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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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Inviato

È noto che il “vecchio Eugen Jochum, “tradizionalista di ferro” del podio, aveva una predilezione, e anche una notevole predisposizione, per le Sinfonie di Haydn. Il cofanetto di vinili, poi CD, per la DG con le Sinfonie Londinesi dirette a Londra con la London Philharmonic sono uno dei riferimenti “di sempre” per gli appassionati di Classica e della musica di Haydn.

Non conoscevo invece questo album per la casa discografica, allora “oltrecortina”, Eterna con la Staatskapelle di Dresda, in quegli anni nella parte Est della Germania divisa dalla cortina di ferro.

Un album illuminante, una “lezione” su come dirigere Haydn .....

E vista la notevole qualità audio (e chi avrebbe detto che negli anni ‘70 oltrecortina si facevano queste belle registrazioni audio?...), specie adesso in formato 24/96, è anche un ascolto notevole dal punto di vista “audiofilo”..

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  • Thanks 1
Inviato

Due album di musica barocca davvero molto belli.

Il primo è un omaggio a “se stessa”, da parte dell’orchestra fondata da Brüggen nel 1981, l’orchestra of the 18th century.

L’orchestra olandese ha un suono barocco “meravigliosamente giusto”, cioè non troppo “archeologico” né troppo studiato a tavolino....

In questo album celebra la fine del periodo del lockdown, con il sesto concerto brandenburghese e la seconda suite di JS Bach...una esecuzione bellissima..

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Cosi come assolutamente interessante è l’album che conclude il “progetto Leclair, cioè la registrazione integrale dei concerti per violino e orchestra scritti da questo musicista francese di nascita, ma italiano di stile!

Leclair scrive musica così simile a quella del suo maestro, e che maestro Corelli!, che davvero questi concerti potrebbero essere stati scritti da Corelli medesimo! Non mi è ancora del tutto chiaro il perché la musica di Leclair sia così poco eseguita, visto che è così bella e interessante.... ma con questo album chi ancora non la conosce può “fare ammenda”.

E la qualità audio della registrazione è così notevole che sarebbe un peccato non ascoltarla... 😉

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  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

Questo leclair non lo conosco proprio 

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Disponibili da poco in streaming HiRes molti dei titoli del catalogo della casa discografica Praga.

Sono “titoloni”, nel senso che davvero vi si trova la “crema della crema” dei musicisti dell’Est degli anni ‘60 e ‘70, ripresi in concerti dal vivo.

Ho ascoltato con sorpresa per la qualità audio eccellente la registrazione live del secondo concerto di Brahms fatta da Richter sotto la bacchetta di Mravinsky alla testa dell’orchestra di Leningrado.

Una esecuzione live da brividi, con la tecnica stellare di Sviatoslav Richter messa a servizio della musica di Brahms, così misteriosa, così difficile tecnicamente ma da non “apparire difficile” per chi ascolta (insomma, il secondo concerto di Brahms  per un pianista è forse più difficile del Rach2 o Rach3, ma all’ascoltatore non pare....).

Una esecuzione stellare che grazie a Mravinsky è molto più bella, più intensa, più “capolavoro” di quelle, pur famose, di Richter a Boston con Leinsdorf o a Parigi con Maazel.

Non lasciatevi indurre in errore dalla “stecca”, o forse solo falso tono, del corno che apre con le sue poche note il concerto: l’orchestra di Leningrado, in quegli anni, era una compagine splendida che aveva poco da invidiare ai Wiener e ai Berliner, e anzi, per averla ascoltata dal vivo, posso dire che aveva gli archi più belli del mondo...

E Mravinsky era direttore assolutamente adatto per la musica di Brahms e ha una intesa profonda con Richter.

Il suono del concerto dal vivo ripreso nel 1961 è assolutamente godibile e sorprendentemente bello, in Stereo (che per un live di quegli anni non è cosa scontata), almeno ascoltato stamani in cuffia (Stax L700).

Questo album va a costituire la terza papà del mio “Trittico ideale” che adoro come un Tabernacolo: Pollini con Abbado e i Wiener degli anni ‘70, Pollini con  Abbado e i Berliner degli anni ‘90. Ecco che questo terzetto di album è davvero un riferimento assoluto per mio modo di intendere il secondo concerto di Brahms....

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P.S. Sulla terza sinfonia, registrata una decina di anni dopo c’è così tanto da dire che merita aprire un post a parte...

Inviato

Poi è pur vero che il “Trittico” di cui sopra, potrebbe diventare un “Poker” cioè un quartetto aggiungendo la registrazione del secondo concerto di Brahms fatta da Zimerman con Bernstein e i Wiener....

