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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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SimoTocca
Inviato

Ho riscoperto questo album grazie alle nuove rimasterizzazione dell’integrale discografica EMI di David Oistrakh.

Nel cofanetto integrale EMI, che io acquistai ad inizio anni 2000, molte registrazioni avevano una qualità audio modesta e in più dalla copertina non si capiva se erano registrazioni mono o stereo. E così avevo un po’ “snobbato” questa registrazione di Oistrakh, registrazione fatta a Londra sotto la bacchetta di un direttore russo naturalizzato poi americano, Niccolai Malko.

L’album è dedicato al Concerto Suite per violino e orchestra di Taneyev, un compositore e pianista russo allievo e amico di Tchaikovsky , di una quindicina d’anni più giovane del maestro (e di una quindicina di anni più vecchio di Rachmaninov, tanto per “inquadrare” il periodo storico.

Questo concerto è raramente eseguito (del resto il nome di Taneyev è assai poco conosciuto in Occidente), ma sarebbe un peccato non conoscerlo! Ha una notevole lunghezza ed ha una forma “atipica”, assai diversa dai soliti canonici tre movimenti, ma ha un valore artistico a mio avviso molto elevato.

Non a caso un concerto fra i favoriti del grande violinista David Oistrakh, che di buon gusto e misura è stato maestro indiscusso!

La nuova rimasterizzazione in 24/192 fa ascoltare una registrazione del 1957 sorprendentemente bella, in stereofonia (una delle prime EMI), con una ripresa del suono reale anche nello spazio e nelle “dimensioni”, rispetto al violino solista, a dir poco eccellente.

Non vi fate ingannare dalla copertina scelta, che è quella delle registrazioni EMI Monofoniche, e si riferisce alla sonata per violino e pianoforte che completa questo album…

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SimoTocca
Inviato

Seong Jin Cho ha vinto il Concorso Chopin nel 2015 e da allora è venuto agli onori delle cronache.

Essendosi formato, dal punto di vista musicale, a Parigi (almeno in gran parte) non ci si stupisce se nella sua, ancora abbastanza scarna, discografia compaiono, accanto a Chopin, album dedicati a Debussy e, questo appena uscito, a Ravel.

Mentre le sonorità scelte per Debussy devo ancora “metabolizzarle” per bene, e cioè non so dire se Cho mi abbia convinto fino in fondo (ma avendo le Images eseguite da Benedetti Michelangeli nelle orecchie, devo riascoltare con maggiore attenzione e anche “libertà” il Debussy del pianista coreano) per Ravel ho trovato interpretazioni superbe che affiancano alcune già mitiche senza “senso di inferiorità”.

E poi… poi il suono catturato dalla DG in HiRes 24/96 è di una bellezza sfacciata….

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Inviato

Questo è un magnifico “disco” e suona molto bene.

 

 

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Inviato

Segnalo una pregevole edizione HD della settima di Mahler, interpretata dalla Bavarian Radio Symphony Orchestra diretta da Sir Simon Rattle: 

 

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Inviato

Oggi è uscito un album di Renaud Capuçon interamente dedicato a Richard Strauss, autore straconosciuto per "Also sprach Zarathustra" ma che ha scritto molto altro: l'album DG è disponibile in HiRes al minimo sindacale (24 bit-44.1 kHz).

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SimoTocca
Inviato

@G.Carlo Vero, è in 24/44 “soltanto”, ma penso sia perché l’epoca di alcune registrazioni è datata e ancora i 48 o, peggio mi sento, i 96 Khz non erano ancora molto usati, specie per registrazioni live.

È questo DG un album che “raccoglie” registrazioni diverse in anni molto diversi, con orchestre diverse e direttori diversissimi…

Proverò ad ascoltarlo, ma in genere le “raccolte tipo macedonia” non mi entusiasmano (poi è vero, che come vale anche per la frutta, ci sono macedonie buonissime…😋… ma per la maggior parte..no!).

Approfitto per segnalare un album che mi è piaciuto molto, con un programma abbasta inusuale.

