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Trenta miliardi in armamenti


Messaggi raccomandati

Inviato

@claravox

2 minuti fa, claravox ha scritto:

Chi compra alla COOP dona l'Oro per il riarmo della UE

Sei imbarazzante… adesso Putin farà la guerra anche alla coop?
E pensare che una volta erano comunisti … 

claravox
Inviato

 

La Russia con la produzione di armi è fallita ed è stata sconfitta, ma il rilancio dell’economia europea passa dalle armi: “seguire l’esempio di Pyongyang”


Grazie al rinnovato impegno per la produzione di armi moderne, inclusive e verdi (rigorosamente sarà l'unico colore utilizzato), potremo rilanciare non solo l'economia, ma anche lo stile di vita dei cittadini europei.

Finalmente avranno la possibilità di toccare con mano anche loro la qualità della vita dei colleghi nordcoreani, da sempre focalizzati nella produzione di armi.

L'abolizione della disoccupazione e della necessità di decine abbonamenti per la TV sono solo alcuni degli evidenti vantaggi di tale rivoluzione.

Anche per quanto riguarda la salute, è lampante la qualità del nuovo modello, con la completa e definitiva scomparsa delle malattie metaboliche, una su tutte quella dell'obesità.

Altra importantissima svolta è relativa al benessere psicologico: nessuno mai più solo.

 

 

 

Inviato
14 ore fa, claravox ha scritto:

La Russia con la produzione di armi è fallita ed è stata sconfitta, ma il rilancio dell’economia europea passa dalle armi: “seguire l’esempio di Pyongyang”


Grazie al rinnovato impegno per la produzione di armi moderne, inclusive e verdi (rigorosamente sarà l'unico colore utilizzato), potremo rilanciare non solo l'economia, ma anche lo stile di vita dei cittadini europei.

Finalmente avranno la possibilità di toccare con mano anche loro la qualità della vita dei colleghi nordcoreani, da sempre focalizzati nella produzione di armi.

L'abolizione della disoccupazione e della necessità di decine abbonamenti per la TV sono solo alcuni degli evidenti vantaggi di tale rivoluzione.

Anche per quanto riguarda la salute, è lampante la qualità del nuovo modello, con la completa e definitiva scomparsa delle malattie metaboliche, una su tutte quella dell'obesità.

Altra importantissima svolta è relativa al benessere psicologico: nessuno mai più solo.

Anche il consumo dei vini scenderà al minimo con l impegno militare   di massa. più bombe H. Gas nervino alla Ali' il chimiko... e meno barbera .. 

  • Haha 1
Inviato
10 minuti fa, claravox ha scritto:

e più armi…..prossimante nei supermercati europei

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IMG_5001.thumb.jpeg.e4fbac95bb2c482ae905a9097b882625.jpeg

 

Peccato che quello sia un supermercato russo … da qui si capisce da dove arrivano le tue fake news. 

Gustavino
Inviato
On 3/15/2025 at 10:31 AM, maurodg65 said:

Non è Putin che ha torto ma siamo noi che sbagliamo quindi, Putin è umano quanto noi? 🤢🤮

Non meno di chi ha sganciato due bombe atomiche su vecchi donne e bambini indifesi ed innocenti o di chi a ucciso JF Kennedy  o Martin Luther King etc etc ,
Chi e' senza peccato scagli la prima pietra lo dimenticano troppo spesso

12 minutes ago, iBan69 said:

Peccato che quello sia un supermercato russo … da qui si capisce da dove arrivano le tue fake news. 

a me sembra satira

claravox
Inviato
8 minuti fa, Gustavino ha scritto:

a me sembra satira

Ma che vuoi spiegare ….. :classic_biggrin:

  • Haha 1
Inviato
18 minuti fa, Gustavino ha scritto:
29 minuti fa, iBan69 ha scritto:

Peccato che quello sia un supermercato russo … da qui si capisce da dove arrivano le tue fake news. 

a me sembra satira

Satira russa divertente come un Kalašnikov.

claravox
Inviato

 

“Voglio che le prossime generazioni sappiano che questo riarmo europeo non mi rappresenta” 
 

L’amarezza e la delusione del momento sono così forti che le parole faticano a trovare la via. Eppure, fosse solo a beneficio del futuro e dei nostri figli, abbiamo il dovere di metterle per iscritto e dichiarare esplicitamente che questa vocazione bellicista e questa politica di riarmo categoricamente non ci rappresentano.
Né devono essere compiuti in nostro nome.

