Grancolauro Inviato 20 Marzo 2024 Inviato 20 Marzo 2024 33 minuti fa, Max440 ha scritto: Però devi ammettere che il secondo tempo è di una musicalità ... disarmante! Qui si sente davvero un grande vecchio che trasmette in profondità il suo vissuto Sì hai ragione. Molto bello. Se lo si apprezza, ad ogni modo, consiglio di andarsi ad ascoltare questa raccolta pubblicata 10 anni fa più o meno. Si apprezzerà anche tutto il resto 1 1
fabrizio Inviato 20 Marzo 2024 Autore Inviato 20 Marzo 2024 @SimoTocca Salve, sono di ritorno stasera da una delle mie visite che mi ha tenuto occupato per quasi tutta la giornata e vedo che qui si è lavorato molto ; prendo al volo uno dei tuoi consigli e mi ascolto Igor Levit con le ultime sonate per piano di Beethoven...e mi ritrovo col solito pianoforte orizzontale . Preferisco di molto il SImoTocca che mi parla dei concerti ai quali ha presenziato , delle grandi orchestre e dei grandi e famosi teatri , degli artisti che ha avuto modo di sentire in carne ed ossa, della qualità artistica di certe interpretazioni .... L'altro, quello che riascolta a casa, deve essere un sosia non troppo avvezzo agli ascolti . Ho ascoltato anche altri album di Levit ; anche qui sembrano due artisti , diversi, la cosa strana è che quello che suona Beethoven sembra più nervoso ed incostante , gli album all'ascolto danno sempre lo stesso risultato: compressione ed appiattimento monodimensionale; sono cosretto ad abbassare il volume ed in alcuni brani della stesso album mi aumenta la fatica d'ascolto perchè , oltre ai difetti precedenti si somma l'inversione di polarità (quella cosa che per molti non esiste) Mi sono ascoltato brani da diversi album di Beethoven sia di piano solo che nei concerti , il risulto è sempre quello. Quando si passa a Bach invece tutto cambia l'altro Levit , quello buono , si dà una calmata , infatti bisogna alzare il volume , c'è meno compressione , fascia centrale si espande , compaiono i rilasci armonici del pianoforte sia sopra che sotto, si prova il piacere d'ascolto : un altro mondo. Mi piace anche l'album Igor Levit,Life dove, oltre alla qualità tecnica c'è quello che per me è un regalo : Peace Piece Saluti, Fabrizio.
Questo è un messaggio popolare. senek65 Inviato 21 Marzo 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 21 Marzo 2024 @fabrizio io spero vivamente che il buon Levit non suoni Bach come suona Beethoven o altro. 10 ore fa, fabrizio ha scritto: col solito pianoforte orizzontale Usarne uno verticale in effetti non era adatto al contesto 4
fabrizio Inviato 21 Marzo 2024 Autore Inviato 21 Marzo 2024 1 ora fa, senek65 ha scritto: Usarne uno verticale in effetti non era adatto al contesto Salve, hai ragione, la frase si prestava . Spero si capisca cosa intendevo. Lo spero proprio perchè questa maniera di proporre registrazioni dove il pianoforte (e l'orchestra) assumono solo la dimensione orrizontale (solo una fascia centrale del soundstage) sta prendendo sempre più piede . Saluti, Fabrizio.
prometheus Inviato 21 Marzo 2024 Inviato 21 Marzo 2024 41 minuti fa, fabrizio ha scritto: Spero si capisca cosa intendevo. Buongiorno Fabrizio, per essere più chiaro potresti indicare due brani in cui inequivocabilmente si riscontrano le problematiche da te descritte? Hai già fatto numerosi esempi ma credo che indicando due esecuzioni pianistiche (meglio ancora se della stessa opera) che rappresentino inequivocabilmente il bianco e il nero potremmo forse comprendere meglio…
scroodge Inviato 21 Marzo 2024 Inviato 21 Marzo 2024 Avrei avuto molto da dire su cosa guida le scelte tecniche/editoriali e di marketing, in campo audo, ma sto zitto Che è meglio Dico una sola cosa: Non commettiamo l'errore di scambiare ciò che non piace per "sbagliato" 1
one4seven Inviato 21 Marzo 2024 Inviato 21 Marzo 2024 3 minuti fa, scroodge ha scritto: Avrei avuto molto da dire su cosa guida le scelte tecniche/editoriali e di marketing, in campo audo, ma sto zitto Che è meglio 1
fabrizio Inviato 21 Marzo 2024 Autore Inviato 21 Marzo 2024 Salve, il Centro di Sonologia Computazionale , Ing Elettronica UniPd , ha condotto una indagine presso. gli studenti delle superiori , hanno fatto ascoltare vari files musicali nei vari formati: la stragrande maggioranza ha preferito il formato MP3. Qui però non siamo , almeno credo, persone cresciute con l'Iphone e le cuffiette .....se l'industria discografica fa scelte che vanno incontro a quel tipo di ascolto , qualcuno dovrebbe far presente che , per quanto composto da uno sparuto numero di appassionati, quel mondo (almeno per un pò) ancora esiste. Saluti, Fabrizio.
