Lolparpit Inviato 10 Febbraio Inviato 10 Febbraio Leggo la notizia che Maria Tipo ci ha lasciato. È stata una grande pianista italiana in un’epoca d’oro del pianoforte. Io la ricordo con il Bach trascritto da Busoni: 2
Max440 Inviato 11 Febbraio Inviato 11 Febbraio Ora sarà in compagnia di colui che firmava i suoi spartiti "SDG" ... Soli Deo Gloria
micfan71 Inviato 11 Febbraio Inviato 11 Febbraio Io l'ho scoperta da poco grazie a questi due dischi di Scarlatti: per la mia scarsa competenza posso esprimere un giudizio estetico sulla bellezza di questa musica, che traspare, indubitabilmente, anche grazie alle doti artistiche di Maria Tipo. Molto dispiaciuto della sua morte, nonostante il dato anagrafico deponga a parziale consolazione.
Lolparpit Inviato 11 Febbraio Autore Inviato 11 Febbraio A me piace anche in Chopin: Pianista da riscoprire. Interpretazione molto onirica, quasi trasognata del Notturno. 1 1
OTREBLA Inviato 11 Febbraio Inviato 11 Febbraio . Ho ascoltato il disco sopra per molto tempo, apprezzandone l'interpretazione. Una brava pianista senz'altro. Alberto.
lormar Inviato 12 Febbraio Inviato 12 Febbraio Ieri a Torino Marta Argerich l’ha ricordata, anche per le sue qualità pedagogiche,con delle belle parole e le ha dedicato uno dei due bis.
Grancolauro Inviato 12 Febbraio Inviato 12 Febbraio Radio3 Suite Magazine ha dedicato la puntata di ieri a Maria Tipo. Con un bel intervento di Andrea Lucchesini, il suo allievo più noto assieme a Pietro De Maria https://www.raiplaysound.it/audio/2025/02/Radio3-Suite---Magazine-del-11022025-24115dfa-4777-4412-a3f6-8e32e4c4d6b6.html
Grancolauro Inviato 12 Febbraio Inviato 12 Febbraio Il repertorio di Maria Tipo era davvero ampio, ma la sua registrazione più bella e significativa credo resti quella delle Variazioni Goldberg. Piena di intuizioni originali. Ascoltate ad esempio come risolve l’enigmatica Variazione XI: geniale. Ma anche la splendida resa del gioco di voci del Canone alla quinta nella Variazione XV, o la Variazione XVII che lei esegue come nessun altro ha mai osato fare Di lei ho il ricordo di giudice sempre severo e inflessibile ai concorsi pianistici; un vero terrore per i giovani pianisti in erba come me allora, alimentato dalla sua indiscussa autorità. 2
Lolparpit Inviato 13 Febbraio Autore Inviato 13 Febbraio Esecuzione molto bella del più cupo dei concerti di Mozart: Di Maria Tipo mi piace la grande ricerca di espressività.
Grancolauro Inviato 15 Febbraio Inviato 15 Febbraio Molto bello anche il secondo concerto di Chopin. Elegante, con un perfetto equilibrio tra misura e tensione espressiva.
Lolparpit Inviato 15 Febbraio Autore Inviato 15 Febbraio 10 ore fa, Grancolauro ha scritto: un perfetto equilibrio tra misura e tensione espressiva. Forse è proprio questa la sintesi più efficace per definire Maria Tipo come pianista. La cosa per me interessante è che si è dedicata costantemente alla didattica, portando avanti una scuola pianistica di tradizione italiana. Non so quanti pianisti italiani importanti ci siano riusciti: ABM si è dedicato alla didattica con passione, sia tenendo docenze al conservatorio, poi con sue masterclass, ma è stato un impegno abbastanza occasionale e saltuario. Ha avuto allievi, ma non credo si possa parlare di una vera 'scuola'. Pollini, per quel che so, non si è dedicato alla didattica. @Grancolauro forse ci può dirci qualcosa in più sulle scuole pianistiche italiane del Novecento e di oggi. A me piace molto leggerlo quando scrive di pianoforte...
Max440 Inviato 18 Febbraio Inviato 18 Febbraio Il 15/02/2025 at 18:55, Lolparpit ha scritto: forse ci può dirci qualcosa in più sulle scuole pianistiche italiane del Novecento e di oggi. Interessante argomento, secondo me molto utile fatto "alla riversa", cioè partendo dai pianisti italiani famosi che tutti conosciamo per risalire alle origini delle loro formazione. Sicuramente esistono almeno 3 grandi scuole pianistiche italiane, quella Napoletana, quelle Romana e quella Milanese, ma ce sono altre che hanno generato diversi "pianismi" e "pianisti"... Direi che l'apertura di un apposito 3d è buona cosa: ci provo
Grancolauro Inviato 19 Febbraio Inviato 19 Febbraio Il 15/02/2025 at 18:55, Lolparpit ha scritto: @Grancolauro forse ci può dirci qualcosa in più sulle scuole pianistiche italiane del Novecento e di oggi. A me piace molto leggerlo quando scrive di pianoforte... Grazie, sei troppo gentile e temo che la fiducia sia mal riposta... Scusami invece se rispondo solo ora alla tua sollecitazione ma nelle ultime settimane sono stato sempre con la valigia in mano, senza un attimo tranquillo per mettermi alla tastiera. Ad ogni modo, vedo che @Max440 ha preso la palla al balzo aprendo un thread sulle scuole pianistiche, quindi non mi voglio sovrapporre a questo, tanto più che sono ormai da anni fuori dal giro e quindi poco aggiornato. Mi vien solo da osservare che oggi l'appartenenza di un pianista a una "scuola" - sotto il profilo tecnico, artistico, di repertorio e di "mentoring" - è assai meno chiara e definita rispetto al passato. I giovani pianisti, oltre al conservatorio, entrano a far parte di accademie, partecipano masterclass, seguono corsi di perfezionamento e mille altre iniziative didattico/concertistiche. Questo fa sì che abbiano spesso diversi "maestri" e che il loro percorso di formazione sia molto articolato. Questo accadeva anche in passato ma in misura assai minore, mi sembra. Poi ci sono i casi anomali, come quello di Maria Tipo, che al conservatorio praticamente non è mai andata e che ha avuto come unica insegnante sua madre, ottima pianista per altro. Certo, si potrebbe osservare che la madre di Maria Tipo era stata allieva di Vincenzo Romaniello, grande pianista e insegnante napoletano che poi si trasferì in Argentina, fondando la scuola in cui si formarono Martha Argerich e Baremboim (forse l'omaggio alla Tipo della Argerich, ricordato da @lormar, è dovuto anche a queste radici comuni). E Romaniello, a sua volta, era stato allievo di Anton Rubinstein, il fondatore della scuola russa di San Pietroburgo. In effetti l'impostazione tecnica della Tipo deve molto alla scuola russa, rivisitata sotto il profilo espressivo alle falde del Vesuvio. Pur non appartendendo a una specifica scuola, ad ogni modo, Maria Tipo ha poi formato una sua scuola, specie negli anni all'accademia di Fiesole, oggi ben riconoscibile. Insomma, le scuole sono importanti, ma anche le loro intersezioni e diramazioni, che sono imprevedibili quanto i destini umani. 1
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