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Il Requiem mozartiano di Currentzis


Messaggi raccomandati

Inviato
4 minuti fa, Memé ha scritto:

speriamo l'Auditorium Manzoni abbia una buona acustica 

l’acustica è ottima più o meno in tutta la sala

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Inviato
46 minuti fa, Memé ha scritto:

speriamo l'Auditorium Manzoni abbia una buona acustica 

Leggendo nel thread di Schubert @SimoToccache ha esperienza di ascolti dal vivo, ritiene la sala di Bologna abbastanza scura.

Io ho ascoltato di recente la seconda sinfonia di Mahler e l'ho trovata buona, ma non ho la sua esperienza. 

Comunque io ho un posto in platea, nona fila, spero possa essere soddisfacente. 

È  leggendo in quel thread a proposito di auditorium ottimi come acustica, ho preso due biglietti per due concerti sinfonici nelle sale del Maggio Musicale Fiorentino (Shostakovich /Gatti) 

😉😉

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
11 ore fa, mozarteum ha scritto:

Interpretazione del Requiem febbrile e arsa, sospesa fra delirium mortis e dolcezza ultima.

 

 

Ma questo è nella partitura, e l'ho sentita e la sento cogliere in pieno nei modi più "atterriti" e lirici da altri interpreti che insomma pur'essi poverini, faranno  il loro modesto "qui e ora"... No..,  lo dico perchè parrebbe che con l'arrivo di Currentizis tutto il resto sarebbe da buttare, che tutto sia stato di passaggio.., per servire il patto pronto al nuovo direttore "pigliatutto"... :classic_rolleyes:

Parlo in generale, moz, prendo solo spunto dal tuo e da altri interventi.

 

4 ore fa, prometheus ha scritto:
4 ore fa, mozarteum ha scritto:

dopo il Lacrimosa un brevissimo inserto che non ho saputo riconoscere penso comunque Mozart.

È il frammento del fugato sull’Amen ritrovato verso la metà del secolo scorso. Per inciso, non è affatto sicuro che si tratti di una bozza per il Requiem…
Currentzis lo esegue per quel che è scritto, il fatto che sia incompleto e quindi ad un certo punto si interrompa ha un certo che di suggestivo in effetti!

 

Esiste anche una ricostruzione che si può ascoltare nella versione condotta da Hogwood 


Ma non sarà che con questi espedienti francamente speculativi e tirati per la giacchetta, di cui si sa e non si sa, di cui non si hanno certezze, che non aggiungono o tolgono nulla alla partitura, si voglia creare una suspence, un sorta di curiosità un diversivo rispetto a quelle che sono le autentiche "urgenze" musicali, interpretative... Così, mi chiedo, chiedo...

 

p.s. che poi sarebbe cosa già vista da mo'.., apprendo ora che sia presente nella versione diretta da Hogwood che non conosco, che non ricordo di aver ascoltato. Andrò a curiosare.

analogico_09
Inviato
4 ore fa, garmax1 ha scritto:
5 ore fa, prometheus ha scritto:

Molto strano… tre giorni fa a Bari il programma era quello di Torino.

Copio e incollo dalla mail che mi è arrivata da Bologna Festival 

 

Requiem di Mozart inaugurano la 43^ edizione di Bologna Festival. Sarà un’esecuzione molto particolare, pensata in esclusiva per il festival, che veste di nuova e profonda sacralità il capolavoro di Mozart, introducendolo con alcuni canti della tradizione sacra bizantina intonati dal Coro musicAeterna Byzantina.


Quindi si farà altro... si faranno le interpretazioni dei sommi capolavori su misura per l'istituzione concertistica.., a ciascuna la sua versione... apperò, è questo il nuovo che avanza.., chapeau!