Parlo dei due concerti per pianoforte e orchestra di Khachaturian, eseguiti da un signor pianista, Thibaudet, e da una signora orchestra, la Los Angeles, una delle ultime registrazioni con il suo storico direttore, Dudamel, che andrà a New York quest’anno..

Non conoscevo questi concerti e li ho trovati assolutamente belli, molto personali, molto diversi da quelli di poco precedenti di Rachmaninov.

Sono concerti caratterizzati da una costruzione sonora che per brevità mi verrebbe da definire a tipo “musica da film”, ma con un quid “più classico” dei due concerti per pianoforte di Nino Rota, per esempio.

Completa l’album Decca una serie di brani per pianoforte solo, alcuni molto famosi proprio perché usati in un paio di film celebri..

Audio molto curato, registrazione elegante e patinata…

Insomma 5 stelle

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Inviato

Confermo quanto detto da @SimoTocca, e noto una registrazione ottima della Decca, etichetta che non sempre apprezzo nelle ultime produzioni, ritengo a mio parere di un altra categoria la DG, ma questa è ottima. Anch’io sono rimasto colpito dai concerti che non ricordavo a memoria dell’autore.

SimoTocca
Inviato

Fra il diluvio di nuove uscite, oggi in particolare come primo venerdì del mese, ho scelto di iniziare ad ascoltare questo album. Mi ha incuriosito perché del giovane compositore, Gavin Higgins, avevo ascoltato tempo fa un breve interludio dalla “mia orchestra” di casa, e allora mi aveva colpito lo stile che potrei definire romantico ed evocativo ma anche moderno e “updated”.

Questo concerto per corno ed orchestra mi pare confermare quella prima impressione a teatro: è una musica grandiosa ed evocativa, con la stessa atmosfera (e qualche riminiscenza vera e propria secondo me) del Ring di Wagner.

Musica bellissima che ho ascoltato con grande piacere, anche per la qualità audio della registrazione ….

Una bella scoperta che volevo condividere con voi..

 

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P.S. Ma poi… questa casa discografica… Lyrita… e chi la conosceva??

Ecco che la sorpresa per la qualità audio eccellente diventa quasi meraviglia..

SimoTocca
Inviato

Un altro album che mi ha incuriosito è questo dell’etichetta discografica polacca che ha registrato un album impaginato su musica spagnola, Spanish Night, musica di autori del ‘900 ma elaborata per chitarra e orchestra da un chitarrista-compositore anche lui, come Higgins, quarantenne: Krszytof Meisinger.

Incuriosito perché il chitarrista (di bravura stellare) è accompagnato da un complesso noto per la sua dedizione alla musica barocca, alla filologia barocca e per usare strumenti originali d’epoca.

Ascolto piacevole e “leggero” (del resto il flamenco e la musica folkloristica spagnola ha questa capacità di mettere allegria..) 

 

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SimoTocca
Inviato

Concludo le segnalazioni di oggi con una sorpresa inattesa e non annunciata: la pubblicazione contemporanea di tre/quattro album del giovane pianista giapponese Nobuyouki Tsjii (acc!! Ma stamani tutti artisti dal nome impronunciabile o comunque difficilissimo da scrivere! Uff! 😆😉).

Nobu, classe 1988, venne agli onori della cronaca musicale nel 2009, quando vinse uno dei tre concorsi pianistici più prestigiosi, il Van Cliburn.

Il ragazzino fece particolarmente scalpore in quanto talento dal virtuosismo mostruaoso in un ragazzo cieco dalla nascita.

La Harmonia Mundi e poi la Warner lo scritturarono, ma il ragazzo in qualche maniera rimase, dopo il primo clamore, un po’ fuori dalla scena musicale. 
Per poi riemergere, un po’ come Maurizio Pollini (wè, a proposito, a breve la EMI Warner pubblicherà gli Etúdes che aveva registrato giovanissimo come fresco vincitore del Concorso Chopin, ma che poi non erano più stati diffusi…per ragioni mai del tutto chiarite..) dopo una decina di anni.
Fra gli album che la DG (sua nuova casa discografica) pubblica oggi, ho ascoltato il secondo concerto di Chopin.

