Questo è un messaggio popolare. Panurge Inviato 3 Giugno 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 3 Giugno 2024 Un po' di archeologia industriale 3
Membro_0023 Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 Ce n'erano un bel po' anche a Milano. Da quando hanno chiuso, la falda acquifera si è alzata di molto.
Velvet Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 Argomento molto affascinante quello della forza idraulica. Anche qui intorno siamo pieni di testimonianze di quelle che furono colossali sfide ingegneristiche risolte con ingegno e grande occhio anche al risultato estetico. Cosa ormai impensabile oggi dove il brutturismo impera.
Martin Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 Molino Toso ex "Chiari & Forti" Silea (TV) - sono evidenziati i portali delle ruote idrauliche. Vi si produceva tra l'altro l' olio "cuore" quando Nino Castelunovo zompava la staccionata per raggiungere la Melato... 1
UpTo11 Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 Dal titolo, per un momento mi sono chiesto se adesso andassero a Dolcetto.
Martin Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 @Panurge Dalle tue parti, se non ricordo male, era presente anche un impianto di trasmissione della "forza meccanica" tramite teleferica, nel senso che il mulino era distante dall' "opificio" e a questo collegato da un anello di fune d'acciaio sospeso su rulli. che trasmetteva il movimento.
Martin Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 13 minuti fa, Velvet ha scritto: Anche qui intorno siamo pieni di testimonianze di quelle che furono colossali sfide ingegneristiche In Friuli opera una conceria che è ancora orgogliosamente alimentata dalla forza idraulica. Quando c'è stata l'impennata del costo dell'energia aveva la coda di aziende vicine con la prolunga in mano che pietivano un po' di corrente..
Panurge Inviato 3 Giugno 2024 Autore Inviato 3 Giugno 2024 @Martin sempre lanificio Zignone, Pray, regione Valle fredda (nomen Omen) detto da sempre la fabbrica della ruota 1 1
Velvet Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 1 ora fa, Martin ha scritto: In Friuli opera una conceria che è ancora orgogliosamente alimentata dalla forza idraulica. Se ti riferisci alla gloriosa e pluripremiata Conceria Presot, è a 1 km in linea d'aria da casa mia. Voi della laguna invece dovreste mandarci una scatola maxi di Baicoli ad ogni Natale, perchè la corrente elettrica che per prima (e a lungo da sola) illuminò la città di Venezia a partire dal '905 fino alla seconda guerra, veniva da questo gioiellino qui, la centrale di Malnisio. All'epoca centrale idroelettrica con la più grande potenza installata d'Europa e la tensione più elevata al mondo (30KV), grazie alle acque del Cellina e ad una linea diretta su pali di larice lunga 85Km (la più lunga tratta continua al mondo dell'epoca).
Martin Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 Curiosa la storia della piccola azienda elettrica provata della famiglia Baldovin-Carulli di Lozzo di Cadore. Erano mugnai e nel 1915 convertirono i macchinari per produrre la "nuova" miracolosa energia elettrica, per rivenderla agli ex colleghi/concorrenti, che evidentemente non vedevano l'ora di dismettere le ruote idrauliche. Ebbero un tale successo che nel 1926 dovettero edificare una centrale dedicata, riuscendo a derivare la totalità della roggia che avevano nel frattempo "liberato" dagli altri concessionari cui vendevano l'elettricità. Nel 1929 raddoppiarono il macchinario raggiungendo l'incredibile potenza di picco di 55KVA, suddivisi in poco più di 200(!) utenti collegati. (All'epoca e da quelle parti una lampadina da 15 candele era già un lusso da bonvivant) tennero botta (con qualche utenza collegata) fino agli anni 2000. Benché avessero una piccola diga, originariamente una "palà" in legno e poi un muro in calcestruzzo, dopo i danni dell'alluvione del 1966 funzionavano "ad acqua fluente" senza accumulo (comunque l'utenza servita era già ridottissima) Negli ultimi anni la centrale era diventata un incredibile deposito di carabattole e scoasse, con una delle due turbine che continuava fedelissima a funzionare praticamente sepolta dalla rumenta (e credo numero DUE utenze simboliche collegate, preziose per il mantenimento della concessione e dello status di impresa elettrica) Il video dà solo una vaga idea dello stato dei luoghi: https://youtu.be/KFNPd-vtMXU
Velvet Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 2 ore fa, Martin ha scritto: Dalle tue parti, se non ricordo male, era presente anche un impianto di trasmissione della "forza meccanica" tramite teleferica, nel senso che il mulino era distante dall' "opificio" e a questo collegato da un anello di fune d'acciaio sospeso su rulli Non so in che zona abiti Panurge, ma so per certo che nelle zone del Vicentino e Veronese operavano questi sistemi dove c'era un generatore di moto a monte, moto che veniva trasmesso appunto tramite cavi giù verso la valle e lo "forniva" a diversi opifici sparsi, anche di natura diversa, previo pagamento di una quota "energia". Quando si dice l'inventiva....
Martin Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 29 minuti fa, Velvet ha scritto: nelle zone del Vicentino si anche Marzotto aveva un sistema a "fune teledinamica" ecco la foto d'epoca di uno dei piloni di sostegno della fune. ad oggi però non rimane nulla se non (miracolosamente) la vecchia puleggia motrice della fune smontata nei presso del mulino-motore convertito a idroelettrico. (Sono quintali di acciaio praticamente sulla pubblica via e in zona grondaie, come faccia ad essere ancora li dopo quasi 100 anni è un miracolo )
Velvet Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 @Martin Nel vicentino fino a che abbonderanno i gatti, l'acciaio non avrà nulla da temere. 1
Martin Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 2 ore fa, Velvet ha scritto: per prima (e a lungo da sola) illuminò la città di Venezia a partire dal '905 Ni, la prima illuminazione elettrica sperimentale di Venezia data 1886, realizzata in parte della Giudecca a cura della Soc. Edison, cui il comune affidò per 10 anni l'esclusiva della vendita di elettricità ai privati. Per l'estensione della luce pubblica però la società francese che era concessionaria della illuminazione a gas puntò i piedi da subito, bloccando la diffusione della luce elettrica nel resto della città, e persino ottenendo un rinnovo del contratto nel 1909 con condizioni capestro secondo le quali il comune poteva affidare la luce pubblica ad altri, ma garantiva comunque,a loro il pagamento della quantità di gas annua prevista (un "take-or-pay" vintage) Solo nel 1922 i gasisti francesi vennero cacciati definitivamente ( o quasi) Nel "limbo" 1909-1922 le luci elettriche pubbliche in città erano prevalentemente quelle che i privati installavano all'esterno delle case per dar sfoggio di opulenza, mentre la tagliola del take-or-pay inibiva i geometrini comunali dall'installarne di pubbliche al 100%. Ad ogni modo è vero che l'elettricità privata di massa è arrivata con la SADE, tanto che in città i veci e i filologi chiamano ancora la bolletta "La Cellina" (gò da pagar 'a Ce'ina !) Il parón dea SADE meriterebbe un docufilm, un self-made-man di stampo americano che tra l'altro vedeva ben prima di Mattei la politica come taxi: Pago la corsa e scendo.
Jack Inviato 3 Giugno 2024 Inviato 3 Giugno 2024 Vedi che si può fare andare le macchine ad acqua?! invece non celodicono per farcele comperare a pile così ci affamano e ci controllano 2
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