nullo Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 1 ora fa, senek65 ha scritto: Niente, ma ogni tanto è buona cosa rammentarlo, così da usare qualche secondo la coscienza prima di riporla pulita nell'armadio. anche questo fa parte della "rappresentazione" pubblica che dovrebbe tenere il borghese di cui si accennava sopra, o una forma di ipocrisia diretta a sé stessi e da fare in privato?
senek65 Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 2 ore fa, nullo ha scritto: anche questo fa parte della "rappresentazione" pubblica che dovrebbe tenere il borghese di cui si accennava sopra, o una forma di ipocrisia diretta a sé stessi e da fare in privato? E' lo stesso, basta la consapevolezza. C'è una comprensibile deriva all'autoassoluzione: farsi venire qualche dubbio, anche solo di tanto in tanto, crea una, seppur minina, speranza.
Gaetanoalberto Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 Però l'aspirazione a rappresentarsi più in alto esiste. Non so se sia un problema individuale o di "classe". Certo è un problema culturale. Non pochi attribuiscono valore al benessere raggiunto, che sarebbe ex sé il primo e misurabile indice di superiorità: una certa ostentazione, più o meno velata (dall'operaio con la suv con tre appartamenti e reddito conseguito all'estero, al possessore di hiend stratosferico, alcuni che proprio dicono, altri che lasciano intuire, ravanando ancora più a fondo sull'invidia altrui). Altri, più intellettuali che ricchi, girano il coltello sulla più o meno evidente ignoranza altrui (qui l'amico Savgal mi accoltellerà, dato che trovo spesso questo atteggiamento negli insegnanti di materie umanistiche 😁 - L'altra sera ero con un DS e due insegnanti laureati in lettere ed un insegnante di filosofia e mi sono divertito a provocarli 🤣🤣). Ricordo mia madre, insegnante, quando parlava dei con gentilezza ma sopracciglio, dei "figli di famiglie contadine". Questa però è un eredità non necessariamente buona di quel passato che forse non era proprio così roseo. Comunque sono atteggiamenti secolari.
dariob Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 5 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Però l'aspirazione a rappresentarsi più in alto esiste. Non so se sia un problema individuale o di "classe". Certo è un problema culturale. Tutti abbiamo piacere di mostrare agli altri il lato migliore di noi. Non è un problema (e non riguarda la presunta rigida divisione delle classi), se ho un buco nella maglia cercherò di nasconderlo. Allo stesso modo, ad esempio, avrò piacere di mostrare la mia bella casa, o l'impianto. - Il problema è quantitativo: riguarda il volersi rappresentare diversi dalla realtà, e la conseguente frustrazione. Questo significa la mancata accettazione di se stessi. L'infelicità imho è tutta qui. 2
Savgal Inviato 3 Dicembre 2024 Autore Inviato 3 Dicembre 2024 @Gaetanoalberto Evidenzio un punto, altrimenti le argomentazioni non hanno la dovuta chiarezza. Quando cito Leibniz che scriveva: "Gli uomini agiscono come le bestie, in quanto le successioni delle loro percezioni non dipendono che dal principio della memoria e assomigliano ai medici empirici che hanno una mera pratica senza teoria. E noi non siamo che empirici per i tre quarti delle nostre azioni. Per esempio quando ci aspettiamo che faccia giorno domani agiamo da empirici, perché questo è sempre accaduto così sin qui. Solo l’astronomo giudica attraverso la ragione." Intendo dire che in molti dei nostri comportamenti agiamo come degli automi. L'habitus acquisito in famiglia durante l'infanzia, le abitudini inconsce con cui si valuta e si agisce, determina molti dei nostri comportamenti. La convinzione della trasparenza del persona a sé stessa è fondamentalmente un residuo adolescenziale di cui non ci si libera, con la conseguenza che ogni opacità in noi stessi, di cui non siamo in grado di liberarci, si trasforma inevitabilmente in incapacità di comprendere l'altro. Uomini e donne più che ai loro tempi assomigliano ai loro padri e alle loro madri, certi comportamenti sono appunto atteggiamenti, abitudini secolari, di cui non ci si libera con un atto di volontà. Che inconsapevolmente vi sia un qualcosa che spinge a marcare le differenze è un dato di fatto che si coglie con un'osservazione neppure troppo acuta. Il laureato in discipline umanistiche che vuole marcare la differenza mostrando il proprio capitale culturale è un esempio. Ma lo è anche (nel nostro lavoro) la differenza che ostentano gli amministrativi con i collaboratori scolastici (bidelli), nonostante l'esigua differenza di retribuzione. Ancora più evidente è l'ostentazione del collaboratore scolastico divenuto amministrativo nei confronti dei suoi ex colleghi, che ho avuto occasione di osservare. Non è una forzatura sostenere che il fascismo sia stata anche la reazione della piccola borghesia alla prospettiva di veder ridurre o addirittura svanire le differenze con il proletariato, il "popolino" di miei suoceri. L'individualismo borghese si è universalizzato, senza i limiti posti dalla cultura, dalla razionalità e dall'habitus borghese, mostrandosi come vanità, narcisismo, che è inevitabilmente ferito nel corso della quasi totalità delle relazioni sociali. P.S.: le reazioni di tua madre non erano diverse da quelle dei miei suoceri. Ho osservato che gli insegnanti gratificano la loro vanità nel momento in cui i loro alunni o studenti appartengono ad una classe sociale superiore alla loro. Un comportamento simile, ma ancor più accentuato, lo si nota nelle commesse dei negozi di lusso, che si comportano come se appartenessero alla stessa classe sociale dei loro clienti.