senek65 Inviato 21 Marzo 2024 Inviato 21 Marzo 2024 3 ore fa, scroodge ha scritto: Dico una sola cosa: Non commettiamo l'errore di scambiare ciò che non piace per "sbagliato" Sante parole 1
Max440 Inviato 21 Marzo 2024 Inviato 21 Marzo 2024 9 ore fa, fabrizio ha scritto: ha condotto una indagine presso. gli studenti delle superiori , hanno fatto ascoltare vari files musicali nei vari formati: Chissà con cosa glieli hanno fatti ascoltare ... Conoscendo l'ambiente scolastico, posso confermare che gli impianti audio sfiorano l'indecenza ! E ti credo che un MP3 su certi sistemi suoni meglio di un HiRes 25/192 ....
giorgiovinyl Inviato 22 Marzo 2024 Inviato 22 Marzo 2024 Il 19/3/2024 at 00:15, fabrizio ha scritto: Quardando le novità mi sono capitati alcuni album di Jazz , altro genere di solito lasciato in pace nel periodo della loudness war ; questa volta pare di no . Se si ascolta l'ultimo remaster in HR di Smack Up con l'Art Pepper quintett e lo si confronta con l'panalogo 16/44 di qualche anno fa si capisce subito che qualcosa non quadra " Chi non si accorge che qualcosa è andando storto, o è sordo, o fa parte dell'apparato (in pratica, lavora per qualche major discografica, o nell'indotto)" "È proprio così!!!" " Il problema è serio, ovviamente in campo audiofilo! Mi ero molto incuriosito e così, dopo qualche tempo, sono andato a ritrovare il buon Fabrizio, nella sua “tana” d’ascolto….per motivi professionali, ma soprattutto per la sua innata passione, il nostro ha curato maniacalmente la messa a punto dell’impianto….cura non solo degli apparecchi, ma soprattutto della fase elettrica ed acustica. Il sistema diventa così trasparente, senza colli di bottiglia… Beh, la disamina dei vari brani di musica classica rimasterizzati 2024 in alta risoluzione e’ stata un disastro….: hanno come un “Family sound”….: Suono piatto, collocato su una fascia orizzontale, senza profondità di scena e mancanza di ariosita’. La stessa registrazione da supporto precedente, 16/44, e’ invece viva, profonda, vitale….un altro mondo. Da non crederci….da stare male. Da evitare poi la prova tra hires dell’ultimo di Lang Lang e omologo in vinile……sembra un altro disco, non si riconosce…. Provare per credere…." "Premetto che ascolto solo quasi esclusivamente vinile d'epoca (ristampe solo se di etichette al di sopra di ogni sospetto), non ho streaming o liquida, ma è successo a casa di amici di ascoltare in quella modalità, effettivamente c'è quel senso di "piatto"...avrò beccato qualche file di quelli dedicati alle cuffiette" Intervengo, perché ho da poco la ristampa in vinile Contemporary di Smack Up di Art Pepper e suona bene niente affatto piatto o senza profondità di scena. Considerato che Bernie Grundman ha curato il remaster sia per il vinile che per l'HiRes (che tra l'altro come per glialtri titoli è servito per realizzare anche il Sacd, quindi un prodotto fisico che verrà venduto) non vedo per quale motivo avrebbe dovuto effettuare un remaster ottimo e uno scadente. L'HiRes non mi sembra suonare male, lo ho però ascoltato solo in cuffia mentre il vinile nell'impianto quindi non mi azzardo in confronti. Non appena possibile li farò. Nel frattempo sarei interessato all'opinione di @SimoTocca e/o @one4seven
