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Anton Bruckner - libri


jakob1965

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@jakob1965 Grazie per la segnalazione del secondo libro. Non lo conoscevo a breve colmerò la lacuna. Sono arrivato a Bruckner solo una decina di anni fa e da allora la sua musica è una costante dei miei ascolti. Nel corso degli anni ho collezionato svariate integrali. Ognuna suscita in me emozioni diverse, ma sempre decisamente positive.

  • Melius 1
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La prima sinfonia, meravigliosa anch’essa, giusto un mese e mezzo fa a Berlino coi Wiener e Thielemann, lettura favolosa.

Ma non ce n’e’ una che non sia stupenda.

7 e 9 a mio avviso sono colonne fondamentali della produzione sinfonica di ogni tempo.

Sentite anche queste in ottobre fra Berlino e Baden Baden.

Segnalo il 18 dicembre sulla digital la nona diretta da Blomsdedt.

Speriamo che il venerando non disdica.

Grazie della segnalazione del libro.

Ma, secondo voi, perche’ grandi direttori che eseguono o hanno eseguito Bruckner disdegnano Mahler?

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1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Ma, secondo voi, perche’ grandi direttori che eseguono o hanno eseguito Bruckner disdegnano Mahler?

Bella domanda. Potrebbe anche essere posta a contrario (vedi Bernstein che, se non ricordo male, a chi gli chiese perché non lo frequentasse molto, rispose: con Bruckner non si arriva mai all’orgasmo).
Non sono in grado di spiegare il perché ma io ha fatto molta fatica prima di arrivare ad apprezzare Mahler, mentre Bruckner mi ha catturato al primo ascolto. 

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A me è successo il contrario: Bruckner non lo riuscivo a comprendere.

Forse perché utilizzavo la chiave  sbagliata. Capisco cosa voglia dire Bernstein: chiedo perdono in anticipo per come mi esprimo, ma credo che se Bruckner spiazzi per come costruisce la sua musica che sembra non seguire dei canoni precostituiti ma pare più un procedere per quadri emotivi, sprazzi di luce e ombre profonde.

Io ho iniziato ad amarlo quando ho smesso di cercare il bandolo della matassa per abbandornarmi al flusso della sua musica.

 

 

  • Melius 2
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4 ore fa, Mxcolombo ha scritto:

io ha fatto molta fatica prima di arrivare ad apprezzare Mahler, mentre Bruckner mi ha catturato al primo ascolto. 

Anche per me è stato così. Dal primo ascolto della classica quarta sinfonia, Bruckner è diventato un punto di riferimento per me: lirismo, immediatezza passionale unita ad introspezione romantica. L'ossessività delle progressioni, richiami tematici continui che si risolvono in un uso del corale tipicamente suo... 

Un grande patrimonio spesso sottovalutato. 

Grazie per i suggerimenti letterari. Andrò a scuriosare. 

  • Thanks 1
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Bruckner è come vivaldi in un certo senso sinfonie diverse ma stile inconfondibile.

la mia preferita attualmente la seconda con thielemann forse il direttore della migliore integrale.

sullultimo numero di musica c’è un lungo articolo dove consigliano edizioni vintage della prime 4 sinfonie , tra i direttori preferiti lovro von matacic 

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Il 2/11/2024 at 15:23, mozarteum ha scritto:

7 e 9 a mio avviso sono colonne fondamentali della produzione sinfonica di ogni tempo.

 

Ma, secondo voi, perche’ grandi direttori che eseguono o hanno eseguito Bruckner disdegnano Mahler?

 

 

Anche l'ottava, la quinta (etc) trovo siano ai vertici del sublime. C'è Bruckner e c'è Celibidache, poi vengono gli altri grandi.

Sulla seconda domanda non saprei rispondere, potrei umilmente dire di me che, un po' come @Mxcolombo,amo senza riserve Bruckner mentre con Mahler non sempre raggiungo lo stato d'estasi mistica che mi avvicini a quella - taglia maschile - di Teresa d'Avila 😇

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Il 2/11/2024 at 17:04, Mxcolombo ha scritto:

vedi Bernstein che, se non ricordo male, a chi gli chiese perché non lo frequentasse molto, rispose: con Bruckner non si arriva mai all’orgasmo

 

 

Non è vero, l'orgasmo bruckeniano, l'erotismo mantrico è di tipo "zen", perenne misurato ma costante, stremante :classic_love: non esplode tutto in una botta.

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Bruckner e Mahler - interessante , non ci avevo mai pensato a confrontarli

 

Il primo credo un fervente cattolico - probabilmente tormentato da una qualche forma particolare di autismo (o malattia simile) che lo rendeva goffo , difficile nelle relazioni umane. Questa sua difficoltà nel comunicare , questa sua barriera verso gli altri forse fu la causa o meglio la spinta necessaria che ebbe per comporre venendo totalmente sopraffatto da emozioni, tensione emotiva : una specie di empowerment onirico che gli permise di spaziare sul " tutto " nella composizione. In qualche modo a livello istintuale anticipò le future grandi scoperte della scienza come lo studio sulla psiche umana , la meccanica quantistica, la relatività  - nella sua musica vedo il concreto dell'uomo ma anche il cosmo - l'infinito più semplicemente. Poi (ma è una visione mia da credente) vi è per me la dimensione del sacro - se è vero che l'adagio della settima gli fu ispirato dal profondo sguardo di una giovinetta - forse vide in lei la femmina Madre - può essere Maria " iuxta crucem "  o altro: spaventoso per la sua bellezza  l'epicedio dedicato a Wagner 

 

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Poi non e’ vero gli orgasmi ci sono eccome. I crescendo degli adagi di settima e ottava che culminano nel climax, anche nella nona Currentzis ce ne ha fatto sentire uno mai ascoltato (e chissa’ che c’e’ scritto in partitura viste le licenze che non di rado si prende il nostro)

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Sawallisch, Furtwangler, Thielemann (questi ultimi hanno diretto la terza pero’ ), Celibidache, Muti, Bohm, Knappertsbusch, e altri poco e niente Mahler.

