Questo è un messaggio popolare. SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 25 Ottobre 2021 Per quanto riguarda il Requiem di Mozart registrato da Harnoncourt nel 1981: sì, è una delle primissime registrazioni digitali DDD, fatta dalla casa discografica tedesca Teldec, da poco (relativamente, come la Podger) nata dalla fusione della Telefunken con la branca tedesca della Decca... Teldec appunto. Certamente all’avanguardia nella tecnologia di registrazione....ma certamente non così all’avanguardia da registrare in 24/192! Avevo aperto una discussione proprio su questo Forum, per capire meglio da dove “partono” queste rimasterizzazioni in HiRes di registrazioni degli anni ‘80, quando anche il primo Master di sicuro non era in 24/96 o 24/192. Mi pareva si fosse giunti alla conclusione che dal 1992 in poi alcune case discografiche (la DG in particolare) registrassero già in 24 bit, 48 o 96 Khz, ma fino ad allora anche la ripresa e quindi il Master erano certamente a meno di 24 bit. Ero appunto curioso di ascoltare cosa potesse uscir fuori da una registrazione fra le primissime in DDD, rimasterizzata in HiRes (in questo caso 24/192) e sinceramente sono rimasto stupefatto dal miglioramento qualitativo all’ascolto rispetto al CD. Se tanto mi dà tanto...si può dormire sonni tranquilli per il prossimo futuro, aspettando con fiducia le nuove rimasterizzazioni dei capolavori registrati negli anni ‘80, anche a partire nel caso da Master a 16/44 o comunque poco oltre (18? 20? Bit dico...). Fra l’altro questa registrazione di Harno a mio avviso è migliore rispetto alla sua seconda, più “patinata”, anche nel suono e disponibile in HiRes nativo 24/44. Perché la registrazione del 1981 cattura lo spirito di novità che animava Harno in quegli anni, spirito che poi, a forza di dirigere il Concertgebow e le altre orchestre “normali” rispetto al suo Concentus come la COE, era andato un po’ affievolendosi col risultato di letture più “convenzionali” e un po’ “nècarnenèpesce” come si dice a Firenze. Gli ultimi anni di Harno, spesi con il “suo” Concentus hanno poi dato vita a registrazioni leggendarie, per la Sony, fra cui la Quinta di Beethoven (letta come un Inno ante litteram al Socialismo, come bene spiega il vecchio Harno in un filmato penso disponibile anche sul Tubo), la Missa Solemnis e sopratutto le ultime tre sinfonie di Mozart lette come una specie di Oratorio laico. Letture meravigliose e meravigliosamente rivoluzionarie, come solo i pochi veri “grandi” sanno fare quando diventano vecchi e perdono le “inibizioni” musicali. È successo a Rubinstein a 80 anni, a Bernstein dai settanta in poi, ad Abbado per gli ultimi suoi splendi 14 anni, e infine ad Harno. Una bellezza sapere che verso quell’etá a volte, invece del classico “rincoglionimento” chiamato con quel nome del tedesco, Alz...Alzhe... accidenti non mi viene (😃😉), invece del classico percorso può succedere di tornare ragazzini (ma con la maturità dei vecchi) e fare i miracoli musicali sopra elencati... P.S. Questa “digressione” sulla tecnica di registrazione è fuori luogo su questo Thread dedicato alla nuove uscite di Classica, quindi se qualcuno vuol proseguire perché interessato, non gli resta che aprire una nuova discussione, a cui partecipo volentieri... 3
