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Melius Club

Come l'ho comprata ve la rivendo, più si studia...


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Inviato

Manca solo Califano. 
Ferro perdona loro

Inviato

Un altro grande della letteratura, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, era triste e incupito non perché colto, ma perché sfigato cronico.

Anche in quel caso una nobildonna francese gli diede un clamoroso due di picche e lui, che doveva essere anche abituato visto che si era giocato tutto a carte, la prese molto male e comincio’ a contemplare gli abissi.

Inviato

Conclusione: la tristezza non la crea lo studio ma l’assenza di figa e di pecunia.

Che spesso vanno di pari passo.

Lo capirono bene gli antichi romani: “Homo sine pecunia est imago mortis”.

extermination
Inviato

Non bisogna avere troppo tempo disponible per pensare.

Inviato

Se siamo sempre indaffarati, più che felici siamo dei fuggitivi

Fuggiamo da noi stessi

Quello che facciamo quotidianamente, o quasi 🙂

briandinazareth
Inviato
31 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Conclusione: la tristezza non la crea lo studio ma l’assenza di figa e di pecunia.

 

Il tuo filosofo di riferimento è palesemente un misto tra Jerry calà e Massimo Boldi :classic_tongue:

 

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Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Manca solo Califano.

Presumo quello del " tutto il resto è noia "  :classic_biggrin:                                                                    @Roberto M i più grandi tombeur de femme da me conosciuti erano squattrinati, tristi o felici non lo so, soldi propri in tasca però pochi, se la passavano comunque bene perché le ricche tardone allora assidue frequentatrici delle  terme di Salsomaggiore se li contendevano.                                             

Inviato
37 minuti fa, Roberto M ha scritto:

figa e di pecunia.

Fica e pecunia è un ossimoro 

Inviato
1 ora fa, Roberto M ha scritto:

Conclusione: la tristezza non la crea lo studio ma l’assenza di figa e di pecunia.

Che spesso vanno di pari passo.

Come diceva un grande saggio veneziano, tale @Martin,  "scheo fa oseo", (e anche qui tengo alto il livello gutturale del thread"🥸

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ascoltoebasta
Inviato

 

Il buon e mai sufficientemente ricordato Odorico Laudotti aveva un suo personalissimo pensiero al riguardo,che condivido in gran parte,quasi ogni uomo crede di saper cosa sia la felicità e di possedere gli strumenti per trovala,per alcuni una componente della felicità è la consapevolezza che per raggiungerla serva il “sapere” e si muniscono di questo strumento,per altri il quesito,che a volte si pongono,è troppo importante e troppo astratto il traguardo, e vivono quindi di quel hanno e possono,altri ancora non han tempo per chiedersi cosa sia la felicità perché sempre in affanno nel procurarsi l’indispensabile,poi c’è la categoria che non si pone questa domanda perché non ne sente urgenza,che siano questi ultimi i veri e inconsapevolmente felici? Il Laudotti, come ogni uomo saggio,affidava la risposta ultima ad un dubbio e ad un interrogativo.

 

Inviato

Scherzi a parte, per me è ovvio che i sentimenti di incompletezza e del proprio limite rendono tristi tutti gli uomini, anche se con le variabili innate accennate da Moz. La questione è che le persone che hanno studiato posseggono strumenti concettuali e di esperienza, propria o delle persone che hanno "conosciuto" leggendo i grandi del passato e contemporanei, tali da rendere molto più ricca e dettagliata l'espressione di tali sentimenti.  Come dicevamo in altro thread,  se non possiedi le parole giuste per fermarli e contemplarli, ti sfuggiranno anche i concetti e i pensieri che pure si affacciano ad ogni animo nel corso della vita. Per questo la cultura è per me un esaltatore di sapidità,  della gioia e della tristezza, una lente di ingrandimento di ciò che tutti vivono, ma non tutti sanno dire con la stessa efficacia e riconoscibilità. 

  • Melius 1
Inviato

E’ anche un ausilio lo studio e la cultura in generale. A volte si pensa di vivere una situazione o esperienza inedita, la si personalizza, drammatizza. La cultura la conferisce invece all’ammasso degli accadimenti umani, assegnandole il giusto posto, generalmente in piccionaia:classic_biggrin:

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Inviato
1 ora fa, Roberto M ha scritto:

Anche in quel caso una nobildonna francese gli diede un clamoroso due di picche e lui, che doveva essere anche abituato visto che si era giocato tutto a carte, la prese molto male e comincio’ a contemplare gli abissi.

Avra’ letto la Dama di Picche di Puskin, questa e’ la fine che fa Hermann

Inviato
1 ora fa, melos62 ha scritto:

Come diceva un grande saggio veneziano, tale @Martin

Troppo generoso, mi limitavo a riportare un brocardo popolare...:classic_biggrin:

Inviato

L'unica cosa davvero nostra è la nostra persona, la cultura è lo strumento con cui formarla, ci consente di comprendere i nostri impulsi ed istinti, di comprendere e così di impossessarci di un passato che altrimenti diverrebbe il nostro destino.

Sarà pur vero che "We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep", ma almeno ci consente di vivere consapevolmente questo sogno.

Chi pensa invece che il senso della vita sia la gratificazione della vanità e dei propri impulsi riduce la persona ai "bruti" dei celebri versi danteschi.

bungalow bill
Inviato

@mozarteum Leopardi era triste , depresso e sfiduciato a causa della " doppia gobba " .

Inviato

Lo studio serve, arrivati ad un certo punto della vita, a raccontarsela in modo credibile. Badate che non è poco, io mi pento amaramente di non aver studiato. 

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