Ivo Antonio Inviato 12 Gennaio Inviato 12 Gennaio Una vecchia incisione che risale al 1969, ancora molto apprezzata e ristampata in vinile.
Questo è un messaggio popolare. minollo63 Inviato 12 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Gennaio Shabaka, per incidere e pubblicare il suo lavoro più recente, nella primavera dell’anno appena concluso, dal titolo “Perceive Its Beauty, Acknowledge Its Grace” primo da solista, cerca di dare una svolta alla sua storia musicale. Coglie così l’occasione per “accantonare”: il proprio cognome (Hutchings), i vari collettivi jazz di cui è l’anima portante (Ancestors, Sons Of Kemet e The Comet Is Coming) e per finire anche il suo strumento principe (il sassofono tenore). Da queste premesse lo scarto che si coglie con i lavori precedenti è notevole ma non ci si deve scoraggiare perché il musicista britannico si avvale di alcuni “assi nella manica” o meglio di collaboratori che ne sanno parecchio di musica suonata: Jason Moran, Moses Sumney, Lianne La Havas, Floating Points, Esperanza Spalding e André 3000 solo per citarne alcuni (!), che lo attorniano avvalendosi di tanti strumenti, anche insoliti per il genere, tanto che lui stesso si cimenta con un nuovo strumento: il giapponese flauto shakuhachi, che ha imparato a suonare proprio per l’occasione. Quindi uno potrebbe pensare che di jazz ce ne sia poco nei dintorni… invece c’è, ma è “diverso”, più spirituale. Così come diverso deve essere l’approccio dell’ascoltatore che si deve lasciare trasportare, o immergersi, in un universo sonoro fatto di sonorità più soavi e leggere, in un’atmosfera quasi magica, per dedicarsi completamente alla lettura introspettiva della musica, sia per chi la produce, il nostro Shabaka, che per chi l’ascolta. Perché la vita così andrebbe vissuta da ognuno di noi… Ciao ☮️ Stefano R. 3
damiano Inviato 12 Gennaio Autore Inviato 12 Gennaio Stasera sono tornato su un gruppo citato da @Gaetanoalberto qualche giorno addietro: Special Edition di Jack DeJohnette. Comprai il cofanetto celebrativo di ECM quando uscì, forse nel 2013 https://www.discogs.com/it/master/3541576-Jack-DeJohnette-Special-Edition e mi sono concentrato sul 4 disco della raccolta Album Album https://www.discogs.com/it/master/384807-Jack-DeJohnettes-Special-Edition-Album-Album dove suonano John Purcell alto e soprano; David Murray tenore; Howard Johnson tuba e sax baritono; Rufus Reid contrabbasso e naturalmente Jack che suona anche piano e tastiere. Direi che sono rimasto di sasso perché non me lo ricordavo così bello e soprattutto variegato; profuma di raggae di salsa (non quella di pomodoro) di free che (orrore) definirei "melodico". Intendo dire che, anche nei momenti di improvvisazione spinta, il richiamo melodico è sempre ricorrente ed e evidente...non saprei come spiegarlo meglio, i.e. nell'ultima traccia Zoot Suite, presente anche in Special Edition, un solo molto libero di David Murray viene lanciato da una citazione del tema eseguito dalla tuba di Johnson e si chiude con la ripresa fatta dalla sezione dei fiati. Insomma bello bello Ciao D. 2
one4seven Inviato 12 Gennaio Inviato 12 Gennaio @damiano eh ma te guarda il caso... Preso oggi al mercatino... Special Edition ma sotto MCA/Impulse. . 2
damiano Inviato 12 Gennaio Autore Inviato 12 Gennaio 7 minuti fa, one4seven ha scritto: Preso oggi al mercatino Bel colpo! Io ci provo sempre ai mercatini ma sono poco fortunato 🙂 Un paio di settimane fa ho trovato un disco, che non è raro per niente, Body and Soul di Joe Jackson (merita qualche citazione) e mi hanno chiesto 40 euro 🙃 Ciao D.