Era il 1914, un anno prima dell’ingresso ufficiale dell’Italia nel primo conflitto mondiale, quando, nel furore interventista dei tempi e della “guerra igiene del mondo”, il poeta Giovanni Papini scriveva sulla rivista Lacerba che in fondo la guerra crea sì il vuoto, ma solo perché si respiri meglio. 

Una nuova aria più pulita e depurata dalle scorie di uomini molli, flosci e senza risolutezza era la motivazione per una rapida discesa in campo e l’avvio della vita in trincea.

Poco più di venticinque anni dopo, alle porte del secondo conflitto mondiale, gli stessi entusiasmi bellicisti, aizzati dall’irrefrenabile fervore dei regimi totalitari, hanno nuovamente trovato una platea di ben disposti intellettuali e placida gente comune ad accogliere e perorare la causa della guerra.

È solo stato il consueto senno di poi, con cui rielaboriamo gli eventi e facciamo i conti con gli avvenimenti, ad averci insegnato a fugare quelle guerre come la peste, e a interrogarci su come sia stato possibile il loro accadimento.

Nemmeno oggi, un ottantennio dopo, ci viene risparmiato lo stesso inverecondo spettacolo, con tanto di pronte giustificazioni politiche e di intellettuali preparati per l’occasione.
Il copione non cambia. Le ragioni del bellicismo sempre si trovano, le risorse pure, e, tramite una robusta e consolidata propaganda, diventano immediatamente questioni inderogabili.
Tutto si tiene e tutto si ripete in un eterno ritorno dell’uguale ogni volta in grado di azzerare gli insegnamenti del passato.
Il paradosso della storia è sempre lo stesso: si occupa principalmente degli orrori delle guerre, ma proprio le stesse guerre, rappresentate di volta in volta come necessarie e indispensabili, hanno la capacità di neutralizzarla, come non fosse mai passata. L’architrave di retorica che le supporta non è mai cambiato; sono solo cambiati i mezzi: oggi, ad esempio il linguaggio mediatico è divenuto così capillare, tramite i social, le chat e le piattaforme di rapido scambio dei contenuti, che questo processo ha addirittura accelerato i tempi di realizzazione.

Grazie all’ormai consueta cornice di emergenzialismo, nel giro di un triennio, l’invio di armi in supporto a Kiev, all’interno del conflitto russo-ucraino, si è trasformato in una dichiarata volontà di guerra, che ha visto la Signora Von der Leyen invocare l’utilizzo di 800 miliardi di euro per armare direttamente l’Europa: una finestra di Overton presagita e preannunciata da tempo da tanti, e divenuta pura realtà proprio ora che gli Usa vogliono guarda caso abbandonare la partita nel segno di un accordo di pace.

Ma quindi, adesso che il re è nudo, per cosa si dovrebbe combattere esattamente? La risposta è presto servita e ha a che fare con quel suprematismo morale occidentale con cui abbiamo giustificato tutti i conflitti condotti nel segno della democrazia da esportare, per mascherare i diktat delle grandi bolle finanziarie, prima tra tutte appunto quella delle armi.

I grandi valori dell’Europa, tanto sventolati alla manifestazione di sabato scorso a Roma in Piazza del Popolo, sono di così elevata statura da dover essere difesi con le armi.

Il sangue farà meno orrore se versato per una giusta causa.

 E se la democrazia si riconferma con le armi, la pace non può che essere raggiunta con la guerra!

 

Siamo oramai ben lontani da quella idea di pacifismo per cui l’Europa, nata come territorio cuscinetto, altresì a garanzia di tregua e distensione sia geografica che politica tra i due blocchi in conflitto nella Guerra Fredda, deve rappresentare una voce franca di cooperazione, dialogo, diplomazia.
E non di certo un emblema di militarizzazione, che, a effetto domino, come già accaduto nel clima di deterrenza nucleare del secondo dopoguerra, spingerà e spronerà altri Stati ad armarsi sempre di più nella gara a chi fa più paura all’altro.
Una nazione concretamente pacifica fin dalle sue fondamenta culturali non ha certo ossessioni ipersecuritarie.

