Dufay Inviato 27 Febbraio 2024 Inviato 27 Febbraio 2024 Ho provato ad ascoltarlo. Visto che vi sono mille e una esecuzioni passo volentieri ad altro. Anche la registrazione è strana....
Lolparpit Inviato 28 Febbraio 2024 Inviato 28 Febbraio 2024 Mah…soluzioni interessanti, che catturano, che seducono l’orecchio in cerca di novità. Innovativo, ma trovo il tutto un po’ esasperato: i contrasti, la tensione. Di certo Currentzis ci sa fare, la precisione è abbagliante e chirurgica, ma trovo tutto un po’ troppo ipervitaminizzato. Mi sembra come un cuoco con ottimi ingredienti, che innova e impone sapori forti e decisi…però il mio palato resta disorientato. 1
analogico_09 Inviato 28 Febbraio 2024 Inviato 28 Febbraio 2024 Il 26/2/2024 at 12:25, prometheus ha scritto: Partitura alla mano ci si accorge che le “deviazioni” da quel che c’è scritto sono tante: cambi di tempo, articolazioni, dinamiche e accentuazioni, non sempre trovano un riscontro. Ma come è noto questa composizione non fu scritta integralmente da Mozart, anzi Mozart scrisse ben poco e lasciò più che altro idee e schizzi che furono portati a compimento dall’allievo Süssmayr, e questo fatto rende le cose molto difficili a chi si approccia a questa composizione. Premesso che mi fido della veridicità della tua analisi, e che tuttavia ascolterò questa interpretazione, mi sembra cosa goiuta e fonte di virtù che dopo 233 anni dalla Morte di Mozart chiunque possa sentirsi nell'estro o nella missione di fare quel che vuole della partitura della sua estrema opera. Vero che il Requiem fu lasciato incompiuto dal Genio il quale tuttavia ne affidò il completamento all'allievo Sussmayr - sembrerebbe che vi sia stata la partecipazione anche di altri allievi - a cui in modo non esattamente scarno, dettò, suggerì, "schizzo" oralmente o scritturalmente sul letto di morte le indicazioni necessarie, secondo volontà autoriale, per il completamento della prima parte dell'opera. La seconda parte va da se', salvo acune ripetizioni dei "numeri" della prima parte. Insomma, siano state scarne o più precise le indicazioni autoriali, sta di fatto che Mozart lasciò l'improbo" compito del completamento del capolavoro (tale perchè anche non non tutto scritto di suo pugno, nell'intera prima parte e anche nella seconda, si sente il potente e incontrovertibile , "inimitabile" respito mozartiano) al suo allievo che conosceva stimadone verosimilmente le qualità musicali, a fronte di quella corrispondenza diretta, esperenziale, d'intenti e di affinità elettive che non raramente si instaurano tra maestro ed allievo, e non già al direttore monsieur narciso.., pardon Teodor Currentsiz che sembra allargarsi sempre più fuori misura nel tentativo di sostituire il suo ego interpretativo e direttoriale a quello che è l'inicazione partituriale dell'Autore. La quale, in questo caso è si frutto di un lavoro a quattro o più mani, ma resta pur sempre una partitura storica, unanimemente universalmente accettata e celebrata a cui tutti i direttori si attengono, se non vado errato, ciascun direttore interpretando secondo sensibilità, come è ovvio che sia, ma senza farne quel che gli pare, alla famolo strana.., detto alla romana. Ascolterò questo Requiem con pecorelle e campanelle.., 'na cosa più natalizia che mortuaria... mi pare a me sperando che @Memé non me ne voglia... A proposito, immagino che in disco vi sia una sola registrazione, chiedo per faclitarmi la ricerca in Tidal.
