio, che altro non sono se non gli estremi di banda di ciascuna via, con serie conseguenze sui vari parametri in gioco in quelle aree (fase, dispersione e lobing) che influenzano fortemente la corretta ricostruzione stereofonica del segnale. Questo è il motivo per cui secondo alcuni i diffusori a tromba sono carenti di soundstage, mentre in realtà se adeguatamente amplificati il soundstaging è uno dei loro punti di forza per via della dispersione controllata. Al punto tale che talvolta riescono a riprodurre un buon soundstage anche se abbinati ad ampli che fanno il possibile per impedirlo. 8) Possibili soluzioni per chi comunque non vuole rinunciare ad usare SET con diffusori caricati. 1) scegliere amplificatori che abbiano una risposta su carico reale che seppure non è quella di uno stato solido si avvicini almeno a quella di un valvolare in push pull, e possibilmente di potenza non troppo ridotta, perchè comunque la capacita di erogare corrente comporta una minore sensibilità alle variazioni di impedenza del diffusore. Purtroppo i produttori non pubblicano la risposta su carico reale perchè non gli fa comodo, ne tantomeno le riviste, ma comunque cercando in rete delle informazioni si trovano. 2) Evitare gli amplificatori privi di retroazione secondo la moda del momento. Questa caratteristica rende l'amplificatore molto sensibile alle variazioni del carico. 3) Valutare l'impedenza dei diffusori che si hanno o che si pensa di acquistare, considerando che forti oscillazioni e valori bassi sarebbero da evitare. A tal proposito: A) Informarsi sui criteri di progettazione delle trombe e/o cercare informazioni sugli amplificatori con cui i diffusori sono sviluppati ed eventuali accordi commerciali o compartecipazioni ad esposizioni e prove di ascolto di un certo rilievo. B) Considerare che le trombe progettate in MMM, presentano un carico più facile di quelle realizzate sul criterio di ottimizzazione della reattanza, considerando che diverse trombe di profilo "classico" (dunque non quelle cosidette a direttività costante) ma di progettazione recente, sono progettate in MMM mentre quelle progettate prima del 2000 sono quasi sicuramente ad ottimizzazione della reattanza, il che non le rende necessariamente obsolete o "peggiori" ma semplicemente meno facili da pilotare. Determinate trombe in MMM potrebbero essere progettate per essere abbinate ad amplificatori SET (poco probabile ma val la pena studiare bene le collaborazioni della ditta, non dei distributori.) 4) Valutare il numero di vie in relazione al tipo di tromba. Diffusori dotati di trombe di impostazione tradizionale (siano esse in MMM o no) dovrebbero prevedere almeno tre vie. Diffusori con trombe a direttività costante, per via del ridotto caricamento possono anche essere a due vie a patto che il basso salga parecchio. Nessuna delle due rappresenta però un abbinamento ideale per un SET, le prime per le ragioni ampiamente spiegate legate al carico, le seconde perchè a causa del carico ridotto presentano elevati livelli di distorsione oltre che modi interni alla tromba e dislinearità che un SET difficilmente riesce a mascherare. 5) Fare ricorso dove è possiibile alla multiamplificazione, che agevola moltissimo il lavoro dell'amplificatore, non solo perchè lavora su una banda ristretta, ma perche in linea generale un singolo trasduttore collegato direttamente ad un ampli, senza filtri, presenta un carico molto più facile da gestire rispetto a un diffusore multivia con filtro passivo. Nel caso di multiamplificazion non disdegnare "per partito preso" la possibilità di pilotare la via più bassa con un ampli a stato solido o anche in classe D. Le caratteristiche timbriche degli amplificatori sono molto meno "riconoscibili" sotto i 2-300 Hz, mentre le lacune nella gestione del carico, a quelle frequenze, risultano ben evidenti. 6) Fare ricorso a un sistema di correzione in frequenza per linearizzare ciò che l'amplificatore non riesce a linearizzare, e in fase per sistemare le eventuali rotazioni di fase alle estremità di ciascuna via. ________________________ Bibliografia per chi volesse approfondire: F. Moscara - Simulazione di sistemi complessi. Case Study. L'altoparlante a tromba. N. Amir, V. Pagneux e J. Kergomard. - Wave Propagation In Acoustic Horns Through Modal Decomposition D. B. (Don) Keele Jr. - Low-Frequency Horn Design Using Thiele/Small Driver Parameters Bjørn Kolbrek - Simulation of Sound Propagation in an Axisymmetric Duct Bjørn Kolbrek - Extensions to the mode matching method for horn loudspeaker simulation Bjørn Kolbrek - Using mode matching methods in horn loudspeaker simulation A. G. Webster - Acoustical Impedance and the Theory of Horns and of the Phonograph 4
