Lolparpit Inviato 1 Febbraio Inviato 1 Febbraio Ieri l'algoritmo mi ha mandato a questa esecuzione della Partita VI di Bach di Alexandra Dovgan, pianista della quale abbiamo parlato anche qui dentro. In generale un po' diffidenti verso i 'prodigi' e i talenti precoci, ma comunque ben disposti verso i giovani promettenti. Alexandra compirà 18 anni a luglio: è diventata una bella ragazza e, almeno per me, ora riesco a valutare più serenamente le sue prove al pianoforte. Mi sembra che stia raffinando sempre più la sua tecnica, il tocco, l'articolazione, la resa della scrittura contrappuntistica: Non tutto alle mie orecchie funziona perfettamente: mi sembra che sia una sorta di collage di idee recepite da altri interpreti, non pienamente amalgamante. Però, ed è quello che conta, ascoltato la Partita VI con molto piacere. 1
Grancolauro Inviato 2 Febbraio Inviato 2 Febbraio @Lolparpit Grazie del video, interessante. La Dovgan l'ho ascoltata a Milano l'autunno scorso: bel concerto, pieno di aspetti positivi. È giovane ma ha personalità, un suo peculiare carisma. Mi è piaciuto come sta alla tastiera: l'eleganza del gesto, la compostezza, la sicurezza. Bello anche il suono: grande intesità e profondità, pur attaccando i tasti sempre da vicino, e capacità di separare i piani sonori. Insomma, una impostazione genuinamente "classica", figlia della migliore scuola russa. Non mi sorprende che Sokolov la ammiri molto (e viceversa). C'è molto della concezione musicale di Sokolov nell'apporccio allo spartito della Dovgan, anche se in una versione meno esasperata, meno radicale, tecnicamente e spiritualmente ancora acerba. Ma le assonanze ci sono, mi pare. Anche in questa partita (basta ascoltare il tentativo di separare le voci timbricamente). Insomma, mi sembra una pianista ormai a tutto tondo, con una sua personalità e originalità. Riguardo al concerto di Milano, la prima parte francamente non mi aveva entusiasmato. Se non ricordo male, in programma c'era la sonata opera 110 di Beethoven e la seconda sonata di Schumann. Una lettura ancora un po' superficiale, poco meditata (ma si tratta di una ragazza di 18 anni!). Dove la Dovgan mi ha sorpreso davvero è stata nella seconda sonata di Skrjabin. Splendida. Emozionanti anche le Variazioni su un tema di Corelli di Rachmaninov. In generale, ad ogni modo, la Dovgan sembra ancora incapace di abbandonarsi davvero, di farsi trascinare dalla musica senza porre freni all'estro e all'immaginazione. Forse la giovane Alexandra deve ancora trovare un grande amore terreno che le sconvolga la vita, chissà :) 1
Lolparpit Inviato 3 Febbraio Autore Inviato 3 Febbraio @Grancolauro grazie per le impressioni di un concerto live. Alexandra è ormai qualcosa in più di una promessa. Mi sembra, vedendo le sue prove recenti, che il suo obiettivo sia ‘suonare bene’ (ci riesce benissimo)…non è ancora nella fase in cui interiorizza il pezzo ‘impersonificandolo’ (non so se esista la parola…ma il concetto è questo), rivivendolo, restituendolo filtrato dal proprio mondo interiore. Prima o poi farà questo step…non è nemmeno maggiorenne, un po’ di pazienza. Per me deve evitare certo repertorio: l’op. 110 di Beethoven è un enigma…io la eviterei ai pianisti sotto i 50 anni. Anch’io noto un certo lavoro alla Sokolov, anche se Alexandra ha capito che seguirlo nell’interpretazione della Partita VI non era strada percorribile (o ci si schianta o si va in manicomio).
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