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Lise de la Salle: caspiterina!


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Inviato
Il 6/10/2024 at 07:18, Max440 ha scritto:

son contento che le visite siano salite a 703, anche se ben lontane dalle 16.200 di Gilmour

Beh, forse pretendi troppo... :classic_smile:

Comunque sia, dopo la gran fatica fatta ad ascoltare lo Schumann muscolare e in bianco e nero della de La Salle, così lontano da me da sentirlo quasi ostile, ho provato stamattina a navigare per altri lidi nel tentativo di recuperare un po' di piacere nell'ascoltare la Fantasia in Do maggiore. Tra i "giovani" pianisti italiani che hanno inciso di recente questo pezzo, alla fine quello che trovo più convincente è Fabrizio Chiovetta. A differenza della de La Salle, Fabrizio cerca di fare i conti con la complessità della Fantasia, senza scorciatoie o facili semplificazioni. Ricca la paletta timbrica che Fabrizio riesce ad estrarre dallo strumento ma convincente soprattutto l'attenzione per gli aspetti contrappuntistici della scrittura di Schumann, oltre che per l'accordatura tra le frasi necessaria per dare continuità al discorso musicale. Mi è così sembrato finalmente di ritrovare quel procedere  "fantastisch und leidenschaftlich" della musica, come prevede Schumann all'inizio del brano, che sembra invece dissolversi sotto le dita granitiche e inesorabili della de La Salle.

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Ma visto che c'ero, mi sono lasciato andare del tutto e mi sono messo a riscoltare Audrey Andrist, una simpaticissima pianista canadese che ha inciso una versione della Fantasia del tutto fuori dagli schemi, che rieccheggia molto più Schubert che Beethoven. Scelta stilistica peraltro interessante anche dal punto vista storico-filologico, quasi a voler smentire la radice beethoveniana dell'op. 17 che molti invece le attribuiscono (compresa la de La Salle, mi sembra, che si accosta alla Fantasia come se suonasse l'Appassionata). La Andrist decide di seguere una via molto diversa: ascoltando il suo Schumann, sembra di sentire l'eco dell'Ottava sinfonia di Schubert o alcuni momenti della Wanderer. Una scelta ovviamente azzarda, che non regge ritmicamente e stilisticamente nel secondo movimento. Eppure, restando al primo tempo, è un modo di suonare che a me, francamente, rinfranca la mente e sembra svelare orizzonti emotivi della musica di Schumann che spesso passano sotto traccia per una sorta di eccesso di foga meccanica in chi suona. Ascoltare per credere! Si tratta di dischi che si trovano su Qobuz.

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  • Thanks 1
Inviato

@Grancolauro  è già la seconda avvenente (o quasi) pianista francese che mi stronchi .......   :classic_biggrin: ciao caro

  • Haha 1
Inviato

@jakob1965 Ehhh, ma Damiano parlava di Audrey Andrist, mica Audrey Hepburn! 😉😉😆😆😀

Vedo con piacere, Damiano @Grancolauro, che condividiamo anche l’opinione su Fabrizio Chiovetta, giovane che avevo appunto segnalato fra i miei ascolti recenti e che avevo trovato notevole.

io invece con calma mi devo riascoltare la Fantasia registrata anche un altro pianista che dal vivo mi ha sempre dato solo gioie, Evgeny Kissin, non ho mica detto Beppe ‘I fagiolaio.. mica

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Che poi… ci siamo “impiccati” alla Fantasia… ma io in genere il “pianista shumanniano” lo valuto anche sul concerto… e Kissin, forse per merito anche di Giulini e dell’orchestra di Vienna, del concerto ne dá la mia seconda versione preferita in assoluto!

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La mia prima preferenza del concerto? Già detta! E.. insuperabile!

 

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Inviato

nel disco di Deljavan c'è una esecuzione di Gesange der Fruhe di superba bellezza.

Ascoltateli... è davvero emozionante quello Schumann che nella sua benedetta follia stava già anni e anni oltre Wagner.

Ciao
C

  • Melius 2
Inviato
2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

o invece con calma mi devo riascoltare la Fantasia registrata anche un altro pianista che dal vivo mi ha sempre dato solo gioie, Evgeny Kissin, non ho mica detto Beppe ‘I fagiolaio.. mica

 

ho parecchi CD suoi  - piace anche a me  

Inviato
2 ore fa, jakob1965 ha scritto:

è già la seconda avvenente (o quasi) pianista francese che mi stronchi

Hai ragione, mi dispiace… ma è soltanto una questione di gusti musicali. Sull’avvenenza più difficile essere in disaccordo, direi.