Grancolauro Inviato 28 Febbraio 2024 Inviato 28 Febbraio 2024 Il 26/2/2024 at 12:25, prometheus ha scritto: Si capisce subito che si tratta di un coro sui generis, le voci sono poche e tecnicamente inappuntabili. Più che un coro sembra un ensemble di bravi solisti ben affiatati, che Currentzis spinge vocalmente al limite: tempi rapidissimi, dinamiche marcate, il testo è cosparso di accentuazioni inedite e scandito allo spasimo, il tutto dà l’impressione che ogni nota sia allineata in modo assolutamente ineccepibile. Hai ragione riguardo alle voci. Credo che altrettanto si possa dire per l'orchestra: pochi elementi (intesi più come insieme di solisti che come corpo orchestrale), suono rarefatto, cristallino, grande articolazione. A me colpisce il tentativo di far dialogare continuamente voci e orchestra, senza mai far prevalere le une sull'altra e viceversa. Questa la cosa che a me piace di più di questa interpretazione che trovo, nel complesso, straordinaria. Il 26/2/2024 at 12:25, prometheus ha scritto: Ciò che mi ha lasciato interdetto di questa lettura è la totale mancanza di qualsiasi emozione. I tempi rapidi, il suono terso e luminoso, l’incalzare delle voci, le dinamiche esasperate non sembrano lasciare alcuno spazio ai sentimenti di chi sta per lasciare la vita. Il tutto è ineluttabile, fa parte dell’ordine delle cose e come tale è accettato. Mi colpisce questa tua osservazione. Probabilmente hai ragione... Eppure a me sembra ci siano alcuni attimi di emozione genuina che corrispondo, più o meno, ai momenti in cui la concitazione ritmica generale si calma un po'. Ad esempio nel Turba mirum, nell'Offertorium o nel finale del Rex tremendae. Vedremo a Torino se resteremo tutti ibernati emotivamente o se succederà qualcosa di diverso
analogico_09 Inviato 28 Febbraio 2024 Inviato 28 Febbraio 2024 Il 26/2/2024 at 12:25, prometheus ha scritto: Per concludere una curiosità, la troviamo alla fine del Lacrimosa:Currentzis recupera un frammento emerso il secolo scorso, uno schizzo di poche battute contenente un fugato sulla parola Amen che avrebbe dovuto terminare il brano e che Süssmayr non prese in considerazione. La stranezza è questa: Currentzis introduce un suono di campane quando il fugato volge al termine. Il motivo non mi è del tutto chiaro, è ciò non fa che rafforzare il carattere fortemente personale di questa singolare interpretazione. Ma questo frammento recuperato, non ne sapevo nulla, mi pare capire che sia autografo, di Mozart.., strano che Sussmayr non lo abbia preso in considerazione. Cmq il Lacrimosa, una pagina geniale, incommensurabile sia per la "forma", sia per la profonda religiosità dell'afflato espressivo trascendentale, sia per l'aspetto "figurativo" dei suoni musicali quasi "onomatopeici" che rappresentano antinaturalisticamente il singhiozzo, le lacrime della vergine, dell'umanità intera, la desolata, angosciata, disperata cadenza ritmica del passo processionario funerario, che quasi veniamo "presi" anche noi dietro il feretro in attesa, dopo i duri, tragici colpi di timpani, di quell'"accordo" finale pietoso e catartico sulla parola "amen", non può che essere unicamente, sorprendentemente di Amadè. Comunque luci interpretative nuove e tra le più "luminose", si fa per dire.., più d'una, più o meno "filologiche" sono state già "accese" sul Requiem, di originali, personalissime, con grande libertà interpretativa mai licenziosa... Ma ascolterò a breve, spero, la "novità" di Currentzis e ben felice sarei di poterla porre pur'essa in tale lista... Intanto mi permetto di segnalare, solo il Lacrimosa che trovo "magico", ma nel tubo c'è l'intera opera, di una delle interpretazioni "minimaliste" ma di profondità musicale e spirituale del Requiem di mia preferenza.
