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Melius Club

Analogue Production - Pablo Records Serie


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Inviato

Ah che notiziona! La Analogue Productions licenza una corposa serie di ristampe dedicata all'etichetta Pablo (di Norman Granz, già mister Verve Records), che già per il fatto di aver pubblicato un’intera collana dedicata ad Art Tatum è meritevole della mia più alta considerazione.
Vari anni fa la stessa Analogue aveva ristampato alcuni dischi Pablo e sono felice che abbia ripreso il progetto.
Ecco i titoli in cantiere :

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https://store.acousticsounds.com/index.cfm?get=results&saleid=755

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Macchemeraviglia…
Kevin Gray, Doug Sax, Quality Records...
Fortunatamente qualcuno già ce l’ho: il capolavoro Basie Jam, registrato in una maniera assurda, il duo Pass-Fitzgerald ed il bellissimo The Alternate Blues.
Speriamo che delle varie uscite arrivi qualcosa a buon prezzo sui vari Amazon europei e su IBS/Feltrinelli.

La vedo dura ma mai disperare.
Gran bella notizia comunque.

Alberto.

  • Thanks 2
giorgiovinyl
Inviato

Fino a un paio di mesi fa non avevo niente della Pablo poi mi sono entrati questi (insieme a tanta altra roba) 

Tranne Alternate Blues sono AP doppi 45 rpm. Timekeepers ancora sigillato. 

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  • Melius 1
  • 8 mesi dopo...
Inviato

 

Riprendo questo thread avendo ormai segnato il traguardo cui puntavo, ovvero portare a casa quasi tutti i titoli Pablo-Analogue Productions, intendo dire quelli che già non avevo in collezione.
Posso quindi procedere con una serie di recensioni a tema, anche se mi rendo conto sin da ora che non potrò che ripetermi fino alla noia, poiché queste ristampe spaccano una più dell’altra, sia dal punto di vista tecnico che artistico. Probabilmente a voi converrà leggere soltanto la prima ed applicarla mentalmente a tutte le altre, poiché vi garantisco che da parte mia il tono e gli argomenti non cambieranno gran che. Pertanto esordisco immediatamente con una bella:
Recensione alla veloce omnicompresiva, per coloro che vanno abitualmente al sodo: 10 e lode all’intera serie. E notare che non li ho ascoltati tutti, però so già che quelli che devo ancora ascoltare (Count Basie Kansas City 3, Dizzy Gillespie The Gifted Ones, e A Celebration Of Duke) saranno come minimo stupendi.
Si va be’, ma costano un botto Otrebla dei miei stivali!
Non ditelo a me…mi sono dissanguato (…cci loro)!
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Ecco, così abbiamo già finito e soprattutto senza troppo dilungarci.
Visto come sono bravo a fare le recensioni alla veloce? Un asso!
Da qua in poi posso sfogarmi senza sensi di colpa, per il mio pubblico di aficionados che però non mi regalano mai il pandoro (benefico) a Natale. Aficionados sì, ma un po’ tiratini…ecchecca’…
Appena ho saputo che la Analogue Productions avrebbe ri-ristampato i Pablo già ristampati negli anni ’90, e ne avrebbe ristampati di nuovi, mi sono messo di buona lena a controllare le varie offerte e pian pianino li ho acquistati; un po’ di qua, un po’ di là, a seconda dell’occasione.
Alla fine li ho pagati una media di 42 Euro ognuno. Il disco più caro è costato 43 Euro, quello meno caro 40 Euro. Tanto non c’è da illudersi che questa serie sia proposta in futuro a prezzi molto scontati, quindi considero una mezza vittoria averli pagati più o meno quanto li pagano gli appassionati americani.
Nella fotografia sono assenti Take Love Easy di Ella Fitzgerald e Joe Pass, di cui ho una prima stampa d’epoca e me la faccio bastare, How Long Has This Been Going On di Sarah Vaughan, che prima o poi comprerò e Ben Webster And Art Tatum, che uscirà a Gennaio (forse, l’uscita è già stata rimandata due volte).
Sotto il profilo tecnico queste registrazioni Pablo offrono un suono autenticamente hollywoodiano: acuminate nella loro estrema definizione, ampie, immanenti, chirurgiche nel loro minuto dettaglio, di puro cashmere nell’incantevole realismo sonoro. Caspita come suonano ‘sti padelloni!
Da sballo. Avete presente l’audiophile? Ecco, molto ma molto audiophile.
Un amico forumista, col quale mi consulto spesso in privato circa i casi della vita…audiofila, molto opportunamente ha definito queste registrazioni “dal vivo”, nel senso che pare proprio di trovarsi lì, in mezzo ai musicisti.
Le ristampe di Farmer’s Market Barbecue, This One’s For Blanton, The Alternate Blues, Dizzy Gillespie’s Big 4 e di quel capolavoro assoluto di Basie Jam, provengono dall’eredità di Douglas Sax, ovvero dalle lacche che qualche decennio fa il grande e rimpianto tecnico del suono incise per la giovane Analogue Productions.
Visto che Chad Kassem sui titoli tagliati a suo tempo da Sax ha risparmiato il costo conseguente, per gli stessi mi sarei aspettato un prezzo più basso. Invece nisba.
Detto ciò, posso soltanto aggiungere che i Pablo/Analogue Productions sono registrati in maniera assurda, anche se l’ho già detto.
Mi azzardo a dire che l’etichetta Pablo ha costituto un faro mai spento nell’ambito della registrazione Jazz. Mi pare che dal punto di vista tecnico (Il lato artistico lo lascio al giudizio soggettivo) la Pablo Records sia scandalosamente sottovalutata.
Queste ristampe fanno venire voglia di alzare il volume a livelli da denuncia ai carabinieri. Più di una volta ho sentito il desiderio di ascoltare il tale titolo su uno di quegli impianti Hi-End da mille e una notte (col volume a palla naturalmente), che posso solo ammirare nelle fiere.
L’etichetta di Norman Granz è inoltre doppiamente benemerita, giacché si assunse l’onere di preservare un tipo di Jazz, di derivazione Blues e Swing, che negli anni ’70 era considerato come noi oggi consideriamo i telefoni a gettoni.
Vi anticipo che non scriverò la recensione di Basie Jam, il titolo che vi consiglio nel caso vogliate comperarne soltanto uno, in rappresentanza di tutti gli altri.
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Quella in fotografia è una antidiluviana ristampa numerata risalente alla fine degli anni '90. Notare la prima etichetta Analogue Productions, color grigio-topo.

