Questo è un messaggio popolare. mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 19 Agosto 2024 Come noto, Salisburgo e’ il miglior posto dove svernare ad agosto. Ed e’ altrettanto noto che a Salisburgo anche la noia e’ incantevole (rispetto a Palau ad esempio). Quest’anno pero’ abbiamo avuto una settimana di sole e caldo con scrosci solo notturni come se un provvido giardiniere celeste avesse cura di non disturbare i viandanti della musica che vi si affollano. Ma non solo essi, anche Salisburgo come Roma, Venezia, Firenze, Milano, Aix en Provence ed ogni angolo del magnifico orbe occidentale e’ presa d’assalto dal turismo generalista dei pantaloni a pinocchietto e del giorvagare inconsapevole tatualrocchettaro (aho’ qua sta aaa casa de Mozart). Tornando alla musica, a Salisburgo si va appunto per la musica. Se non si va per questo sarebbe come andare a Lourdes senza vedere la Madonna. Lo spettacolo clou di quest’anno e’ stato senza dubbio alcuno la produzione “der Idiot” un’ opera di Weinberg, compositore semisconosciuto di cui pero’ avevo apprezzato gia’ a Monaco Die Passegierin, realizzata in un allestimento esemplare dal punto di vista teatrale e musicale. Luci e ombre sul Don Giovanni di Currentzis/ Castellucci, grandiosa la Clemenza di Tito con la Bartoli e la regia di Carsen (che fa morire Tito contro il libretto: ne riparleremo), molto interessante il “Giocatore” di Prokofiev con la regia di Peter Sellars, deludenti les contes d’hoffmann, splendido l’Hamlet in forma di concerto. Stupendi anche i concerti dei Wiener: nona di Mahler con Nelsons che finalmente ha smesso di fare il gigione e la sublime ottava di Bruckner diretta da Riccardo Muti il giorno di ferragosto. Commovente il concerto di Barenboim al lumicino e della Mutter (concerto per vl di Brahms e sinfonia grande di Schubert) e il concerto da camera della Avdeeva con archi dei Wiener dedicato a un quintetto di Schnittke. infine ottava e nona dirette da Savall, con la sua orchestra. Se avro’ modo di qualche rappresentazione scrivero‘ piu’ a fondo 1 3
Panurge Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 19 minuti fa, mozarteum ha scritto: senza vedere la Madonna Vista ieri sulla salita per Banchette. 1
minollo63 Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 @mozarteum Però le balle di Mozart per gli amici potevi pure comprarle… ! 🤣🤪 Ciao ☮️ Stefano R.
Questo è un messaggio popolare. mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 19 Agosto 2024 Comincerei dal concerto di Savall. Se l’ottava di Beethoven e’ parsa piuttosto ordinaria e senza particolare impronta filologica -sicche’ si e’ subito senza vantaggio lo spernacchiamento dei corni nel meraviglioso inciso del terzo mov. - la nona e’ stata una lettura da ricordare: nessun senso cosmico e metafisico, ma il cammino aspro e doloroso d’un umanita’ vicina e immanente che trova conforto nel finale di speranza. Lettura priva di ogni retorica ma non “leggera”: trionfo tutti in piedi ad applaudire il maestro 83 enne. Il Don Giovanni di Currentzis ha avuto un esito controverso. Non tanto per la direzione, che pero’ ad un certo punto diviene anche prevedibile (i recitativi staccati con tempi lentissimi cui facevano seguito funambolici attacchi con tempi rapidissimi a seguire: va bene l’idea d’una frenesia nichilista, ma qualche aroma in piu’ e un fraseggio meno forsennato non e’ che stiano proprio male in Mozart); quanto per la regia di Castellucci cosi’ sovraccarica di simboli che ad un certo punto -e dice bene l’amico Mattioli- servirebbe un esperto di sciarade o rebus a scioglierli. Sta di fatto che, pur dando atto della maestria realizzativa, in particolare nella scena d’avvio e nel finale di cui diro’ subito, nel corso dello spettacolo si vaga alla ricerca di significati e soprattutto significanti in un’opera che gia’ e’ enigmatica di suo dal punto di vista teatrale, a differenza del Patek complicato perfetto delle Nozze