Gaetanoalberto Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 43 minuti fa, Savgal ha scritto: e gli insegnanti gratificano la loro vanità nel momento in cui i loro alunni o studenti appartengono ad una classe sociale superiore alla loro Quelli che votano Forza Italia 😃 Poi ci sono quelli di Rifondazione che invece godono nel torturare chi non impara Dante a memoria senza rendersi disponibili per i corsi di recupero 😁 Sia chiaro che quanto scrivo deve interpretarsi tra il serio ed il faceto... Non so se qualcuno dei forumers va alle riunioni del Rotary o dei Lions ...
Savgal Inviato 3 Dicembre 2024 Autore Inviato 3 Dicembre 2024 @Gaetanoalberto Non sono socio, ma a scuola ospito spesso entrambe le associazioni.
extermination Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 3 ore fa, Savgal ha scritto: Un comportamento simile, ma ancor più accentuato, lo si nota nelle commesse dei negozi di lusso, che si comportano come se appartenessero alla stessa classe sociale dei loro clienti. Questa, a casa mia, si definisce professionalità. 1
dariob Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 38 minuti fa, extermination ha scritto: Questa, a casa mia, si definisce professionalità. Giusto! Il resto testimonia che La Scoperta Dell'Acqua Calda viene spesso reiterata, pur con un bagaglio notevole di letteratura citata. 1
Savgal Inviato 3 Dicembre 2024 Autore Inviato 3 Dicembre 2024 Dopo otto pagine non è ancora chiara la tesi del thread, ossia che gli hexeis di Aristotele, l'habitus in latino fatto proprio dalla sociologia, lo si acquisisce davvero se è una tua seconda natura e questa è tale se si è vissuti ed educati in quell'ambiente, altrimenti i comportamenti appaiono affettati. E' l'immagine della borghesia di Proust citata all'inizio. Quanto alle commesse dei negozi di lusso, scriveva di Charles Wright Mills in "Colletti bianchi. La classe media americana" Le commesse dei grandi magazzini delle grosse città spesso tentano di trarre prestigio dai clienti, ma nel grande via vai di sconosciuti il tentativo altrettanto spesso fallisce e, in effetti, si risolve a volte in una sensazione di scoraggiata impotenza. Uno dei risultati è l'odio per le clienti, riscontrabile spesso in forma intensa: la cliente diviene il principale obiettivo dell'ostilità delle commesse, giacché è una fonte piú che plausibile di irritazione e, di solito, un bersaglio sicuro. Le commesse in questi grandi negozi di città possono avere atteggiamenti possessivi nei confronti delle loro <<clienti regolari» ed essere gelose di quelle delle colleghe, ma in- tanto quando le clienti piú danarose escono dal negozio le << critiche >> alle loro spalle abbondano, e l'invidia è palese. << L'argomento di cui parliamo di piú - dice una commessa sono le clienti. Appena se ne vanno gli rifacciamo il verso». Spesso le commesse cercano di identificarsi con la clientela, ma in genere il tentativo abortisce. Si deve dire che << cercano >> di identificarsi perché: 1) La maggior parte delle clienti sono delle sconosciute, e quindi il contatto è breve. 2) Le differenze di classe sono frequentemente accentuate dal contrasto netto e scoraggiante fra quello che si ha in casa e il negozio, la clientela, le merci esposte. << Lavori in mezzo a bella roba che non puoi comperare, vedi gente ricca e abituata alle comodità che la compra. Quando torni a casa coi tuoi [pochi soldi che prendi] non ti senti proprio una signora distinta, ti senti umiliata.