Che poi sia chiaro che neanche se rinascessi 10 volte di nuovo sarei mai in grado di suonare la Fantasia di Schumann a un livello paragonabile a quello della de La Salle…

forse la mia è solo invidia, chissà 🙂

  • Melius 1
Inviato
5 ore fa, SimoTocca ha scritto:

ma io in genere il “pianista schumanniano” lo valuto anche sul concerto…

 

Eh no, amico mio: qui dissento! :classic_wink:

Il pianista schumanniano lo valuti sulle piccole cose (bastano un paio di brani delle Davidsbündlertänze e dell'Albumblätter ... :classic_love::classic_love::classic_love: )

Inviato

@Max440 Max prendila come una battuta di alleggerimento… 

…ma se la valutazione sui piccoli pezzi ti ha fatto aprire un thread su una pianista che sì, diciamolo, mi pare abbastanza mediocre … ecco…forse si potrebbe suggerire di cambiare metodo di valutazione? 😆😆

Scherzi a parte, la mia del concerto era una boutade per “introdurre”  il nome di Kissin… dal cui pianoforte esce sempre un suono fatto di oro e di avorio…. e per sottolineare la mia reverenza nei confronti di Pollini.

Il concerto è tecnicamente molto difficile, non solo per la parte solistica ma proprio perché (a detta di un amico direttore) è davvero difficile far “camminare” insieme orchestra e pianoforte in questo capolavoro. 
Riascoltando, per esempio, Riccardo Muti con il gigante che è stato Sviatoslav Richter, in un live a Vienna negli anni ‘70 (e dico riascoltando, perché quel concerto lo avevo ascoltato a Firenze, ma ero un bambino ed era oro tutto quello che “toccava” il giovane Riccardo Muti…e in fondo non sbagliavo neppure più di tanto..), ecco che si avverte bene “lo scollamento” fra solista e orchestra (e sono i viennesi!) e lo scollamento no, non dovrebbe esserci.

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In questo capolavoro il grande pianista ha bisogno di un grande direttore, in particolare un direttore che sappia “seguire” il solista nelle acrobazie, anche ritmiche, che lo spartito impone fin dal suo incipit “ex abrupto”.

Sará un caso, ma fra le registrazioni “ufficiali” e non “troppo storiche” (il perché di questa mia limitazione l’ho già spiegato) trovo appunto “degne di un re”, laddove il re sia io (😆😆) le due registrazioni citate, certo, ma anche quelle della Argerich con Harnoncourt (la Argerich ascoltata di recente proprio sul concerto di Schumann lo suona come quaranta anni fa! Incredibile, non ha perso un grammo della sua tecnica..) o ancora Perahia con Abbado sul podio, così come Brendel ma ancora con Abbado sul podio. Zimerman che invece aveva il grande Karajan, ecco.. che risulta meno “splendido” del suo solito, e probabilmente per “colpa” del direttore austriaco che era tiranno con i solisti (un po’ come Muti del resto). Questo concerto vuole invece elasticità estrema soprattutto del direttore… 

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La stessa Argerich se ha Rostropovich sul podio … per la DG… ecco, “brilla” di meno.. (hai voglia che i Giapponesi lo abbiano inserito fra i 1000 best album di sempre…. invece “sa di poco”, per colpa proprio di Rostro, come violoncellista il numero uno.. ma sul podio.. ecco..) , se invece ha Chailly (più di recente) torna ad essere una protagonista assoluta …

Detto questo, e a parte le battute, certo che sono d’accordo con te, nel senso che Schumann si valuta anche sui pezzi pianistici, o se preferisci si valuta anche solo sui brani per pianoforte e in più meglio su quelli minori (in senso di “lunghezza”, non dell’esser meno belli o meno capolavori).

Vale un po’ per tutti… o no? Perché Zimerman non ha registrato neppure una sonata di Beethoven, ma fra i miei interpreti di riferimento di Beethoven…c’è proprio lui grazie ai concerti ..! 

Inviato
7 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Vale un po’ per tutti… o no? Perché Zimerman non ha registrato neppure una sonata di Beethoven, ma fra i miei interpreti di riferimento di Beethoven…c’è proprio lui grazie ai concerti ..! 

 

Su questo ti do ragione, ma devo puntualizzare alcuni punti:

1) la La Salle NON è una pianista mediocre (lo ha detto solo @Grancolauro , con una visione interpretativa differente dalla mia e da quella di altri, come è giusto che sia: de gustibus...)

2) Schumann è autore delle piccole cose, questo è.... come Beethoven è autore delle grandi cose: ho semplificato, ma decenni si studi e di pratica ti aprono un mondo "fenomenologico" assai interessante...

3) e qui "litighiamo"... : Kissin, spesso, non mi piace :classic_ninja: ; è uno dei pochi pianisti famosi (l'altro è sicuramente Ashkenazy) di cui posso fare tranquillamente a meno ...

Bye,

Max

Inviato
Il 11/10/2024 at 08:09, Max440 ha scritto:

Kissin, spesso, non mi piace :classic_ninja: ; è uno dei pochi pianisti famosi (l'altro è sicuramente Ashkenazy) di cui posso fare tranquillamente a meno ...