Mentre per il primo concerto la mia classifica personale è consolidata e mai messa in discussione da decenni (primo podio a Pollini giovanissimo con Kleztki a Londra per la EMI, secondo posto alla Argerich con Abbado sempre a Londra per la DG, terzo Rubinstein a New York per la RCA), per il secondo la mia classifica personale è sempre stata “più fluida”, anche se l’interpretazione, forse troppo libera e soggettiva ma così accattivante, di Pogorelich con Abbado è sempre rimasta la mia favorita.

Ecco, quella stessa libertà di Pogorelich l’ho ritrovata qui, in Nobu (lasciatemi usare il diminutivo, perché il ragazzo è giovane e minuto, ma è un gigante come musicista..).

Una libertà nei tempi, nel tocco, nel rubato, che raramente si ascolta. Sì certo, la Argerich con Rostropovich o Zimerman con Giulini o ancora lo stesso Rubinstein rimangono stelle polari anche nel secondo concerto, ma a queste stelle da oggi nel “mio oceano personale” si aggiunge il giovane Nobu.

Peraltro “accompagnato” sul podio della DSO da nientemeno che Vladimir Ashkenazy, raramente ascoltato così “in forma” come direttore, attento ai minimi dettagli ed anzi capace di mettere in evidenza contrappunti sonori che in genere vengono lasciati in secondo piano.

A mio parere bellissimo album…e sì, per me è nata una nuova stella pianistica..

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Inviato
21 ore fa, Gall ha scritto:

Confermo quanto detto da @SimoTocca, e noto una registrazione ottima della Decca, etichetta che non sempre apprezzo nelle ultime produzioni, ritengo a mio parere di un altra categoria la DG, ma questa è ottima. Anch’io sono rimasto colpito dai concerti che non ricordavo a memoria dell’autore.

Concerti? Khachaturian ha composto solo un concerto per pianoforte "regolare" (non considerando tale il concerto-rapsodia del 1968), ed è quello riportato in questa registrazione che contiene altre sue prelibatezze pianistiche, ma non un secondo concerto. 

Inviato
4 ore fa, SimoTocca ha scritto:

P.S. Ma poi… questa casa discografica… Lyrita… e chi la conosceva??

Ecco che la sorpresa per la qualità audio eccellente diventa quasi meraviglia..

Lyrically era (è) una casa discografica che pubblicava dischi essenzialmente, o in maniera predominante, di autori di musica “colta” inglesi, molto famosa ai suoi tempi per la qualità delle incisioni. È stata citata nel libro di Rama sui dischi dell’età dell’oro. Io personalmente non ho nulla, visto che il loro catalogo mi è sempre sembrato poco interessante (ma ammetto di non aver mai approfondito più di tanto).

Inviato

Non so se è già stato segnalato ma nel dubbio meglio abbondare. John Field lo adoro.

Salutiimage.thumb.png.bcfb1ab37b1ef91eebfb7fef537abc25.png

  • Melius 1
SimoTocca
Inviato
10 ore fa, antoarma ha scritto:

Concerti? Khachaturian ha composto solo un concerto per pianoforte "regolare" (non considerando tale il concerto-rapsodia del 1968),

Vero Armando, hai ragione  nell’album Decca c’è soltanto il primo concerto … è colpa mia, perché sono stato io a dire “non conoscevo i due concerti per piano di Kachaturian” in quanto mi stavo ascoltando, per capire bene l’esecuzione di Thibudet, un altro album assai recente, della BIS, in formato 24/192, che appunto contiene entrambi i concerti. 
Kachaturian ritorna infatti nel genere piano concerto dopo 30 anni circa dal suo primo, che appunto è in tre movimenti canonici e risale al 1936, concerto che è stato il suo primo grande successo, ritorna dicevo con il Concerto Rapsodia per pianoforte e orchestra, in quattro movimenti (in fondo anche il secondo di Brahms è in quattro movimenti…).