 

4 ore fa, prometheus ha scritto:

aggiungo che non tutti gli interpreti utilizzano  la versione di Sussmayr: in questo caso Hogwood segue quella decisamente più recente  di Richard Maunder. 
Ma ne esistono anche altre (Franz Beyer negli anni ‘70)



Ma queste versioni sono musicologicamente, "accademicamente"  condivise, frutto di ricerche storiche e filologiche effettuate attingendo alle fonti documantali, ai testi.. tantissime opere dei vari musicisti in tal senso si presentano con più di una versione, revisioni, ecc, ma la versione di Currentzis da dove arriva? Così, per sapere da ignorante qual io sono.

Inviato
2 ore fa, regioweb ha scritto:

l’acustica è ottima più o meno in tutta la sala

Non ci allarghiamo: acustica fra il discreto e il buono, e’ un cinemone. Riverbero poco, suono poco “sostenuto” dalla sala.

Meme non preoccuparti sentirai bene lo stesso.

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
7 ore fa, prometheus ha scritto:

Non solo un concerto, uno spettacolo ben ideato al quale non si può restare indifferenti. Di certo il personaggio è debordante, spesso un tantinello sopra le righe: è chiaro che questo atteggiamento possa dividere il pubblico e risultare anche irritante, come quando si mette a battere il piede nel bel mezzo del Concerto per pianoforte, facendo un rumore esagerato! 

 

:::::

 

Il Requiem: dopo la versione discografica e i video in rete ci sarebbe molto da aggiungere.

Sintetizzando: bisogna…assolutamente andare ad ascoltarlo dal vivo. 

Orchestrato magistralmente, con un’attenzione maniacale ai dettagli: ogni singola nota è pensata e percepita con una chiarezza estrema, snello, terso, a tratti commovente. Gli esecutori hanno un respiro che può nascere esclusivamente da un lungo lavoro profondo, paziente e condiviso (e si sente!): solo così  possono spingersi oltre i limiti comunemente consentiti re-immaginando e rimettendo in discussione con un’energia travolgente  tutto ciò che abbiamo ascoltato finora. 

Dopo aver ascoltato la registrazione (che ormai ha più di 10 anni) avevo esposto alcune perplessità ieri sera superate senza appello. Un Requiem sicuramente iconoclasta, portato avanti con tempi fluidi e forti contrasti, che può non piacere a tutti.  Ho il forte sospetto, tuttavia, che a  Mozart - che da lassù sta seguendo le evoluzioni della sua Musica da più di due secoli - possa piacere, e molto! 

 



Ecco.., ultime veloci considerazioni poi mi taccio. Grazie delle tue impressioni mi sembra di potere affermare, sulla base delle stesse che trovo ciò irritante oltre che, detto senza peli sulla lingua, alquanto triste.
Per lo "spettacolo" ed altre "giostrate" acchiappa attenzioni e consensi pel famolo strano vado su altri repertori, per con/da un Requiem sublime, senza confessionalismi religiosi o preclusioni di natura morale di risulta, ne faccio una questione di gusto estetico ed anche un tantino "mistico", cercherei e mi aspetterei altro.

::::::


Circa l'impronta interpretativa travolgente del Requiem, i tempi trattati con margini di discrezionalità sopra le righe e d oltre, e quant'altro di "maniacalmente" riferisci circa le dinamiche, la misura dell'insieme, della frase, ecc, stravolgendo la misura del segno e delle note arbitrariamente, mi pare che si  notino cose analoghe già nella più datata registrazione.
In ogni caso se a fronte di ciò bisognerà mettere in discussione tutto ciò che sia stato ascoltato prima, mi permetto di nutrire seri ed "allarmati" dubbi.., perchè davvero sembrerebbe che si sia giunti  all'anno "zero" dei nuovi orizzonti interpretativi con l'urgenza di dover fare fahrenheit del pregresso?
Propongo un giro di scommesse su ciò che potrebbe pensare Mozart di tutto questo da lassù nell'altro dei cieli. Ma pensavo che potesse bastare ciò che ne pensiamo noi poveri comuni mortali senza cercare di divinare il pensiero dei geni trapssati a supporto delle nostre legittime convinzioni.