SimoTocca Inviato 1 Novembre 2021 Autore Inviato 1 Novembre 2021 Dopo le Apoteosi di Couperin segnalo questo splendido album dedicato al Barocco Veneziano. Lo segnalo perché rispetto a nome di Vivaldi, il nome di Reali mi suonava come il “signor Nessuno”.... a tipo Carneade chi era costui? In effetti se mai ho ascoltato prima di oggi una composizione di Reali... ecco... non ci devo aver fatto caso! Eppure il giovanissimo e preparatissimo ensemble Le Consort fa sembrare le “sinfonie” e le triosonate di Reali come musica bella e nteressante.... e dunque... qual’è l’inghippo? L’inghippo è probabilmente “storico”, nel senso che la personalità di Vivaldi, la sua vena inventiva come compositore, la sua tecnica virtuosistica esplosiva come violinista, probabilmente hanno messo in ombra altri compositori e violinisti dell’epoca, pur assolutamente ragguardevoli. Ecco che l’impaginazione intelligente di questo album Alpha consente di mettere direttamente a confronto composizioni assolutamente coeve di Vivaldi e di Reali. Permettete una parola sul giovane ensemble Le Consort: tutti musicisti nel fiore dei loro vent’anni, eppure con una preparazione, una tecnica, una serietà di approccio che sottintende studio approfondito degli spartiti, studio della prassi esecutiva barocca...ecco ...si rimane piacevolmente colpiti. Se questo è il futuro.... voglio vivere ancora 200 anni... 😃😉
SimoTocca Inviato 1 Novembre 2021 Autore Inviato 1 Novembre 2021 E poi stamani...scorrendo la lista novità... mi imbatto in un album che porta etichetta Breguet! Ma come, mi sono chiesto, la casa Svizzera di Orologi si è messa a fare dischi?? Invece no, è “solo” l’album che la Breguet come sponsor “promette in premio” al vincitore del Concorso di Ginevra!! Però...ecco... quest’album è davvero bello e quindi lo segnalo anche ai “non orologiai”! Il programma, fatto di brani per clarinetto e orchestra è interessante anche perché “poco frequentato”, ma davvero è da conoscere, in particolare il brano di Rossini... piacevolissimo! E poi Kevin Spagnolo, il vincitore di Ginevra 2018, è un giovane clarinettista (di origine tedesca/italiana) davvero di livello notevole. E per un caso “giocoso”, ma forse voluto, la famosa orchestra da camera svedese (una delle più belle del mondo) è guidata dal podio da un direttore...che è stato ancora più famoso come clarinettista...Collins! 1
aggelos Inviato 3 Novembre 2021 Inviato 3 Novembre 2021 questo album è speciale. Sarà stata la serata uggiosa o il puzzle che componevo nel mentre questo album scorreva in sottofondo. L'ho apprezzato come pochi. Sono poco oggettivo giacchè amo Proust, è molto di questo autore ruota intorno alla musica, specie nel quinto libro, la prigioniera. Non è il primo interprete che si cimenta nella operazione di ricostruire l'ambiente musicale che gira intorno al salotto raccontato da Proust e forse questo è anche il meno verosimile, ma l'atmosfera è pienamente azzeccata. La sonata di Vinteuil, che molti accreditano a Faure, e tutti gli autori presenti in questo album che oserei definire "tematico" richiamano molti passi del letterato francese, in particolar modo le notti che il narratore trascorre con Albertine. Nella prefazione dell'album vi e qualche esagerazione stilistica a mio modo di vedere...Brava Diluka! 1
SimoTocca Inviato 5 Novembre 2021 Autore Inviato 5 Novembre 2021 @aggelos Mi ricordo che sul vecchio Forum avevo segnalato quest’altro speciale album dedicato a Proust. L’album ricostruisce il concerto privato a cui, il primo Luglio 1907, Marcel Proust aveva invitato numerosi amici al Ritz Hotel, anche allora elegantissimo nella piazza più elegante del mondo, place Vendôme. Il programma scelto da Proust includeva compositori lontani nel tempo come Couperin così come il contemporaneo Fauré, passando per Wagner, Schumann e ovviamente Chopin (il più “proustiano” dei musicisti...). In questo speciale album della Harmonia Mundi Théotime Langlois de Swarte, con il suo violino Stradivari Davidoff e Tanguy de Williencourt al suo pianoforte originale Erard del primo novecento, riescono a far rivivere l’atmosfera culturale della Parigi della Belle Epoque. Un album da ascoltare “in coppia speculare” con quello da te segnalato...