Ecco perché, prim’ancora di gloriarsi sventolando vanamente concetti di pace, occorre parlare di cultura della pace, quella non negoziabile, non strumentalizzabile, non cedibile di un solo millimetro, nel tenere lontani i nostri figli dai campi di battaglia e prim’ancora dal lessico di guerra nella loro educazione e quotidianità.
E soprattutto nel salvaguardare le prossime generazioni dallo sperpero di risorse per armamenti, anziché per sanità, scuola, sostegni sociali e tutto quanto gli possa procurare un reale futuro di benessere e prosperità.
Silvia D'Autilia

 

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/17/no-riarmo-europa-lettera-nuove-generazioni/7916762/

  • Melius 1
Inviato
1 minuto fa, claravox ha scritto:

“Voglio che le prossime generazioni sappiano che questo riarmo europeo non mi rappresenta” 
 

L’amarezza e la delusione del momento sono così forti che le parole faticano a trovare la via. Eppure, fosse solo a beneficio del futuro e dei nostri figli, abbiamo il dovere di metterle per iscritto e dichiarare esplicitamente che questa vocazione bellicista e questa politica di riarmo categoricamente non ci rappresentano.
Né devono essere compiuti in nostro nome.

Era il 1914, un anno prima dell’ingresso ufficiale dell’Italia nel primo conflitto mondiale, quando, nel furore interventista dei tempi e della “guerra igiene del mondo”, il poeta Giovanni Papini scriveva sulla rivista Lacerba che in fondo la guerra crea sì il vuoto, ma solo perché si respiri meglio. 

Una nuova aria più pulita e depurata dalle scorie di uomini molli, flosci e senza risolutezza era la motivazione per una rapida discesa in campo e l’avvio della vita in trincea.

Poco più di venticinque anni dopo, alle porte del secondo conflitto mondiale, gli stessi entusiasmi bellicisti, aizzati dall’irrefrenabile fervore dei regimi totalitari, hanno nuovamente trovato una platea di ben disposti intellettuali e placida gente comune ad accogliere e perorare la causa della guerra.

È solo stato il consueto senno di poi, con cui rielaboriamo gli eventi e facciamo i conti con gli avvenimenti, ad averci insegnato a fugare quelle guerre come la peste, e a interrogarci su come sia stato possibile il loro accadimento.

Nemmeno oggi, un ottantennio dopo, ci viene risparmiato lo stesso inverecondo spettacolo, con tanto di pronte giustificazioni politiche e di intellettuali preparati per l’occasione.
Il copione non cambia. Le ragioni del bellicismo sempre si trovano, le risorse pure, e, tramite una robusta e consolidata propaganda, diventano immediatamente questioni inderogabili.
Tutto si tiene e tutto si ripete in un eterno ritorno dell’uguale ogni volta in grado di azzerare gli insegnamenti del passato.
Il paradosso della storia è sempre lo stesso: si occupa principalmente degli orrori delle guerre, ma proprio le stesse guerre, rappresentate di volta in volta come necessarie e indispensabili, hanno la capacità di neutralizzarla, come non fosse mai passata. L’architrave di retorica che le supporta non è mai cambiato; sono solo cambiati i mezzi: oggi, ad esempio il linguaggio mediatico è divenuto così capillare, tramite i social, le chat e le piattaforme di rapido scambio dei contenuti, che questo processo ha addirittura accelerato i tempi di realizzazione.

Grazie all’ormai consueta cornice di emergenzialismo, nel giro di un triennio, l’invio di armi in supporto a Kiev, all’interno del conflitto russo-ucraino, si è trasformato in una dichiarata volontà di guerra, che ha visto la Signora Von der Leyen invocare l’utilizzo di 800 miliardi di euro per armare direttamente l’Europa: una finestra di Overton presagita e preannunciata da tempo da tanti, e divenuta pura realtà proprio ora che gli Usa vogliono guarda caso abbandonare la partita nel segno di un accordo di pace.