alexis Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 Al punto due risponderei dipende, senza controreazione non vuol dire nulla.. è solo una parte della ricetta complessiva.. ci sono set che suona da schifo e altri in modo celestiale, sempre correttamente implementati, con un turgore e una velocità da far impallidire anche i migliori degli ss. Quindi eviterei ricettari troppo assolutistici, in termini di Horns.. perché con la teoria ci si arriva fino a un certo punto, e poi ci sono miriadi di fattori che continuano a cambiare le carte in tavola. ci gioco da oltre 15 anni e ho una certa esperienza ( coinvolgimento come designer e ascoltatore beta) maturata in ambienti horn top.. ora per esempio siamo coinvolti nel design di una sala privata che vuole semplicemente diventare per il committente la migliore al mondo, a abbiamo coinvolto alcuni tra i più qualificati acustici a livello mondiale e pure il Polimi di Milano per misurazioni e calcoli. Vedremo.. a me tocca solo quello che si vede ( per fortuna) il gravame delle responsabilità di spendere un budget no limits o giù di lì.. la lascio volentieri agli altri 😎
mariovalvola Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 @Bunker Chapeau. Tono giusto, altissima densità di contenuti. Grazie. Io adoro i monotriodi ma sarei demente se negassi i suoi limiti congeniti che si manifestano in modo dirompente nei circuiti tirati al risparmio. Quando ascoltavo solo in monofonia con l'Onken W, Iwata con 375 e tweeter Fostex T500A mk II, uno dei risultati migliori con un monotriodo li ho ottenuti usando un enorme trasformatore da 10K ( Hirata-Tango x-10S ). In sintesi era un escamotage per cercare di migliorare il fattore di smorzamento dell'ampli senza ricorrere al feedback. Altra soluzione è quella di impiegare un apposito secondario per un feedback catodico ( giochino usato anche nei pp ). 1
Bunker Inviato 2 Febbraio 2024 Autore Inviato 2 Febbraio 2024 @alexis sono d'accordo che non bisogna essere troppo assolutistici, anche perché non esistono due diffusori uguali ne due ampli uguali, non mi sembra di esserlo stato e infatti l'assenza di retroazione è solo una delle possibili soluzioni. A tal proposito ringrazio @mariovalvola per la brillante soluzione proposta, che va sicuramente aggiunte a quelle che ho elencato. Riguardo al progetto a cui stai partecipando, la prima pubblicazione in bibliografia è una tesi di laurea di uno studente del Politecnico di Milano, peraltro recente (2017). Visto che il Politecnico è coinvolto nel vostro progetto ti suggerisco di contattare il relatore per valutare la disponibilita a partecipare al progetto del laureato, che dimostra non solo grande padronanza della materia ma anche un approccio neutrale alle varie soluzioni. Trattandosi di un progetto che mi pare di capire non presenta limiti di budget, ti suggerisco di valutare la possibilità di coinvolgere Bjorn Kolbrek, che ha interrotto la collaborazione con Celestion e lavora sostanzialmente come consulente. Non solo è il massimo esperto in attività, ma ha anche pubblicato una paper AES sui sistemi full horn di grandi dimensioni in ambienti "domestici", con particolare riferimento alla installazione di sistemi caricati per i bassi progettati e realizzati come parte integrante della struttura costruttiva/muraria della "sala" di ascolto. https://www.aes.org/e-lib/browse.cfm?elib=20265 In Medio Oriente ho collaborato ad alcuni progetti full horn con approccio simile a quello su cui stai lavorando e ti posso dire che l'ambizione di realizzare la "sala migliore del mondo" non sarà facile da conseguire, considerata la disponibilità di denaro che hanno da quelle parti. Spero ci riuscirete e magari un giorno di poterla visitare. Non ho ben capito se questa sala su cui stai lavorando è per un impianto full horn o anche parzialmente caricato. Nel caso lo fosse considera che un impianto del genere necessità di progettazione acustica specifica, che non è affatto la stessa per un impianto a radiazione diretta. Per questo motivo non bastano i migliori ingegneri acustici, ma sarebbe bene coinvolgere anche il migliore sulla piazza per quanto riguarda i sistemi full horn di qualità, se disponibile, e nome e cognome te l'ho dato sopra. Se necessario ti posso dare riferimenti piu precisi in MP.