Questo è un messaggio popolare. SimoTocca Inviato 5 Novembre 2021 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 5 Novembre 2021 Beethoven?? Ancora?? Beh... lasciatemi intanto dire che non ci si può mai stancare del sublime...no?? Ma se proprio vi siete sentiti quasi “oppressi” dalle nuove uscite in occasione del bicentenario beethoveniano, lasciatevi stupire da questa “nuova versione” del Quarto concerto per pianoforte e orchestra!! Nuova? Nel senso che si parte dal manoscritto del 1808, un manoscritto che prevede momenti anche più estremi e virtuosistici rispetto a quello “classico” rivisto in seguito da Beethoven (è noto che il pianista prescelto da Beethoven per la première del quarto concerto ...dopo aver tentato di studiarlo...si tirò indietro!). E vi confesso che il quarto concerto è proprio quello che mi ha sempre colpito di più per il suo essere “avanti”, per il suo precorrere alcune idee che poi il buon Ludwig “butterà giù” scritte nello spartito delle ultime tre sonate (op. 109, 110 e 111). Giá l’incipit del quarto, affidato al solo pianoforte, è qualcosa di estremamente significativo in fatto di scrittura nuova e rivoluzionaria. Ma ascoltarlo in versione 1808 è adrenalina allo stato puro. E ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dal buon Cascioli al pianoforte? In questo album finalmente giunto a maturità completa, dove al suo virtuosismo tecnico estremo Cascioli unisce anche (finalmente!) calore e personalità! Una prestazione memorabile! E d’altra parte poteva essere una registrazione dell’Ensemble Resonanz una registrazione “normale”? No, vero? Vi ricordate la mia prima segnalazione di questo ensemble, impegnato nella Messa della notte di Natale di Bach a parti reali, e con l’ausilio di un basso elettrico accanto ai violini barocchi originali!! E che dire di Riccardo Minasi, e del suo modo eclettico e personalissimo di stare sul podio? Insomma un album esplosivo ed originale, che aggiunge davvero qualcosa alla sterminata discografia del quarto concerto. E se lo apprezza uno come me, che pone all’apice delle sue preferenza la tradizionalissima registrazione di Pollini con Böhm e i Wiener... beh, insomma potete anche darmi fiducia! A completare l’album l’interessante trascrizione di Beethoven medesimo per pianoforte e orchestra del suo concerto per violino.... Album notevolissimo anche per qualità audio....10:e lode! 4
Questo è un messaggio popolare. Paolo.68 Inviato 14 Novembre 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 14 Novembre 2021 In questo album gli strumenti solisti sembrano uscire dalla registrazione, soprattutto il concerto per corni 3
SimoTocca Inviato 22 Novembre 2021 Autore Inviato 22 Novembre 2021 @Paolo.68 Bellissima registrazione e...bellissima esecuzione! Ma..sopratutto: che impaginazione intelligente dei diversi brani di autori barocchi certo, ma quanto diversi!
