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Ai confini del Jazz


damiano

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Stasera sono tornato su un gruppo citato da @Gaetanoalberto qualche giorno addietro: Special Edition di Jack DeJohnette. Comprai il cofanetto celebrativo di ECM quando uscì, forse nel 2013 https://www.discogs.com/it/master/3541576-Jack-DeJohnette-Special-Edition e mi sono concentrato sul 4 disco della raccolta Album Album https://www.discogs.com/it/master/384807-Jack-DeJohnettes-Special-Edition-Album-Album dove suonano John Purcell alto e soprano; David Murray tenore; Howard Johnson tuba e sax baritono; Rufus Reid contrabbasso e naturalmente Jack che suona anche piano e tastiere. 

Direi che sono rimasto di sasso perché non me lo ricordavo così bello e soprattutto variegato; profuma di raggae di salsa (non quella di pomodoro) di free che (orrore) definirei "melodico". Intendo dire che, anche nei momenti di improvvisazione spinta, il richiamo melodico è sempre ricorrente ed e evidente...non saprei come spiegarlo meglio, i.e. nell'ultima traccia Zoot Suite, presente anche in Special Edition, un solo molto libero di David Murray viene lanciato da una citazione del tema eseguito dalla tuba di Johnson e si chiude con la ripresa fatta dalla sezione  dei fiati. Insomma bello bello

 

Ciao

D.

 

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7 minuti fa, one4seven ha scritto:

Preso oggi al mercatino

Bel colpo! Io ci provo sempre ai mercatini ma sono poco fortunato 🙂

Un paio di settimane fa ho trovato un disco, che non è raro per niente, Body and Soul di Joe Jackson (merita qualche citazione) e mi hanno chiesto 40 euro 🙃

Ciao

D.

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one4seven
5 ore fa, minollo63 ha scritto:

oltre le 2 ore e mezza


molto oltre... è il risultato della registrazione di 5 serate live.

Una per cd: è un cofanetto di 5 CD (edizione limitata di 515 copie già sparite ovviamente), ogni CD una serata in singola traccia. Totale circa 4 ore. Un mappazzone clamoroso. Ci vuole una settimana per ascoltarlo bene.

https://www.discogs.com/master/3454421-أحمد-Ahmed-Giant-Beauty

Niente LP (e vorrei vedere) ma nemmeno niente streaming tranne che bandcamp che offre i files 24-96.

https://ahmedquartet.bandcamp.com/album/giant-beauty


Mi dispiace ammetterlo... ma stavolta sono ricorso al vecchio p2p... :classic_blush:
 

 

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Gaetanoalberto
2 ore fa, damiano ha scritto:

Album Album https://www.discogs.com/it/master/384807-Jack-DeJohnettes-Special-Edition-Album-Album dove suonano John Purcell alto e soprano; David Murray tenore; Howard Johnson tuba e sax baritono; Rufus Reid contrabbasso e naturalmente Jack che suona anche piano e tastiere. 

Direi che sono rimasto di sasso perché non me lo ricordavo così bello e soprattutto variegato; profuma di raggae di salsa (non quella di pomodoro) di free che (orrore) definirei "melodico". Intendo dire che, anche nei momenti di improvvisazione spinta, il richiamo melodico è sempre ricorrente ed e evidente...non saprei come spiegarlo meglio, i.e. nell'ultima traccia Zoot Suite, presente anche in Special Edition, un solo molto libero di David Murray viene lanciato da una citazione del tema eseguito dalla tuba di Johnson e si chiude con la ripresa fatta dalla sezione  dei fiati. Insomma bello bello

Grazie per aver valorizzato il mio breve contributo, in verità assai barbaro e fugace.

In effetti l'ho trovato di una bellezza ed originalità sconvolgenti.

Chi non lo avesse ascoltato penso farebbe bene a farlo.

