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Melius Club

Festival di Salisburgo 2024


Messaggi raccomandati

Inviato
19 minuti fa, mozarteum ha scritto:

senza vedere la Madonna

Vista ieri sulla salita per Banchette.

  • Haha 1
Inviato

@mozarteum Però le balle di Mozart per gli amici potevi pure comprarle… ! 🤣🤪

Ciao ☮️ 

Stefano R.

Inviato

Der Idiot come dicevo e’ la produzione piu’ riuscita. Weinberg e’ un compositore poco conosciuto (su Wiki potete saperne di piu’), la cui opera pur assorbendo influenze novecentesche evidenti (Shostakovich, Korngold) rimane tuttavia personale e quasi impermeabile alla dodecafonia.

A Salisburgo il regista Warlikovsky, un asso nel panorama moderno quando non si tratti di opera italiana, ha saputo colmare il divario che c’e’ ovviamente fra il capolavoro di Dostoevsky, che procede per minuto scandaglio dei caratteri che popolano il romanzo, e la pur necessaria sintesi operistica col rischio inevitabile di approssimazione (pensate al Nome della Rosa romanzo e film insomma). Ne e’ uscito uno spettacolo commovente, da spezzare il cuore e la mente. L’” idiota” e’ il puro di cuore, capace di amore sconfinato, per vocazione e non per esperienza, che irrompe nelle vite corrotte o compromesse degli altri facendosi involontario specchio della loro miseria agli occhi di coloro che cosi’ la vivono. Con conseguenze devastanti derivanti dalla presa di coscienza derivante da uno specchio e non da una predica

Direzione di orchestra superlativa della direttrice Mirga Gazinyte-Tyla e Wiener in stato di grazia. Cast vocale perfetto

  • Melius 1
Inviato

Molto deludente la produzione dei Racconti di Hoffmann nella quale si salva solo la eccellente prestazione del protagonista, il tenore Bernheim oggi fra i migliori in questo repertorio. 
Da Minkovsky ci si aspettava molto di piu’ visto che aveva fra le mani anche la Filarmonica di Vienna. Ne e’risultata una esecuzione di routine poco sbalzata di questa opera fantasmagorica che dovrebbe stordire per la bellezza di colori, di atmosfere non sense, di musicalita’ abbacinante e anche madornale, totalmente diversi nei tre atti.

Pessima

l’idea di affidare i tre ruoli delle donne dei tre atti alla medesima cantante. Un po’ di umilta’ sarebbe servita, viste le caratteristiche vocali totalmente diverse di Olimpia, Antonia e Giulietta.

Regia con una buona intuizione iniziale: Hoffmann e’ un barbone che vive a ridosso d’in capannone dismesso che fra le cianfrusaglie raccolte in un carrello prende in mano prima d’assopirsi una cinepresa scassata e da li’ sogna d’essere regista e protagonista egli stesso delle strampalate vicende di quest’opera: un gia’ visto per il vero e non si possono sciogliere registicamente i nodi narrativi di un’opera attraverso l’escamotage del “sogno” e delle licenze che esso autorizza.

Ad ogni modo, anche qui, l’intuizione si combina col finale del triste risveglio. Ma cio’ che accade in mezzo ha tante incongruenze e approssimazioni realizzative.

Inviato

Der Spieler e cioe’ il Giocatore e’ un’opera di Prokofiev anch’essa ispirata al celebre romanzo russo. Esecuzione pregevole anche nella regia di Peter sellars.

A mio avviso pero’ la direzione dell’allievo di Gergiev e’ risultata un po’ troppo composta e levigata. In Prokofiev devi sentire all’occorrenza il trattore ritmico che e’ dato dalle note gravi e scorbutiche dei contrabbassi e dalla scansione piu’ netta, anche sguaiata, dei fiati.

Altrimenti il rischio e’ di una melassa di lusso che talvolta e’ cosi’ apparsa (anche qui la superimpegnata Filarmonica di Vienna).

Formidabile la protagonista: Asmik Grigorian una delle stelle d’oggi. Tutto il cast vocale ottimo

Inviato
23 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Der Spieler e cioe’ il Giocatore e’ un’opera di Prokofiev anch’essa ispirata al celebre romanzo russo. Esecuzione pregevole anche nella regia di Peter sellars.

A mio avviso pero’ la direzione dell’allievo di Gergiev e’ risultata un po’ troppo composta e levigata. In Prokofiev devi sentire all’occorrenza il trattore ritmico che e’ dato dalle note gravi e scorbutiche dei contrabbassi e dalla scansione piu’ netta, anche sguaiata, dei fiati.

Altrimenti il rischio e’ di una melassa di lusso che talvolta e’ cosi’ apparsa (anche qui la superimpegnata Filarmonica di Vienna).

Formidabile la protagonista: Asmik Grigorian una delle stelle d’oggi. Tutto il cast vocale ottimo

Amen 

Inviato
4 ore fa, mozarteum ha scritto:

(aho’ qua sta aaa casa de Mozart)

De Mozza in verità, come ricorda Maurizio Battista. 

Grazie comunque del reportage critico. Molto interessante. 

Inviato

La settimana prossima ci sarò per la quinta  di bruckner con petrenko.dopo puntata a monaco

Inviato

Sentita a Roma peraltro con altra e meno blasonata orchestra ai primi di giugno.

