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l'esilio di craxy


cactus_atomo

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cactus_atomo
Inviato

@analogico_09 ricordate il caso iadeluca? chi non è di roma mi a che non se lo ricorda, una tangente incassata cash con i soldi nascosti nelle mutane, d era un banale permesso per un chiosco, mica un supermercato. e il perettore della tangente ebbe pure a faccia tosta di minacciare in pubblico "tu la licenza non l vrdai mai" per poi spiegate "in sede politica avevamo deciso che un chiosco valeva x mlioni, ecc ecc"

analogico_09
Inviato
13 minuti fa, cactus_atomo ha scritto:

ricordate il caso iadeluca?

 

 

Ricordo la cosa delle tangenti nelle mutande ma non il fatto specifico... D'altra parte si narra anche il caso di quello, vero o falso non saprei, che colto in FRAGANZA di reato provò ad alienare la mazzetta tangentizia gettandola nel water...

 

Per tornare un attimo a bomba, alle origine di mani pulite:  il 17 febbraio 1992 quando il presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di spicco del Psi milanese fu arrestato in flagranza di reato mentre intascava una tangente. “Un mariuolo”, così lo chiamò Bettino Craxi per negare l'esistenza della corruzione a livello nazionale. Ma dopo un iniziale silenzio durato oltre 30 giorni a San Vittore, Chiesa parlò e rivelò al pool di Antonio Di Pietro la verità sulla corruzione del sistema politico

 

https://tg24.sky.it/cronaca/2022/02/17/tangentopoli-mario-chiesa-arresto

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@analogico_09 e per fortuna cje l'albergo era pio, immagina fosse stato diabolico

  • Haha 2
Supertramp
Inviato
18 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

in flagranza di reato mentre intascava una tangente. “Un mariuolo”, così lo chiamò Bettino

 

Il bue che dice cornuto all'asino.

Screenshot_20250120-180326.jpg

Supertramp
Inviato
3 minuti fa, cactus_atomo ha scritto:

e per fortuna cje l'albergo era pio, immagina fosse stato diabolico

 

Pure durante la pandemia divenne parecchio diabolicus...

Inviato

@cactus_atomo Voglio sperare che quello schifo sia finito per sempre. Erano da punire tutti: confisca dei beni e a pelare patate.

Inviato

Ricordo sempre la definizione su craxi data da un grande giornalista Giuseppe Fiori  detto Beppe "di Milano craxi ha soltanto la nebbia nel cervello" 

Inviato
12 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

@analogico_09 e per fortuna cje l'albergo era pio, immagina fosse stato diabolico

In origine si chiamava Pijo Albergo Trivulzio

  • Haha 1
Inviato

Mi avete rinverdito il ricordo del pouf di Poggiolini.

Che bei tempi! :classic_laugh:

  • Haha 2
Inviato

Un associazione a delinquere, senza troppi giri di parole.. ecco cos’erano i socialisti, specie a Milano.

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, alexis ha scritto:

Un associazione a delinquere, senza troppi giri di parole.. ecco cos’erano i socialisti, specie a Milano.

Perché i parlamentari di oggi di qualsivoglia colore sono migliori? Chiedo? 

Inviato
1 minuto fa, keres ha scritto:

Perché i parlamentari di oggi sono migliori?

È tutto un magna magna. 

La statura politica di un almirante, andreotti, cracsi e via dicendo ce la scordiamo con i politici di oggi. 

Quanto ci manca un pino rauti... ah, che compagnie infelici!

Inviato
23 minuti fa, keres ha scritto:

Perché i parlamentari di oggi di qualsivoglia colore sono migliori? Chiedo?

E perché non lo sono?

Inviato
3 ore fa, Velvet ha scritto:

Mi avete rinverdito il ricordo del pouf di Poggiolini.

Ecco un altro punto contro la moneta elettronica: I politici dovrebbero tornare alla gommapiuma, come i banali cuscini dei salotti maròn del popolino... :classic_biggrin:

Inviato

@Martin Lì dentro c'erano lingotti d'oro, mica volgave cartamoneta

Inviato

@Velvet Quelli del pouf Poggiolini mi pare fossero 11 miliardi di lire in titoli di stato cartacei . (Praticamente un tube-trap farlocco e low-price)  :classic_biggrin:

Inviato

@Martin Ah ok, allora forse mi sbagliavo con la cuccia del cane di quell'altra tizia (credo del PD). :classic_biggrin:

  • Haha 1
Inviato

@Martin @Velvet

Ci sono oggetti che diventano icone di una storia, o della Storia. Una delle icone di Mani pulite è il pouf di Duilio Poggiolini. Un morbido sedile, elegante e un poco kitsch, che faceva bella mostra di sé nel salotto della sua bella villa romana all’Eur, tra i divani e le poltrone. Non doveva essere proprio morbidissimo, perché quando la polizia giudiziaria andò a perquisirgli l’abitazione, ebbe l’idea di tagliare il tessuto del rivestimento e trovò che era imbottito di titoli di Stato: Bot e Cct per 11 miliardi e 200 milioni di lire.