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Da buon boomer, che però lavora con AI e cose confinanti, amo il supporto fisico 🙂

E sono riuscito finalmente, vincendo le paure di un acquisto in Giappone, con la trafila di dogana ed altro, a mettere le mani sul Bootleg soundbar del NDR Jazz Workshop del 1979 a Kiel  di Jan Garbarek Group. È la prima formazione, quella con Bill Connors alla chitarra e John Taylor al piano, insieme ai fidi Eberhard Weber e John Christensen. Sono 2 CD perfettamente registrati con ottima scena e musica ancora migliore. Ecco un assaggio

 

 

Ciao 

D.

 

 

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ascoltoebasta

Su consiglio d'un prezioso amico sempre informato riguardo le uscite di dischi di generi che entrambi amiamo,porto a vostra conoscenza,se non lo siete già,questo lavoro di tre bravi musicisti che da alcuni anni suonano assieme,un trio affiatato e in gran spolvero capace di tradurre la propria passione in grande e piacevole musicalità.

 

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analogico_09
Il 12/01/2025 at 19:26, damiano ha scritto:

Special Edition di Jack DeJohnette. Comprai il cofanetto celebrativo di ECM quando uscì, forse nel 2013 https://www.discogs.com/it/master/3541576-Jack-DeJohnette-Special-Edition e mi sono concentrato sul 4 disco della raccolta Album Album https://www.discogs.com/it/master/384807-Jack-DeJohnettes-Special-Edition-Album-Album dove suonano John Purcell alto e soprano; David Murray tenore; Howard Johnson tuba e sax baritono; Rufus Reid contrabbasso e naturalmente Jack che suona anche piano e tastiere. 

Direi che sono rimasto di sasso perché non me lo ricordavo così bello e soprattutto variegato; profuma di raggae di salsa (non quella di pomodoro) di free che (orrore) definirei "melodico". Intendo dire che, anche nei momenti di improvvisazione spinta, il richiamo melodico è sempre ricorrente ed e evidente...non saprei come spiegarlo meglio,

 

 

Scusa Damnia, se provo a condividere la mia sensazione la quale sarebbe che questo brano (non ho ascoltato gli altri del cofanetto, provvederò sull'onda di questo primo apprezzabile ascolto) vi sia la "tradizione" del jazz, lo swing delle big band nere anni'30, l'orchesta di Duke Ellington, lo stile jungle, lo swing l'eco, "melodico" di Mood "Indigo" con innesti improssisativi alla Mingus, c'è il free, c'è il fantastico assolo di Howard Johnson al sax baritono, e tutto il resto che mi sembra camminare per i migliori sentieri del jazz "ento le mura"... credo sia un peccato considerarlo ai suoi "confini" tuttavia, figuriamoci, si potrà andare anche oltre il genere "stretto", ma "allora ditelo".., mi pare vedere molti contributi che escono ed entrano entro e fuori i confini, o che siano del tutto fuori i "confini" segnati dal titolo del topic, in maniera un po' disinvolta spero che non arrivi Trump a mettere dogane pure nel nostro forum... :classic_laugh:

 

 

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Bella riflessione Peppe, bella e simpatica 🙂

Le dogane le facciamo pensare ai Trump di turno e noi ce ne sbattiamo, che siamo meglio sicuramente 🙂

Sul dentro e fuori, non saprei come rispondere alla domanda.

Secondo me è fuori perché è vero che si sentono come dici giustamente echi di Mingus, di Ellington ed aggiungo, anche di Coleman e secondo me gli echi non sono sufficienti a determinare una categoria. Ad esempio Metheny cita Coleman ad ogni piè sospinto eppure è fuori, o no ? 🤣 

Ci vorrebbe uno bravo, e me ne viene in mente solo uno, perché è sicuramente un lavoro di avanguardia che in giro ho trovato catalogato anche come "free funk", che non sapevo esistesse. Quindi l'ho interpretato al confine; la cosa importante è che sia buona musica e che tanti partecipino.

Ciao

D.

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analogico_09
3 ore fa, damiano ha scritto:

Quindi l'ho interpretato al confine; la cosa importante è che sia buona musica e che tanti partecipino.