Purtroppo nessuna delle registrazioni citate, Pollini e Zimerman dico, è ancora disponibile in HiRes... quella sopra di Richter è per adesso l’unica in formato 24/96....

Però, per non passare troppo da voce dei “laudatores temporis acti”, ecco che mi corre l’obbligo segnalare una recente registrazione del secondo concerto che ho trovato bellissima.

Una registrazione che dimostra un insieme di doti non comuni del giovane pianista Joseph Moon: virtuosismo tecnico stellare e maturità interpretativa accoppiate in maniera così naturale da lasciare a bocca aperta.

La splendida prova del pianista è ovviamente accompagnata da una prova altrettanto notevole dell’orchestra tedesca e del direttore Nicholas Milton  (e in questo secondo concerto non porterebbe essere diversamente, perché una “failure” del direttore o dell’orchestra farebbe diventare inutile la prestazione stellare del solista...in fondo non è questo di Brahms più una sinfonia con piano obbligato che un concerto? 😉).

Ecco che dopo molti anni, almeno 25, dalle ultime registrazioni di Pollini e di Zimerman, trovo di nuovo una registrazione davvero notevole...

E in questo caso in formato HiRes 24/48...

Davvero un bell’ascolto consigliatissimo...

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P.S completa l’album il “raro” Burleske di Strauss... fantastica versione che va ad affiancare quella mozzafiato, live, della Argerich con Abbado a Berlino...

 

Inviato

@SimoTocca della Praga sarebbe fantastica l'uscita di tutti i concerti dal vivo di Richter, appunto da.....Praga.

Per trovare il cd con la D960 di Schubert penai non poco. Provo a cercare

Inviato

Confesso di non aver mai sentito prima di adesso il nome di Maria Cefalà, da quel che leggo pianista milanese poco oltre i 30 anni, scomparsa per qualche tempo dai radar a causa di un problema fisico che le ha impedito di suonare.

Questa sua uscita per piano solo dedicata a Bach mi ha folgorato. 

Spesso la pianista canticchia suonando come faceva Glenn Gould, ma il suo Bach caldo, empatico, solare, comunicativo è diversissimo da quello del grande Canadese. 

Da ascoltare: penso che questa ragazza possa conquistare un posto tutto suo ed originale nel panorama dei pianisti che hanno legato il loro nome a Bach.

 

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Inviato

@Don Giuseppe Anche a me è molto piaciuto questo album dedicato a Bach, perché sono interpretazioni che sembrano “riscaldate da un tiepido sole primaverile del Mediterraneo”, non saprei come altro definire quel calore che si avverte in questa musica, calore che fuga ogni minima nebbia legata alla freddezza meccanica con cui spesso sono affrontate queste pagine al pianoforte.

Mi pare che questa sia la prima pubblicazione della casa discografica fondata è fortemente voluta da un grande jazzista, Paolo Fresu: la  Tŭk Classic.

Se il buondì si vede dal mattino... ci aspetta un futuro radioso...😃🌍

Inviato

Ho voluto “celebrare” l’attesa uscita dell’album berlinese di John Williams con un ascolto “comparato”.

Williams è il compositore delle colonne sonore non solo dei film hollywoodiani più famosi degli ultimi 45 anni, Lo Squalo, Incontri Ravvicinati del terzo tipo, Indiana Jones, Superman, Jurassic Park e compagnia cantando, ma sopratutto delle due “saghe cinematografiche” più amate di sempre: quella più recente del maghetto inglese, Harry Potter, e quella mitica iniziata negli anni ‘70 e conclusasi con il nono episodio solo due anni fa, Star Wars.

John Williams è un compositore così legato alla “forma classica” da aver fatto conoscere come suona un’orchestra sinfonica anche a chi non ha mai messo piede in un teatro! Perché le sue colonne sonore sono in qualche modo poemi sinfonici a tutto tondo.

Visto che si spenderanno fiumi di inchiostro su questo album berlinese, mi è parso fare cosa più interessante confrontare i tre album dedicati a John Williams dalla Deutsche Grammophon, questo di Berlino, quello di Vienna e quello di Los Angeles ascoltando lo stesso esatto brano: la suite di Incontri ravvicinati.

I Berliner Philharmoniker si dimostrano la “macchina musicale mostruosa” che tutti sappiamo essere.

Per la loro capacità di adattarsi, in questo caso con un suono moderno e “cinematografico” rispetto al suono degli autori mitteleuropei che sono il “core” del loro repertorio classico. 

Per il virtuosismo di ciascuna sezione orchestrale, che però non suona “a se stante”, ma mettendosi umilmente a servizio di tutta l’orchestra.