Buoni concerti per chi dovrà ancora ascoltare, scusate se ho provato a far sentire il tocco di un'altra campana tanto per non dover aver impressione di essere nella curva sud del "pensiero unico". :classic_smile: :classic_wink:

  • Melius 1
Inviato

@analogico_09 la versione seguita da Currentzis è quella di Sussmayr, tra l’altro eseguita con strumenti originali,  con la sola aggiunta del frammento dopo il Lacrimosa.

L’ho detto, si tratta di un’interpretazione che per molti aspetti si discosta da tutte le precedenti, ma non per questo va considerata arbitraria e neppure un tentativo di demolizione del pregresso. Anzi sarebbe meglio dire: di ciò che di musicalmente valido ci ha lasciato la tradizione interpretativa, sempre che ne esista una vista la grande discrezionalità con la quale è da sempre bistrattata questa composizione. 
Già, perché a onor del vero proprio per “una questione di gusto estetico” sarebbero ben più aberranti le versioni dei Bernstein, ad esempio ( ma ci metterei dentro anche i Karajan e gli Abbado) con quelle orchestre ipertrofiche, mosse da un’idea estetica che a mio avviso non ha nulla da spartire con lo spirito dell’opera, trasfigurata in una malinconica esternazione personale. Se i tempi di Currentzis sono in media più veloci, quelli di Lenny sono elefantiacamente lenti, un tormentato dialogo interiore e vorrei dire privato, a scapito di un genuino intento comunicativo. Ecco Currentzis è tutto il contrario, sicuramente non si può dire che sia un interprete oggettivo,  ma neppure che il suo pensiero sia arbitrario e incoerente. Proprio qua a mio avviso sta il suo grande punto di forza: una visione personale, nella migliore accezione del termine, chiara e coerente, maniacale nel voler consegnare al pubblico ogni aspetto della composizione senza perdersi in un insensato soliloquio e riuscendo a tirare dentro l’evento musicale sia i suoi meravigliosi musicisti, sia soprattutto l’ascoltatore, vero referente al quale è indirizzato ogni sforzo. 
Definire “giostrata” una tale architettura, e ancor più senza averci fatto prima un bel giro - di giostra - mi sembra affrettato e riduttivo. Tutto ciò va visto, va sentito, va provato. Parlarne non basta, il disco non basta, tant’è che io stesso in un primo momento avevo avanzato alcune perplessità sul fatto che una tale esecuzione potesse staccarsi dallo sterile esercizio tecnicistico e in qualche modo comunicare qualcos’altro. Quando lo vedi e lo senti capisci tutto, e necessariamente si apre una nuova pagina della quale bene o male bisogna tener conto. Può piacere o non piacere, a me alcuni suoi  comportamenti irritano fortemente, ma non posso fare a meno di riconoscere la grande personalità musicale. 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato

@prometheus Altra questione è quella dell'aderenza o meno alla prassi esecutiva filologica con la quale con me sfondi una porta aperta, se per caso avessi letto i miei post al riguardo, se ricordassi quale sia la mia interpretazione ideale ed elettiva del Requiem mozartiano indicata all'inizio di questa discussione. Come si dice certe volte scherzosamente per rendere meglio l'idea, anche al riguardo della inopportune "orchestre ipertrifiche": non è il caso di insegnare il credo agli apostoli.
Sono stati tirati fuori le interpretazioni Bernstein e di altri esecutori più "tradizionali" ed ho semplicemente detto quale potrebbe essere la mia preferita nonostante nessuna di quelle sia la mia tazza di the preferità. Diel Requiem di Lenny ho detto che provo un moto di cum-passione a fronte del significato sensibile, personale, che i direttore conferisce a tale opera. Un semplice giro di boa che non rappresenta il cuore della quetione.