Secondo me Bruckner non e’ nelle corde di Petrenko, tende a sezionarlo peraltro con la consueta abilita’ mettendo in luce eccessiva il contrappunto quando invece in Bruckner la cifra saliente a mio avviso e’ l’accumulazione sonora.

Una cosa meravigliosa che e’ stato capace di fare Muti e in genere fanno i grandi direttori bruckneriani e’ far suonare le note soprattutto dei legni come se ci fosse una sottile eco. Un ritardo che da al suono una dimensione metafisica. Non e’ solo questione di tenuta delle note a mio avviso ma qui un musicista potrebbe spiegare l’arcano.

Petrenko non ci riesce, shostakovizza Bruckner e gli ottoni suonano troppo brillanti quando invece sono oro funebre.

  • Thanks 2
Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

Muti e in genere fanno i grandi direttori bruckneriani e’ far suonare le note soprattutto dei legni come se ci fosse una sottile eco. Un ritardo che da al suono una dimensione metafisica. Non e’ solo questione di tenuta delle note a mio avviso ma qui un musicista potrebbe spiegare l’arcano.

Chissà come sarà l'ottava a Firenze con Metha... 

Inviato

Mah. Il grande Zubin e’ in affanno e tende a slentare i tempi senza piu’ il controllo ferreo sull’orchestra sua proverbiale capacita’ in passato.

i suoi ultimi Bruckner che ho sentito quest’ anno e due anni fa sono 7 e 4 ma con Vienna al Musikverein. Ma Vanno da soli in questo repertorio.

L’orchestra del Maggio e’ ottima ci saprai dire

Inviato
9 ore fa, mozarteum ha scritto:

Commovente il concerto di Barenboim al lumicino

Era nota la sua malattia neurologica ma più di tanto non avevo aggiornamenti.

Poraccio, uno dei grandi Musicisti con la M maiuscola, poliedrico ad alto livello forse come nessuno...

 

Inviato
4 ore fa, mozarteum ha scritto:

Una cosa meravigliosa che e’ stato capace di fare Muti e in genere fanno i grandi direttori bruckneriani e’ far suonare le note soprattutto dei legni come se ci fosse una sottile eco. Un ritardo che da al suono una dimensione metafisica. Non e’ solo questione di tenuta delle note a mio avviso ma qui un musicista potrebbe spiegare l’arcano

Qui la registrazione audio del concerto di ferragosto 

 

Inviato

@mozarteum non saprei non avendo mai sentito petrenko in quel repertorio.. parto dalla pietra di paragone di abbado nella quinta vedremo . Anche io volevo vedere Muti ma no ho trovato biglietto 

Inviato
15 minuti fa, luckyjopc ha scritto:

Anche io volevo vedere Muti ma no ho trovato biglietto 

Hai provato a dire ‘mi manda l’avvocato?’

  • Haha 2
Inviato

E chiudiamo questa improvvisata rassegna con la Clemenza di Tito, direttore Capuano alla guida dei musicisti del principato di monaco (orchestra formidabile, l’argent fait tout) mattatrice Cecilia Bartoli nel ruolo di Sesto, regia del Genio: Robert Carsen il piu’ grande regista d’opera d’ogni tempo senza dubbio.

Lo spettacolo e’ la ripresa di quello del festival di Pentecoste dove si disse sulla stampa che la protagonista Vitellia - donna respinta da tutti- avesse straordinaria somiglianza nell’acconciatura e nel piglio con la nostra Giorgia. L’assonanza in effetti e’ incoraggiata dall’ambientazione, luoghi di potere, emicicli scrivanie parlamentari con tanto di bandiera europea e italiana.

Pero’ Tito non e’ vestito da Mattarella.

Ed e’ bene cosi’ perche’ qui Carsen si inventa di sana pianta un finale diverso (nella regia ovviamente). Tito perdona i congiurati e fin qui Mozart, ma anziche’ finir festosamente come si dovrebbe, la vicenda si chiude con i congiurati con a capo Vitellia che lo accoppano (qui Carsen).

La cosa produce li’ per li’ sconcerto (ma, signora mia, il libretto dice altro!) e tuttavia l’idea che nel cinismo del potere il perdono non serva e anzi sia controproducente e’ di sinistro realismo.

D’altra parte in altra opera fu lo stesso Mozart, istrione morale, a rammentar che “la vendetta e’ un piacer serbato ai saggi, l’obliar l’onte e gli oltraggi e’ bassezza e’ ognor vilta’”.

Quindi si direbbe chiusa mozartiana moderna a dispetto del libretto “antico” di Metastasio.

In piena sintonia con la regia la direzione splendida di Gianluca Capuano. Come noto, la Clemenza e’ l’ultima opera di Mozart. Ma chi non conoscesse la cronologia sarebbe incline a porla prima del don Giovanni e del Flauto magico. Nelle esecuzioni tradizionali torna un po’ di cipria, e’ come se ci fosse un regresso.

Capuano accentua invece i tratti di modernita’ della scrittura: ora la Clemenza prende le tinte del Don Giovanni, trasferendo nel plot politico i contrasti, la drammaticita’ a tratti di quest’ultima. La Clemenza finalmente diventa riconoscibile come ultima opera di Mozart a pieno diritto. Bravissima la Bartoli (per chi l’apprezza io molto) ottima Vitellia/Meloni, buoni gli altri

 


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