Guru Inviato 25 Gennaio Inviato 25 Gennaio 3 ore fa, analogico_09 ha scritto: Ma chi, Farinelli Non no, Gian Luca Farinelli, il direttore della Cineteca di Bologna. È ormai una delle figure più influenti nel mondo cinematografico nazionale, tutti gli attori e i registi passano da Bologna a presentare le loro opere. Gran persona, appassionata e capace e soprattutto modesta, nonostante quello che ha saputo realizzare. https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cultura/cineteca-farinelli-mlfsjexc
analogico_09 Inviato 27 Gennaio Autore Inviato 27 Gennaio Il 25/01/2025 at 09:27, spersanti276 ha scritto: Che strazio questi post doppi e tripli che si creano. Che palle. dopo l'invio , se c'è se ne accorge,entro un buon numero di minuti c'è la possibilità di editare i post doppioni scrivendo magari "Errore" alleggerendo la pagina dai doppioni. Questo capita quando sembra dopo l'invio di un post sembra che non sia partito e si insiste a rifare l' invio. 😉 1
analogico_09 Inviato 27 Gennaio Autore Inviato 27 Gennaio Si sta insistentemente parlando di vampiri ultimamente. Non vorrei portare la tematica anche in questo topic, ma mi è parso intuire (da mo') che, sia il romanzo di Bram Stoker, sia i migliori film su Dracula, o Nosferatu, portino un messaggio fortemente scandalizzante. Se torniamo un attimo sulla già ipotizzata idea di "umanizzazione" del vampiro, non solo da me, quale essere sofferente, metafisico oltre che "mostro", idea che alcuni tendono ad attribuire in "secondogenitura" a Coppola, erroneamente a mio modesto avviso, il passo verso il "Nosferatu" di Herzog si fa breve ed obbligato. Interpretato da un Klaus Kinski trascendentale, al quale il regista tedesco fornisce una maschera vampirica ispirata al mostro di Murnau diventando essa stessa iconica, indossata alla perfezione dall'interprete che ha di suo le phisique du role, tale "remake" ci riporta "filosoficamente", filmicamente, idealmente, attraverso un'estetica hergoziana affatto personale, ispirata al mostro “umanizzato” di Murnau. La storia del cinema vanta molti film vampirici più o meno significativi, non solo Hammer, molti dei quali - benchè non privi di interesse, parti nobili degli immaginari filmici del "genere" -, si limitavano ad intrattenere il pubblico più sul piano del divertissement orrorifico-pauristico, privi delle valenze testuali e sottotestuali "filosofiche", mitiche, mistico-erotiche e fantastiche, aggiungerei "colte", che appartengono invece alla “creatura” partorita dalla fervida immaginazione di Bram Stoker e traslate, attraverso le possibilità offerte dai linguaggi della settima arte, sullo schermo cinematografico da Murnau, 1922 e da Herzog, 1979. In embrambi gli autori prevale l'imminenza e l'immanenza della morte, il terrore della morte, l'ambiguità sessuale e sentimentale, il doppio dicotomico meccanismo psichico che separa e riunisce la paura e il desiderio, l'eros e il thanatos, ciò che lo spettature intuisce chiedendosi, più o meno inconsciamente, chi stia realmente aspettando Lucy/Hellen nella malinconica spiaggia disseminata di croci sferzate dal vento gelido e minaccioso che spira dal mare solcato dall'horrido vascello fantasma. Visionari, potenti squarci immaginifici di rabbrividente lirismo in entrambe le pellicole L'attesa della donna sarà per il "vampiro" che va solcando i mari seminando la morte, oppure il fedele marito che torna da lei attraversando i più oscuri cammini nei quali si agitano orribili presenze e presentimenti? La nostra "eroina" che salverà il mondo dal male andrà incontro all'amore romantico, rassicurante e "pulito", oppure presa dal doppio, arcano e selvaggio istinto di attrazione/repulsione si concederà al mostro quale vittima sacrificale? L'ipocrita moralismo borghese non ammetterebbe mai che possano esistere tali oscuri e travagliati percorsi della psiche, della coscienza e dell'"es"; mai eccetterebbe il destabilizzante "messaggio" di cui entrambi i film, con percorsi narrativi simili e pur diversi, si fanno portatori nel rappresentare cinematograficamente le più nascoste, incoffessabili e tragiche pulsioni dell'animo umano. In questa "verità" v'è lo scandalo.
