Membro_0013 Inviato 1 Giugno 2021 Inviato 1 Giugno 2021 E' una storia vecchia, questa, che inizia più di 30 anni fa, quando un gruppo di giovanotti milanesi chiamato "Il Giardino Armonico" registrò per la Telarc alcuni dischi dedicati a Vivaldi, che inaugurarono la "malaugurata" stagione del ba-rock: dinamiche esasperate, microfoni piazzati a pochi centimetri dagli strumenti e zero ambienza, ritmi rockeggianti, timbro poverissimo di armonici. Per qualcuno fu una rivelazione, per altri - che conoscevano gli strumenti antichi e il loro suono - altro non fu che un'operazione commerciale. Chi suonava strumenti d'epoca disse subito, e a ragione, che non solo era impossibile suonare in questo modo ottenendo tale timbro e tale dinamica, ma che anche soltanto un tentativo di suonare così avrebbe scordato immediatamente gli strumenti, costringendo gli esecutori a riaccordarli dopo ogni movimento. Ne ebbi conferma quando andai ad ascoltare - proprio in quegli anni - il Giardino Armonico al Festival di Musica Antica di Magnano Biellese: ascoltai un eccellente complesso barocco, dal timbro "giusto", senza dinamiche esasperate e con un bel fraseggio vivido ed elegante. Quindi tirare le somme fu facile: i CD della Telarc erano manipolati in studio, in maniera pessima e per venire incontro al cattivo gusto che all'epoca iniziava ad imperare. Pensavo che tale modo di registrare il Giardino Armonico fosse legato ad una stagione e ad una scelta di una sola casa. E invece no: acquistai (e qui siamo già nel presente millennio) con molte speranze l'integrale dei Concerti Grossi op. 6 di Handel per la Oiseau Lyre, e - per quanto i timbri fossero fedeli - la registrazione era talmente ravvicinata di far pensare che i microfoni fossero stati piazzati addirittura dentro gli strumenti. Non eravamo ai livelli di pessimo gusto della Telarc, ma si capiva che i tecnici del suono - con una registrazione ravvicinatissima e quindi totalmente priva di ambienza - avevano voluto ancora una volta sottolineare il "marchio di fabbrica" taroccato di questo gruppo. A quel punto sono tornato a Hogwood 1988, e tale registrazione - seppure un po' datata e meno dettagliata - mi ha regalato e continua a regalarmi musica e non rumore. E non è finita: ieri ho provato ad approcciarmi su Qobuz ad una registrazione che si preannunciava interessante, ossia quella in cui Antonini dirige il Giardino Armonico avendo come solista nientemeno che la fantasiosa Kopatchinskaja. Orribile e inascoltabile: ancora una volta, anche se eravamo a 24 bit e 96 khz, suoni aggressivi e poveri di armonici, registrazione ravvicinatissima... ed io che ho resistito 5 minuti al massimo. E che dire dell'Haydn sta registrando per la Alpha?: notoriamente la Alpha registra benissimo... eppure non tutto mi quadra, per quanto le interpretazioni siano ottime. Il suono mi sembra sempre troppo puntuto ed aggressivo, e l'ambienza sempre molto minore rispetto a quel che dovrebbe essere. Per fare un confronto, ascoltate le quattro sinfonie che Ottavio Dantone ha registrato per la Decca, ed ascolterete il vero suono di un'orchestra con strumenti originali. Eppure, se provate ad esempio ad ascoltare la Norma di Bellini che Antonini ha registrato con Cecilia Bartoli, tutto è a posto e il suono è eccellente... ma lì c'è la Cecilia nazionale che conta più di Antonini e del suo gruppo, quindi le scelte dei tecnici del suono non privilegiano quell'assurdo "marchio di fabbrica" che da trent'anni funesta quasi tutte le registrazioni di questo pur ottimo complesso barocco.