one4seven Inviato 12 Gennaio Inviato 12 Gennaio 7 minuti fa, damiano ha scritto: Body and Soul di Joe Jackson Immancabile... È uno di quei titoli che si trovavano a 5€ solo un paio di anni fa. De Johnette è venuto via per 20€ (è un doppio su LP). Probabile che stava lì da un bel po'... 1
one4seven Inviato 12 Gennaio Inviato 12 Gennaio 5 ore fa, minollo63 ha scritto: oltre le 2 ore e mezza molto oltre... è il risultato della registrazione di 5 serate live. Una per cd: è un cofanetto di 5 CD (edizione limitata di 515 copie già sparite ovviamente), ogni CD una serata in singola traccia. Totale circa 4 ore. Un mappazzone clamoroso. Ci vuole una settimana per ascoltarlo bene. https://www.discogs.com/master/3454421-أحمد-Ahmed-Giant-Beauty Niente LP (e vorrei vedere) ma nemmeno niente streaming tranne che bandcamp che offre i files 24-96. https://ahmedquartet.bandcamp.com/album/giant-beauty Mi dispiace ammetterlo... ma stavolta sono ricorso al vecchio p2p... 1 1
Gaetanoalberto Inviato 12 Gennaio Inviato 12 Gennaio 2 ore fa, damiano ha scritto: Album Album https://www.discogs.com/it/master/384807-Jack-DeJohnettes-Special-Edition-Album-Album dove suonano John Purcell alto e soprano; David Murray tenore; Howard Johnson tuba e sax baritono; Rufus Reid contrabbasso e naturalmente Jack che suona anche piano e tastiere. Direi che sono rimasto di sasso perché non me lo ricordavo così bello e soprattutto variegato; profuma di raggae di salsa (non quella di pomodoro) di free che (orrore) definirei "melodico". Intendo dire che, anche nei momenti di improvvisazione spinta, il richiamo melodico è sempre ricorrente ed e evidente...non saprei come spiegarlo meglio, i.e. nell'ultima traccia Zoot Suite, presente anche in Special Edition, un solo molto libero di David Murray viene lanciato da una citazione del tema eseguito dalla tuba di Johnson e si chiude con la ripresa fatta dalla sezione dei fiati. Insomma bello bello Grazie per aver valorizzato il mio breve contributo, in verità assai barbaro e fugace. In effetti l'ho trovato di una bellezza ed originalità sconvolgenti. Chi non lo avesse ascoltato penso farebbe bene a farlo. 1
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 12 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 12 Gennaio Non ricordo se lo avete già citato, magari sono stato io, dato che lo ascolto ogni tanto con piacere. In questo caso penso potremmo parlare di melodie che si possono ritenere piuttosto "dentro", ma nelle quali sono le atmosfere a richiamare i confini. La tromba di Ibrahim richiama nostalgie ed un tocco di malinconia che mi piace molto, a cavallo tra latinità e sfumature di deserto, che facilmente si con-fondono. 3
damiano Inviato 13 Gennaio Autore Inviato 13 Gennaio Da buon boomer, che però lavora con AI e cose confinanti, amo il supporto fisico 🙂 E sono riuscito finalmente, vincendo le paure di un acquisto in Giappone, con la trafila di dogana ed altro, a mettere le mani sul Bootleg soundbar del NDR Jazz Workshop del 1979 a Kiel di Jan Garbarek Group. È la prima formazione, quella con Bill Connors alla chitarra e John Taylor al piano, insieme ai fidi Eberhard Weber e John Christensen. Sono 2 CD perfettamente registrati con ottima scena e musica ancora migliore. Ecco un assaggio Ciao D. 2