alexis Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 Grazie @Bunker .. grazie mille per le info. Qui abbiamo coinvolto nomi di grande peso, progettisti tra l'altro della Elbphilharmonie, ma per accordi scritti non posso rivelare altro. Come budget.. beh abbiamo la fortuna (o sfortuna, vedi tu) di avere diversi clienti lista Forbes, per intenderci, e neanche in bassa classifica. La casa dova va a inserirsi la sala di circa 150m2, per esempio, supera nel complesso i 1500 m2, il solo living 250m2, stanze letto da 80m2, e di design architettonico decisamente spinto, vagamente "miesiana" per intenderci. Il design della sala che stiamo modellando sarà invece di natura organica, che si isprira agli sinuosi interni di un violino, completamente in legno armonico, con una rincorsa di curve asimmetriche e superdici convesse e estroflesse. Stiamo ovviamente incrociando le dita che tutta vada per il giusto verso... :-)
Bunker Inviato 2 Febbraio 2024 Autore Inviato 2 Febbraio 2024 3 ore fa, alexis ha scritto: Il design della sala che stiamo modellando sarà invece di natura organica, che si isprira agli sinuosi interni di un violino, completamente in legno armonico, con una rincorsa di curve asimmetriche e superdici convesse e estroflesse. Mmm, se l'obiettivo è realizzare una sala di ascolto i presupposti di partenza non mi sembrano molto promettenti.... Gli strumenti sono fatti per produrre suoni le sale di ascolto per non produrne. Le leggi dell'acustica sono scritte ed è difficile inventarsele daccapo. Del resto so bene che non è facile fare ragionare chi pensa che con il denaro si possano cambiare anche le leggi della fisica. L'importante e che il capitolato sia chiaro e chi è responsabile di che cosa, il resto sono problemi del committente. Cose del genere vengono fatte principalmente come sfoggio di opulenza e quindi alla fine come suonano non è la cosa più importante. A volte sono anche forme di monomania. A proposito...
Membro_0020 Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 19 ore fa, Bunker ha scritto: Considerare che le trombe progettate in MMM, presentano un carico più facile Posto che uno voglia usare SET a bassa o nulla controreazione (giusto o sbagliato che sia, non entriamo per un attimo nel merito) credo dal tuo discorso dovrebbe orientarsi su queste trombe MMM. Puoi fornire degli esempi commerciali di tali componenti? Grazie.