Basie Jam è un diamante tagliato con la tecnica dello Swing, un disco di una bellezza accecante, registrato col flusso canalizzatore di Ritorno Al Futuro. Nel folto gruppo di queste ristampe Pablo/Analogue Productions, Basie Jam è un’orchidea in mezzo ad un mazzo di rose blu. Imprescindibile. Di Basie Jam non potete fare a meno, del resto magari sì, ma di Basie Jam no.
Non potrà non piacervi, è impossibile.
Non lo recensisco perché è giusto che lo scopriate da voi; sarebbe come raccontare la trama di Guerre Stellari a chi non lo hai mai visto, rovinandogli la sorpresa.
Basie Jam è uno di quei dischi Jazz che piace anche a chi non ascolta Jazz. Bello in maniera assoluta.
Così come era bella in maniera assoluta questa donna:
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Ecco, paragonate Basie Jam ad Ornella Muti ed avrete un’immagine precisa del disco.
Quasi tutte le copertine sono Stoughton singole non laminate. Qualcuna è doppia, sempre a finitura satinata.
Avrei preferito la finitura laminata per tutte, anche se non filologica.
I vinile QRP sono…
No be’, qua c’è da fare un breve discorsetto.
Egregi e stimati signori audiofili, questi qua non sono i vinile della serie Acoustic Sounds, Tone Poet, Craft…ah no cari, a me non la raccontano. Sempre delle stesse autorevoli stamperie si parla (RTI e QRP), siamo d’accordo, ma la selezione è un’altra. Per forza. Il vinile fatato può capitare, ma questi padelloni non fanno un crick nemmeno a pregarli in ginocchio. Sono tutti fatati? Non è possibile.
Parliamo di un diverso modo di stampare e selezionare le stampe, più severo, molto più accurato. Dipenderà forse il fatto che le lacche vengono utilizzate per soltanto mille stampe e poi cambiate?
Probabilmente. Mille stampe non sono niente rispetto alla possibilità di reggere diecimila stampe di una lacca figlia. D’altro canto Chad Kassem non è idiota, le oramai continue uscite Jazz tripla A su vinile (di titoli pregiatissimi) gli fanno una concorrenza spietata, qualcosa dovrà pur inventarsi per distinguersi. Risultato: vinili QRP rumorosi come il relitto del Titanic.

Ma bando alle ciance e partiamo col primo gioiellino.
Alberto.

