Questo è un messaggio popolare. Memé Inviato 29 Marzo 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2024 Il 23/3/2024 at 18:52, analogico_09 ha scritto: Normale, Memè, che dopo tutto ciò che hai scritto, tu stessa, chiunque altro farebbe fatica ad andare oltre l'"assoluto" incontestabile da te prospettato, spinta dall'emozionalità, cosa rispettabile ma relativa sulla cui "astrattezza" non è possibile intavolare il confronto delle idee e dei pareri. Ma sta bene anche andare a fiducia ed io credo nell'autenticità della tua "estasi". 😇 Cos'altro si potrebbe dire di più, propsettare altro a fronte di ciò che appartiene al DIO (greco, cattolico o sioux non cambia le cose) Padre onnipotente, imprescrutabile ed onniscente da prima che iniziassero i secoli da egli stesso creato. 🙏 Di fronte a DIO non c'è altro da fare che prostrarsi per non finire dritti dritti tra le braccia di satana cosa che sono certo mi toccherà in sorte a causa del mio essere persona più diagnostica che.. agnostica la quale vive le proprie emozioni "automatiche" in subordine a quelle che sono le realtà più "speculative" del sentimento, dell'intelletto, di qualche "conoscenza" e dello spirito, ammesso e non concesso che un miscredente come il sottoscritto possa essere dotato di tale importante "accessorio" sempre più opzionale e sempre meno di serie tra le persone delle grandi, massive, omologatrici aggregazioni umane. @analogico_09 non avrei replicato, normalmente, poiché avete già nutrito questo topic di dibattiti, confronti, scambi e finanche diatribe, fitti ed interessanti oltre ogni immaginazione. Desidero solo fare una precisazione e ora che ne trovo il tempo mi applico per farlo. Sebbene quanto io abbia riferito dell'esperienza bolognese si limitasse alla condivisione di sensazioni e di emozioni, non ho pensato che potesse essere implicito dedurne che l'ammutolimento provocatomi da Currentzis fosse solo il risultato di un impatto emotivo, diretto unicamente alla pancia e alle viscere. Vale a dire, il fatto che non mi sia soffermata ad analizzare e/o a speculare insieme a voi, scrupolosamente e dettagliatamente, tutti gli aspetti più tecnici e intrinseci dei lavori direttivo e orchestrale, vocale e musicale, scenografico ed acustico, non si traduce automaticamente con una qualità prettamente impulsiva del parere riportato che, altrimenti, così parrebbe da come lo hai graziosamente accolto, si riduce ad una mera questione di gusto, di entusiasmo giovanile, di impressioni, di passionalità d'animo e di trasporto cieco ed istintuale dello stesso. Posso dissentire dignitosamente che si sia trattato di questo? Spiego perchè ho definito Dio Currentzis e perchè l'abbia fatto solo dopo Bologna (e non ancora dopo Brhams, a Roma). Ho ascoltato più volte nel tempo, come tanti, il Requiem di Mozart, diretto da tutti i direttori principali: mi piace particolarmente come componimento. L'ho cantato in compagini corali in concerto, in qualità di contralto, almeno 6 volte negli ultimi dieci anni. Conosco a memoria anche le parti dei soprani, dei tenori e dei bassi per una mia maniacale passione per le linee melodiche. Sono andata a Bologna sapendo che non mi sarebbe sfuggita una nota, tipico di quando affronti un programma che ci è particolarmente noto e soprattutto amiamo. Ebbene, tralasciando le sensazioni puramente estetiche e qualunque altra soggettiva impressione sensoriale, ciò che mi ha sbalordito è stato avere consapevolezza che stessi ascoltando per la prima volta, davvero, il Requiem di Mozart. Passaggi orchestrali prima trasparenti, divenuti con Currentzis visibili e possenti. Il Tuba Mirum, momento solitamente dedicato alla distrazione in massa dei miei pensieri più vari, che con lui mi ha agganciata alla sedia, all'orchestra, al solista, a Currentzis stesso, mostrandomi sonorità ammalianti e nuove. Il Domine Jesu scanditissimo e punteggiato, vibrante nell'aria come una spada affilata, tanto quanto il Confutatis, o il Dies Irae, vere grida disperate tra le fiamme