 

 

Oh, ecco, perfetto Damiano, strada facendo si potrà anche aggiornare l'idea iniziale per non doversi sentire stretti nelle etichette però viene un po' alterata natura del topic che potrebbe diventare definitivamente una sorta di refugium peccatorun di tutte le musiche più o meno "spurie" o inclassifilcabi più o meno vicine e lontane dal jazz. E' molto bello è im portante che si possa condividere delle buona musica, ma aldilà delle strette etichettature, le identità estetiche, culturali, storiche, etc del varie realtà musicali non credo che sia utile accorparle tutte in un unico calderone indifferenzato.

Abbiamo la possibilità di aprire più topic specifici non rigidi ma neppure troppo dispersivi o generici, tuttologi, personalmente preferisco parlare di jazz, di musica afroamericana negli spazi ad essa dedicati, di rock, di classica, di fusione di world, etnicas, "esotica" etc, idem con patate, con tutti i complementari e possibilmente pertinenti giri di boa. In questo il senso di una discussione libera ma coerente con il tema dato.

Una tantum si potrebbe dire, qui o altrove, ma da non farlo spèesso, di quanto jazz, swing antesignani vi sia nella musica di Vivaldi o di Bach nelle cui Passioni specialmente, nei "numeri" del coro in cui la turba inferocita davanti a Pilato dileggia e grida contro Gesù Cristo kreuzighe, kreuzighe!  od invocando il nome di Barrabam "libero", la cui rappresentazione sonora  affidata ad una base musicale ritmica molto concitata e fugata che ricorda davvero lo swing scattante delle più celebrate orchestre jazz degli '30 e '40 e anche di jazz da organici più ridotti.

I giudei gridano a Pilato: lasse du diesen los (Se liberi costui ... non sei amico dell'imperatore...) si stacca il coro dal recitativo e subito viene da battere il tallone del piede e schioccare le dita... Non che siano la stessa cosa ma si rimarca secondo me uno degli aspetti semantico-linguistici, od imitativi, retorici, artefizi retorici presenti in tutti i linguaggi musicali diversamente strutturati ma con un'idea ritmica di base simile.

 

 

Il Coleman che è in Metheny, o il Metheny che era già in coleman... :classic_biggrin: lo dovrei riascoltare, così a freddo non riesco ad evidenziarlo, quindi opotrei averslonpercepito come incidentale, mentre mi pare che le aderenze al jazz di cui ho parlato circa il brano di  DeJohnette siano più riconoscibili e dirette, apertamente afroamericane:  l'assolo di Howard Johnson è esemplarmente in jazz. Ma non poniamoci limiti, strada facendo quando uno esce di casa si accorge che ad ogni giro di isolato c'èm sempre una nuova avventura che ci aspetta.., perchè scansarla... :classic_wink:

 

 

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2 ore fa, egalli ha scritto:

sotto sotto genere dalle prime esperienze dei Prime Time di Ornette in particolare nei lavori come "Dancing in Your Head", "Body Meta" e "Of Human Feelings"

La citazione colemaniana l'avevo colta, anche se non ho fatto riferimento a Prime Time che conosco poco. Io sono innamorato di Coleman ma la "divagazione" di Prime Time non l'ho mai capita fino in fondo, sicuramente per un mio limite. Comprai Body Meta nel 77, mi pare di ricordare, dove ci sono molti dei musicisti che citi nel tuo scritto, ma rimasi deluso; pensai "come è diventato scarno!". Evidentemente la sottrazione doveva essere compensata dalla ricchezza ritmica. Ricordo anche che una delle tracce della prima facciata di Body Meta contiene un chiaro richiamo a "Long Time no See" uno dei pezzi minori di Coleman che però ha una costruzione armonica (!) spettacolare e particolare che, alle mie orecchie, lo rendono magnifico.

 

 

 

 

 

 

Ciao

D.

 

 

 

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