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Melius Club

Guardando un po' dentro i nostri ampli cosa ci fa capire se è un ampli fatto con componenti di ualità o in economia?


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Ho in parte risposto con la domanda.

Sono degli stadi di guadagno proprietari ad alta corrente. Due per canale, annegati in una resina epossidica speciale e incapsulati nel telaio di alluminio lavorato in house a cnc per ottimizzarne la dissipazione del calore ed eliminare eventuali risonanze.

  • Thanks 1
3 ore fa, domenico80 ha scritto:

penso sia l'interno di un Boulder , lascia , oltrechè ammirati per la costruzione , altrettanto perplessi circa la necessità di tutta quella roba per un ampli finale .

In medicina si chiama accanimento terapeutico.

 

  • Haha 1
31 minuti fa, TetsuSan ha scritto:

Il vero audiofilo ascolta con gli occhi e guarda con le orecchie. Solo così percepisce i dettagli più nascosti.

P.s.....siamo al surreale.

In un topic dal titolo "guardando dentro i nostri ampli" cosa ti aspetti di trovare?

  • Haha 1

beh , ci vorrebbe qualcuno che ne capisce parecchio ed elencasse una disamina , pur superficiale , di quanto si vede in un apparecchio.

Consideriamo che i costi generali non sono attinenti la sezione elettronica , tranne casi sporadicisssssssimi , bensì le masse di alluminio lavorate più o meno finemente

Oggi con lo SMD i costi dei componenti sono crollati , giustamente 

idem le PCB con il made in China

rimangono i soliti frontaloni e il CNC che , indubbiamente ................. suonano diversi

Una disamina lascerebbe , come si dice .......... le roi ....... svestito.
Boulder appare sfoggiare una implementazione spaziale , ma serve ?

Mah, ti piace il Supernait? Allora goditelo.

Giustificare il prezzo dalla quantità costruttiva e dalla componentistica non porta da nessuna parte.

Ma da un amplificatore, che alla fine è un elettrodomestico nemmeno troppo sofisticato costa come questa, cosa speri di trovarci dentro?

IMG_20240312_152249.jpg

cactus_atomo

sono d'accordo con @magicaroma. anche aprendo un ampli è difficile capire se è fatto bene o meno, reistenze apparentemente uguali possono essere nei fatti ne diverse (tollernze in %), i trasformatori vanno valitati in funione del progetto, i potrnziometri andrebbero visti molto più da vicin, anche sul cablaggio, quello ordinato è bello e rende facili eventuali interventi, ma ci dono moltr tagionr a favore di un cablaggio in aria.insomma non è semplice capire, andrebbe analizzato il circuito (è nota di un costruttore che nel suo ampli aveva 6 valvole di cui 4 funionanti e due aggiunte senza essere attraversate dal segnale ma messe li a fare numer o spettacolo). con l'epserienza posso capire qualcosa sul layout, sui percorsi di massa, sulla disposizione dei componenti.r' più facile capire se una coa è fatta male piuttosto che se è fatta bene. Una scheda phono messa vicino ad un trafio di alientazione non mi fa ensare bene per esempio

4 minuti fa, cactus_atomo ha scritto:

è nota di un costruttore che nel suo ampli aveva 6 valvole di cui 4 funionanti e due aggiunte senza essere attraversate dal segnale ma messe li a fare numer o spettacolo

è costume .............. riempire gli spazi ..... vuoti e inutili .....

Il mio finale (dual mono) contiene 2 trasformatori toroidali, 4 grossi condensatori, 4 transistor, un fusibile e pochissimo altro.

Ciò nonostante ha chiara fama di essere molto ben suonante, malgrado la semplicità.

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