dell'inferno temuto, di cui ho fatto esperienza sinestetica. Il timpano ed ogni suo intervento simili a colpi di scure a fendere l'aria con mano sicura e possente, con corrispettivo sobbalzo dalla sedia come se non avessi mai saputo che in quei momenti sarebbe entrato. I violoncelli protagonisti inaspettati nei momenti più impensati, emersi con enfasi dalla massa liquida sonora come una sirenetta che sguizzando si sollevi nell'aria nella coreografia di un nuoto sincronizzato. I volumi, le dinamiche, i silenzi, i riflettori di volta in volta su passaggi mai prima d'ora valorizzati, differentemente da qualunque altro ascolto fatto prima, dando spazio, visibilità e voce a strumenti solitamente confusi sullo sfondo, inascoltati. Non sono riuscita ad appoggiarmi allo schienale della sedia per la bellezza di quasi due ore, ero li impettita come davanti ad una commissione di esame, ma in una tensione coinvolgente e non faticosa, stupefatta dalla incredibile prospettiva musicale attraverso la quale riascoltavo un brano arcinoto, ascoltandolo di fatto come nuovo. Ho pensato una cosa sola: stavo ascoltando Mozart per la prima volta. E temo che non si possa avere un confronto davvero intellettualmente onesto se chi mi è davanti non era presente quella sera a Bologna, o a Torino. Per farti capire: è la stessa cosa che fu quando vissi il terremoto di L'Aquila quel 6 aprile di ormai 15 anni fa e sebbene tutti sappiano e possano dire o immaginare della ferocità di una esperienza del genere, ti assicuro, ma ti assicuro con il cuore in mano, che solo tra coloro i quali erano li quella notte per quei 28 lunghissimi secondi ci si poteva intendere, si poteva parlarne e confrontarsi. Nemmeno la persona più sensibile, più empatica, più intelligente, avrebbe potuto capire. Questo vale per qualunque situazione realmente impattante. E mi sento di dire che il Requiem di Currentzis, a Bologna (non so a Torino), lo sia stato. Possiamo macerarci all'infinito in un brodo di considerazioni frutto di sapere, spirito critico e giudizi e/o pregiudizi che però, senza il vissuto specifico al quale si rifersicono, mancano il punto, il momento presente, l'esperienza diretta. Provo una immensa fatica di fronte alle energie che profondi in ogni post, e mi sento impotente di fronte all'impossibilità di poterti davvero trasferire e farti afferrare profondamente che cosa possa essere stato questo Requiem. ps. a cena, dopo il Requiem, il nostro vicino di tavolo, con tanto di programma di sala ancora caldo in bella vista vicino al calice di vino, stava rimostrando a sua moglie tutta l'indignazione per il concerto che aveva appena sentito. Currentzis, per lui, aveva dissacrato un brano intoccabile, un brano che nei secoli dei secoli andava ripetuto e performato secondo l'approccio più tradizionale e classico, pena il sacrilegio. Era particolarmente accaldato e concitato, come se avesse assistito ad un assassinio. Io ero sbigottita. Per me era stata la conduzione artistica più incredibile mai ascoltata. Ma poi le persone che erano a cena con me mi hanno fatto giustamente notare che non tutti sono pronti, che non tutti sono aperti al cambiamento, che non tutti sono disposti ad ascoltare qualcosa di diverso da quanto sono abituati ad apprezzare e che tutti restano comunque nel pieno diritto di pensarla e volerla come gli pare. Perciò, concludo questo chiarimento lasciando quest'ultima vera libertà come moneta di scambio, felice di aver potuto almeno specificare che ho trovato Currentzis equiparabile ad un Dio non solo perché l'esperienza che ci ha regalato è stata per me trascendentale, ma anche perché francamente, a livello musicale, analitico e performativo, il suo approccio alla partitura è stato per me innegabilmente e assolutamente eccezionale. Pur se si preferiscono, legittimamente, altre campane, altre strade, altre prassi esecutive, ritengo che sia intellettualmente disonesto, come quel signore a cena purtroppo ha dimostrato, dire che quello che si è ascoltato e visto a Bologna non fosse degno di essere ammirato, ed apprezzato nella sua inaudita incredibile unicità. Perciò, confidando che questo esuli da quella che è la tua natura, aspetto con pazienza e premura il giorno che andrai a sentire dal vivo Currentzis, se vorrai e se accadrà e, qualora tu volessi riportare qui le tue impressioni, mi farà molto piacere leggerle e farle mie. Auguri di Buona Pasqua Peppe e auguri di Buona Pasqua a tutti voi di questo bellissimo forum. Memé 6