one4seven Inviato 22 Marzo 2024 Inviato 22 Marzo 2024 Il 19/3/2024 at 15:25, one4seven ha scritto: ho ascoltato stamane il 24/192 Craft/Grundman. A me è piaciuto moltissimo. Ha un suono oserei dire "soave", morbido, piacevolissimo. Dinamica eccellente. È vero altresì che si esprime poco in profondità. Mi spiego: c'è il "Pan" degli esecutori in orizzontale, più o meno sulla stessa linea, ma tutti siti in profondità. Pessimo, a mio avviso, il 16/44 20 bit. Stesso "Pan" orizzontale, ma sparato in avanti, a volume superiore, chiaramente compresso (rispetto a Craft). Suono bruttino, oserei dire un po' spigoloso. Tipico dei master k2 20bit. L'effetto è quello di "ti suono davanti la faccia". A differenza del Craft il cui effetto è "gli esecutori distanti sul palco". Per me vince il Craft. @giorgiovinyl presente. Non faccio altro che riportarti quello che ho detto qualche pagina fa. Secondo me remaster eccellente. Sicuramente dal punto di vista del "sound". 1
SimoTocca Inviato 23 Marzo 2024 Inviato 23 Marzo 2024 Il 20/3/2024 at 10:06, SimoTocca ha scritto: Sottolineo che non ho il vinile originale o più recente della Craft (in generale non ascolto più vinile a casa mia, e sarei “un bischero” se mi esprimessi sulla qualità comparata del digitale rispetto al vinile, una cosa che non ascolto in maniera controllata a casa mia: @giorgiovinyl grazie per la tua considerazione…avevo appunto già confrontato tutti e quattro gli album Smack Up disponibili su Qobuz, ascoltandoli sia sui diffusori che in cuffia (vedi nella pagina precedente del Thread). Il risultato a favore della bellezza del suono, naturale e dinamico, della recente rimasterizzazione di Grundman è così evidente che..basta ascoltare un solo minuto per dire: il suono è così superiore in tutti i parametri (tonalità, timbro, spazialità, dinamica) che.. una volta ascoltato così, no, non è possibile tornare indietro..
SimoTocca Inviato 23 Marzo 2024 Inviato 23 Marzo 2024 Il 21/3/2024 at 12:47, fabrizio ha scritto: il Centro di Sonologia Computazionale , Ing Elettronica UniPd , ha condotto una indagine presso. gli studenti delle superiori Male hanno fatto a fare questo studio senza consultarmi prima! 😆😆😂😂😉Perché mi occupo davvero (dico sul serio) da diverso tempo di studi di confronto statistici basati (come risultato finale) solo sul “mi piace di più”. Sono studi di difficile esecuzione, che necessitano di mille accorgimenti che ad elencarli tutti nel Capitolo Materiali e Metodi di una tesi di Laurea ci sarebbe da riempire centinaia di pagine! Sono curioso di leggere il report scientifico del lavoro a cui fai cenno: ce lo potresti indicare qui sopra? Così vedo e faccio le mie considerazioni, ad iniziare dalla bibliografia che vedrò citata…
SimoTocca Inviato 23 Marzo 2024 Inviato 23 Marzo 2024 Il 20/3/2024 at 22:46, fabrizio ha scritto: Preferisco di molto il SImoTocca che mi parla dei concerti ai quali ha presenziato , delle grandi orchestre e dei grandi e famosi teatri , degli artisti che ha avuto modo di sentire in carne ed ossa, della qualità artistica di certe interpretazioni .... L'altro, quello che riascolta a casa, deve essere un sosia non troppo avvezzo agli ascolti . Giusto per precisare: pensa un po’, sono andato al teatro Comunale di Firenze, la prima volta, a 10 anni, solo per sentire la differenza che c’era fra il suono riprodotto a casa e quello dal vivo. A casa mio padre, che lavorava nel settore “elettronica ” aveva un bell’impianto audio.. ma io a 11 anni già gli tenevo testa per le “nozioni” imparate a mente sfogliando (oltre che Topolino) l’Annuario del Suono, Suono e Stereoplay e conoscevo vita morte e miracoli delle centinaia di diversi amplificatori e diffusori e giradischi e testine di allora. A 11 anni mio padre mi portò al mio primo SIM (Salone Internazionale della Musica) dove lui andava per lavoro, ma mi aveva già portato con sè ad ascoltare nei diversi negozi