Savgal Inviato 3 Dicembre 2024 Autore Inviato 3 Dicembre 2024 @Gaetanoalberto A proposito di invidia e Forza Italia, ricordo che pochi anni fa si sosteneva che soffrissero di "invidia sociale" tutti coloro che non erano elettori del suo partito, la locuzione è oggi scomparsa dalla polemica politica e sarebbe interessante capire per quale ragione. Tornando in tema del thread, uno dei caratteri della piccola borghesia (da cui provengo) è una certa pretenziosità, non poche volte fuori luogo, che non era e qualche volta non è facile contenere. Ne ho attribuito la ragione considerandola una forma di compensazione ad un senso di inferiorità nei confronti di aveva una collocazione sociale superiore nonché di contrasto all'educazione alla subalternità, al timore e al rispetto della gerarchia.
Gaetanoalberto Inviato 3 Dicembre 2024 Inviato 3 Dicembre 2024 8 minuti fa, Savgal ha scritto: uno dei caratteri della piccola borghesia (da cui provengo) è una certa pretenziosità, non poche volte fuori luogo, che non era e qualche volta non è facile contenere. Concordo, durante la frequentazione del forum si incontra. Tuttavia lo sforzo di contenerla potrebbe nascondere il tentativo di rispondere appieno al modello dell'alta borghesia. Tornando alle ragioni di alcuni spunti lanciati, Lions e Rotary, ai quali dovremmo affiancare il Kiwanis, tra l'altro definendone la posizione nell'ipotetico ordine di distinzione, i soci a quale borghesia appartengono, o meglio, in quali tratti tra quelli descritti possiamo identificarli?
loureediano Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 Mia mamma e mio papà appartengono sicuramente alla alta borghesia dei tempi. Mia madre mi raccontava spesso della miseria durante la guerra e di come loro proprietari terrieri non facevano mancare il pane l'olio le olive le uova a chi ne aveva bisogno. Mio padre aveva il papà titolare di tabaccheria e di negozio di alimentari. Mio papà fa parte di un ramo di nobile famiglia, ma come sapete un tempo pigliava quasi tutto il primogenito, suo padre non lo era ma se la cavo molto bene. Ho parenti con il mio stesso cognome molto benestanti. Mia mamma e mio papà si sono trasferiti in riviera da giovani ma non tanto, mia mamma 30 e mio papà 36 Lei aveva un carattere che dire buono è poco, pertanto aveva amiche di ogni ceto, e le sue 2 migliori amiche erano appartenenti una alla borghesia e l'altra al proletariato. Come del resto tutte le altre amiche minori. Io ho imparato da lei che le persone non si giudicano dal portafoglio. I mie migliori amici appartengono al proletariato. I ricchi mi hanno sempre annoiato
extermination Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 In ogni caso, a mio modo di vedere, una tentata spiegazione ai “ fenomeni sociali” di oggi, non va fatta prendendo a riferimento una letteratura “datata” risalente a decenni addietro ed obsoleta su aspetti ( anche psicologici) tutt’altro che irrilevanti.
dariob Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 2 ore fa, extermination ha scritto: In ogni caso, a mio modo di vedere, una tentata spiegazione ai “ fenomeni sociali” di oggi, non va fatta prendendo a riferimento una letteratura “datata” risalente a decenni addietro ed obsoleta su aspetti ( anche psicologici) tutt’altro che irrilevanti. Parrebbe ovvio! E la grande quantità di letteratura esibita citata, in un senso conforta e fornisce supporto, in un altro può sottintendere difficoltà ad esprimere una visione originale avulsa da categorie ideologiche. Le quali ultime altrettanto ovviamente ostacolano il discernimento. Un po' come usare una vecchia cara chiave arrugginita e spanata avendo a disposizione uno svitatore elettrico.
Savgal Inviato 4 Dicembre 2024 Autore Inviato 4 Dicembre 2024 @extermination Richiami a lavori più recenti sarebbero graditi.
extermination Inviato 4 Dicembre 2024 Inviato 4 Dicembre 2024 48 minuti fa, Savgal ha scritto: Richiami a lavori più recenti sarebbero graditi. Non sono acculturato, se non “quasi” strettamente su tematiche che ricadono nel mio perimetro lavorativo dunque, per trovare lavori più recenti, non mi resterebbe altro che googlare; roba di basso profilo!!
Savgal Inviato 4 Dicembre 2024 Autore Inviato 4 Dicembre 2024 @extermination Considerando la tua fiducia sulla razionalità dell'Homo Oeconomicus ti consiglio la lettura di un saggio "Pensieri lenti e veloci" di Daniel Kahneman, che ha vinto il Premio Nobel per l'economia demolendo questo assunto. @dariob Cosa intendi per categorie ideologiche e pregiudizi ideologici?
Messaggi raccomandati