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 29 Marzo 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Marzo 2024 50 minuti fa, Memé ha scritto: Posso dissentire dignitosamente che si sia trattato di questo? Ma non lo mettevo né lo metto minimamente in dubbio. La mia piccola ironia, Memè era giocosa, superfiale, un giocare un ppo' sulla faccende che si fosse nominato Dio, nessuna sottovalutazione della tua sensibilità, delle tue emozioni così forti che ti hanno resa muta. Capisco la sensazione, la vivo più o meno spesso, non sono un cerebrale, mi piace semmai curiosare oltre ciò che ci appare di primo acchitto; mi lascio spesso andare al "prelogico" anch'io. In realtà forse inconsciamente ti volevo "provocare" - non già "stimolarti" intellettualmente, non ne hai di certo bisogno - , in qualche modo spingerti a scrivere questo bellissimo, seduttivissimo post. Fuor di ironia o di sciocca piaggeria. Tutto ciò che scrivi non ha bisogno di essere "replicato", messo a confronto: per quanto mi riguarda avverto solo il desiderio di assimilare, metabolizzare al meglio delle possbilità mentali ed emozionali ciò che svetta nella sua bellezza che parla di se, delle cose vissute in proprio e che si rivelano di essere di tutti, o di molti. Valori intellettuali e sentimentali unuversalmente condivisi. Ricomiciare con le critiche, pro o contro, l'interpretazione del "Nostro"... dici bene: si è detto quasi tutto, potrebbe apparire volgare. Non occorre appesantire con soverchie pedanterie. L'autenticità sta in ciò che sappiamo esprire con una qualità comunicativa, mentale e sentimentale, così toccante. Quindi per ora mi taccio, con i miei vivi complimenti, semmai potrei riprendere alcuni punti "pratici" del tuo relato, quale al esempio la tua espreienza di corista nell'esecuzione di questo immenso capolavoro, mentre per quanto riguarda la chiosa 1 ora fa, Memé ha scritto: Pur se si preferiscono, legittimamente, altre campane, altre strade, altre prassi esecutive, ritengo che sia intellettualmente disonesto, come quel signore a cena purtroppo ha dimostrato, dire che quello che si è ascoltato e visto a Bologna non fosse degno di essere ammirato, ed apprezzato nella sua inaudita incredibile unicità. Perciò, confidando che questo esuli da quella che è la tua natura, aspetto con pazienza e premura il giorno che andrai a sentire dal vivo Currentzis, se vorrai e se accadrà e, qualora tu volessi riportare qui le tue impressioni, mi farà molto piacere leggerle e farle mie. ... ho aascoltato Current dal vivo nella quinta di Tchaikowsly, non insieme ma si era entrambi al concerto, e ne parlai, dissi le mie impressioni in una doppia fase in modo contrastanta.., una prima sensazione di folgoraziome.., poi come di un affievolirsi della luce... per motivi anche io miei un po' "trascendentali", suppongo, o solamente banali... "Avendo più volte espresso la mia opinione sull'interpretazione del Requiem e su Currentsiz più in generale, su questo ed altri post, mi piacerebbe che fossi tu a dire se la mia opinine, il mio "tono", siano compatibili con i "modi" e l'opinione" del signore che ti sei ritrovato vicino di tavolo e che quasi ti rovinava la digestione.., cosa difficile.., potrei piuttosto immaginare che avresti potuto tu alzandoti in piedi per lanciargli un lapidale: "screanzato!" ... Scherxo Memè.., di vero cuor, con stima e in amicizia. 💙 Contraccambio gli auguri di Buona Pasqua a te, a tutti gli "pellegrini" che razzolano per il forum. 2 1
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