È lo stesso direttore, John Williams, che dirige i Berliner nella sua suite, ma come è diverso il risultato rispetto ai Wiener!

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Infatti i Wiener Philharmoniker, con Williams medesimo sul podio, sono affascinanti per il loro suono classico che riescono a mantenere: archi morbidi e vellutati, ottoni bruniti, legni in primo piano.

È ovvio che il risultato finale così diverso è legato anche alla diversa acustica delle due sale, la Sala d’Oro viennese e il pentagono berlinese, ma quello che colpisce è proprio la diversa amalgama orchestrale che ne viene fuori. Ed emerge che, mentre i Berliner possono suonare tranquillamente da soli, senza direttore, ai Wiener per suonare in maniera sublime occorre un grande direttore sul podio.

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E con il dovuto rispetto, John Williams è un buon direttore d’orchestra, ma non al livello delle sue capacità come compositore. Del resto, di compositori che fossero anche grandi direttori, la Storia della musica né contempla solo due: Gustav Mahler e Leonard Bernstein (no, non dite Stravinsky per favore: ascoltate la sua Sacre diretta da lui medesimo e quella diretta da Karajan....e poi ne parliamo!).

Perché dico questo? Perché basta ascoltare l buon Dudamel alla testa della sua orchestra californiana nello stesso brano, Incontri ravvicinati, per capire che solo un grande direttore è in grado di far emergere dall’amalgama orchestrale, suoni che poi diventano fondamentali per “comprendere davvero” questa musica, per farla “nostra”, estraendone emozioni e sensazioni che sono come, se non celate, almeno un po’ velate nelle interpretazioni di Williams medesimo.

La Los Angeles forse non ha tutti i musicisti del livello dei Wiener o dei Berliner, ma... ascoltate che meraviglie nascoste a Berlino o a Vienna emergono qui a due passi da Hollywood.... e no, non è la vicinanza della Walt Disney Hall agli studios più famosi del mondo, è la mano del giovane Dudamel ad essere una mano santa...

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In tutti e tre gli album emerge comunque un suono bellissimo, registrato alla perfezione,  sia a Vienna in 24/96 che a Berlino in 24/192, suono catturato dal vivo con perizia tecnica notevolissima (non so perché il commentatore di Qobuz non sia contento della registrazione viennese, perché a me è sembrata tecnicamente superba).

Comunque ecco..un ascolto consigliato per tutti e tre gli album che contengono un altro brano comune, la Marcia Imperiale di Star Wars, e diversi brani che si sovrappongono a due a due...

Che la Forza sia con Voi....

 

 

 

 

  • Melius 2
Inviato
23 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Questo album va a costituire la terza papà del mio “Trittico ideale” che adoro come un Tabernacolo: Pollini con Abbado e i Wiener degli anni ‘70, Pollini con  Abbado e i Berliner degli anni ‘90.

Ma acc 🤖 al correttore automatico!! Volevo scrivere la “terza pala del trittico” ecc.ecc.... invece il correttore mi ha scritto la terza “papà”! Uff 😤

giorgiocana82
Inviato

@SimoTocca grazie per la segnalazione dell'uscita di John Williams. 

Ho piazzato l'ordine sull'amazzone per poterlo ascoltare sull'Home Theatre a casa, comunque ascoltato in pausa pranzo su Tidal con gli auricolari Sony WF 1000 XM4 ed è davvero bellissimo.

A me anche quello a Vienna era piaciuto molto. 

Concordo pienamente sulla tua analisi circa la direzione: Dudamel dà una marcia in più a queste musiche meravigliose. 

giorgiocana82
Inviato

@SimoTocca nel weekend è arrivato il cofanettone di John Williams con i Berliner e l'ho comparato con il medesimo a Vienna. 

Innanzitutto confermo quanto dici circa il fatto che i Berliner riescano ad andare "da soli" senza che il direttore sia un manico. 

L'altra cosa che ho notato è che nell'ascolto del medesimo brano, io ho utilizzato il main theme di Jurassic Park e la marcia imperiale di Star Wars, è che emergono le differenze tra le due orchestre: nei Wiener emerge quasi sempre la sezione predominante nella partitura, con gli ottoni belli brillanti e bruniti, nei Berliner emerge invece l'amalgama nel suo insieme, una sezione orchestrale difficilmente predomina sul resto dell'orchestra: prendiamo ad esempio la marcia imperiale nei Wiener gli ottoni emergono con prepotenza sovrastando il resto, nei Berliner tale effetto è ridotto con gli ottoni che si emergono (chiaramente lo prevede la partitura) ma sembra che l'insieme orchestrale prevalga.