Uhm, se ne può fare a meno anche quando suona così?

oppure così?

 

Perderemmo molto, moltissimo temo.

Inviato
5 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Perderemmo molto, moltissimo temo.

 

Damiano, il discorso è più, diciamo...  "in linea generale".

Ovvio che Kissin sia un grande pianista, in particolare con certo repertorio, ma la mia considerazione verte sul fatto che, nella mia esperienza di ascolto discografico, sono certo che alcuni pianisti NON potrebbero mancare, per svariati motivi che ora non sto ad elencare, perchè altrimenti viene fuori un post eccessivamente lungo e decisamente ot.

Ma so che molti, te compreso, mi capiranno se dico che non potrei fare a meno di (in ordine sparso):

Gould

Michelangeli

Pollini

Arrau

Richter

Pogorelich

Pletnev

Sokolov

Horowitz

Gilels

Lupu

Zimerman

Argerich

Berman

e, per alcune specifiche cose che ho ascoltato, anche la Pires, Perahia, Brendel, Ciani ...

.-.-.-.-.-.

Ma di Kissin, come di Barenboim o Ashkenazy e pochi altri, non sentirei la mancanza... tutto qui, un po' tagliata col falcetto, ma per farmi capire :classic_wink:

Inviato
8 ore fa, jakob1965 ha scritto:

Rubinstein - niente - niente?

 Poco ... :classic_wink:

Inviato

@Max440 Caspiterina Max!! Ma così ti perdi, con Rubinstein intendo, tutta la musica da camera di Brahms interpretata ai massimi livelli, non solo il favoloso Chopin che ha reso famoso (giustamente) Rubinstein. E il secondo di Rach? E i concerti di Brahms con Reiner? E…

ma insomma via… Rubinstein non puoi lasciarlo per “imbarcare” in “sala” la Lisa! E scusa il gioco di parole.. 😉

Inviato
8 ore fa, SimoTocca ha scritto:

ma insomma via… Rubinstein non puoi lasciarlo per “imbarcare” in “sala” la Lisa! E scusa il gioco di parole..

 

Ma ci mancherebbe, non fraintendermi !

La Lisa non la considero mica fra coloro di cui non potrei fare a meno ed infatti non l'ho citata, come non ho citato un'altra pianista eccezionale, la nostra Beatrice Rana (assai meglio della La Salle), alla quale però potrei rinunciare a livello discografico senza troppi patemi (per ora ...)

Sai, potrebbe essere anche una questione di affinità elettive, o di semplice esperienza personale, ma per ogni capolavoro della musica pianistica degli ultimi 3 secoli, ho delle edizioni discografiche di riferimento, senza nulla togliere a nessuno (a parte qualche svarione che però non è il caso di sottolineare...).

Per cui, per farmi capire, se uno mi chiedesse " le ballate di Chopin... le sonate di Beethoven... gli improvvisi di Brahms... i preludi di Debussy ..." e via discorrendo, io consiglierei uno dei pianisti citati nell'elenco, a seconda del repertorio richiesto.

Rubinstein è stato un grandissimo, come Backhaus o Gieseking per citarne altri, ma nel mio percorso di vita non hanno lasciato il segno, tutto qua ...

ps: a dire il vero di Rubinstein c'è una cosa che consiglierei col cuore, l'unica veramente che ha influito sul mio percorso musicale: il 1° concerto di Brahms sotto la direzione di Reiner :classic_love:

Inviato

@Max440 Vedo che in qualche misura adotti il mio stesso metro: consideri importante un/una pianista (o violinista o direttore o cosa vuoi…) valutando se una sua interpretazione in opere per te fondamentali è la migliore, o fra le migliori, considerando migliore quella che “ti emoziona”, o anche che ti “fa capire a fondo” quel capolavoro musicale.

La tua lista, cambiando solo un paio di nomi o aggiungendone altri, è anche la mia, e probabilmente quella di molti altri. Fra i nomi da aggiungere, per me, non può mancare Rubinstein (per me Brendel, accanto a Rubinstein, è un “nano” artistico, per esempio..), proprio per Brahms, che è poi l’autore che avevo citato …😉

Poi è anche vero che le “mie” classifiche sono un po’ un gioco infantile… ma per certi versi sono anche una specie di metro di misura personale..che misura la mia affinità ad un certo tipo di interprete piuttosto che ad altri.
I grandi nomi storici li considero molto, ma (a parte Backhaus servito bene), hanno la limitazione della tecnica di registrazione “primitiva”, o almeno non così buona da farmeli godere…

Poi è ovvio che la loro grandezza e importanza storica non viene certamente sminuita…ma dal punto di vista del loro impatto sulle mie emozioni e sulla mia crescita musicale la loro importanza è bassa…

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