Per tornare invece a Currentzis c'è già stato un confronto sulla versione Sussmayr da lui adotta e che interpreta in modo largamente difforme rispetto alla partitura, compresa l'inclusione di "fuga" o "fughetta"  che resta qualcosa di indefinito e innecessario allo stato delle cose, fintanto che la faccenda non venga musicologicamente chiarita magari dalla stesso direttore. Ma sto cercando di ridefinire la mia idea già chiarita in modo credo suffcientemente esaustivo, giusto o sbagliato.

C'è stato altresì il confronto su come intendiamo l'approccio interpretativo di Currentsiz che personalmente trovo autoreferenziale e arbitrario, motivando il mio parere detrattivo, mentre tu la intendi diversamente in base al tuo argomento e sta bene, benissimo così, non serve tornarci su

Per il resto, rispondevo ad una tua osservazione: "solo così  possono spingersi oltre i limiti comunemente consentiti re-immaginando e rimettendo in discussione con un’energia travolgente  tutto ciò che abbiamo ascoltato finora."

Mi è sembrato capire, in realtà questo mi pare si capisca.., che tutto ciò che si sia ascoltato pria dell'arrivo del "messia" venga messo in discussione travolto dalla novella energia interpretativa che nuova non è affatto perchè Currentzis mutua invece moltissimo dalla "lezione " filologica iniziata molti anni facendola propria nella sua essenialità esasperandone i tratti, ovvero lavorando per eccesso finendo largamente - non già un "tantino" a mio modesto " sentire - sopra le righe.


Ho parlato di "giostrata" suggestionato da quanto riferivi ... "Non solo un concerto, uno spettacolo ben ideato al quale non si può restare indifferenti. Di certo il personaggio è debordante, spesso un tantinello sopra le righe: è chiaro che questo atteggiamento possa dividere il pubblico e risultare anche irritante, come quando si mette a battere il piede nel bel mezzo del Concerto per pianoforte, facendo un rumore esagerato! "

 

beh.., se tutto questo non è un po' un "giostrare"... "debordare"... non saprei ma le  parole significano.
La stessa spettacolarizzazione della musica, di un tale repertorio musicale così sensibile, mi ripeto,  trovo sia cosa triste. La mia sensazione è che il direttore  voglia mettere in scena soprattutto se stesso attraverso la musica che sa ben "giostrare" con l'abilità affabulatoria dell'interprete che intende esprimere se stesso non già l'autore. E su questo forse davvero non c'è chi possa tenergli testa.

Concordo tuttavia su fatto che la musica andrebbe sentita, ascoltata e "giudicata" dal vivo, anche se da disco il polso interpretativo e direttoriale è possibile ravvisarlo. Avendo ascoltato Currentizis anche dal vivo nella sinfonia 5 di Tchaikowsky, rimanedone sulle prime sbalorito dalla grande abilità diel direttore di creare stati di perfezione formale davvero eccitanti, ma finendo per veicolare l'attenzione e la "libido" ascoltatoriale più sulle forme sorprendenti ordite dall'interprete che sulla essenza epressiva profonda della partitura, ovvero dell'autore, che in tal modo viene sacrificata, mentre  l'ascoltatore finisce per confondere i piani...

Inviato

Per spezzare il ritmo della diatriba ... :classic_love: : tra antico e moderno ... 400 anni son passati .....

.-.-.-.-.-.

 

Inviato
8 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Per tornare invece a Currentzis c'è già stato un confronto sulla versione Sussmayr da lui adotta e che interpreta in modo largamente difforme rispetto alla partitura,

Insomma… largamente mi pare eccessivo. Di certo alcune scelte funzionali al fine interpretativo le ha fatte, ma nulla di drammatico. Più che stravolto si potrebbe dire abbia “spremuto” la partitura. Le revisioni di Beyer e Maunder - queste sì la stravolgono - come le consideriamo? …e si ha un bel dire che nascano da approfonditi studi musicologici e filologici, in questo caso non sapremo mai con certezza come sono andate le cose. 
 