SimoTocca Inviato 22 Novembre 2021 Autore Inviato 22 Novembre 2021 Chi mi conosce sa che, pur stimando Thielemann come uno dei grandi direttori di oggi, raramente mi trovo pienamente soddisfatto dalle sue interpretazioni (eccetto che per Strauss e Schumann, a dire il vero ...). Eppure il suo Bruckner con i Wiener Philharmoniker raggiunge vertici interpretativi che raggiungono e, anzi, superano i grandi nomi del passato, ad iniziare da Jochum. Questa sua quarta sinfonia unisce grazia ad autorevolezza, potenza ma anche agilità e leggerezza. Mai avrei immaginato che Thielemann con il suo Bruckner assomigliasse tanto a Karajan e ad Abbado. Certamente una parte del merito va alla splendida orchestra dei Viennesi. La Sony poi, con la sua registrazione in formato 24/96 aggiunge capolavoro tecnico al capolavoro artistico! P.S. Se non avete ascoltato la sua terza ma sopratutto ottava, allora fatevi sotto perché si sta compiendo un miracolo: il ciclo più bello e interessante non solo degli ultimi venti anni ma...forse...uno dei più belli di sempre! P.S. 2 Tanto è leggera la mano di Thielemann nel costruire le cattedrali gotiche sonore con la musica di Bruckner, quanto per converso appare pesante e monotona quella di Andris Nelsons: il confronto è impietoso. 1
SimoTocca Inviato 27 Novembre 2021 Autore Inviato 27 Novembre 2021 Ci sono album che sorprendono per la loro peculiarità. È il caso di questo album di Pfaff, un grandissimo virtuoso del pianoforte, che ha impaginato brani di “difficoltà diabolica”. E Pfaff suona peraltro un pianoforte speciale, lo Stephen Paulello Opus 102 che è una specie di “Bugatti” dei pianoforti. E il suono che esce è assolutamente peculiare e diversissimo da quello dei classici “Steinway”, ma anche dei Bosendorfer o dei Fazioli. Un album da ascoltare che sorprende da diversi punti di vista... Qui sotto riporto il “programma” dell’album, con numerose trascrizioni anche di pianisti celebri, quali Cziffra o Pletnev
aggelos Inviato 27 Novembre 2021 Inviato 27 Novembre 2021 avete notato la valanga di novita in hires di furtwangler?
SimoTocca Inviato 28 Novembre 2021 Autore Inviato 28 Novembre 2021 @aggelos Certo! E suonano, in HiRes 24/192, davvero in maniera notevolmente superiore ai miei CD... Attendo fiducioso la stessa operazione con Toscanini.... e vi ricordo che Bruno Walter, rimasterizzato dalla Sony un paio di anni fa, suona in maniera sorprendente adesso che è in HiRes...
SimoTocca Inviato 28 Novembre 2021 Autore Inviato 28 Novembre 2021 Fra i compositori classici contemporanei De Graaff occupa un posto d’onore nella mia personale considerazione. De Graaf ha scritto "Rimpelingen" nel 2017 dedicato ad un amico violoncellista, un concerto per violoncello e orchestra che è il quarto scritto da De Graaf. Poi nel 2020 Maya Fridman, una violoncellista “artist in residence” a Utrecht , ha chiesto a De Graaf un nuovo concerto e così nasce il Concerto no. 5 “The Forest in April". Secondo le parole dello stesso De Graaff: "La relazione, nel concerto, fra solista e orchestra è la metafora della relazione fra Essere Umano e Natura. Nelle sue parole 'The Forest in April' you can hear how the cellist influences the orchestra and how the orchestra slowly mutates into a monstrosity that collapses under its own weight. The work ends with a 'Requiem', in which the orchestra blows itself up, as it were. Lonely the lamento of the cello floats over the destruction of the orchestra. A deeply emotional moment." È musica questa che, a mio avviso, emoziona molto ed è carica di significati che colgono appieno la moderna visione del mondo, “Greta based”, dove la Natura torna ad essere il centro dell’attenzione dell’Uomo perché Vita stessa, e non solo fonte di Vita. Bellissima la registrazione in formato 24/96... almeno ascoltata con cuffie RAAL.... Maya Fridman, cello North Netherlands Symphony Orchestra Sander Teepen, conductor 1
taopueblo Inviato 8 Dicembre 2021 Inviato 8 Dicembre 2021 Di Jan Peter De Graaff non trovo nessun album su Qobuz
Paolo.68 Inviato 9 Dicembre 2021 Inviato 9 Dicembre 2021 Questo album non è una nuova uscita ma merita. Non capita spesso di sentire violìni così vividi, a tratti pungenti, reali. Da Qobuz
SimoTocca Inviato 16 Dicembre 2021 Autore Inviato 16 Dicembre 2021 Sarà che non mi stanco mai di ascoltare Mozart, sarà che la “falsa semplicità” della sua musica invita a cercare strade nuove e interpretazioni diverse, sarà che queste sinfonie mi mettono sempre di buon umore e quindi mi predispongono bene alla “critica”, fatto sta che ho trovato queste nuove uscite della Tacet davvero belle e meritevoli di essere ascoltate. Un pò perché la ripresa del suono è molto curata e i microfoni “a valvole” danno un tocco di “dolcezza” alla ripresa audio. E poi perché l’interpretazione di Nikolic e della sua orchestra olandese riesce ad essere “nuova e classica” allo stesso tempo. Nikolic è stato formato alle migliori scuole di filologia musicale (e l’Olanda ha forse la più grande tradizione in questo campo), ma le sue lettore “storicamente informate” hanno un pizzico di “classicità” che ricorda in qualche maniera Bernstein.... Insomma un bell’ascolto in formato 24/96... P.S. Anche se sulla copertina c’è scritto che l’album contiene anche la sinfonia 40.... ecco... non è vero! Dentro questo album digitale ci sono solo la 35 e la 36....
