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Melius Club

Muti......come artista una cosa, come uomo un’altra


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Inviato

A maggior ragione, se era così anche 20 anni fa, dopo vent'anni non può che essere peggiorato...:classic_biggrin:.
Alcuni testimoni tuttavia ridimensionano l'accaduto descrivendolo come un "gelido saluto" e niente più. 

Alberto.

Inviato

mah episodio riportato da un testimone oculare che non è il giornalista che scrive l'articolo..

io darei il beneficio dell'inventario a questo racconto, che ancorche sia nelle corde del nostro, non è assolutamente detto che sia accaduto proprio cosi....

e poi mi fanno innervosire i giornalisti che riportano cose accadute "fuori onda"... è lecito mandarsi al quel paese in privato fra personaggi pubblici...io penso proprio di si...

 

Inviato
17 ore fa, OTREBLA ha scritto:

Oltre a varie interviste, ho visto in televisione molte delle sue prove d'orchestra, durane le quali illustra i vari passaggi della partitura, tanto sotto il profilo tecnico quanto sotto quello simbolico e figurato. 

anch'io, e su quello invece massimo apprezzamento tecnico, sono lezioni di grande livello.

Inviato

Due caratteri completamente diversi concordo. D'altronde uno è napoletano, l'altro era milanese...

Non so quanto darei per incontrarlo ed esclamare: Maestro lei è un grande direttore d'orchestra ma con tutto il rispetto Abbado era un altro pianeta proprio...:classic_biggrin:.

Alberto.

 

  • Haha 1
Inviato

@OTREBLA Giusto per fare il precisino🤓 Abbado era sì milanese ma con origini parzialmente meridionali, la mamma era una mia concittadina (Palermo).

  • Melius 1
Inviato

@OTREBLA quindi secondo l'immaginario comune il milanese dovrebbe essere più freddo, altezzoso e scostante mentre il napoletano più bonario, espansivo e alla mano....

Inviato

Guarda, io so soltanto che il bergamasco è il più intelligente (e quello con più gusto in fatto di donne).

Alberto.

  • Melius 1
Inviato

Muti ha notoriamente un “caratteraccio”, che talvolta manifesta apertamente anche alle prove con alcuni singoli professori d’orchestra.

Può non stare simpatico, sono d’accordo, ma questo non toglie niente alla sua grandezza di musicista e di direttore d’orchestra. 

Con alcuni autori, in alcune serate, con alcune orchestre, ha lasciato “performances” e registrazioni che non temono confronti.

Per noi, i fiorentini del Maggio Musicale, resta comunque un mito, ed il concerto dell’altra sera a Firenze ne è stato chiara prova, della “fondatezza del mito” dico.

Ricordo che a metà anni ‘79, io avrò avuto 10-11 anni ed ero nel negozio di dischi di mio zio, in via Gilberti, un critico musicale della Nazione disse: se ne accorgeranno anche i Wiener ed i Berliner che Muti è il più grande..

Allora Muti era un po’ “sottostimato” ... ma quel critico aveva ragione.

 Ad 80 anni lunedì scorso ha diretto in un prova pressoché perfetta i Wiener in Schumann (in cui solo Bernstein gli è pari...) e in Brahms (in cui invece Muti  è stato per anni, ingiustamente, sottovalutato).

Ha, proprio come Karajan, la sua “fissazione” su come deve suonare un’orchestra: gli archi devono suonare sempre morbidissimi è sempre con un “legato” del tutto peculiare. Gli ottoni ed i fiati sempre controllati e mai “sopra le righe”.