analogico_09 Inviato 28 Febbraio 2024 Inviato 28 Febbraio 2024 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: Il 26/2/2024 at 12:25, prometheus ha scritto: le dinamiche esasperate non sembrano lasciare alcuno spazio ai sentimenti di chi sta per lasciare la vita. Il tutto è ineluttabile, fa parte dell’ordine delle cose e come tale è accettato. Mi colpisce questa tua osservazione. Probabilmente hai ragione... Però.. scusate ma gli esseri umani generalmente non sono così "inglesi" da non lasciare spazio ai sentimenti di fronte alla morte. Mi sembra un argomento po' troppo "suggestivo", a parte il fatto che il Requiem, una riflessione sulla morte, una prece funebre, esprime i sentimenti di timore, di terrore, di rassegnazione, di pietas, ecc, di chi resta di fronte al mistero tenebroso non già di chi stia per lasciare la vita, o che sia già salito in cielo. Ho ascoltato e riascoltato più volte alcuni numeri in una buona cuffia da Tidal il Requiem di Currentsiz, con calma, mentre avevo da fare delle cosette in casa che non richiedevano concentrazione, e le prime impressioni a caldo, che scriverò seguitando ad ascolare ancora in cuffia, so(no) (state) di un'esecuzione pulitina ma asettica, "estranea" allo spirito dell'opera,evidentemente autoreferenziale, tirata via sul versante del pathos, del sentimento "turgido" estraneo alla spicciola emozione che in genere arriva in automatico. Nella presunta esattezza formale che si vorrebbe "seduttiva", innovativa, la musicalità direttoriale latita. Si fa il pieno con la teatralizzazione delle dinamiche, mentra l'agogica... questa sconosciuta... Come già sostenuto in altre discussioni Currentzis rifà spesso il verso agli approcci interprettivi filologici caricaturizzandoli. Tempi improbabili nell'insieme. Nel Tuba Mirum, dopo l'episodio col trombone, al "mors stupebit" c'è un cambio di tempo repentino che s.e. e o.,non trovo indicato in partitura (della prestigiosa Edition Eulenburg), ma questo poco importa, anzi.., lo dico perchè mi sembra una scelta licenziosa ma apprezzabile.., il contrasto crea finalmente qualcosa di musicale. L'"appendice" tronca del Lacrimosa aliena, disorganica rispetto al carattere del numero per me sarebbe da "operare"... Sussmayr forse lo aveva capito... Gli scampanellii visto che si son già fatte le più feconde supposizioni, ci provo anch'io, potrebbero simboleggiare l'oscuro committente del requiem che suona alla porta di Mozart per l'ennesima volta terrorizzandolo a morte... Mi fermo alla prima parte, nella seconda mi pare che il direttore voglia rafforzare la convinzione in chi ritenga che della stessa se ne possa fare a meno.., sensazione non troppo biasimabile (che forse non si proverebbe con altro tipo di interpretazione tendente a lavorare per sottrazione visto che in partitura già c'è il troppo) poichè arriva subito dopo aver provato il "devastante" colpo al cuore che il Lacrimosa infligge allo spettatore. E dopo l'ultima parola: Amen
garmax1 Inviato 29 Febbraio 2024 Inviato 29 Febbraio 2024 8 ore fa, analogico_09 ha scritto: Gli scampanellii visto che si son già fatte le più feconde supposizioni, ci provo anch'io, potrebbero simboleggiare l'oscuro committente del requiem che suona alla porta di Mozart per l'ennesima volta terrorizzandolo a morte. Sembra quasi l'immagine cinematografica che ricorda il film. Io avevo immaginato invece ad un "intermezzo" per evidenziare la parte del requiem ricreata dall'allievo di Mozart rispetto alla prima parte (o forse sbaglio?)