Ma quindi, adesso che il re è nudo, per cosa si dovrebbe combattere esattamente? La risposta è presto servita e ha a che fare con quel suprematismo morale occidentale con cui abbiamo giustificato tutti i conflitti condotti nel segno della democrazia da esportare, per mascherare i diktat delle grandi bolle finanziarie, prima tra tutte appunto quella delle armi.

I grandi valori dell’Europa, tanto sventolati alla manifestazione di sabato scorso a Roma in Piazza del Popolo, sono di così elevata statura da dover essere difesi con le armi.

Il sangue farà meno orrore se versato per una giusta causa.

 E se la democrazia si riconferma con le armi, la pace non può che essere raggiunta con la guerra!

Siamo oramai ben lontani da quella idea di pacifismo per cui l’Europa, nata come territorio cuscinetto, altresì a garanzia di tregua e distensione sia geografica che politica tra i due blocchi in conflitto nella Guerra Fredda, deve rappresentare una voce franca di cooperazione, dialogo, diplomazia.
E non di certo un emblema di militarizzazione, che, a effetto domino, come già accaduto nel clima di deterrenza nucleare del secondo dopoguerra, spingerà e spronerà altri Stati ad armarsi sempre di più nella gara a chi fa più paura all’altro.
Una nazione concretamente pacifica fin dalle sue fondamenta culturali non ha certo ossessioni ipersecuritarie.

Ecco perché, prim’ancora di gloriarsi sventolando vanamente concetti di pace, occorre parlare di cultura della pace, quella non negoziabile, non strumentalizzabile, non cedibile di un solo millimetro, nel tenere lontani i nostri figli dai campi di battaglia e prim’ancora dal lessico di guerra nella loro educazione e quotidianità.
E soprattutto nel salvaguardare le prossime generazioni dallo sperpero di risorse per armamenti, anziché per sanità, scuola, sostegni sociali e tutto quanto gli possa procurare un reale futuro di benessere e prosperità.
Silvia D'Autilia

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/17/no-riarmo-europa-lettera-nuove-generazioni/7916762/

E quindi?
Rappresenterà qualcun'altro.  
Chissà se il popolo Russo, scrive le stesse cose sull’economia di guerra del loro paese. 
 

Inviato

 

Perché l’Italia non sa scegliere tra Trump e l’Europa: le 7 verità a cui gli elettori hanno diritto.

https://www.corriere.it/economia/finanza/25_marzo_17/perche-l-italia-non-sa-scegliere-tra-trump-e-l-europa-le-7-verita-a-cui-gli-elettori-hanno-diritto-e-la-lezione-del-covid-dbc0ce20-49f5-4d06-b1bb-b9645aa7cxlk.shtml?refresh_ce
 

 

L’aggressione ibrida e le 7 verità da conoscere

Questi italiani hanno dunque diritto ad alcune verità che la politica, con la sua tendenza a infantilizzare gli elettori, di rado offre. Eccone sette. 

1. L’Italia viene da una lunghissima posizione di rendita che ha pochi paragoni al mondo. 
Dai dati del centro studi Sipri si vede come, nella media dal dopoguerra, la spesa militare italiana annua (2,07% del prodotto lordo) è la più bassa fra i 22 Paesi strategicamente più importanti al mondo dopo Giappone, Finlandia, Spagna e Cina. Ma per il Giappone è stata una scelta forzata, mentre Cina e Finlandia oggi sono in situazioni del tutto diverse. In sostanza veniamo da un’anomalia lunga sette decenni, che consideriamo normalità. Ma la protezione americana oggi è saltata: come il caso ucraino insegna, non è affatto chiaro a quali condizioni gli Stati Uniti offrirebbero la loro protezione antimissile, satellitare o nucleare.

