Questo è un messaggio popolare. Progressive Inviato 15 Aprile 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 15 Aprile 2022 3 1
ediate Inviato 15 Aprile 2022 Inviato 15 Aprile 2022 @Gaetanoalberto 6 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: A proposito di rock, qual'era il disco dei Camel che mi mancava e avevi suggerito? Moonmadness 1
ediate Inviato 16 Aprile 2022 Inviato 16 Aprile 2022 @Gaetanoalberto dare informazioni a chi ascolta (bene) i Camel è un dovere “sociale”… 😂😂
minollo63 Inviato 16 Aprile 2022 Inviato 16 Aprile 2022 Un disco questo di Jeremiah Chiu e Marta Sofia Honer che nasce dall’esperienza comune di un viaggio/soggiorno nelle isole Åland nel profondo nord tra Svezia e Finlandia fatto assieme un po’ di tempo fa. La peculiarità del luogo, dove gli inverni sono lunghi e bui e le estati al contrario luminose, e la sua tranquillità li hanno spinti a immaginare di registrare musica lì. Così è venuto fuori “Recordings From the Åland Islands” che ci propone un’amalgama di sonorità varie che vanno dai sintetizzatori fino alla viola, il tutto inframezzato dai “rumori” della ambiente naturale che li circondava in quella parte sperduta del mondo per rappresentare in maniera musicalmente evocativa la bellezza della natura. Ciao ☮️ Stefano R. 2
minollo63 Inviato 16 Aprile 2022 Inviato 16 Aprile 2022 Disco strano, che si basa sostanzialmente sulle parole e la “rabbia” espresse su un tappeto sonoro variegato e molto eterogeneo sempre restando sul versante della nuova elettronica, che fa da sottofondo al flusso di coscienza dell’artista in questione che vuol rappresentare la sua ansia e la sua frustrazione verso il mondo di oggi, con tutte le sue contraddizioni. “Spoken-word” che non è altro che “poesia” moderna, sparata in faccia all’ascoltatore. Kae Tempest - “The Line is a curve” Ciao ☮️ Stefano R. 1
minollo63 Inviato 16 Aprile 2022 Inviato 16 Aprile 2022 Una vera “splendida scoperta” anche per il sottoscritto, arrivare a questo disco quasi per caso, su indicazione di un amico grande conoscitore di musica e restare a bocca aperta al suo ascolto, fin dalle prime soavi note. Arpista di insuperabile talento, Dorothy Ashby fa parte di quel folto gruppo di artisti che, tra la fine degli anni '60 e l'inizio della decade seguente, tentarono di accostare le classiche sonorità jazz alle tendenze funk tipiche della black music di quel periodo. “Afro-Harping”, pubblicato nel 1968, è senza alcun dubbio uno tra i risultati migliori della sopracitata fusione di generi: dieci magnifiche tracce in cui il talento della Ashby risplende in tutto il suo fulgore, accompagnato da un drumming sostenuto e da arrangiamenti a tratti sconvolgenti per la loro attualità. Afro-Harping, infatti, come numerosi dischi jazz e funk di quegli anni, è un lavoro tutt'altro che datato o consumato dal trascorrere degli anni, che suona benissimo anche ai giorni nostri. Un disco da ascoltare (se non da possedere), sia per gli appassionati di jazz ma anche per tutti coloro che, fanatici e seguaci di sonorità più moderne, sono desiderosi di scoprire le fonti d'ispirazione dei loro attuali beniamini. Ciao ☮️ Stefano R. 1
Questo è un messaggio popolare. Sonicrage Inviato 16 Aprile 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Aprile 2022 "The Blue Nile" - "A Walk Across The Rooftops" (1984). "Yo La Tengo" - "Summer Sun" (2003). Non avevo mai ascoltato i miei CD a questi livelli, fino all'altro ieri. E' tutto merito del mio "nuovo" gioiello dorato made in Japan! Saluti, Pietro. 3
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 16 Aprile 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Aprile 2022 3
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 16 Aprile 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Aprile 2022 3
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