In tal senso noto in realtà una cosa: sembra che i Wiener siano quasi solenni, i Berliner invece più marziale e la sezione ritmica molto più precisa rispetto ai viennesi. 

Un saluto e a presto

Giorgio

Inviato

Che album d’esordio per la giovane oboista Cristina Gomez! 

Mozart eseguito in maniera incantevole...con Barenboim sul podio della sua orchestra multiculturale arabo-israeliana, la West Divan.

E quanto intelligente l’accopiatacol concerto per oboe di Strauss, che seppure lontano nel tempo e nello stile è in realtà un omaggio a quello di Mozart!

Album piacevolissimo da ascoltare e ben registrato.. in 24/96...

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Inviato

Non avevo mai notato, fino ad oggi, la scarsa, anzi nulla, disponibilità in formato HiRes dei 6 concerti di Vivaldi per flauto, op. 10.

Perché le due o tre uscite recenti, fra cui quella di Giovanni Antonini, oltre a non comprendere tutti e sei i concerti, sono eseguite su flauto a becco.

Sembra invece che Vivaldi abbia scritto quei concerti, peraltro assai famosi, proprio per flauto traverso.

Mi sono accorto di questa “mancanza” quando sono andato spulciare su Qobuz per trovare una edizione da confrontare a questo album da poco uscito. E... non ho trovato niente in HiRes! Se mi sbaglio mi “coriggerete” (cit. Papa Woyttila), e ne sarò felice.

Se no, fate come me: ascoltate con piacere questo album, registrato in una chiesa di Pisa pochi mesi fa e vedrete che rimarrete stupiti per quanto “calda e mediterranea” è l’interpetazione di Carlo Ipata, e di come suona “bello e filologico”, il ristretto ensemble italiano che accompagna il flautista (con menzione di onore, al merito, per la bravissima clavicembalista).

Una bella registrazione della Glossa che va finalmente a colmare un vuoto in HiRes che non pensavo ci fosse...

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  • Melius 1
Inviato

@SimoTocca condivido, decisamente più piacevoli con il flauto traverso, trovo un po’ forzati e stancanti quelli con flauto a becco o flautino. Ottima segnalazione 

Inviato

@SimoTocca sono riuscito finalmente ad ascoltare questa nuova uscita vivaldiana, e devo confessare (ohibò) che mi sono annoiato a morte. Bravo Carlo Ipata con il suo flauto, eccellente la registrazione, ma ho trovato i tempi e l'articolazione estremamente "mosci" e "flosci". Sarà che con gli anni mi sono affinato la sensibilità vivaldiana con le bellissime interpretazioni registrate dalla Naive a partire da Biondi per arrivare alle più recenti del Pomo d'Oro, nonché con le spumeggianti registrazioni dell'Arte dell'Arco realizzate per la Brilliant, ma questo Vivaldi lento, circospetto e sussiegoso mi ha fatto sinceramente venire voglia di spegnere tutto già dopo pochi minuti. E l'impressione non è cambiata fino alla fine.

Inviato
16 ore fa, Don Giuseppe ha scritto:

ho trovato i tempi e l'articolazione estremamente "mosci" e "flosci".

Sull’articolazione non ti saprei dire, perché onestamente non so cosa sia “un’articolazione flascia”, ma i tempi per fortuna hanno una oggettività misurabile in minuti e secondi.

Prendo ad esempio il famoso concerto La Notte come paragone.

Vediamo i tempi dell’album di Ipata & Co.

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Ne riporto qui sopra l’elenco dettagliato per ciascun movimento

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Ecco che così diventa facile confrontare i tempi con quelli della mia registrazione preferita di questi concerti (la preferita invero anche di diversi critici musicali celebri), quella di Trevor Pinnock e il suo The English Concert per la Archiv

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Se si confrontano i tempi è facile notare che Ipata tiene tempi più rapidi di Pinnock!

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Direi che i numeri sono oggettivi, e non sono un’opinione.

È invece del tutto evidente che l’approccio “caldo e mediterraneo” di Ipata a questi concerti possa anche non piacere, ci mancherebbe altro! Ma i tempi sono tutt’altro che molli!

Detto questo, una alternativa eccellente a Pinnock ho sempre pensato che fosse il bellissimo album di Kuijken (il flautista, non il violinista ...ma è una dinastia musicale la loro, che dai fratelli è proseguita ai loro figli!), album che, ahimè, ancora non è disponibile in formato HiRes, ma che segnalo qui sotto proprio perché ascolto alternativo e assai bello ed istruttivo..

 

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Inviato

Ecco l'unica alternativa esistente in Hi def (anche se solo a 24bit) dei concerti Op.10.

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