ascoltoebasta Inviato 13 Gennaio Inviato 13 Gennaio Su consiglio d'un prezioso amico sempre informato riguardo le uscite di dischi di generi che entrambi amiamo,porto a vostra conoscenza,se non lo siete già,questo lavoro di tre bravi musicisti che da alcuni anni suonano assieme,un trio affiatato e in gran spolvero capace di tradurre la propria passione in grande e piacevole musicalità. 1
analogico_09 Inviato 13 Gennaio Inviato 13 Gennaio Il 12/01/2025 at 19:26, damiano ha scritto: Special Edition di Jack DeJohnette. Comprai il cofanetto celebrativo di ECM quando uscì, forse nel 2013 https://www.discogs.com/it/master/3541576-Jack-DeJohnette-Special-Edition e mi sono concentrato sul 4 disco della raccolta Album Album https://www.discogs.com/it/master/384807-Jack-DeJohnettes-Special-Edition-Album-Album dove suonano John Purcell alto e soprano; David Murray tenore; Howard Johnson tuba e sax baritono; Rufus Reid contrabbasso e naturalmente Jack che suona anche piano e tastiere. Direi che sono rimasto di sasso perché non me lo ricordavo così bello e soprattutto variegato; profuma di raggae di salsa (non quella di pomodoro) di free che (orrore) definirei "melodico". Intendo dire che, anche nei momenti di improvvisazione spinta, il richiamo melodico è sempre ricorrente ed e evidente...non saprei come spiegarlo meglio, Scusa Damnia, se provo a condividere la mia sensazione la quale sarebbe che questo brano (non ho ascoltato gli altri del cofanetto, provvederò sull'onda di questo primo apprezzabile ascolto) vi sia la "tradizione" del jazz, lo swing delle big band nere anni'30, l'orchesta di Duke Ellington, lo stile jungle, lo swing l'eco, "melodico" di Mood "Indigo" con innesti improssisativi alla Mingus, c'è il free, c'è il fantastico assolo di Howard Johnson al sax baritono, e tutto il resto che mi sembra camminare per i migliori sentieri del jazz "ento le mura"... credo sia un peccato considerarlo ai suoi "confini" tuttavia, figuriamoci, si potrà andare anche oltre il genere "stretto", ma "allora ditelo".., mi pare vedere molti contributi che escono ed entrano entro e fuori i confini, o che siano del tutto fuori i "confini" segnati dal titolo del topic, in maniera un po' disinvolta spero che non arrivi Trump a mettere dogane pure nel nostro forum... 1
damiano Inviato 14 Gennaio Autore Inviato 14 Gennaio Bella riflessione Peppe, bella e simpatica 🙂 Le dogane le facciamo pensare ai Trump di turno e noi ce ne sbattiamo, che siamo meglio sicuramente 🙂 Sul dentro e fuori, non saprei come rispondere alla domanda. Secondo me è fuori perché è vero che si sentono come dici giustamente echi di Mingus, di Ellington ed aggiungo, anche di Coleman e secondo me gli echi non sono sufficienti a determinare una categoria. Ad esempio Metheny cita Coleman ad ogni piè sospinto eppure è fuori, o no ? 🤣 Ci vorrebbe uno bravo, e me ne viene in mente solo uno, perché è sicuramente un lavoro di avanguardia che in giro ho trovato catalogato anche come "free funk", che non sapevo esistesse. Quindi l'ho interpretato al confine; la cosa importante è che sia buona musica e che tanti partecipino. Ciao D.