SimoTocca Inviato 16 Dicembre 2021 Autore Inviato 16 Dicembre 2021 I lavori per solo piano di Brahms hanno sempre goduto minor fama e fortuna dei suoi concerti per piano o delle sue sinfonie. Sono opere problematiche, in tutti i sensi, specie per l’interprete che si trova davanti alle Sonate. Che della Sonata mantengono giusto la forma, ma i contenuti musicali sono così nuovi e “atipici”, che fanno dare ragione a Schoenberg ....e cioè che Brahms era quasi un rivoluzionario, altro che conservatore! Ricordo che fino agli inizi degli anni ‘90 era anche difficile trovare una qualche registrazione di rilievo delle Sonate (mentre per le Ballate si poteva contare su Michelangeli e Gilels...e ci si poteva anche fermare a queste interpretazioni “eterne”). Del resto dei grandissimi nomi del piano che abbiano registrato estensivamente i lavori per piano di Brahms mi pare che no, non c’è ne siano... eccetto Rubinstein. Basta pensare che la Triade d’Oro degli ultimi 30 anni, Pollini-Argerich-Zimerman non ha mai toccato, su “disco almeno”, una sonata di Brahms. Mi si corregga se sbaglio... Negli ultimi anni c’è stata invece una vera e propria riscoperta delle Sonate di Brahms e con grandi interpretazioni da parte di giovani solisti. Dopo aver segnalato Adam Laloum, vi segnalo ora il giovane Kantorow junior, uno dei pianisti più interessanti, completi, intelligenti, delle generazioni “giovani”. Una interpretazione la sua, meditativa, con largo uso del pedale, largo ma intelligente.... E la tecnica di registrazione è semplicemente straordinaria... ho il pianoforte grancoda in salotto! 1
SimoTocca Inviato 17 Dicembre 2021 Autore Inviato 17 Dicembre 2021 Vi segnalo, appena uscita, questa rimasterizzazione in formato 24/192 della mitica registrazione dell’Ottava sinfonia di Mahler fatta nel 1964 da Abravanel. Le “forze a disposizione”, cioè orchestra, solisti e coro, sembrano non di “prima grandezza”.... ma il risultato finale è invece notevolissimo. Forse grazie anche al fatto che Abravanel aveva ascoltato questa sinfonia nei suoi anni giovanili, a Berlino, e ne era rimasto così colpito da essere il motivo della sua scelta di diventare direttore d’orchestra. Forse perché l’Ottava è una sinfonia atipica, non sempre amata anche dai “mahleriani” più ferventi (per dire, Abbado ne ha registrata una bella versione con i Berliner... ma poi ha cancellato a Lucerna proprio l’ottava che era la sinfonia mancante per il ciclo integrale con la sua orchestra Luzern Festival...e Ivan Fischer ha dichiarato che nel suo ciclo mahleriano mancherà proprio l’Ottava per sua scelta di non dirigerla...), ma che qui sembra essere la sinfonia di Mahler più amata, e quindi capita, dal direttore nato in un isola Greca e poi approdato in USA, Abravanel appunto. È questa versione merita un ascolto...anche grazie alla qualità delle riprese audio......la piccola casa discografica Vanguard sarebbe diventata poi nota fra gli amanti del bel suono...chiamati oggi “audiofili”...😉
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