8 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Mi è sembrato capire, in realtà questo mi pare si capisca.., che tutto ciò che si sia ascoltato pria dell'arrivo del "messia" venga messo in discussione travolto dalla novella energia interpretativa che nuova non è affatto perchè Currentzis mutua invece moltissimo dalla "lezione " filologica iniziata molti anni facendola propria nella sua essenialità esasperandone i tratti, ovvero lavorando per eccesso finendo largamente - non già un "tantino" a mio modesto " sentire - sopra le righe.

Personalmente ritengo  che a certi livelli non ci siano vincitori e vinti, cose giuste o sbagliate. Poi sull’atteggiamento irriverente (dirige a gambe larghe e gesticola in faccia ai solisti), irritante (batte i piedi), e a tratti  egocentrico sono d’accordo con te… 

Vorrei però sottolineare che questo atteggiamento direttoriale è molto cambiato tra la prima e la seconda parte del concerto. Chi è stato presente avrà sicuramente notato questo cambio di rotta, nel Requiem il nostro si è ridimensionato assumendo in alcuni punti un atteggiamento quasi sacrale e di rispetto. 

analogico_09
Inviato

@prometheus  Gli equilibri formali, di linguaggio, di sintassi, e di stile di una partitura musicale sono estremamente delicati, profondamente "orgogliosi". Basta poco, qualche spostamente di accento, un rubato di troppo o solo mancato, un arbitrario cambiamento di tempo non "scritto", etc, per alterare il senso della frase, ovvero della musicalità e dell'espressione che l'autore intende rappresentare attraverso l'arte dei suoni fattisi musica.. 

Questo vale sempre e comunque, a prescindere da quale versione partituriale, tra quelle musicologicamente, universalmente, storicamente riconosciute e condivise, si voglia adottare. La  qual cosa non è affatto "un bel dire" bensì un dato di fatto reale, di una partitura non piovuta dal cielo, sulle cui origini si potrà discettare (non c'è quasi nulla nel mondo che non abbia origini "indagabili"...) ma che resta pur sempre realtà storica e musicologica.
Fatta la scelta si resta sul "pezzo" stesso che diventa punto di riferimento per tutti gli interpreti che lo abbiano adottato, nessuno escluso, a cui non è permesso di "sfavillare" a piacimento. Ovviamente, pleonastico ripetere per l'ennesima volta quanto già asserito già di per se scontato, l'interprete ha infiniti e importanti, irrinunciabili margini di libertà nel mettere del suo nel discorso musicale d'insieme, ma è tutt'altra faccenda, la cosa non libera il "medium" dall'obbligo di osservare la massima aderenza allo spirito dell'opera e alle inalienabili , "fondamentali" strutture partituriali.


Veramente io non ho parlato di vincitori e vinti, di giusto o sbagliato (questo si, ma riferito a me stesso) , ho semplicemnete detto che Currentzis, il quale non ha "inventao" nulla di nuovo (benchè egli stesso si professi vate di novità trascendentali.., parla perfino dell'ispanico "duende" dionisiaco... sia incanalato nel solco già tracciato dalla filologia che crea campi interpretativi più ampi e liberi rispetto agli zavorramenti direttoriali post-romantici con i quali si (mal)tratta(va) tutto, ogni repertorio musicale, antico e moderno.
Con la differenza che direttore greco a mio modesto avviso fa uso diquesta libertà - e non sono il solo a sostenerlo - spingendosi ben sopra le righe, portando l'orchestra capitanata con cipiglio ostinato, più "autoritario" che libertario, a livelli di suono e di dinamica spesso effettati, di forte, accattivante impatto di superfice, difformi dall'intendimento del legittimo compositore ma capace si stimolare adrenalina nello spettatore in cerca di emozioni sempre più forti, come se la sola musica, non sovra-strutturata, non bastasse più.