2. In Italia c’è un dibattito acceso, quasi uno scontro, fra il mondo della difesa e il resto del sistema politico. Il primo, in linea con le analisi nel resto d’Europa, è certo che Putin oggi cerchi due anni di pausa per poi tornare ad attaccare tanto l’Ucraina che i Paesi baltici: l’obiettivo per il Cremlino è dimostrare che le promesse di difesa reciproca fra Paesi Nato saranno tradite; quindi, la Nato di fatto non esisterebbe più e la strada sarebbe aperta per riscrivere la carta d’Europa emersa dalla fine della guerra fredda. Fiona Hill, fra i massimi esperti di Russia al mondo, con un passato nell’intelligence americana e nel team di Trump nel 2017-2021, spiega su Foreign Affairs in questi giorni come la stabilità del potere di Putin dipenda ormai dal continuo perseguimento di un regime di guerra: la stessa scarsità risultati in Ucraina, a fronte di un prezzo umano immane per i russi, spinge il dittatore a proseguire per dimostrare che ne valeva la pena. Il mondo politico italiano invece, in linea con gran parte dell’opinione pubblica, non accetta quest’analisi. Ma in gioco c’è la qualità delle scelte industriali nel settore della difesa nei prossimi anni.

3. Se l’Ucraina cedesse, il Cremlino conquisterebbe potenzialmente il controllo del secondo esercito più armato e più dotato di effettivi in Europa (oggi un milione di uomini) dopo quello stesso della Russia.

4. Una parte importante delle difese antimissile per l’Italia oggi si trova nelle basi Nato in Romania. Se alle elezioni presidenziali in Romania vincesse un fantoccio di Putin, ciò non sarebbe certo positivo per la sicurezza nazionale italiana.

5. Gli attacchi in Europa in questi anni sono avvenuti in maniera ibrida, ma violenta. Secondo la Nato, c’è la Russia dietro un attentato alla vita dell’amministratore delegato del campione tedesco della difesa Rheinmetall, Armin Papperger (un’accusa respinta da Mosca). L’uso del Novichok da parte di agenti russi ha rischiato di uccidere accidentalmente molte persone a Salsbury, Inghilterra, nel 2018. Dal 2022 si contano decine di altri attacchi e incendi a centro logistici in Germania, cyberattacchi e tagli di cavi sottomarini nel Baltico per cui Mosca è sospettata. Secondo Fiona Hill, i russi potrebbero danneggiare i gasdotti sottomarini da Paesi terzi, per ricreare dipendenza dell’Europa dalle forniture di Gazprom. L’aggressione oggi non avviene solo mandando carri armati dall’altra parte di un confine.

6. L’esercito russo mantiene 1.800 effettivi e molto materiale in Libia. Il regime di Benghazi, guidato da Khalifa Haftar, versa a Mosca un affitto fra 100 e 200 milioni di dollari all’anno per la protezione radar e antimissile assicurata dalle forze di Mosca.

7. Poter contare sulla protezione nucleare di Parigi e di Londra implica co-finanziarne il costoso mantenimento e sviluppo. Parigi e Londra non accetterebbero altrimenti di garantire per la sicurezza del territorio italiano o tedesco, dato che una possibile ritorsione dell’avversario implica – secondo la dottrina nucleare – l’esporsi alla distruzione di una città francese o britannica. Tutto questo è più attuale ora che il declino della tutela americana incoraggia alcuni Paesi a dotarsi, per deterrenza, della propria atomica: in Polonia, il dibattito viene lanciato dal governo.

Tutto questo, ripeto, con i vaccini Covid non c’entra. Se non per un punto: in una crisi, gli italiani di solito non capiscono cosa non viene loro spiegato dai politici, ma avvertono quando stanno ricevendo solo versioni parziali o edulcorate. Dunque sospettano, negano, si ritraggono. Una posizione di rendita dell’Italia nella difesa era tollerata quando in Europa ne godevano più o meno tutti, durante la pax americana. Oggi, se la difesa è europea, non sarebbe più così.

Federico Fubini

 

 

 

Gustavino
Inviato
7 minutes ago, iBan69 said:

Perché l’Italia non sa scegliere tra Trump e l’Europa: le 7 verità a cui gli elettori hanno diritto.

https://www.corriere.it/economia/finanza/25_marzo_17/perche-l-italia-non-sa-scegliere-tra-trump-e-l-europa-le-7-verita-a-cui-gli-elettori-hanno-diritto-e-la-lezione-del-covid-dbc0ce20-49f5-4d06-b1bb-b9645aa7cxlk.shtml?refresh_ce
 

L’aggressione ibrida e le 7 verità da conoscere

Questi italiani hanno dunque diritto ad alcune verità che la politica, con la sua tendenza a infantilizzare gli elettori, di rado offre. Eccone sette. 