ilmisuratore Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 21 ore fa, Bunker ha scritto: Il problema non da poco, è che con pochissime eccezioni i SET tendono a riprodurre l'andamento dell'impedenza dei diffusori a cui sono abbinati. Nei diffusori a radiazione diretta, essendo la componente acustica dell'impedenza fondamentalmente lineare e prevalentemente di natura resistiva e scarsamente reattiva (approssimazione), questa può essere trascurata, per cui si utilizzano espedienti per linearizzare l'impedenza elettrica, come l'utilizzo di resistenze, che la linearizzano (aumentandone la componente resistiva rispetto alla reattiva). Questo tipo di "espedienti" di natura elettrica, risultano poco efficaci nei confronti dell'impedenza acustica delle tromba, che non potendo essere "corretta" in tal modo può soltanto essere "gestita" tramite la capacità dell'amplificatore di non venirne influenzato (capacita di erogazione di corrente) o di compensarla (retroazione), e in questo i SET sono quasi tutti molto carenti. Sono d'accordo
alexis Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 @Bunker non posso certo svelare tutto.. :-) e poi non mi fa particolarmente piacere parlare qui del mio lavoro.. ma se ti può incuriosire il mio socio è autore di due tra le più belle sale della musica / auditorium contemporanee, una in Italia e l’altra appena inaugurata per la regina di Svezia. Entrambe di ispirazione, appunto, organica, entrambe sotto la supervisione di uno dei massimi esperti di acustica vivente, e se aggiungo che è giapponese, dovresti aver intuito di chi stiamo parlando. Ah.. e in entrambi i casi abbiamo una resa acustica definita ultraterrena dagli spettatori. In breve.. rispetto ai soliti scatoloni in rpg style.. questo è proprio un altro modo di progettare e disegnare gli spazi destinati alla musica.
Bunker Inviato 2 Febbraio 2024 Autore Inviato 2 Febbraio 2024 2 ore fa, Collegatiper ha scritto: Posto che uno voglia usare SET a bassa o nulla controreazione (giusto o sbagliato che sia, non entriamo per un attimo nel merito) credo dal tuo discorso dovrebbe orientarsi su queste trombe MMM. Puoi fornire degli esempi commerciali di tali componenti? Grazie. Non è che "deve orientarsi"...è una cosa come altre che può prendere in considerazione. MMM (Mode Matching Method) non è un marchio ne un profilo, ma come dice la parola stessa è un metodo di progettazione. Molto utilizzato in tempi recenti ma solo il progettista sa che criteri ha usato e magari non ha nemmeno voglia di parlarne con qualcuno che non conosce. Se uno sa di un certo diffusore a tromba, progettato in tempi relativamente recenti, che alle demo viene abbinato sempre allo stesso ampli e quell'ampli è un SET, è possibile che quel diffusore sia stato progettato come parte di un insieme di cui quell'ampli fa parte. Nel qual caso sarebbe un buona idea o prendere quell'ampli, oppure prenderne uno con caratteristiche simili. A mio modesto parere tra tutte le soluzioni proposte (e fermo restando che prima di acquistare qualcosa di costoso un minimo di indagine sulla filosofia aziendale andrebbe anche fatta), pur sapendo che mi attirero delle critiche penso che la cosa più semplice e senza tante menate che deve fare uno che vuole usare un SET con un diffusore con l'impedenza stile montagne russe, è dotarsi di un bel sistema di correzione (poca spesa tanta resa) e scegliere un ampli che abbia almeno una dozzina di watt. Anche perché le cose che ho scritto nell'articolo sono vere, ma non è che se uno prende un ampli a stato solido con fattore di smorzamento mostruoso si ritrova con la risposta in ambiente miracolosamente piatta sia in fase che in frequenza. L'ambiente di casini ne combina quanti e piu di un SET, allora se uno accetta il fatto che è necessario intervenire, può scegliere l'ampli un po' più a cuor leggero di uno per il quale i sistemi di correzione sono come il fumo negli occhi e deve ottimizzare il tutto mediante abbinamenti (ammesso che ci riesca).