Gabrilupo Inviato 1 Giugno 2021 Inviato 1 Giugno 2021 Il Giardino Armonico iniziò registrando per la Teldec. Non lo scrivo per fare il precisino, l'americana Telarc per me ha un suono falsato. Le registrazioni ravvicinate sono un problema di tanti dischi, in ogni epoca. I Seon registrati da Leonhardt, ad esempio, anni '70. Opere capitali in cui, purtroppo, il cembalo sembra "plugged". Non si salva nemmeno Oiseau Lyre: il disco dedicato ai Notturni di Mozart sembra avere un contrabasso grande come l'Empire State.... Per tornare a Teldec, non riesci a moderare l'effetto giocando di volume?
Membro_0013 Inviato 1 Giugno 2021 Autore Inviato 1 Giugno 2021 2 ore fa, Gabrilupo ha scritto: Per tornare a Teldec, non riesci a moderare l'effetto giocando di volume? Non è soltanto Teldec, come ho scritto. E' una sorta di "marchio di fabbrica" delle registrazioni del Giardino Armonico. Ma non è moderando il volume che si aggiusta un problema che è da un lato timbrico, dall'altro di ambienza.
London104 Inviato 1 Giugno 2021 Inviato 1 Giugno 2021 Possiedo anche io i concerti op. VI di Handel con Antonini; ho sempre provato un certo fastidio nell’ascolto, veramente un’occasione mancata. Molto meglio Pinnock, che possiedo sia in vinile che CD. 1
London104 Inviato 1 Giugno 2021 Inviato 1 Giugno 2021 @Gabrilupo parli di questo? Quasi inascoltabile, occorre ruotare la manopola di almeno 45 gradi in senso antiorario, ma il difetto di una ripresa ravvicinatissima rimane
UpTo11 Inviato 1 Giugno 2021 Inviato 1 Giugno 2021 Faccio la voce fuori dal coro... ma a me le registrazioni ravvicinate, secche, cioè con pochissimo o nessun riverbero ambientale (riverbero eh! non ambienza), specie dello strumento solo o del piccolo ensemble, piacciono! Poi c'è registrazione e registrazione, o forse sarebbe meglio dire esecuzione ed esecuzione, perché l'approccio ba-rock, a mio modo di vedere la cosa, è più legato a quest'ultima. Lo stesso approccio ba-rock non lo butto a priori. È sempre una questione di intelligenza interpretativa, di buon gusto, evitando l'eccesso e la pirotecnia fine a se stessa.
Gabrilupo Inviato 1 Giugno 2021 Inviato 1 Giugno 2021 @London104 Io non ho proprio questo ma la serie è quella (nel dettaglio, le Suites Francesi e quelle Inglesi). Ho i vinili originali ma il risultato è quello che descrivi tu. Un vero peccato.
faber_57 Inviato 2 Giugno 2021 Inviato 2 Giugno 2021 Il 1/6/2021 at 12:25, Don Giuseppe ha scritto: E' una storia vecchia, questa, che inizia più di 30 anni fa Sai che hai ragione? E' una considerazione che svolazzava da anni nel mio subconscio (😀) e che è tornata prepotentemente alla ribalta con l'integrale di Haydn. Amo molto Antonini, ma finisce che l'ascolto poco proprio per questo 1
giorgiovinyl Inviato 2 Giugno 2021 Inviato 2 Giugno 2021 Il 1/6/2021 at 12:25, Don Giuseppe ha scritto: E' una storia vecchia, questa, che inizia più di 30 anni fa, quando un gruppo di giovanotti milanesi chiamato "Il Giardino Armonico" registrò per la Telarc alcuni dischi dedicati a Vivaldi, che inaugurarono la "malaugurata" stagione del ba-rock: dinamiche esasperate, microfoni piazzati a pochi centimetri dagli strumenti e zero ambienza, ritmi rockeggianti, timbro poverissimo di armonici. Per qualcuno fu una rivelazione, per altri - che conoscevano gli strumenti antichi e il loro suono - altro non fu che un'operazione commerciale. Chi suonava strumenti d'epoca disse subito, e a ragione, che non solo era impossibile suonare in questo modo ottenendo tale timbro e tale dinamica, ma che anche soltanto un tentativo di suonare così avrebbe scordato immediatamente gli strumenti, costringendo