analogico_09 Inviato 2 Febbraio Autore Inviato 2 Febbraio Un delizioso film francese che con grande raffinatezza dei toni nat. rrativi e visivi "scandalizza" i moralisti ipocriti e perbenisti di facciata che magari molestano sessualmente i pargoli in famiglia. Soffio al cuore, 1971, diretto da Louis Malle Prendo la sinossi da qui https://www.cinefiliaritrovata.it/il-soffio-al-cuore-dellambiguo-edipo-di-louis-malle/un sito Siamo a Digione, nel 1954, nei giorni in cui la Francia sta perdendo la guerra in Indocina, e Laurent, quindicenne della borghesia francese che frequenta una scuola cattolica e sogna di infrangere i sacramenti come Camus, fuma, legge Proust e Histoire d’O e ascolta il jazz di Parker e Gillespie. Cresce fra le angherie dei due fratelli maggiori, che come lui, un po’ meno di lui, condividono un rapporto alla pari con una mamma-bambina (Lea Massari) “priva di qualsiasi pudore”, come lei stessa si definisce, e uno reciprocamente irrispettoso con un padre svalutante. Insomma un film sull'educazione sentimentale e sessuale dell'adolescente che viene avviato dai fratelli maggiori allo sverginamento accompoagnandolo in un bordello dove si assiste ad un episodio di frustrazione per l'"iniziatico" tuttavia vissuto con ironia ed autoironia attraverso una classe registica e interpretativa mirabile che caratterizza l'intera pellicola. In questi scenari in cui si fa strada la tensione edipica che in un momento particolarmente sensibile e problematico per entrambi porta madre e figli ad avere un rapporto incestuoso. Ovviamente non siamo alla tragedia greca; i toni narrativi e cinematografici sono stemperati, rilassati e giocosii, finanche affettuosi: i banali contrasti tra fratelli sono senza acrimonia e gestiti con disincantata ironia tra di loro,m in fondo è così che rinsaldano il loro affetto, la loro complicità. Nessuna ostentazione della scena "madre" appena accennata che si intuisce, non si vede; nessuna maliziosa prurigine mentale e visiva, il tutto raccontato con serietà mai seriosa, senza mai scadere nella burletta. Ottima regia, fotografia ambientazione, ricostruzione d'epoca, interpretazioni, ammirevole la nostra bellissima Lea Massarinel fiore/fulgore degli anni. Un omaggio al jazz mentre in America furoreggiava il BeBop. Un pioccolo grande capolavoro.
analogico_09 Inviato 2 Febbraio Autore Inviato 2 Febbraio 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: Un omaggio al jazz mentre in America furoreggiava il BeBop. e. c. - mentre l'america era ancora investita dall'onda lunga del bebop ancora presente nell'hard bop. per l'esattezza.
analogico_09 Inviato 8 Febbraio Autore Inviato 8 Febbraio Se.... (If....), GB diretto da Lindsay Anderson nel 1968, Palma d'oro al Festival di Cannes 1969. Tra gli interpreti Malcolm McDowell, l'Alex di Arancia Meccanica di Kubrick che probabilmente chiamò l'attore avendondolo probabilmente apprezza panni del ribelle in "Se", pellicola che ha delle affnità con AM di K. Film epocale, alle prime uscite "scandalizzò" anche non giovani "contestarori", studenti, lavoratori, fancazzisti e affini... Poi ne facemmo un cult. Divinatore delle stragi scolastiche che anni dopo presero a susseguirsi nelle scuole soprattuto in America, tristemente famosa la strage dell'alta scuola "Columbine" da cui il docu-film di Michel Moore "Bowling for Columbine", 2002, e il film "Elephant" 2003 diretto da Gus Van San In un college inglese dove imperano metodi di insegnamento reazionari e militareschi, tre matricole subiscono sulla loro pelle le violenze e la repressione di un sistema che non tollera nessuna infrazione alle regole. Il giorno del diploma, durante la cerimonia di fine anno, Mick, Wallace e Johnny si appostano sui tetti della scuola e aprono il fuoco su professori e compagni di corso... C'è l'integrale nel Tubo, originale sottotitoli elettronici ma si parla assai poco... 1
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