 

Era il 1993 e il professor Poggiolini era il potentissimo e rispettato direttore centrale del ministero della Sanità. Era, soprattutto, il presidente del comitato scientifico che decideva l’inserimento dei farmaci nel prontuario nazionale. Poteva scegliere quali medicine potevano essere prescritte ai pazienti dai medici italiani e quali no, quali potevano essere rimborsate dal servizio sanitario nazionale e quali no. Lo decideva con accuratezza e le case farmaceutiche gli erano evidentemente grate, poiché nel ventennio della sua scientifica, competente ed esperta presenza al vertice del sistema di controllo del mercato delle medicine in Italia, tra il 1983 e il 1993, si stima che le mazzette pagate nel settore farmaceutico siano state di circa 7.500 miliardi di lire. Una bella fetta passarono per le sue mani e per quelle di sua moglie, Pierr Di Maria.

Quando Mani pulite arrivò a scoprire la Tangentopoli farmaceutica, Poggiolini scappò. Ma dopo tre mesi di latitanza, il 20 settembre 1993 fu individuato e arrestato a Losanna, in Svizzera. I magistrati gli bloccarono 18 conti correnti a lui riferibili, per un centinaio di miliardi di lire. Nel caveau di una banca napoletana gli sequestrarono quattro casse che ricordavano i tesori dei pirati disegnati sui libri dei bambini: erano ricolme di monete d’oro, sterline, krugerrand sudafricani, Ecu, perfino monete antiche provenienti dagli scavi di Ercolano e dal medagliere del Museo archeologico di Napoli. Una quinta cassa conteneva pietre preziose, zaffiri, rubini, brillanti, una collezione di oggetti d’oro e una serie di rubli d’oro dello zar Nicola II.

A parte, spuntarono dei lingotti d’oro da mezzo chilo l’uno, un centinaio. Gli trovarono anche 60 tele di gran pregio, dipinti che potrebbero formare un ben fornito museo della pittura dal Seicento a Picasso a De Chirico, del valore (a svenderle senza metterle all’asta) di almeno 5 miliardi di lire.

“Non immaginavo di essere così ricco”, commentò, dopo che la polizia giudiziaria gli aveva svuotato la casa, mentre i vicini credevano che “il professore” stesse facendo un trasloco. La moglie, Pierr Di Maria, era la sua più valida collaboratrice. Arrestata, trascorse 8 mesi nel braccio femminile del carcere di Poggioreale. Sarà poi condannata a 4 anni e le saranno confiscati 10 miliardi di lire, che si aggiunsero ai 29 miliardi confiscati al marito.

Vecchia scuola, quella del professor Poggiolini. Iscrizione alla loggia massonica segreta P2 di Licio Gelli, rapida carriera che lo porta ai vertici dell’alta burocrazia statale, a fianco di Francesco De Lorenzo, per tanti anni ministro della Sanità. Oggi, a 90 anni, Poggiolini è stato assolto per l’altra storia che gli ha segnato la vita, quella del sangue infetto venduto senza troppi controlli dalle case farmaceutiche (tra le più attive quella della famiglia Marcucci, la stessa del deputato Andrea Marcucci, turborenziano del Pd).

Morirono in tanti, tantissimi si ammalarono di Aids ed epatite, ma le responsabilità penali non sono state individuate. Il “re Mida della sanità” che non sapeva neppure quanto era ricco oggi è un vecchio con seri problemi di salute. “Percepisce una modesta e decurtata pensione”, spiega Luigi Ferrante, il suo avvocato storico. “Lo difendo gratuitamente. Non saprei neppure dove inviare le parcelle”.

Lasciata la sua bella villa romana, l’ultimo domicilio noto alle cronache è una casa di riposo abusiva alla Storta, periferia nord di Roma. Qualcuno la segnalò al commissariato di Primavalle per le condizioni precarie in cui versavano i degenti. Gli agenti nell’ottobre 2015 fecero irruzione e trovarono, tra gli altri ospiti, anche Poggiolini, avvolto in un liso cappotto di cammello.

 


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