1. L’Italia viene da una lunghissima posizione di rendita che ha pochi paragoni al mondo. 
Dai dati del centro studi Sipri si vede come, nella media dal dopoguerra, la spesa militare italiana annua (2,07% del prodotto lordo) è la più bassa fra i 22 Paesi strategicamente più importanti al mondo dopo Giappone, Finlandia, Spagna e Cina. Ma per il Giappone è stata una scelta forzata, mentre Cina e Finlandia oggi sono in situazioni del tutto diverse. In sostanza veniamo da un’anomalia lunga sette decenni, che consideriamo normalità. Ma la protezione americana oggi è saltata: come il caso ucraino insegna, non è affatto chiaro a quali condizioni gli Stati Uniti offrirebbero la loro protezione antimissile, satellitare o nucleare.

2. In Italia c’è un dibattito acceso, quasi uno scontro, fra il mondo della difesa e il resto del sistema politico. Il primo, in linea con le analisi nel resto d’Europa, è certo che Putin oggi cerchi due anni di pausa per poi tornare ad attaccare tanto l’Ucraina che i Paesi baltici: l’obiettivo per il Cremlino è dimostrare che le promesse di difesa reciproca fra Paesi Nato saranno tradite; quindi, la Nato di fatto non esisterebbe più e la strada sarebbe aperta per riscrivere la carta d’Europa emersa dalla fine della guerra fredda. Fiona Hill, fra i massimi esperti di Russia al mondo, con un passato nell’intelligence americana e nel team di Trump nel 2017-2021, spiega su Foreign Affairs in questi giorni come la stabilità del potere di Putin dipenda ormai dal continuo perseguimento di un regime di guerra: la stessa scarsità risultati in Ucraina, a fronte di un prezzo umano immane per i russi, spinge il dittatore a proseguire per dimostrare che ne valeva la pena. Il mondo politico italiano invece, in linea con gran parte dell’opinione pubblica, non accetta quest’analisi. Ma in gioco c’è la qualità delle scelte industriali nel settore della difesa nei prossimi anni.

3. Se l’Ucraina cedesse, il Cremlino conquisterebbe potenzialmente il controllo del secondo esercito più armato e più dotato di effettivi in Europa (oggi un milione di uomini) dopo quello stesso della Russia.

4. Una parte importante delle difese antimissile per l’Italia oggi si trova nelle basi Nato in Romania. Se alle elezioni presidenziali in Romania vincesse un fantoccio di Putin, ciò non sarebbe certo positivo per la sicurezza nazionale italiana.

5. Gli attacchi in Europa in questi anni sono avvenuti in maniera ibrida, ma violenta. Secondo la Nato, c’è la Russia dietro un attentato alla vita dell’amministratore delegato del campione tedesco della difesa Rheinmetall, Armin Papperger (un’accusa respinta da Mosca). L’uso del Novichok da parte di agenti russi ha rischiato di uccidere accidentalmente molte persone a Salsbury, Inghilterra, nel 2018. Dal 2022 si contano decine di altri attacchi e incendi a centro logistici in Germania, cyberattacchi e tagli di cavi sottomarini nel Baltico per cui Mosca è sospettata. Secondo Fiona Hill, i russi potrebbero danneggiare i gasdotti sottomarini da Paesi terzi, per ricreare dipendenza dell’Europa dalle forniture di Gazprom. L’aggressione oggi non avviene solo mandando carri armati dall’altra parte di un confine.

6. L’esercito russo mantiene 1.800 effettivi e molto materiale in Libia. Il regime di Benghazi, guidato da Khalifa Haftar, versa a Mosca un affitto fra 100 e 200 milioni di dollari all’anno per la protezione radar e antimissile assicurata dalle forze di Mosca.