In ultimo, mi fa un po' sorridere :classic_rolleyes: il fatto che Current "giostreggi" irriverente e irritante mentre a suonare sia un altro solista, tornando invece sacrale ed autorispettoso quando sia lui a dirigere lo "spettacolo"... 🤷‍♂️

Evidentemente "Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano (una cit. di E.A.Poe dalla "Tragedia di Ferrex e Porrex" di Buckhurst scritta in testa al racconto straordinario "Re Peste") 😊

 

 

Inviato
18 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano

Cio’ che per se’ e’ lecito per altri e’ acido (detto di Foligno)

Inviato
19 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Gli equilibri formali, di linguaggio, di sintassi, e di stile di una partitura musicale sono estremamente delicati, profondamente "orgogliosi". Basta poco, qualche spostamente di accento, un rubato di troppo o solo mancato, un arbitrario cambiamento di tempo non "scritto", etc, per alterare il senso della frase, ovvero della musicalità e dell'espressione che l'autore intende rappresentare attraverso l'arte dei suoni fattisi musica.. 

Guarda che questo è il mio lavoro, in questo caso sono io l’apostolo :classic_laugh:

 

19 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Fatta la scelta si resta sul "pezzo" stesso che diventa punto di riferimento per tutti gli interpreti che lo abbiano adottato, nessuno escluso, a cui non è permesso di "sfavillare" a piacimento.

Quindi dovrebbe esistere una ed una sola interpretazione. Per curiosità, un Andante a che tempo si fa?

 

19 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Ovviamente, pleonastico ripetere per l'ennesima volta quanto già asserito già di per se scontato, l'interprete ha infiniti e importanti, irrinunciabili margini di libertà nel mettere del suo nel discorso musicale d'insieme, ma è tutt'altra faccenda, la cosa non libera il "medium" dall'obbligo di osservare la massima aderenza allo spirito dell'opera e alle inalienabili , "fondamentali" strutture partituriali.

Chi lo decide lo spirito dell’opera? In questo caso dov’è che Currentzis ha sfavillato oltre le righe? A questo punto partitura alla mano bisognerebbe verificare, o andiamo per sentito dire?

Conosco abbastanza bene il Requiem per averlo studiato ed eseguito più volte come corista, non è il mio pane quotidiano perché per vivere faccio il pianista. Per essere d’accordo con quello che dici bisognerebbe buttare alle ortiche buona parte della storia del l’interpretazione: qualche esempio? Basta sentire un po’ di cose di Glenn Gould o Pogorelich (quando era in forma…) per rendersene conto.

Anzi ti dirò di più, un altro punto di forza del Requiem di Currentzis a mio avviso è proprio la stringente coerenza della struttura partiturale che viene fuori come una griglia solidissima senza mancamenti e aberrazioni.


Poi su molte altre cose mi trovi perfettamente in accordo, preferisco non sentire i postulati espressi nelle dichiarazioni e interviste, mi basta ascoltare la musica! 
 

 

  • Melius 1
Inviato

Prometheus ma secondo te e’ credibile che il fortepiano che abbiamo ascoltato sia appartenuto a Mozart? La parte meccanica forse e’ nuova di zecca

Inviato

Ho sentito. Mi pare una via di mezzo tra il nervosismo di un Koopman prima maniera ma che usa una prassi a cavallo tra il 6-700: pochissimo vibrato, contrasti esasperati, effetti facili. Anni luce da Harno e Herreveghe. Suono a tratti volgarissimo e grezzo (che è il difetto quando si parla degli ensemble italiani (o caratteristica) che ci imputano i nordici). Leonhardt lo diceva spesso. Vabbè, capisco vogliano di novità, esecuzioni mediterranee per l'uomo che non deve chiedere mai, ma per me l'estetica da considerare per l'esecuzione è un'altra.

@prometheus da come scrivi sembri un collega...

analogico_09
Inviato
1 ora fa, prometheus ha scritto:

Guarda che questo è il mio lavoro, in questo caso sono io l’apostolo :classic_laugh:

 

Ambè, allora possiamo intenderci meglio.., anche io corista per diletto in ambito "proffesionistico", come la maggior parte dei coristi, anch'io cantore nel Requiem di Mozart  con dtrumenti originali e impostazione filologica.:classic_wink:
 

1 ora fa, prometheus ha scritto:

Quindi dovrebbe esistere una ed una sola interpretazione. Per curiosità, un Andante a che tempo si fa?