prometheus Inviato 29 Febbraio 2024 Autore Inviato 29 Febbraio 2024 16 ore fa, Grancolauro ha scritto: Vedremo a Torino se resteremo tutti ibernati emotivamente o se succederà qualcosa di diverso Stavo ascoltando alcuni frammenti di questa esecuzione su YouTube: mi sembra che il clima espressivo sia molto diverso rispetto al disco, forse la registrazione molto spinta contribuisce a raffreddare il messaggio musicale? Ah… al termine del frammento fugato niente campanaccio, la musica cede al silenzio improvvisamente! Decisamente più suggestivo a mio avviso, forse quell’effetto non era proprio opportuno. 12 ore fa, analogico_09 ha scritto: gli esseri umani generalmente non sono così "inglesi" da non lasciare spazio ai sentimenti di fronte alla morte Gli esseri umani no, ma se vedi le cose “dall’altra parte” il tutto rientra in un ordine cosmico ineluttabile in cui i sentimenti si cristallizzano in una sorta di processo di purificazione. Tra i due estremi, Bernstein da un lato che indugia su ogni nota e non vorrebbe mai giungere al termine, troppo umano si potrebbe dire, e la versione oggettiva e deterministica di Currentzis io sarei più vicino alla seconda, nella quale le emozioni si esprimono ad un livello più alto, ultraterreno. Mozart sosteneva all’incirca che la Morte fosse amica dell’uomo, unico vero concepimento al quale può portare la vita. C’è da chiedersi se in quell’ultimo anno la pensasse ancora così… Tra alcuni giorni assisteremo alle esecuzioni di Torino e Bologna. Dal vivo tutto sarà più chiaro! 4 ore fa, garmax1 ha scritto: Sembra quasi l'immagine cinematografica che ricorda il film. La carrozza trainata dai cavalli che scarica il cadavere nella fossa comune…
analogico_09 Inviato 29 Febbraio 2024 Inviato 29 Febbraio 2024 4 ore fa, prometheus ha scritto: 16 ore fa, analogico_09 ha scritto: gli esseri umani generalmente non sono così "inglesi" da non lasciare spazio ai sentimenti di fronte alla morte Gli esseri umani no, ma se vedi le cose “dall’altra parte” il tutto rientra in un ordine cosmico ineluttabile in cui i sentimenti si cristallizzano in una sorta di processo di purificazione. Tra i due estremi, Bernstein da un lato che indugia su ogni nota e non vorrebbe mai giungere al termine, troppo umano si potrebbe dire, e la versione oggettiva e deterministica di Currentzis io sarei più vicino alla seconda, nella quale le emozioni si esprimono ad un livello più alto, ultraterreno. Beh, io credo di essere umano, laico e ciò nonostante con delle pulsioni "mistiche" laiche di natura estetica.., quindi come tale percepisco le cose. Il Requiem, musicale o non, di questo o di un altro mondo è una preghiera, una "celebrazione", una riflessione sulla morte dove si avrà chi congela il sentimento e chi invece lascia che si sciolga. In ogni caso il Requien non si "prega" o si "celebra", etc, per il morto bensì per il vivo. Questo intendevo dire, poi si potrà motivare a piacere la freddezza di questo Requiem con tali argomenti ma mi sembra un forzatura. Per me la freddezza è nel manico direttoriale troppo preso a "celebrare" se stesso con una direzione al solito ben sopra le righe che raggiunga l'"eggettop" desiderato. La musica non va "spiegata", come non va spiegata una fotografia. Nonostate non sia la mia tazza da tè preferita, preferisco di gran lunga l'interpretazione totalmente "traditrice" di Bernstein per la sua sincerità scoperta, sofferta, umana, con la quale Lenny intende esprimere e condividere aldilà di ogni scrupolo estetico-filologico, che volentieri in molti ne sono certo gli perdoniamo, il dolore, l'umano sentimento per la morte dell'amata consorte, alle "pretenziosa" e agli egonarcisismi di Currentzis il cui Requiem di Mozart anche ascoltandolo dal live del Tubo seguita a sembrarmi affatto brutto e scomposto; tempi impossibili che mettono in il coro in affanno e si capisce dal fatto che in quei momenti di corsa agli ostacoli si guasta la qualità timbrica, il colore "vocale" perchè si canta in affanno, con una "rabbia" innecessaria, con espressione muscolare... Rex Temandae... Accelerazioni ritmiche assurde ... quam olim Abrahae ... di una teatralità che davvero sembra un mezzuvv ccio per attirare l'attenzione sugli effettismi... Currentiz vuole inoltre jazzizzare il dies irae .. un po' tutta l'opera, ma farebbe meglio impiegando i The Swingle Singers. Atro ci sarebbe da dire ma quanto già ipotizzato potrà esere spalmato più o meno su tuttii "numeri" dell'opera. Comunque penso che si staia facendo troppa filosofia.., qualche enigmistica, supposizioni su fatti privi di significato e di cui fossero reali non sarebbe dato comunque sapere: misteriosi campanelli, fughette che appaiono e scompaiono.., ed altro ancora.., ma no ci aveva già pensato Forman a "romanzare" la vita, la musica e la morte di Amadeus? Meglio restare alla musica.