Pur molto bella la registrazione BIS, il Concerto in Re eseguito da Thibaudet e Dudamel mi pare porsi su un livello artistico più elevato… 

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  • 3 settimane dopo...
Inviato

Non ho mai sopportato l’incipit con cui molti critici musicali commentano nuove registrazioni di brani famosi: che siano le quattro stagioni di Vivaldi, o le sinfonie di Beethoven, o concerti famosi, capita di leggere che no, non sentivamo il bisogno di una nuova registrazione..

Invece io ho sempre accolto con gioia nuove registrazioni di pezzi classici celebri, anche se inflazionati. Purché gli interpreti trovino una loro strada ed esprimano il meglio di se stessi, perché no?

Ecco che il concerto per violino di Tchaikovsky può rientrare a buon diritto fra le registrazioni più “inflazionate”… Eppure quante straordinarie nuove interpretazioni mi è capitato di ascoltare con grande soddisfazione negli ultimi pochi anni..l

Ecco, questa Decca è una nuova registrazione che giunge benvenuta: il ragazzino (17enne) è semplicemente fantastico al violino. E la “spalla”, il Petrenko di Liverpool con la sua vecchia orchestra inglese, di Tchaikovsky è da sempre uno dei più grandi interpreti.

È un “taglio” classico, un approccio senza “rivoluzioni”, ma ci sono momenti di Bellezza estrema e assoluta ….con la registrazione Decca che ancora una volta, fra quelle più recenti, dimostra un notevole recupero di qualità audio da parte della celebre casa inglese….

Non vi aspettate l’estro inventivo di una Kopatchinskaja con il “pazzo” perfezionista sul podio che Theodor Currentzis… ma il giovane Li ha personalità da vendere e sono abbastanza convinto che riuscirà a conquistare voi come ha convinto me…

 

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Inviato

E lo stesso”cappello” vale per le nuove registrazioni di Ravel di Jin Cho…

Solo perché Michelangeli o la Argerich o Fançois hanno lasciato una impronta discografica di riferimento assoluto, forse che nessun altro può lanciarsi nell’impresa di registrare Ravel?

E nel caso di Cho, già vincitore del premio pianistico più ambito, lo Chopin, con Ravel si mostra a suo agio come pochi altri grandi pianisti hanno mostrato.

Forse per la formazione “scolastica” francese del giovane pianista coreano (che però in Debussy non mi aveva entusiasmato..), forse per una affinità elettiva con la musica di Ravel, ecco ho trovato sia il suo primo album dedicato ai lavori per pianoforte solo, che questa sua seconda uscita dedicata ai due concerti di Ravel, ho trovato dicevo una qualità artistica di primissima classe, con una disinvoltura ritmica e una nuance jazzistica che impreziosiscono il suo tocco “classico chopiniano”.

E poi la Boston Symphony, con Nelson sul podio, una meraviglia di colori orchestrali… che confermano la Boston come la più europea fra le orchestre americane (e, amici miei, essere europei è un grande privilegio, nonché grande vanto… 😉).

La bellezza del suono delle registrazioni DG rende questo album un “must” da ascoltare e lo proietta nel firmamento dei miei riferimenti assoluti prima citati..

 

  

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P.S. Brava DG, quale modo migliore per festeggiare i 150 anni di Ravel?? Bravissima davvero…

  • Melius 1
Inviato

Si parlava poco sopra della Kopatchinskaja… di quanto è originale e intelligente nell’impaginare programmi musicali inusuali… ed ecco qui il suo nuovo album dal titolo Exile, dedicato a musicisti del novecento (con l’eccezione di Schubert, ma la sua inclusione è spiegata bene dalla nostra Patricia..) che hanno dovuto andare in esilio …

Musica di rara esecuzione ma di una bellezza superba…. con sonorità inusuali come per esempio la Sonata di Schinntke trascritta per violino, violoncello, archi e clavicembalo… 

Eccellente anche la qualità audio della registrazione Alpha, ormai una garanzia …😉

 

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