 

  • Melius 1
Inviato

 

Dizzy Gillespie’s Big 4 (per gli amici Gillespie’s Big 4) – Pablo Records (1975) – AAA Analogue Productions (2024)
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Alè, partenza scopiettante! Recensione alla veloce perché è Natale e la gente c’ha da fare: il tempo passa inesorabilmente, fortuna che in alcuni casi, dopo un po’…ripassa. E noi siamo qua, felici del ripasso.
Nel 1975 Dizzy Gillespie, stra-noto trombettista del periodo Be-Bop della storia del Jazz, aveva 56 anni. Ma suonava la tromba come se ne avesse avuti 23.
Un razzo atomico. Cavolo non è da credere come suonava quest’uomo.
Voce pulita, nitida, sovracuti e rifiniture tipici del virtuoso, articolazione a controllo numerico.
Un trombettista digitale.
Fortuna che Gillespie’s Big 4 è registrato con la tecnica dell’impronta molecolare a trasferimento di curva temporale, per cui c’hai praticamente Gillespie nella stanza di ascolto.
E volendo gli puoi anche offrire un tè e ve lo bevete assieme; una roba SPAZIALE!
Be-Bop variato e tamburello.
Sapete gli audiofili che ogni tanto se ne escono fuori con la storia delle registrazioni con i campanellini? Che poi io di ‘ste registrazioni con i campanellini non ho mai sentita mezza. Ma va be’, per parlar male degli effetti marcatamente hi-fi, di regola si tira fuori la storia della fantomatica registrazione con i “campanellini”. Per curiosità io me la comprerei anche ‘sta famosa registrazione con i campanellini, a trovarla…
Be’, eccomi accontentato: in questo Pablo Gillespie suona il tamburello, oltre che la tromba, e si può finalmente ascoltare il famoso effetto dei “campanellini”.
Disco…potente e…campanellini.
Be-Bop autorevolissimo con accenti latini, tutti bravi, ma Gillespie imprime la misura, il tono e lo slancio, di modo che l’attenzione va quasi tutta a lui.
Caz..volo che discone!
Terminato l’ascolto ho dovuto buttare via i tweeter, che si sono liquesi, poiché Gillespie tira delle rasoiate a tradimento con la tromba, da far saltare i diffusori sul soffitto. Ad un certo punto ho visto del fumo venire fuori dalle casse...ma ne valeva la pena.
Questo è Jazz impresso nella pietra con le saette infuocate di Zeus.
Come per molti altri dischi Pablo, con Gillespie’s Big 4 l’etichetta di Norman Granz ci fa fare un viaggio nel tempo offrendoci il privilegio di ascoltare una esibizione in studio (soltanto che lo studio è nella nostra stanza di ascolto) di autentico Jazz Be-Bop, a tal punto che in scaletta c’è un brano intitolato proprio Be-Bop. Da segnalare il bravissimo e funambolico batterista Mikey Rocker, storico collaboratore di Gillespie.
Sai Alberto, vorrei comperare un disco di Dizzy Gillespie che sia un po’ rappresentativo del suo stile musicale, della sua visione jazzistica, cosa mi consigli?
Gillespie’s Big 4, non ho il minimo dubbio. Comprati Gillespie’s Big 4 e vivi felice.
Registrazione un niente meno presente rispetto ad altri Pablo/Analogue Productions. Bella è bella eh, tromba olografica, basso tellurico, ma ci sono alcune cose non così perfettamente bilanciate come in altri casi (di cui parleremo in futuro).
Il vinile QRP è una bara di travertino sepolta nel cemento armato.
Voto artistico: ma per favore…
Voto tecnico: non vorrei ripetermi...
Voto a Chad Kassem che lo ha ristampato: 10 ++++++++
Alberto.

 

  • Melius 2
Inviato

Bravo Bravo Bravo, confermo quanto descritto da Alberto, quando ho acquistato il primo ne ho subito prenotati altri 6 e altri tre sono nel mirino.

Se non avete in programma una spesa minima di 500€ io vi consiglio di non prenderne nessuno, se invece vi prendete Basie Jam “so dolori”

Giorgio

Inviato

@OTREBLA questa si che è un fantastica notizia, io sono un collezionista dei vinili jazz della Pablo Records e pertanto... avrò modo di prendermi qualche bel titolo così farò dei seri confronti con gli originali. Ancora 1000 grazie di questa preziosa info. Ciao. 

Inviato

@capodistelle questo Alternate Blues è sicuramente uno dei +famosi e belli 

della Pablo Rec. 

Inviato

Guarda, sono circa due mesi che provo a farmi una classifica mentale, assodato che Basie Jam sta certamente al primo posto e da lì non lo leva nessuno. Ma continuo a cambiarla. Alternate Blues comunque è un disco stellare.

Pure se ho la ristampa su vinile leggero degli anni '90, una serie Analogue Productions chiamata Revival Series, sono quasi tentato di comperare anche il recente 180 grammi.