analogico_09 Inviato 29 Febbraio 2024 Inviato 29 Febbraio 2024 Il 26/2/2024 at 12:25, prometheus ha scritto: Questo approccio interpretativo può indubbiamente non piacere a tutti, presenta tratti fortemente individualizzati, prima viene Currentzis e poi Mozart. Ma è altresì innegabile che, pur trattandosi di una visione personale, essa porti con sé un atteggiamento rinfrescante, del quale entro i dovuti confini oggi più che mai c’è bisogno. Perdonami, ultima cosa poi mi taccio. Penso che, sempre a mio modesto avviso, il fatto che Currentzis venga prima di Mozart, mina le fondamenta dell'esecuzione e va a disdoro del direttore. Non vedo la freschezza, lo "svecchiamento" nella proposta interpretativa di Currentsiz che di nuovo ha solo l'approccio troppo "disinvolto" e licenzioso mai visto prima nelle varie interpretazioni filologiche e non di altissimo livello le quali apportando ad essa arricchimento di stile, di forma e di espressione, fanno si che sia l'Opera mozartiana stessa ad autorinnovarsi...
garmax1 Inviato 29 Febbraio 2024 Inviato 29 Febbraio 2024 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: Comunque penso che si staia facendo troppa filosofia.., qualche enigmistica, supposizioni su fatti privi di significato e di cui fossero reali non sarebbe dato comunque sapere: misteriosi campanelli, fughette che appaiono e scompaiono.., ed altro ancora.., ma no ci aveva già pensato Forman a "romanzare" la vita, la musica e la morte di Amadeus? Meglio restare alla musica. Mi sembravano appena poche righe. Riassumendo brevemente per te potrebbe essere una sorta di Karajan greco ma senza la sua bravura? Potrei aver capito bene il tuo pensiero?
London104 Inviato 29 Febbraio 2024 Inviato 29 Febbraio 2024 Per chi non lo conoscesse, questo è quanto scritto effettivamente da Mozart. 1
analogico_09 Inviato 1 Marzo 2024 Inviato 1 Marzo 2024 17 ore fa, garmax1 ha scritto: Riassumendo brevemente per te potrebbe essere una sorta di Karajan greco ma senza la sua bravura? Potrei aver capito bene il tuo pensiero? Non pensavo a Karajan.., ma se chiedi potrei supporre che, parlando in generale, non nello specifico del Requiem mozartiano, il direttore tedesco esprima una forma di "tradimento" più misurata e raffinata rispetto a quella del direttore greco più "aggressiva". Ma, battute a parte, come dicevo bisognerebbe concentrarsi sulla musica e credo che la cosa migliore da farsi sia ascoltare dal vivo il Requiem dimenticando la "letteratura" concentrandosi sulla partitura "ufficiale" e secolarmente, storicamente e musicologicamente condivisa. La registrazione di cui parliamo risale al 2011, nel frattempo il "nostro" potrebbe aver "temperato" qualche registro un po' "affrettato" nella spero acquisita convinzione che il rispetto della scrittura autoriale ed autorevole non limita l'approccio interpretativo personale. Io purtroppo non ci sarò, Roma è lontana. 1
prometheus Inviato 1 Marzo 2024 Autore Inviato 1 Marzo 2024 2 ore fa, analogico_09 ha scritto: Ma, battute a parte, come dicevo bisognerebbe concentrarsi sulla musica e credo che la cosa migliore da farsi sia ascoltare dal vivo il Requiem dimenticando la "letteratura" concentrandosi sulla partitura "ufficiale" e secolarmente, storicamente e musicologicamente condivisa. La registrazione di cui parliamo risale al 2011, nel frattempo il "nostro" potrebbe aver "temperato" qualche registro un po' "affrettato" nella spero acquisita convinzione che il rispetto della scrittura autoriale ed autorevole non limita l'approccio interpretativo personale. Sono perfettamente d’accordo, pur non essendo un fanatico della lettura filologica (che in questo caso ha dei grossi limiti e forse sarebbe meglio parlare di tradizione interpretativa…) credo che ci debbano essere dei confini ben stabiliti oltre i quali si cade nell’eccessiva discrezionalità o peggio nel caricaturale. Ci sono interpreti che vanno ben oltre la somma delle indicazioni sul pentagramma, ai quali è comunque riconosciuta una assoluta genialità interpretativa pur non condividendone spesse volte le scelte. Vedremo come il nostro saprà catturare il pubblico nei concerti imminenti…