di Figaro ad esempio. l’inizio e’ da brividi: l’immensa scena del Festspielhaus e’ una enorme chiesa dalla quale prima che cominci l’opera e durante l’ouverture (tesissima in Currentzis) alcuni operai portano via tutti gli arredi e suppellettili, pale, quadri: ne risulta un ambiente bianco spoglio d’ogni cosa. Bene mi dico: tolta la “guida” religiosa, resta lo spazio totalmente vuoto della liberta’: quale incipit piu’ appropriato per il Don Giovanni? E anche il finale in cui Don Giovanni e’ solo in scena (leporello e’ al di qua separato dal telo trasparente, mentre del commendatore s’ode solo la voce) e si contorce per terra prima di trasformarsi in statua: la liberta’ staccata dall’eticita’ porta all’autodissoluzione, ma non come sanzione (questo sarebbe moralismo), ma per una sorta di onanismo esistenziale. Formidabili intuizioni dicevo: peccato il resto non quagli. Dal punto di vista vocale bravissimo Davide Luciano, il protagonista e brava la Federica Lombardi in Elvira. Fra il discreto e il mediocre gli altri. In buca l’orchestra Utopia di Currentzis i cui violini e viole hanno suonato sempre in piedi come gli ottoni. Splendida. 1 2
mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Autore Inviato 19 Agosto 2024 Der Idiot come dicevo e’ la produzione piu’ riuscita. Weinberg e’ un compositore poco conosciuto (su Wiki potete saperne di piu’), la cui opera pur assorbendo influenze novecentesche evidenti (Shostakovich, Korngold) rimane tuttavia personale e quasi impermeabile alla dodecafonia. A Salisburgo il regista Warlikovsky, un asso nel panorama moderno quando non si tratti di opera italiana, ha saputo colmare il divario che c’e’ ovviamente fra il capolavoro di Dostoevsky, che procede per minuto scandaglio dei caratteri che popolano il romanzo, e la pur necessaria sintesi operistica col rischio inevitabile di approssimazione (pensate al Nome della Rosa romanzo e film insomma). Ne e’ uscito uno spettacolo commovente, da spezzare il cuore e la mente. L’” idiota” e’ il puro di cuore, capace di amore sconfinato, per vocazione e non per esperienza, che irrompe nelle vite corrotte o compromesse degli altri facendosi involontario specchio della loro miseria agli occhi di coloro che cosi’ la vivono. Con conseguenze devastanti derivanti dalla presa di coscienza derivante da uno specchio e non da una predica Direzione di orchestra superlativa della direttrice Mirga Gazinyte-Tyla e Wiener in stato di grazia. Cast vocale perfetto 1
mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Autore Inviato 19 Agosto 2024 Molto deludente la produzione dei Racconti di Hoffmann nella quale si salva solo la eccellente prestazione del protagonista, il tenore Bernheim oggi fra i migliori in questo repertorio. Da Minkovsky ci si aspettava molto di piu’ visto che aveva fra le mani anche la Filarmonica di Vienna. Ne e’risultata una esecuzione di routine poco sbalzata di questa opera fantasmagorica che dovrebbe stordire per la bellezza di colori, di atmosfere non sense, di musicalita’ abbacinante e anche madornale, totalmente diversi nei tre atti. Pessima l’idea di affidare i tre ruoli delle donne dei tre atti alla medesima cantante. Un po’ di umilta’ sarebbe servita, viste le caratteristiche vocali totalmente diverse di Olimpia, Antonia e Giulietta. Regia con una buona intuizione iniziale: Hoffmann e’ un barbone che vive a ridosso d’in capannone dismesso che fra le cianfrusaglie raccolte in un carrello prende in mano prima d’assopirsi una cinepresa scassata e da li’ sogna d’essere regista e protagonista egli stesso delle strampalate vicende di quest’opera: un gia’ visto per il vero e non si possono sciogliere registicamente i nodi narrativi di un’opera attraverso l’escamotage del “sogno” e delle licenze che esso autorizza. Ad ogni modo, anche qui, l’intuizione si combina col finale del triste risveglio. Ma cio’ che accade in mezzo ha tante incongruenze e approssimazioni realizzative.
mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Autore Inviato 19 Agosto 2024 Der Spieler e cioe’ il Giocatore e’ un’opera di Prokofiev anch’essa ispirata al celebre romanzo russo. Esecuzione pregevole anche nella regia di Peter sellars. A mio avviso pero’ la direzione dell’allievo di Gergiev e’ risultata un po’ troppo composta e levigata. In Prokofiev devi sentire all’occorrenza il trattore ritmico che e’ dato dalle note gravi e scorbutiche dei contrabbassi e dalla scansione piu’ netta, anche sguaiata, dei fiati. Altrimenti il rischio e’ di una melassa di lusso che talvolta e’ cosi’ apparsa (anche qui la superimpegnata Filarmonica di Vienna). Formidabile la protagonista: Asmik Grigorian una delle stelle d’oggi. Tutto il cast vocale ottimo
Akla Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 23 minuti fa, mozarteum ha scritto: Der Spieler e cioe’ il Giocatore e’ un’opera di Prokofiev anch’essa ispirata al celebre romanzo russo. Esecuzione pregevole anche nella regia di Peter sellars. A mio avviso pero’ la direzione dell’allievo di Gergiev e’ risultata un po’ troppo composta e levigata. In Prokofiev devi sentire all’occorrenza il trattore ritmico che e’ dato dalle note gravi e scorbutiche dei contrabbassi e dalla scansione piu’ netta, anche sguaiata, dei fiati. Altrimenti il rischio e’ di una melassa di lusso che talvolta e’ cosi’ apparsa (anche qui la superimpegnata Filarmonica di Vienna). Formidabile la protagonista: Asmik Grigorian una delle stelle d’oggi. Tutto il cast vocale ottimo Amen
releone71 Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 4 ore fa, mozarteum ha scritto: (aho’ qua sta aaa casa de Mozart) De Mozza in verità, come ricorda Maurizio Battista. Grazie comunque del reportage critico. Molto interessante.
luckyjopc Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 La settimana prossima ci sarò per la quinta di bruckner con petrenko.dopo puntata a monaco
mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Autore Inviato 19 Agosto 2024 Sentita a Roma peraltro con altra e meno blasonata orchestra ai primi di giugno. Secondo me Bruckner non e’ nelle corde di Petrenko, tende a sezionarlo peraltro con la consueta abilita’ mettendo in luce eccessiva il contrappunto quando invece in Bruckner la cifra saliente a mio avviso e’ l’accumulazione sonora. Una cosa meravigliosa che e’ stato capace di fare Muti e in genere fanno i grandi direttori bruckneriani e’ far suonare le note soprattutto dei legni come se ci fosse una sottile eco. Un ritardo che da al suono una dimensione metafisica. Non e’ solo questione di tenuta delle note a mio avviso ma qui un musicista potrebbe spiegare l’arcano. Petrenko non ci riesce, shostakovizza Bruckner e gli ottoni suonano troppo brillanti quando invece sono oro funebre. 2
garmax1 Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 2 ore fa, mozarteum ha scritto: Muti e in genere fanno i grandi direttori bruckneriani e’ far suonare le note soprattutto dei legni come se ci fosse una sottile eco. Un ritardo che da al suono una dimensione metafisica. Non e’ solo questione di tenuta delle note a mio avviso ma qui un musicista potrebbe spiegare l’arcano. Chissà come sarà l'ottava a Firenze con Metha...