 

Non ho scritto nulla del genere. Ho parlato di massima libertà interpretativa nel rigoroso rispetto delle basi  strutturali fondamentali. Una forma architettonica, un palazzo, lo si potrà modificare a piacimento: ornare, abbellirre, ribalconare, ridipingere, muralizzare, infiocchettare, tutto legittimo secondo gusti condominiali, ma non si potrà ma spostare dalle sue fondamenta.
 

1 ora fa, prometheus ha scritto:

Chi lo decide lo spirito dell’opera? In questo caso dov’è che Currentzis ha sfavillato oltre le righe? A questo punto partitura alla mano bisognerebbe verificare, o andiamo per sentito dire?

 

Che sia andato sopra le righe lo scrivi anche tu, mi pare. Cmq abbiamo già verificato partitura alla mano come Current modifichi a piacimento alcuni alcuni elementi partituriali, ad esempio i tempi.., lo scrivo in alcuni post ad inizio discussione. E' stato fatto notare anche a da altri utenti. Tu stesso mi pare se non ricordo male, parli dei tempi "discrezionali".  Cmq non se ne esce se non ci si capisce sulle fondamentali, dove ciascuno avrà le sue buone ragioni, però entrare in polemica con questo non aiuta molto:

 

1 ora fa, prometheus ha scritto:

Per essere d’accordo con quello che dici bisognerebbe buttare alle ortiche buona parte della storia del l’interpretazione: qualche esempio? Basta sentire un po’ di cose di Glenn Gould o Pogorelich (quando era in forma…) per rendersene conto.

 

Tu lo hai detto, quando affermi, non vorrei stracapire, che da quando è arrivato Current  "solo così  possono spingersi oltre i limiti comunemente consentiti re-immaginando e rimettendo in discussione con un’energia travolgente  tutto ciò che abbiamo ascoltato finora."

Io non intendo buttare nulla di ciò che è stato, nella storia tutto è gloria, passa e va... di Pogo non saprei quele sarebbe il suo "famolo strano", mentre la figura di Glenn Gould resta di sicuro molto controversa.., una volta lo apprezzavo, strada facendo ho cambaiato idea, ma resta pur sempre meglio di tanti pianisti che romanticizzano Bach arbitrariamente e che ciò nonostante io non butteri alle ortiche.., tutti tenemo famiglia... :classic_blush:

Non si discute la persuasività formale e "granitica" della struttura orchestrale, ma come fatto notare anche da altri in questa discussione, mi perdonerà  @Lolparpit se lo cito poichè in linea con la sua impressione: soluzioni interessanti, che catturano, che seducono l’orecchio in cerca di novità. Innovativo, ma trovo il tutto un po’ esasperato: i contrasti, la tensione. Di certo Currentzis ci sa fare, la precisione è abbagliante e chirurgica, ma trovo tutto un po’ troppo ipervitaminizzato. Mi sembra come un cuoco con ottimi ingredienti, che innova e impone sapori forti e decisi…però il mio palato resta disorientato. 

analogico_09
Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:
2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Gli dei con buona grazia tollerano, ed anzi ai principi consentono quel che nella plebea teppa condannano

Cio’ che per se’ e’ lecito per altri e’ acido (detto di Foligno)

 

 

Io so io e voi nun siete un cappero... (detto monticiano)

analogico_09
Inviato
1 ora fa, Felis ha scritto:

Mi pare una via di mezzo tra il nervosismo di un Koopman prima maniera

 

Il buon vecchio Koopman quando lo ascoltavo a Roma aveva sempre questo modo "elettrico" di muoversi anche quando dirigeva e faceva venire un po' di ansia.., però era bravo, di grande cultura musicale bachana in particolare. Ora fa il direttore freelance un po' di qua e di la'...

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