Può anche non piacere, e può rimanere antipatico come uomo e come persona (alcuni amici orchestrali non lo sopportano proprio), ma rimane un grandissimo interprete, in alcuni casi fra i più grandi di sempre. E per “casi” intendo non solo Verdi e Schumann, ma anche Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Schubert... insomma, non proprio roba da poco...😉

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Può anche non piacere, e può rimanere antipatico come uomo e come persona (alcuni amici orchestrali non lo sopportano proprio), ma rimane un grandissimo interprete,

non è poco ma imho non è tutto...purtroppo per lui  ci sono stati direttori almeno altrettanto validi che anche umanamente hanno lasciato molto a quelli con cui hanno lavorato...ovviamente my two cents

  • Moderatori
Inviato
9 ore fa, max ha scritto:

ci sono stati direttori almeno altrettanto validi che anche umanamente hanno lasciato molto a quelli con cui hanno lavorato.

Di solito chi viene cosiderato grande o tra i migliori ha sempre un caratterino che te lo raccomando....altro "bel campione"  che mi viene in mente al volo è Toscanini ad esempio.

Ad ogni modo se hai qualche nome da fare di direttori grandi da ambo le parti ben venga.

Inviato

@BEST-GROOVE

È vero, Muti ha diverse cose in comune con Toscanini... fra cui il caratteraccio.

Ma Abbado è stato grandissimo, eppure ha avuto una maniera completamente diversa di porsi. Ha usato, con i musicisti il motto del Che “la gentilezza è rivoluzionaria”... e per questo è stato molto amato.

Leonard Bernstein un altro grandissimo del podio, noto per la sua affabilità e disponibilità...

E siccome, nella mia personale classifica delle preferenze, Abbado e Bernstein svettano su tutti, ecco... il caratteraccio non è direttamente proporzionale alla “grandezza” o fama....

Il caratteraccio è qualcosa di “congenito”, slegato all’essere un grande musicista o meno... 

  • Melius 1
Inviato

Comunque se Chailly sapeva di non essere gradito, e secondo me lo sapeva benissimo, poteva anche evitare di andare a salutarlo. 

Alberto.

Inviato

@OTREBLA

Beh, Alberto, la questione è invero assai delicata.

Perché Chailly è l’attuale “padrone di casa” e Muti è attualmente solo un “ospite”.

Sarebbe stato scorretto da parte del padrone di casa non andare a salutare l’ospite illustre, è stato maleducato, oltre che scorretto, il comportamento dell’ospite! Peraltro nel camerino che è di “proprietà” di Chailly!

Il sovrintendente Meyer poteva con difficoltà non accettare l’offerta dei Wiener e di Muti di venire alla Scala... ma sarebbe stato saggio “declinare”!

Perché? Perché il problema era la data scelta! Cioè il concerto di Muti con i Viennesi cadeva proprio il giorno storico della riapertura della Scala, nel 1946, dopo la Guerra. E la prima riapertura del Teatro dopo il CoVid!  E celebrare il 75 esimo anniversario anni/riapertura postCovid con l’orchestra di Vienna e non con quella della Scala era davvero il colmo!

Uno sgarbo alla memoria della Scala, prima ancora che alla sua attuale orchestra. Questo problema era stato segnalato in una lettera scritta da Attila Giuliani, fan di Abbado della prima ora, alla rubrica su Repubblica tenuta da Francesco Merlo, il quale ha dato una risposta superficiale e non ha capito il problema! Per capire davvero il significato di questo anniversario bisogna essere loggionisti della Scala! Insomma se a Londra avessero invitato l’orchestra di Santa Cecilia nel giorno dell’anniversario della riapertura del Covent Garden dopo la guerra, ecco che il corrispondente del sovrintendente  Meyer sarebbe stato licenziato in tronco!

Per “rimediare” il misfatto, in fretta e furia e stato organizzato un concerto di Chailly con l’orchestra della Scala, e in parte la “rabbia” di Muti forse dipende proprio da questo fatto.

Ciò non toglie la scorrettezza di Muti, che ha accettato di essere ospite alla Scala! Se voleva poteva andare a Roma, invece che a Milano!

Insomma, la buona educazione è un requisito fondamentale al quale anche un “grande” non può rinunciare senza essere tacciato di maleducato! Punto.

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