Grancolauro Inviato 1 Marzo 2024 Inviato 1 Marzo 2024 Il 29/2/2024 at 17:04, analogico_09 ha scritto: Penso che, sempre a mio modesto avviso, il fatto che Currentzis venga prima di Mozart, mina le fondamenta dell'esecuzione e va a disdoro del direttore. Personalmente ho grande rispetto per chi tenta di innovare, specie nella musica classica che di questo ha veramente bisogno. E Currentsiz ci sta provando, nel bene e nel male ovviamente. Preferisco le interpretazioni che arrivano a forzare la partitura (la sovrainterpretano, si potrebbe anche dire, senza tuttavia tradirla) rispetto a quelle che si limitano riproporre la tradizione consolidata, sia questa filologica o meno poco importa per quanto mi riguarda. Mi sento quindi di salvare il Requiem di Currentsiz e pure i suoi bizzarri campanelli (a me ricordano i tintinnabula della tradizione liturgica tardo-medioevale, che imitavano il battito delle ali degli angeli scesi in terra per soccorrere le anime mortali). Lo preferisco anche alla versione di Bernstein, che trovo assai meno mozartiana nell'insieme. Vedremo a Torino come andrà. Sono al mometno fiducioso...spero di non dovermi ricredere. 1
analogico_09 Inviato 1 Marzo 2024 Inviato 1 Marzo 2024 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: Preferisco le interpretazioni che arrivano a forzare la partitura (la sovrainterpretano, si potrebbe anche dire, senza tuttavia tradirla) rispetto a quelle che si limitano riproporre la tradizione consolidata, sia questa filologica o meno poco importa per quanto mi riguarda. Premesso che rispetto la tua opinione, Damiano, io penso che "forzare" o "sovrainterpretare" una partitura legalitaria dove non ve ne sia il bisogno, per me è ab-usare della partitura. Tanto più che non ne vedo il motivo. A me risulta che il Requiem di Mozart possa vantare numerose interpretazioni filologiche e non, storiche e moderne, più o meno ottime/eccellenti affatto vitali, tutt'altro che imbalsamate e limitate nel solco di una sorpassata o soporifera tradizione (se ne potrebbe parlare) tali da richiedere il soccorso di un interprete che porti la rivoluzione costi quel che costi, pur di fare fuori i filistei... Non mi pare che si sia, come accadde nel jazz, ai livelli della cosiddetta "era dello swing" dominante, durante la quale si andava svilendo il jazz fino a quando Charlie Parker e gli altri boppers non giunsero sbaragliare il vecchiume commerciale e insulso riaffermando l'autentica luce del jazz. 2 ore fa, Grancolauro ha scritto: Mi sento quindi di salvare il Requiem di Currentsiz e pure i suoi bizzarri campanelli (a me ricordano i tintinnabula della tradizione liturgica tardo-medioevale, che imitavano il battito delle ali degli angeli scesi in terra per soccorrere le anime mortali). Lo preferisco anche alla versione di Bernstein, che trovo assai meno mozartiana nell'insieme. La questione dei campanelli, ciò che potrebbero simboleggiare, è molto suggestiva, ma sembra che appartenga alla "fiction" a meno di non rintracciare dei riscontri partituriali concreti e/o fonti letterarie storiche altrettanto attendibili. Cmq potrebbe essere lo stesso Currentis a chiarire la sua scelta.., magari dopo