LUIGI64 Inviato 6 Novembre Autore Condividi Inviato 6 Novembre Non capisco alcune affermazioni Onestamente, Wikipedia non credo possa aiutare granché... Nessun scappato di casa Ci sono testi di professori universitari che hanno parlato di Buddhismo e/o pensiero orientale, anche più volte citati Non ho finalità di difendere alcunché, tanto per chiarire, però sarebbe opportuno fornire informazioni corrette Purtroppo, noto un certo immaginario riguardo alle filosofie orientali, che spesso non corrisponde alla realtà, almeno per quella che è la mia, seppur limitata, esperienza Mi riferivo, nel post più sopra, di tentare di integrare la nostra parte razionale con la dimensione spirituale Link al commento https://melius.club/topic/19713-fisica-e-buddhismo/page/17/#findComment-1629463 Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
LUIGI64 Inviato 17 Novembre Autore Condividi Inviato 17 Novembre Come immaginavo, incontro molto interessante con il prof. Bergonzi che ha affrontato in maniera piuttosto approfondita il concetto di vuoto nel pensiero indiano/Buddhista Un percorso spiazzante e senza alcun sostegno, soprattutto per la mentalità occidentale, la quale non di rado risulta eccessivamente rigida, nozionistica ed ego centrata In sintesi, un argomento estremamente interessante Link al commento https://melius.club/topic/19713-fisica-e-buddhismo/page/17/#findComment-1635494 Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
LUIGI64 Inviato 5 Dicembre Autore Condividi Inviato 5 Dicembre La co-originazione condizionata è l’essenza di tutti i fenomeni. Quando riusciamo a vedere in profondità la natura interdipendente dei fenomeni, vediamo che tutti i fenomeni sono vuoti: non c’è nulla di fermo, eterno e immutabile. La parola “vuoto” (in cinese 空 [kōng ], in sanscrito śūnya ) può essere fraintesa nel senso di “non-esistente”. L’aggettivo “vuoto” non presuppone necessariamente l’assenza di qualcosa. Il fusto di un banano è composto da molti strati diversi. Se li togliamo uno per uno, vedremo che alla fine all’interno non c’è nulla. Lo stesso vale per una cipolla. Possiamo togliere tutti gli strati, ma non arriveremo mai al cuore. La parola “vuoto” va intesa allo stesso modo. Significa semplicemente che all’interno non c’è un nucleo solido, un’entità stabile che non muta. Le cose non sono altro che un riflesso, una sintesi di cause diverse, e sono vuote di una realtà solida. Il vuoto non è né l’essere né il nulla: il vuoto è cavo di ogni realtà. Lo stesso vale per le designazioni convenzionali. Sono lì, le cogliamo e ne abbiamo una percezione, ma se osserviamo con attenzione vediamo che sono vuote. E lo sono perché sono interdipendenti. Sono come il film proiettato sullo schermo. Le immagini ci sono – non sono inesistenti – ma, se le esaminiamo da vicino, vediamo che non c’è nulla di fermo: se stacchiamo la corrente elettrica scompaiono. Lo stesso vale anche per il banano, la cipolla, il nostro corpo e i cinque skandha , e per questo diciamo che sono vuoti, il che significa anche che sono designazioni convenzionali. Io, tu, comparire, scomparire, andare, venire, scalare la montagna o non scalarla, tutte queste parole sono designazioni convenzionali. Se sappiamo che le idee di nascita, morte, essere, non-essere, continuare e cessare sono tutte designazioni convenzionali, siamo liberi. Essere liberi significa dimorare nel nirvāṇa e nella Via di mezzo. La Via di mezzo è il nirvāṇa . È la realtà che trascende le idee di continuare, cessare, essere, non-essere, reale e irreale. Tratto da: Link al commento https://melius.club/topic/19713-fisica-e-buddhismo/page/17/#findComment-1647204 Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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