di Firenze, impianti audio che allora erano stratosferici. Ricordo di aver ascoltato a quell’età in un negozio che si chiamava Leonardo Mani, vicino a via Masaccio, un impianto che comprendeva il giradischi Gale (tutto acciaio e cristallo) con un pre e un finale McIntosh a valvole e i diffusori Gale (bellissimi e musicalissimi..). Era un bellissimo negozio con una Sala di ascolto trattata appositamente.. Dal Dolfi ero di casa e il giovane (allora) figlio del proprietario era gentilissimo nel farmi ascoltare i miei diffusori preferiti, le Dahlquist DQ10 con il pre e finale a valvole della Denon (bellissimi, ve li ricordate? quelli con lo sportellino del pre che si apriva lungo tutto il bordo inferiore) e come sorgente alternava un giradischi Denon (bellissimo, anche quello) con un AMT (bruttissimo ma suonava in maniera fantastica, con su le prime testine a MC e non più MM) e un registratore a bobine Revox B77. A casa mio padre aveva cambiato da poco il Revox B77 con un registratore a bobine Tandberg… E che diffusori mitici ho ascoltato che ero ancora un bambino: dalle Klipshorn alle Infinity (le primissime, le ServoStatik, un solo esemplare in Italia), dalle prime Quad ESL 57 alle gigantesche Beveridge (allora cosavano 20 milioni.. come una piccola Ferrari o poco meno..). Insomma ..il mio “sosia” appassionato di elettronica nasce addirittura prima dell’io bambino musicista! E quindi… di ascolti di impianti audio ne ho fatti davvero tanti nel corso di questi decenni, tanti da poter tranquillamente “tener testa” molti professionisti del settore … seppure poi “da grande” mi sia occupato professionalmente di ben altro… la passione per l’audio rimane viva...
one4seven Inviato 23 Marzo 2024 Inviato 23 Marzo 2024 1 ora fa, SimoTocca ha scritto: il suono è così superiore in tutti i parametri (tonalità, timbro, spazialità, dinamica) che.. una volta ascoltato così, no, non è possibile tornare indietro.. Aggiungo solo una cosa, che va a completare la richiesta di @giorgiovinyl Considerando che trattasi di una registrazione del 1960, il materiale su cui Grundman ha lavorato, non penso sia stato proprio "fresco". E invece, è da sottolineare, oltre al resto, anche una sorprendente pulizia del suono. Magari a qualcuno però non piace perchè, nei fatti, contribuisce a dare una sensazione di questa registrazione "non del 1960"... Alla fine... de gustibus. Per quanto mi riguarda, è un ulteriore parametro che apprezzo.
one4seven Inviato 23 Marzo 2024 Inviato 23 Marzo 2024 Dato che ci siamo, altro lavoro notevole, della serie OJC in corso, della Craft, stavolta però curato da Kevin Gray, è Caravan di Art Blakay. > https://www.qobuz.com/it-it/album/caravan-art-blakey-the-jazz-messengers/r4q15ie6kmygb
SimoTocca Inviato 23 Marzo 2024 Inviato 23 Marzo 2024 @one4seven La pulizia del suono, e si ritorna “a bomba” sul tema del Thread, è quella che contribuisce a far avvertire l’album come fosse musica dal vivo, musica “vera” e non registrata. Non è proprio poco… perché oltre agli altri parametri, uno poco considerato ma importantissimo nella classica (e anche nel Jazz) è la “silenziosità” dello sfondo, il “nero” da cui devono emergere i suoni.. Se il “nero”, il silenzio, è sostituito da fruscio, rumore rosa o bianco che sia, ecco che l’orecchio umano avverte subito l’artificio e..lo smaschera. P.S. Bellissimo, e lo dico per averlo ascoltato da poco, anche l’album rimasterizzato da Gray, in cui Art Blackey emerge come in tre dimensioni dai miei diffusori…ma anche dalle mie cuffie! 1
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