gli esecutori a riaccordarli dopo ogni movimento. Ne ebbi conferma quando andai ad ascoltare - proprio in quegli anni - il Giardino Armonico al Festival di Musica Antica di Magnano Biellese: ascoltai un eccellente complesso barocco, dal timbro "giusto", senza dinamiche esasperate e con un bel fraseggio vivido ed elegante. Quindi tirare le somme fu facile: i CD della Telarc erano manipolati in studio, in maniera pessima e per venire incontro al cattivo gusto che all'epoca iniziava ad imperare. Pensavo che tale modo di registrare il Giardino Armonico fosse legato ad una stagione e ad una scelta di una sola casa. E invece no: acquistai (e qui siamo già nel presente millennio) con molte speranze l'integrale dei Concerti Grossi op. 6 di Handel per la Oiseau Lyre, e - per quanto i timbri fossero fedeli - la registrazione era talmente ravvicinata di far pensare che i microfoni fossero stati piazzati addirittura dentro gli strumenti. Non eravamo ai livelli di pessimo gusto della Telarc, ma si capiva che i tecnici del suono - con una registrazione ravvicinatissima e quindi totalmente priva di ambienza - avevano voluto ancora una volta sottolineare il "marchio di fabbrica" taroccato di questo gruppo. A quel punto sono tornato a Hogwood 1988, e tale registrazione - seppure un po' datata e meno dettagliata - mi ha regalato e continua a regalarmi musica e non rumore. E non è finita: ieri ho provato ad approcciarmi su Qobuz ad una registrazione che si preannunciava interessante, ossia quella in cui Antonini dirige il Giardino Armonico avendo come solista nientemeno che la fantasiosa Kopatchinskaja. Orribile e inascoltabile: ancora una volta, anche se eravamo a 24 bit e 96 khz, suoni aggressivi e poveri di armonici, registrazione ravvicinatissima... ed io che ho resistito 5 minuti al massimo. E che dire dell'Haydn sta registrando per la Alpha?: notoriamente la Alpha registra benissimo... eppure non tutto mi quadra, per quanto le interpretazioni siano ottime. Il suono mi sembra sempre troppo puntuto ed aggressivo, e l'ambienza sempre molto minore rispetto a quel che dovrebbe essere. Per fare un confronto, ascoltate le quattro sinfonie che Ottavio Dantone ha registrato per la Decca, ed ascolterete il vero suono di un'orchestra con strumenti originali. Eppure, se provate ad esempio ad ascoltare la Norma di Bellini che Antonini ha registrato con Cecilia Bartoli, tutto è a posto e il suono è eccellente... ma lì c'è la Cecilia nazionale che conta più di Antonini e del suo gruppo, quindi le scelte dei tecnici del suono non privilegiano quell'assurdo "marchio di fabbrica" che da trent'anni funesta quasi tutte le registrazioni di questo pur ottimo complesso barocco. In parte mi riconosco nelle tue osservazioni. Anche io in effetti quando, incuriosito dalle ottime recensioni della stampa straniera, comprai uno dei primi cd Teldec dedicati a Vivaldi del Giardino Armonico, quello con Cristophe Coin, ebbi difficoltà poi ad ascoltare per intero il cd. Concordo pure che visti dal vivo erano più "normali" barocchisti e meno aggressivi che su disco. Però non generalizzerei, l'integrale delle sinfonie di Haydn in corso per l'Alpha non mi sembra incisa affatto male anzi. Peccato però che la Decca abbia fatto incidere solo 4 sinfonie di Haydn a Dantone e all'Accademia Bizantina sono incisioni bellissime, e avrebbe meritato di proseguire e non solo di fare da tappabuchi all'integrale Haydn Hogwood-Bruggen Decca su strumenti originali. Il disco con la Kopatchinskaja più che per l'incisione in se mi sembra troppo abrasivo per l'interpretazione, forse l'incontro di due personalità troppo esplosive.