7. Poter contare sulla protezione nucleare di Parigi e di Londra implica co-finanziarne il costoso mantenimento e sviluppo. Parigi e Londra non accetterebbero altrimenti di garantire per la sicurezza del territorio italiano o tedesco, dato che una possibile ritorsione dell’avversario implica – secondo la dottrina nucleare – l’esporsi alla distruzione di una città francese o britannica. Tutto questo è più attuale ora che il declino della tutela americana incoraggia alcuni Paesi a dotarsi, per deterrenza, della propria atomica: in Polonia, il dibattito viene lanciato dal governo.

Tutto questo, ripeto, con i vaccini Covid non c’entra. Se non per un punto: in una crisi, gli italiani di solito non capiscono cosa non viene loro spiegato dai politici, ma avvertono quando stanno ricevendo solo versioni parziali o edulcorate. Dunque sospettano, negano, si ritraggono. Una posizione di rendita dell’Italia nella difesa era tollerata quando in Europa ne godevano più o meno tutti, durante la pax americana. Oggi, se la difesa è europea, non sarebbe più così.

Federico Fubini

verrebbe da rispondere a cotanta fantaNato "la fionda a Fubi' !"

claravox
Inviato

 

Abbiamo vinto


Paradossalmente il maggiore successo americano di politica estera dell’ultimo quarto di secolo è proprio la difesa dell’Ucraina da parte di Biden. Non solo il vecchio presidente ha tenuto in piedi un’Ucraina libera, democratica e indipendente; non solo ha evitato l’escalation ad altri Paesi dell’ex Patto di Varsavia e disinnescato le minacce nucleari russe. Malgrado in Italia si propali spesso il contrario, Biden ha fatto sì che la scommessa di Putin del febbraio del 2022 sia andata male. Altro che “vittoria”. Oggi il Cremlino controlla meno territorio in Ucraina di quanto ne controllasse nell’aprile di tre anni fa (circa il 19% oggi, contro il 22% a fine aprile del 2022). Intanto la Russia ha perso oltre 200 mila dei suoi uomini, ha avuto oltre 600 mila feriti spesso gravi, ha subito la fuga all’estero di almeno 700 mila giovani altamente istruiti, bruciato circa 200 miliardi di dollari nello sforzo di distruzione, è danneggiata dalle sanzioni, è ridotta a un sistema totalitario e ha un’economia scricchiolante, che funziona solo per produrre mezzi di guerra ma è in grado di reggere così forse solo fino alla fine dell’anno.

 

È il bilancio di una catastrofe, per Putin. Solo Trump poteva offrirgli una trionfale via d’uscita proprio ora.


Fonte: Federico Fubini, Corriere, 10 marzo 2025

 


L'Occidente ha vinto. Se vi sembra il contrario, è solo perché è arrivato Trump che improvvisamente ha salvato la Russia da una sicura disfatta. Chist'è.

Fubini o Furbini questo è il dilemma :classic_laugh:

 

 

 

  • Haha 2
Inviato

guardate che leggere corriere repubblica domani ecc ecc fubini rampini il riotto inc. servognino sambuca ecc ecc fa male alla salute. lo dico per voi eh.

  • Thanks 1
Inviato
4 minuti fa, audio2 ha scritto:

guardate che leggere corriere repubblica domani ecc ecc fubini rampini il riotto inc. servognino sambuca ecc ecc fa male alla salute. lo dico per voi eh.

Tu cosa leggi?

Inviato
1 minuto fa, audio2 ha scritto:

guardate che leggere corriere repubblica domani ecc ecc fubini rampini il riotto inc. servognino sambuca ecc ecc fa male alla salute. lo dico per voi eh.

E tu che ne sai, che non leggi?

Ah, dici che te lo hanno detto al bar … 

Adesso, Xabaras ha scritto:

Tu cosa leggi?

Lui non legge, capisce tutto guardando le figure. 

claravox
Inviato

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In effetti seppur anziani, sembravano parecchio determinati a spedire i loro nipotini al fronte.

 

"Ti arruoli per salvare il nonno" 

Nelle emergenze bisogna  sempre salvare i nonni…. mi ricorda qualcosa……

 

  • Haha 2
Inviato

@claravox

 

Ragionamento da perversione mentale quello di quel giornalista. 

D'altronde per giustificare ex post l'invio di armi e le migliaia di morti e per il futuro le spese militari bisogna  a) dire che servono a qualcosa e b) inventarsi un nemico immaginario

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