Questo è un messaggio popolare. egalli Inviato 14 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 14 Gennaio 2 ore fa, damiano ha scritto: Bella riflessione Peppe, bella e simpatica 🙂 Le dogane le facciamo pensare ai Trump di turno e noi ce ne sbattiamo, che siamo meglio sicuramente 🙂 Sul dentro e fuori, non saprei come rispondere alla domanda. Secondo me è fuori perché è vero che si sentono come dici giustamente echi di Mingus, di Ellington ed aggiungo, anche di Coleman e secondo me gli echi non sono sufficienti a determinare una categoria. Ad esempio Metheny cita Coleman ad ogni piè sospinto eppure è fuori, o no ? 🤣 Ci vorrebbe uno bravo, e me ne viene in mente solo uno, perché è sicuramente un lavoro di avanguardia che in giro ho trovato catalogato anche come "free funk", che non sapevo esistesse. Quindi l'ho interpretato al confine; la cosa importante è che sia buona musica e che tanti partecipino. Ciao D. Ciao se posso darti qualche suggerimento sparso riguardo al free funk (anche se non credo tu ne abbia bisogno) c'è in effetti una linea evolutiva non troppo difficile da rintracciare che farebbe partire la genesi di questo sotto sotto genere dalle prime esperienze dei Prime Time di Ornette in particolare nei lavori come "Dancing in Your Head", "Body Meta" e "Of Human Feelings", risalenti alla fine degli anni '70. Band dove ad un certo punto è apparso quel fuoriclasse di Jamaladeen Tacuma, bassista inarrivabile, che partendo da quella esperienza diventa presto il capostipite del genere, prima con i suoi album (più incentrati sul funky anche se fortemente contaminato da rimandi al free stampati su Gramavision), poi con la collaborazione con il chitarrista e cantante James Blood Ulmer (ma anche David Murray). anch'esso del giro Prime Time e capace di ospitare Ornette nel suo seminale album del 1978 "Tales of Captain Black" per poi realizzare albums interessantissimi come "Free Lancing" del 1981, con Oliver Lake e lo stesso David Murray. I Prime Time li vidi a Roma al Circo Massimo una vita fa e Jamaladeen davvero rubò la scena con il vecchio Ornette un pò in disparte ma sempre meraviglioso soprattutto al soprano e al saxello (meno al violino, ma si sa....). E sempre dall'area Ornette Coleman fuoriuscì un altro meraviglioso dimenticato come il batterista Ronald Shannon Jackson e i suoi Decoding Society (con Vernon Reid poi leader dei Living Colour e Melvin Gibbs poi con i Defunkt) che sempre in ambito free-funk seppe dare alla luce capolavori oggiforse un pò dimenticati come "Mandance" del 1983 e "Decode Yourself" del 1985. Tra l'altro anche lui di Fort Woth come Coleman. Musica brulicante con soluzioni dinamiche spesso innovative (ma Miles è sempre in agguato) densa di orgoglio nero, che trasuda blackness da ogni poro e che pur in una logica ritmica binaria e molto scandita sapeva articolarsi sul piano timbrico con una fantasia che oggi appare sovrumana. Infine un ascolto lo darei anche ai Defunkt di Melvin Gibbs e Joseph Bowie (fratello di Lester...aggancio inevitabile al Jack De Johnette delle Directions), capaci di una spinta ritmica e un groove semplicemente pazzesco, e al chitarrista Jean-Paul Bourelly che secondo me chiude un pò questa stagione breve ma interessantissima della musica improvvisata afro-americana. Un saluto 4 1
damiano Inviato 14 Gennaio Autore Inviato 14 Gennaio 20 minuti fa, egalli ha scritto: Ciao se posso darti qualche suggerimento sparso riguardo al free funk (anche se non credo tu ne abbia bisogno Grazie 1000 per il contributo eccellentissimo 🙂 Ciao D.
analogico_09 Inviato 14 Gennaio Inviato 14 Gennaio 3 ore fa, damiano ha scritto: Quindi l'ho interpretato al confine; la cosa importante è che sia buona musica e che tanti partecipino. Oh, ecco, perfetto Damiano, strada facendo si potrà anche aggiornare l'idea iniziale per non doversi sentire stretti nelle etichette però viene un po' alterata natura del topic che potrebbe diventare definitivamente una sorta di refugium peccatorun di tutte le musiche più o meno "spurie" o inclassifilcabi più o meno vicine e lontane dal jazz. E' molto bello è im portante che si possa condividere delle buona musica, ma aldilà delle strette etichettature, le identità estetiche, culturali, storiche, etc del varie realtà musicali non credo che sia utile accorparle tutte in un unico calderone indifferenzato. Abbiamo la possibilità di aprire più topic specifici non rigidi ma neppure troppo dispersivi o