mozarteum Inviato 19 Agosto 2024 Autore Inviato 19 Agosto 2024 Mah. Il grande Zubin e’ in affanno e tende a slentare i tempi senza piu’ il controllo ferreo sull’orchestra sua proverbiale capacita’ in passato. i suoi ultimi Bruckner che ho sentito quest’ anno e due anni fa sono 7 e 4 ma con Vienna al Musikverein. Ma Vanno da soli in questo repertorio. L’orchestra del Maggio e’ ottima ci saprai dire
maverick Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 9 ore fa, mozarteum ha scritto: Commovente il concerto di Barenboim al lumicino Era nota la sua malattia neurologica ma più di tanto non avevo aggiornamenti. Poraccio, uno dei grandi Musicisti con la M maiuscola, poliedrico ad alto livello forse come nessuno...
garmax1 Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 4 ore fa, mozarteum ha scritto: Una cosa meravigliosa che e’ stato capace di fare Muti e in genere fanno i grandi direttori bruckneriani e’ far suonare le note soprattutto dei legni come se ci fosse una sottile eco. Un ritardo che da al suono una dimensione metafisica. Non e’ solo questione di tenuta delle note a mio avviso ma qui un musicista potrebbe spiegare l’arcano Qui la registrazione audio del concerto di ferragosto
luckyjopc Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 @mozarteum non saprei non avendo mai sentito petrenko in quel repertorio.. parto dalla pietra di paragone di abbado nella quinta vedremo . Anche io volevo vedere Muti ma no ho trovato biglietto
simpson Inviato 19 Agosto 2024 Inviato 19 Agosto 2024 15 minuti fa, luckyjopc ha scritto: Anche io volevo vedere Muti ma no ho trovato biglietto Hai provato a dire ‘mi manda l’avvocato?’ 2
mozarteum Inviato 20 Agosto 2024 Autore Inviato 20 Agosto 2024 E chiudiamo questa improvvisata rassegna con la Clemenza di Tito, direttore Capuano alla guida dei musicisti del principato di monaco (orchestra formidabile, l’argent fait tout) mattatrice Cecilia Bartoli nel ruolo di Sesto, regia del Genio: Robert Carsen il piu’ grande regista d’opera d’ogni tempo senza dubbio. Lo spettacolo e’ la ripresa di quello del festival di Pentecoste dove si disse sulla stampa che la protagonista Vitellia - donna respinta da tutti- avesse straordinaria somiglianza nell’acconciatura e nel piglio con la nostra Giorgia. L’assonanza in effetti e’ incoraggiata dall’ambientazione, luoghi di potere, emicicli scrivanie parlamentari con tanto di bandiera europea e italiana. Pero’ Tito non e’ vestito da Mattarella. Ed e’ bene cosi’ perche’ qui Carsen si inventa di sana pianta un finale diverso (nella regia ovviamente). Tito perdona i congiurati e fin qui Mozart, ma anziche’ finir festosamente come si dovrebbe, la vicenda si chiude con i congiurati con a capo Vitellia che lo accoppano (qui Carsen). La cosa produce li’ per li’ sconcerto (ma, signora mia, il libretto dice altro!) e tuttavia l’idea che nel cinismo del potere il perdono non serva e anzi sia controproducente e’ di sinistro realismo. D’altra parte in altra opera fu lo stesso Mozart, istrione morale, a rammentar che “la vendetta e’ un piacer serbato ai saggi, l’obliar l’onte e gli oltraggi e’ bassezza e’ ognor vilta’”. Quindi si direbbe chiusa mozartiana moderna a dispetto del libretto “antico” di Metastasio. In piena sintonia con la regia la direzione splendida di Gianluca Capuano. Come noto, la Clemenza e’ l’ultima opera di Mozart. Ma chi non conoscesse la cronologia sarebbe incline a porla prima del don Giovanni e del Flauto magico. Nelle esecuzioni tradizionali torna un po’ di cipria, e’ come se ci fosse un regresso. Capuano accentua invece i tratti di modernita’ della scrittura: ora la Clemenza prende le tinte del Don Giovanni, trasferendo nel plot politico i contrasti, la drammaticita’ a tratti di quest’ultima. La Clemenza finalmente diventa riconoscibile come ultima opera di Mozart a pieno diritto. Bravissima la Bartoli (per chi l’apprezza io molto) ottima Vitellia/Meloni, buoni gli altri
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