Alpine71 Inviato 1 Ottobre 2021 Inviato 1 Ottobre 2021 Sto ascoltando e vedendo la Sinfonia n. 45 diretta da Antonini sul Tubo: dopo aver letto questo post di @Don Giuseppeconfermo che i microfoni sono posizionati attaccati agli strumenti, ma proprio attaccati. L'interpretazione è però talmente trascinante, forse anche per la tecnica di registrazione così aggressiva, che non ci avevo fatto caso: per la mia esperienza qua al Manzoni le registrazioni con Abbado prevedevano microfoni dall'alto. Insomma a me i mondi hogwoodiano e antoniano sembrano inconciliabili, ma entrambi meritevoli di ascolto. E sono d'accordo con @giorgiovinyl avendo acquistato il disco di Dantone dopo aver letto questo post: meritava molto di più
clapat71 Inviato 1 Ottobre 2021 Inviato 1 Ottobre 2021 Il 2/6/2021 at 21:39, giorgiovinyl ha scritto: Il disco con la Kopatchinskaja più che per l'incisione in se mi sembra troppo abrasivo per l'interpretazione, forse l'incontro di due personalità troppo esplosive. Direi che il disco conferma le attese di un simile incontro artistico. Per me molto interessante. Della filologia mi importa il giusto, mi interessa di più la musica.
mozarteum Inviato 2 Ottobre 2021 Inviato 2 Ottobre 2021 Il 1/6/2021 at 19:13, London104 ha scritto: @Gabrilupo parli di questo? Quasi inascoltabile, occorre ruotare la manopola di almeno 45 gradi in senso antiorario, ma il difetto di una ripresa ravvicinatissima rimane Suona strepitoso da me
mozarteum Inviato 2 Ottobre 2021 Inviato 2 Ottobre 2021 Il 1/6/2021 at 19:04, London104 ha scritto: Possiedo anche io i concerti op. VI di Handel con Antonini; ho sempre provato un certo fastidio nell’ascolto, veramente un’occasione mancata. Anche questo. Suono ravvicinato che pero‘ esalta microdinamica. Armonici ok ma che impianti avete.
mozarteum Inviato 2 Ottobre 2021 Inviato 2 Ottobre 2021 Intendevi teldec o telarc don giuseppe? i teldec sono eccellenti
mozarteum Inviato 2 Ottobre 2021 Inviato 2 Ottobre 2021 Ci sono vari tipi di ripresa sonora corrispondenti a tanti ideali punti di ascolto. La ripresa ravvicinata come se si stesse in grande prossimita‘ puo’ essere altrettanto bella di una piu’ ambientata. Subentrano i gusti personali. Sto sentendo ora il Proteo veramente stupenda la registrazione ancorche’ ravvicinata ricchissima armonicamente e si spande per l’aria con grande fedelta’ timbrica degli archi
mozarteum Inviato 2 Ottobre 2021 Inviato 2 Ottobre 2021 Il 1/6/2021 at 12:45, Gabrilupo ha scritto: sembra avere un contrabasso grande come l'Empire State.... Ma non e’ vero se si sta in una sala settecentesca seduti davanti a tre metri anche un cello suona forte
London104 Inviato 3 Ottobre 2021 Inviato 3 Ottobre 2021 @mozarteum probabilmente non al livello del tuo, ma se ci lamentiamo di questa registrazione e non delle altre centinaia di musica barocca che possediamo, forse l’impianto non c’entra nulla. 1
mozarteum Inviato 3 Ottobre 2021 Inviato 3 Ottobre 2021 No certo ma non c’e’ da lamentarsi di queste registrazioni. Sono eccellenti hanno solo una ripresa ravvicinata che puo’ piacere o no ma e’ del tutto realistica. Inventionen e sinfonien di Leonhardt e’ una registrazione di chiarezza esemplare in tutte le linee. E nonostante la ripresa ravvicinata il suono e’ ricco di armonici e iridescente. Magari si sentisse cosi’ il cembalo in una stanza. Direi che e’ lo strumento che meglio di ogni altro si giova della riproduzione. Il Disco teldec di Vivaldi di Antonini idem ripresa ravvicinata ma grande ricchezza nella screziatura timbrica degli strumenti d’epoca. E’ il discorso che abbiamo fatto sui quadri di Pogorelich dove si sta col gomito appoggiato al pianoforte: sensazione entusiasmante al pari di quella di sentire in pianoforte ambientato in sala
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