generici, tuttologi, personalmente preferisco parlare di jazz, di musica afroamericana negli spazi ad essa dedicati, di rock, di classica, di fusione di world, etnicas, "esotica" etc, idem con patate, con tutti i complementari e possibilmente pertinenti giri di boa. In questo il senso di una discussione libera ma coerente con il tema dato. Una tantum si potrebbe dire, qui o altrove, ma da non farlo spèesso, di quanto jazz, swing antesignani vi sia nella musica di Vivaldi o di Bach nelle cui Passioni specialmente, nei "numeri" del coro in cui la turba inferocita davanti a Pilato dileggia e grida contro Gesù Cristo kreuzighe, kreuzighe! od invocando il nome di Barrabam "libero", la cui rappresentazione sonora affidata ad una base musicale ritmica molto concitata e fugata che ricorda davvero lo swing scattante delle più celebrate orchestre jazz degli '30 e '40 e anche di jazz da organici più ridotti. I giudei gridano a Pilato: lasse du diesen los (Se liberi costui ... non sei amico dell'imperatore...) si stacca il coro dal recitativo e subito viene da battere il tallone del piede e schioccare le dita... Non che siano la stessa cosa ma si rimarca secondo me uno degli aspetti semantico-linguistici, od imitativi, retorici, artefizi retorici presenti in tutti i linguaggi musicali diversamente strutturati ma con un'idea ritmica di base simile. Il Coleman che è in Metheny, o il Metheny che era già in coleman... lo dovrei riascoltare, così a freddo non riesco ad evidenziarlo, quindi opotrei averslonpercepito come incidentale, mentre mi pare che le aderenze al jazz di cui ho parlato circa il brano di DeJohnette siano più riconoscibili e dirette, apertamente afroamericane: l'assolo di Howard Johnson è esemplarmente in jazz. Ma non poniamoci limiti, strada facendo quando uno esce di casa si accorge che ad ogni giro di isolato c'èm sempre una nuova avventura che ci aspetta.., perchè scansarla... 1
damiano Inviato 14 Gennaio Autore Inviato 14 Gennaio 2 ore fa, egalli ha scritto: sotto sotto genere dalle prime esperienze dei Prime Time di Ornette in particolare nei lavori come "Dancing in Your Head", "Body Meta" e "Of Human Feelings" La citazione colemaniana l'avevo colta, anche se non ho fatto riferimento a Prime Time che conosco poco. Io sono innamorato di Coleman ma la "divagazione" di Prime Time non l'ho mai capita fino in fondo, sicuramente per un mio limite. Comprai Body Meta nel 77, mi pare di ricordare, dove ci sono molti dei musicisti che citi nel tuo scritto, ma rimasi deluso; pensai "come è diventato scarno!". Evidentemente la sottrazione doveva essere compensata dalla ricchezza ritmica. Ricordo anche che una delle tracce della prima facciata di Body Meta contiene un chiaro richiamo a "Long Time no See" uno dei pezzi minori di Coleman che però ha una costruzione armonica (!) spettacolare e particolare che, alle mie orecchie, lo rendono magnifico. Ciao D. 1 1
Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 14 Gennaio Questo è un messaggio popolare. Inviato 14 Gennaio 2 ore fa, egalli ha scritto: la collaborazione con il chitarrista e cantante James Blood Ulmer (ma anche David Murray). anch'esso del giro Prime Time e capace di ospitare Ornette nel suo seminale album del 1978 "Tales of Captain Black" per poi realizzare albums interessantissimi come "Free Lancing" del 1981, con Oliver Lake e lo stesso David Murray. Grazie anche a te di questi interventi cos' articolati dai quali, insiema agli di @damiano e degli altri c'è sempre da imparare. E' davvero un piacere discutere su questi livelli di passione e di esperienze di ascolto, nel vostro caso, tue e di Damiano, e del fare musica (ne ho fatta anch'hio, per diletto, ma nella classica. Il jazz mi ha sempre intimorito... anche se Enrico Pieranunzi che ho avuito modo di incrociare tanti anni fa, cercò di dissuadermi e di incoraggirmi... fine spot autoreferenziale... Di quanto abbia condiviso ho conoscenze approssimative, di Ulmer, ottimo strumentista e cantante di autentica araldica afroamerica, ho un progetto discografico jazz-funk registrato nel 1987 insieme a Geroge Adams al sax tenore, altro spirito "nero" ex mingusiano presente negli estremi quintetti del contrabbassista che ho avuto il privilegio di ascoltare più volte in concerto. Phalanx – Got Something Good For You / con Amin Ali, basso elettrico; Calvin Eston, batteria Il beat, il "song" è blues, soul, jazz... 3
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora