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Joachim Raff, chi era costui.


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@pro61 E' un nome che compare quando si leggono libri monografici su Schumann o Liszt. La Storia lo ha relegato nella selva dei 'minori', ma probabilmente al tempo aveva buona fama, e senz'altro ha lasciato le sue influenze, anche significative, sui contemporanei. Spero che intervengano i più esperti per qualche segnalazione discografica su questo compositore. 

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Fra gli innegabili meriti dello streaming c’è sicuramente quello di poter ascoltare, a livelli di qualità audio alti o addirittura altissimi (in HiRes e se la registrazione è fatta bene, si intende..) la musica di autori minori o addirittura sconosciuti ai più.

Raff, seppure svizzero di nascita, condivide un po’ lo stesso destino del “tetesco-tetesco” Bruch e del russo Glazunov: sono stati eccellenti musicisti e compositori, nonché direttori di Conservatorio o Accademie, abbastanza famosi e di una certa importanza sociale e musicale per i contemporanei ma poi abbastanza presto dimenticati. Di Bruch, è vero, rimane il suo primo concerto per violino, molto eseguito e di un certo fascino estetico, e lo stesso per Glazunov (il suo concerto per violino rimane la sua opera più famosa), di Raff invero di famoso e molto eseguito non rimane niente.

Le sue sinfonie (non le conosco tutte, ma ho ascoltato le più famose che sono la numero 2 e la numero 5) sono abbastanza belle ma un po’ “tanto” tardo romantiche (proprio come quelle di Bruch, hai presente?). Molto più interessante il suo concerto per pianoforte, certamente molto influenzato dal suo essere stato collaboratore di Liszt, ma ecco… trovo che abbia un suo perché! La registrazione recente più sotto è ascoltabile in eccellente qualità audio

IMG-1507.png

Come dicevo è bello scoprire autori nuovi e semisconosciuti (il mondo della classica pullula di direttori di conservatorio che hanno scritto decine/centinaia di opere-concerti-sinfonie-musica da camera, poi caduta nell’oblio.

La cautela, lo warning come dicono gli americani, è quella di non attribuire meriti “eccessivi” a musica che è bella, certo, ma ecco rimane un po’ “convenzionale”, priva di quel colpo d’ala che caratterizza “il genio”.

Insomma, con buona pace di Riccardo Muti che ha scelto a volte di rappresentare opere di Salieri e di Paisiello, ecco… se Mozart “vive in eterno” e Salieri/Paisiello non se li fila nessuno… ecco forse in fondo in fondo un motivo ci può pure essere…😉

Poi…per carità.. un po’ per uscire dalla routine dei soliti ascolti.. un po’ perché in fondo ciascuno ha i propri gusti legittimi (e magari può preferire Salieri a Mozart).. ecco che ascolti di autori poco conosciuti possono essere utili e piacevoli.. 

Poi ci sono le “eccezioni”, cioè autori poco eseguiti che in realtà compongono in maniera “geniale” e di grandissimo valore “assoluto”, e qui mi viene in mente per esempio Bohuslav Martinû (con la o piccola sulla u ma qui sopra non ho questo carattere…) o Mieczyslaw Weinberg … autori da conoscere e apprezzare ..

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Ho sottolineato lo “streaming” perché ecco… avventurarsi in acquisti senza aver ascoltato …ecco che potrebbe essere poco saggio…

D’altra parte è anche vero che autori poco noti assai raramente si trovano su vinile… semmai su CD (ma la qualità udito, nel caso, sarebbe inferiore a quella dello streaming, se esiste come nella mia segnalazione, un album in HiRes nativo…).

Poi ovviamente ciascuno sceglie come più gli piace gli pare…

 

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Raff non è il primo, né sarà l’ultimo, dei compositori caduti nell’oblio musicale. Per fortuna ai nostri tempi esiste la riproduzione discografica che permette di recuperare anche composizioni e autori andati in “soffitta” perchè nessun solista o direttore osa affrontarli in sede di concerto. 

E di questo va dato atto ad una casa discografica in particolare, la Naxos, che ha fatto le sue fortune scovando compositori semi o del tutto sconosciuti, come appunto Joachim Raff. 

Dell’etichetta honkonghese è la prima integrale sinfonica diretta da Urs Schneider a capo dell’orchestra Filarmonica di Stato Slovacca. Un classico mix fra buon direttore ed orchestra di buon livello (e dai cachet bassissimi) marchio di fabbrica della Naxos. In seguito, una etichetta elvetica, la Tudor, ha realizzato un secondo ciclo integrale delle undici sinfonie, unite a molte altre opere orchestrali (Suites, Overtures, Preludi) dove Raff, a mio giudizio, esprime il meglio di sè, forse libero dal formalismo strutturale della sinfonia a cui, da buon didatta, si attiene nello stile compunto della forma sonata. 

Nessun grande direttore ha mai omaggiato Raff nel proprio carnet discografico se non l’immenso (aggettivo quanto mai appropriato se ci rifacciamo alla dimensione del suo repertorio) Neeme Jarvi che ha inciso la 2a e la 5a per la Chandos. Avrebbero dovuto costituire i primi capitoli di una terza integrale, ma poi non se n’è fatto nulla. Peccato perchè la freschezza e la mano “fertile” del direttore estone si sentono, eccome, dando un po’ di spigliatezza e “libertà” ad opere che, a volte, non brillano per originalità e profondità ma che, ogni tanto, è bello ascoltare per uscire dai soliti percorsi musicali. 

Da ultimo suggerisco l’ascolto dell’Oratorio “Welt-Ende - Gericht - Neue Welt”. Un’opera colossale che rappresenta il compendio del Raff compositore e che, dopo i fasti agli esordi (si contano sette, otto rappresentazioni in pochi anni dalla sua prima apparizione), è stata dimenticata e pubblicata in formato audio per la prima volta nel 2022 dalla CPO con Gregor Meyer a capo della camerata lipsiensis con strumenti originali. 

Per chi volesse intraprendere un percorso di ascolto di compositori mitteleuropei “abbandonati” all’ostracismo musicale suggerirei codesti soggetti: Spohr, Ries, Reinicke, Pfitzner e Schreker (in rigoroso ordine cronologico). Come si suol dire: ne sentirete delle belle 

 

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Marie Henriette Reinhold - Joachim Raff Welt-Ende - Gericht - Neue Welt (2024).jpg

  • Melius 1
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