Giulini e Karajan limitatamente ad alcune sinfonie ed e’ un peccato perche’ le due none sono ragguardevoli

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Rispetto a mahler si vede in bruckner un afflato mistico superiore dato che bruckner era uomo di fede. Benché tra i due il rapporto fosse più che cordiale. Mentre brahms aveva atteggiamenti di superiorità nei confronti del provincialotto. Ma quanta distanza artistica tra i due brahms risolto nel classicismo alla lunga noioso, bruckner aperto al nuovo inquieto 

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Il Bruckner dell’ultimo Celibidache e’ troppo sfilacciato rispetto a quello di Stoccarda. Bruckner non e’ affatto zen, a mio avviso, e’ un mistico disturbato, la musica ha anche tratti demoniaci (negli scherzi ad esempio, si pensi alla nona ma non solo). L’accumulazione deve montare con la giusta intensita’ e il giusto tempo, non troppo dilatato, altrimenti la maionese s’abbroda.

Per me i piu’ grandi interpreti restano Jochum, Bohm, Furtwangler, Sawallisch (la piu’ bella quinta con i complessi di Monaco) e in tempi recenti Giulini e Thielemann oggi. Abbado entusiasma alcuni io lo preferisco in Mahler. Petrenko lo ha sciostakovizzato (5 a Roma) ed e’ stato criticatissimo a Berlino per questo. Concordo con chi non si e’ entusiasmato. Bruckner non e’ nelle sue corde come invece Richard Strauss di cui ha firmato or ora alla Scala un Rosenkavalier che sara’ accanto a Karajan e Kleiber e per certe cose anche sopra.

Muti si e’ accostato a Bruckner in eta’ matura e complici i Wiener ha realizzato esecuzioni entusiasmanti finora. A febbraio fara’ la settima al Musikverein (il luogo ideale per questa musica) dopo una splendida ottava questa estate a slz.

Poi c’e’ Blomsdedt, oggi il piu’ grande bruckneriano. A Roma 4 e 5 (quest’ ultima a porte chiuse per covid) eccezionali

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5 ore fa, mozarteum ha scritto:

Poi non e’ vero gli orgasmi ci sono eccome.

 

 

Guardone... 😂. 🙂 Più che orgasmi "finali" sono momenti di tensione erotica crescente e sono più occasionali rispetto agli orgasmi mahleriani.., che quando gli piglia il giro è tutto uno fanfarismo propriamente "sessuale". Cmq queste osservazioni non sono da prendere in senso stretto,  servono per giocare un po'.

 

 

 


 

 

1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Il Bruckner dell’ultimo Celibidache e’ troppo sfilacciato rispetto a quello di Stoccarda. Bruckner non e’ affatto zen, a mio avviso, e’ un mistico disturbato, la musica ha anche tratti demoniaci (negli scherzi ad esempio, si pensi alla nona ma non solo). L’accumulazione deve montare con la giusta intensita’ e il giusto tempo, non troppo dilatato, altrimenti la maionese s’abbroda.

 

Beh..,  ogni tanto capita di non concordare... e su questo non sono d'accordo, "mistico distrubato" poi è francamente iperbolico per una personalità musicale ed umana di grande spessore, aperto al mondo, all'esistenzialità, al suo pubblico.., era mica un "cuBo stretto" come herr Karajan.., chiuso in se stesso a sprezzo degli autori per santificare la sua direzione "unica!", ma capisco che apprezzando il mood karavajano diventi difficile apprezzare l'antitetico Celibidache molto considerato nella sua grandezza interpretativa anche dagli altri colleghi coevi. Nello zen c'è anche l'aspetto mistico, Celibidache era in contatto con i monaci zen i quali erano e sono in stretta relazione con i mistici/asceti del cattolicesimo, con la mistica ascesi di San Giovanni della Croce e con la sua estatica  "allieva" santa Teresa d'Avila.
Ma per tornare allo specifico musicale, personalmente non sento maionesi che s'abbrodano nel Bruckner di Celi, riconosciuto quale massimo "esegeta" interpretativo/direttoriale del compositire, sicuramente conoscerai ad esempioo la oramai leggendaria, trionfale interpretazione "senile" della settima diretta nel 1992 con i Berliner, l'ottava con i Munchner Live in Tokyo 1990. Come pure in altre snfonie, non c'è nessuna accumulazione di intensità espressiva la quale invece è "lenta" e penetrante a tempo giusto come un amplesso estenuante che non finisce e mai elevando l'ascoltatore sui livelli più altri del godimento erotico, estetico e poetico che diventano un tutt'uno.

In quanto a Currentzis.., l'altro narciso vezzosetto stendo un velo pietoso, così, al "buio"... me ne assumo la responsabilità ...  :classic_biggrin:

:classic_smile:

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