Bunker Inviato 2 Febbraio 2024 Autore Inviato 2 Febbraio 2024 1 minuto fa, alexis ha scritto: @Bunker non posso certo svelare tutto.. :-) e poi non mi fa particolarmente piacere parlare qui del mio lavoro.. ma se ti può incuriosire il mio socio è autore di due tra le più belle sale della musica / auditorium contemporanee, una in Italia e l’altra appena inaugurata per la regina di Svezia. Entrambe di ispirazione, appunto, organica, entrambe sotto la supervisione di uno dei massimi esperti di acustica vivente, e se aggiungo che è giapponese, dovresti aver intuito di chi stiamo parlando. Ah.. e in entrambi i casi abbiamo una resa acustica definita ultraterrena dagli spettatori. In breve.. rispetto ai soliti scatoloni in rpg style.. questo è proprio un altro modo di progettare e disegnare gli spazi destinati alla musica. Ti dico solo buon lavoro e tanti auguri ! 1
Membro_0020 Inviato 2 Febbraio 2024 Inviato 2 Febbraio 2024 12 minuti fa, Bunker ha scritto: 3 ore fa, Collegatiper ha scritto: Puoi fornire degli esempi commerciali di tali componenti? Grazie. Non è che "deve orientarsi"...è una cosa come altre che può prendere in considerazione. MMM (Mode Matching Method) non è un marchio ne un profilo, ma come dice la parola stessa è un metodo di progettazione. Molto utilizzato in tempi recenti Si, ci ero arrivato… 😂😂😂 Chiedevo se esistono degli esempi “commerciali” per avere un’idea di Un prodotto già esistente in linea con questo metodo di progettazione. Ad esempio anche una tromba sfusa di un qualunque produttore, se non un diffusore completo. Per curiosità.
Bunker Inviato 3 Febbraio 2024 Autore Inviato 3 Febbraio 2024 3 ore fa, Collegatiper ha scritto: Si, ci ero arrivato… 😂😂😂 Chiedevo se esistono degli esempi “commerciali” per avere un’idea di Un prodotto già esistente in linea con questo metodo di progettazione. Ad esempio anche una tromba sfusa di un qualunque produttore, se non un diffusore completo. Per curiosità. Tutte le trombe di Kolbrek e buona parte della produzione corrente di Celestion (che piu o meno è la stessa cosa) e anche diverse di Joseph Crowe. Celestion ha investito molto su questo, e ha messo a disposizione di Kolbrek una camera anecoica sotto vuoto per poter ricavare i parametri di Thiele & Small dei driver a compressione. Caso unico, con l'eccezione del TAD TD-2001 sul quale sono stati ricavati da Jean Michel Le'Cleach il quale lo modellato talmente tante volte che alla fine individuò i dati con una sorta di reverse engineering. Purtroppo questi parametri dei driver a compressione celestion non sono resi pubblici e sono soggetti a un NDA per chi li ha misurati. In compenso Kolbrek ha realizzato un programmino (che trovi sul sito di celestion) dove tu gli dai dei parametri e lui ti trova la tromba e il driver. Inutile però se uno vuole/deve progettare ex novo, e i parametri non te li danno neanche se glieli chiedi. Quindi se vuoi usare quel metodo, progetti con gli altoparlanti a cono... Joseph Crowe fa solo trombe con driver "commerciali". Se vai sul suo sito trovi delle trombe che vanno abbinate a un driver specifico, quelle sono progettate in Mode Matching (tramite prototipi e non calcoli, non avendo nemmeno lui i parametri di T&S). Non so se sono ottimizzate per ampli di una certa impedenza, ma non credo.
Membro_0020 Inviato 3 Febbraio 2024 Inviato 3 Febbraio 2024 8 ore fa, Bunker ha scritto: una camera anecoica sotto vuoto In pratica è in depressione? La hanno resa stagna e Ne hanno aspirato l’aria?
Bunker Inviato 3 Febbraio 2024 Autore Inviato 3 Febbraio 2024 3 ore fa, Collegatiper ha scritto: In pratica è in depressione? La hanno resa stagna e Ne hanno aspirato l’aria? Ah come l'hanno fatta non ne ho idea. Mi parlava del fatto che l'hanno realizzata perché nei driver a compressione, affinché la misura dei parametri sia valida, non ci deve essere alcun carico da parte dell'aria sul trasduttore.
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