E' lo stesso identico taglio lacca, quindi non ci sarebbe nessuna ragione, però sai...metti chi mi si rovina...

:classic_biggrin:

Alberto.

Gaetanoalberto
Inviato

Fate filtrare i doppioni a noi povery grazie

Inviato

Io adoro davvero molto questo titolo che è fra i top della Pablo, è... mi auguro che venga ristampato dalla Analogue Production 

Ti questo titolo ho 2 copie in vinile , e anche il cd, sapete... x sicurezza.... non si sa mai!! 

 

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Inviato

Sto ascoltando adesso su qobuz Basie Jam, veramente molto bello, sto facendo un po' di ricerche per un acquisto ma purtroppo i prezzi sono folli 😱

Inviato
6 ore fa, skillatohifi ha scritto:

io sono un collezionista dei vinili jazz della Pablo Records

Scusa Skillatohifi, ho realizzato soltanto ora.
Hai anche qualche titolo della serie Art Tatum Masterpieces?
Alberto.

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Con il pacco arrivato oggi dalla befana ho concluso gli acquisti/regali in occasione delle feste.

A parte i tre intrusi che comunque si difendono benissimo come qualità audio, gli altri della serie Pablo sono una cosa stratosferica, ne ho ascoltati per il momento solo tre, gli altri me li sprizzerò con calma.

Un ringraziamento ad Alberto per aver portato l’attenzione a questa splendida  serie, come già detto se ne provare uno ve toccherà prenderne altri, so come le ciliegie 🍒 

Adesso sto ascoltando Basie meets Peterson, una goduria assoluta sia artisticamente che ovviamente tecnicamente.

Giorgio

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Inviato

Anche i tre in primo piano non scherzano eh...

  • Melius 1
Stephen s
Inviato

In punta di piedi e senza pretese, mi aggiungo agli estimatori riconoscenti della bella (è un poco cara) notizia rispolverando dallo scaffale questo che presi insieme ad un’altra cassa di dischi quando, imperante il cd, i vinili te li tiravano dietro….

Grazie Otrebla! Ora sta girando Basie Jam,  senza parole…

Step 

 

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  • Melius 1
Inviato

 

Duke Ellington & Ray Brown - This One’s For Blanton – Pablo Records (1972) – AAA Analogue Productions (2024)
Ahia, un disco in duo...che barba! Recensione alla veloce per chi legge solo le righe dispari: questa è pari!
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Di solito non amo insistere troppo sull’aspetto tecnico di una ristampa, a meno che non abbia dei rilievi da fare. In effetti sarei un audiofilo in piena regola, pronto a pignolare su ogni minimo dettaglio sonoro, ma se un disco suona bene perché star lì a fargli tanto le pulci? Preferisco concentrarmi sulla musica.
Certo che però se capita una ristampa come This One’s For Blanton è un altro discorso; mi tocca parlare soltanto dell’aspetto tecnico ed insistere parecchio.
Madonna come suona questo disco!
D’accordo, abbiamo soltanto due strumenti, il contrabbasso di Ray Brown e il pianoforte di Duke Ellington. Capirai che sforzo! Lo so, il tecnico del suono si è trovato la pappa quasi pronta.
Purtuttavia devo insistere…questo disco suona che nun ce se crede.
Quel genio di tecnico del suono che ha registrato This One’s For Blanton è il mitico Val Valentin.
Un altro lavoro quasi dello stesso genere, Money Jungle, registrato nel 1963 e ristampato dalla Blue Note per la serie Tone Poet, che vede confrontarsi Duke Ellington, Charles Mingus e Max Roach, pur suonando discretamente bene, non si avvicina nemmeno lontanamente al Pablo in oggetto.
L’APPJ154 è una cosa da viaggio nella quarta dimensione, ha lasciato di sasso pure me che non sono proprio di primo pelo. Qualcuno ne ho di disco audiophile diamine…eppure…ragazzi che suonare che fa ‘sto disco! Praticamente il pianoforte ed il contrabbasso si materializzano nella vostra stanza di ascolto. Davanti a voi. Non è bello da dirsi, poiché bisognerebbe sempre concentrarsi sulla musica e lasciar perdere l’audiophile, ma per i Pablo/Analogue Productions un appassionato può anche accettare di pagare un plus rispetto ad altre ristampe, perché in giro di dischi che suonano in questa maniera non è che ce ne siano tanti.
Alla fine del primo brano, facendo attenzione, si sente addirittura il leggerissimo, quasi impercettibile crepitio del legno del contrabbasso.
Una cosa è certa, il mio impianto non è all’altezza di ristampe accussì cumbinat’. Roba di tale livello è riservata agli impiantoni da super sciuri che solo il pressadischi costa come una Tesla.
Il pianoforte è ripreso benissimo, con un ventaglio di effetti timbrici sorprendente.
Tra l’altro a me il tocco pianistico di Duke Ellington non è che faccia proprio impazzire. Mi spiace dirlo però è così. Il Duca non torniva le note, le pestacchiava senza tanti complimenti. Si può ascoltare il pestacchiamento persino in questo filmato degli anni ’30. Note secche, asciutte, nervose e dirette.
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L’ho detto che ‘sto tripla A suona da pazzi (perlomeno sul mio Hi-Fi)?
Ah sì, l'ho detto.