il concerto fate un salto a salutarlo nel camerino (una volta lo facevamo, si poteva fare, ora la vita è diventata più complicata in tutto.., i divi sono diventati di un bizzoso che non ti dico, signora mia... ) Insomma fatta la tara all'accessoristica, a me piacerebbe fare un confrondo direttamente sulle concrete faccende che riguardano la musica. Sicuramente la versione di Bernstein non è mozartiana e non ci penso nemmeno a dire che lo sia, la mia scelta, che ho già motivato, l'ho fatta tra due non mozartiani, tra lui e Currentzis che sarà pure il nuovo profeta dell'interpretazione musicale ma che non avrà suppongo l'Esperienza che aveva Lenny quando in età senile eseguì una "preghiera" funebre in memoria della sua amata moglie senza avere la pretesa, né la voglia, di rispettare la mozartianità dell'opera. Trovo questo più franco e scoperto, c'è una ragione di sentimento e di psiche, non un progetto di stucchevole autoreferenzialità.
analogico_09 Inviato 1 Marzo 2024 Inviato 1 Marzo 2024 9 ore fa, prometheus ha scritto: Sono perfettamente d’accordo, pur non essendo un fanatico della lettura filologica (che in questo caso ha dei grossi limiti e forse sarebbe meglio parlare di tradizione interpretativa…) credo che ci debbano essere dei confini ben stabiliti oltre i quali si cade nell’eccessiva discrezionalità o peggio nel caricaturale. Ci sono interpretazioni filologiche o "informate" sulle prassi esecutive d'epoca anche per il Requiem di Mozart. Una delle quali, tra le prime diciamo così "rivoluzionarie" è quella di Harnoncourt, sontuosa, bellissima, ancora perfettamente funzionante per quanto riguarda l'attinenza non catastale a testo originale quale tuttavia, nella libertà e nell'"invenzione" personale, non viene alterato, o "tradito", o peggio, svilito. Molto interessanti anche quella di Herreweghe e la già citata di Kujiken, un po' datate come registrazioni ma, premesso che l'arte non si misura col metro del tempo, avendo superato grandemente la prova del tempo.
Grancolauro Inviato 1 Marzo 2024 Inviato 1 Marzo 2024 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: io penso che "forzare" o "sovrainterpretare" una partitura legalitaria dove non ve ne sia il bisogno, per me è ab-usare della partitura. Tanto più che non ne vedo il motivo. A me risulta che il Requiem di Mozart possa vantare numerose interpretazioni filologiche e non, storiche e moderne, più o meno ottime/eccellenti affatto vitali, tutt'altro che imbalsamate e limitate nel solco di una sorpassata o soporifera tradizione Rispetto anch'io il tuo punto di vista, Peppe, figuriamoci. Tuttavia, a mio modo di vedere, Currentsiz non commette alcun abuso. Introduce certo elementi che nella partitura non ci sono, cosa per altro legittima e per certi versi inevitabile, considerando la natura di questo spartito. Ma non fa nulla che la partitura esplicitamenta escluda. La sua è un'interpretazione che sta sul limite, che porta al limite (la partitura, la qualità del suono, le capacità tecniche degli esecutori, l'attenzione degli ascoltatori). In questo è sicuramente provocatoria. Ma non per ciò stesso autoreferenziale. Tutt'altro, direi: pretende di rompere i riferimenti tradizionali per suggerirne di nuovi, sebbene in questo sia probabilmente destinata al fallimento. Non autoreferenziale, dunque, ma velleitaria probabilmente sì. La stranezza dei campanacci e del frammento aggiunto genera poi un gioco metatestuale, una specie di ipertesto che porta in scena le diverse stratificazioni dell'opera. Ma su questo ci vorrebbe un filologo come @Lolparpit per avere un'opinione competente... 1
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