Il taglio lacca è del mai troppo rimpianto Douglas Sax. E si sente. Nulla da dire sul mago Kevin Gray, ma i tagli lacca di Douglas Sax io li preferisco. Sax riusciva a conferire al riversamento su vinile una presenza ed un calore particolari.
Il voto artistico non lo do, perché dare un voto artistico al più importante esponente della storia del Jazz significa rendersi ridicoli.
Né mi va di attaccare con la solfa delle iperboli, del grande genio e bla bla bla. Duke Ellington non ha bisogno del mio supporto critico santo cielo! Inoltre io sono venuto al mondo per ascoltare questo genere di Jazz, pertanto se chiedete a me cosa ne penso, potete immaginare da voi la risposta.
Piuttosto vi dirò che il Duca lascia ampio spazio a Ray Brown, riservandosi un ruolo più defilato; enuncia i temi, accompagna, improvvisa ma senza mai darsi eccessive arie. Mossa intelligente.
Le musiche sono quasi tutte sue, quindi al proposito c’è poco da dire. Mentre sul Lato A troviamo famosi standard, il lato B è occupato da una “Frammentaria Suite Per Piano E Contrabbasso”. Lo stile di quest’ultima è piuttosto articolato e l’intenzione va verso interpretazioni moderne, il che è un’altra prova di scaltrezza da parte del Duca.
Senza ricorrere ad inutili panegirici, è Duke Ellington; chi non lo ha mai ascoltato non ha mai ascoltato il Jazz. This One’s For Blanton è dedicato al Jimmy Blanton (1918-1942), pioniere del basso moderno, il quale sviluppò la tecnica contrabbassistica che sarà universalmente adottata in ambito jazzistico. A Jimmy Blanton si deve quel complesso pizzicato che successivamente diventerà lo standard tra i suoi colleghi, nonché l’introduzione del contrabbasso come strumento solista all’interno dei complessi Jazz. Sebbene questa idea pare sia nata dallo stesso Duke Ellington, e che l’abbia poi suggerita al giovane Blanton, il quale morì a soli 24 anni di tubercolosi.
Ray Brown, come detto, domina la scena. E’ in primissimo piano (il pianoforte si colloca un filino più indietro, con più spazio attorno) e letteralmente lavora per tre. In Pitter Panther Patter, secondo brano del Lato A, crea un effetto di distorsione sulle corde, tipo chitarra elettrica. Vi sono dei passaggi in cui improvvisa in completa solitudine, senza l’accompagnamento del pianoforte. Le musiche del Duca e quel suo essere dietro ad ogni cosa aiutano non poco a rendere prezioso questo Pablo. Nella Suite Ellington ha un ruolo più di primo piano, tra Blues, toni orientali, Jungle sincopato ed impressioni orchestrali. Si occupa di tutto quano Duke Ellington dal suo pianoforte. Il programma include anche See See Rider, un pezzo della cantante blues Ma Rainey (che ispirò Bessie Smith), composizione  molto bella che non conoscevo. This One’s For Blanton è un barile di polvere d’oro zecchino. Come se non bastasse il vinile QRP è talmente privo di rumore di fondo da produrre esso stesso la magia di trovarsi nello studio di registrazione.
Copertina doppia Stoughton a finitura opaca.
Signori che allestite le salette al Milano Hi-Fidelity, date retta a me, comperatevi ‘sto padellone.
Vi è soltanto da aggiungere che un disco di Jazz in duo non è per tutti; può risultare un po’ ostico.
Voto artistico: a piacere.
Voto tecnico: a volontà.
Alberto.

 

 

  • Melius 1
skillatohifi
Inviato

Dovrebbero anche fare quest altra MERAVIGLIA, che a mio modo di ascoltare e ancora meglio 

del primo vinile, speriamo che li facciano. 

Io nel frattempo.. mi tengo bel stretto questo vinile Pablo originale BASIE JAM 2

Una meraviglia assoluta!! 

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