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Melius Club

Ma Trump che sta facendo?


Messaggi raccomandati

Inviato
7 ore fa, jedi ha scritto:

i democratici americani sono nel silenzio piu' assoluto

ps: appunto, dimenticavo, che in teoria sarebbero quelli buoni, buoni molto per modo di dire.

sono li zitti perchè in fondo gli va bene così

ucraina guerra persa, le castagne dal fuoco gliele tira fuori qualcun altro

poi a problema risolto starnazzeranno che non va bene e che qua e che la.

sdraele ancora meglio, il lavoro sporchissimo lo fanno gli altri cioè il donaldo e poi loro e

i loro amici ebrei mericani godranno come non mai, via i palestini e tutta sdraele

libera con i territori annessi e i palestini o espulsi o confinati nelle riserve indiane.

pps: perchè metti che se trump si annette la groenlandia poi i demos quando ciclicamente

ritoccherà a loro pensate che la restituiscono, vero ? fiorin fiorello.

 

Giu_seppe
Inviato

 

I tagli a Usaid hanno già causato il taglio di molti programmi di aiuti nei paesi poveri.

Alcuni festeggiano con un video pubblicato sull'account ufficiale della Commissione esteri della Camera USA.

Qua un frame:

 

tRUMP E co1.jpg

  • Sad 1
Inviato

 

Trump, offensiva contro l'America: lacci ai sindacati, tagli, intimidazioni a giudici e studi legali

di Massimo Gaggi

 

Il presidente mina il sistema di pesi e contrappesi della democrazia. Gli ordini esecutivi ignorano le competenze del Parlamento e sono spesso incostituzionali

 

Nuovi annunci di tagli del personale federale (10 mila dipendenti della Sanità, un terzo di quelli del Fisco, meno 8% al Pentagono), lo smantellamento di fatto del ministero della Pubblica istruzione e dell’agenzia UsAid (decisioni che spetterebbero al Congresso), e un’infinità di atti e ordini esecutivi che ignorano le competenze del Parlamento e sono in contrasto con leggi della Repubblica o, addirittura, con la Costituzione.

 

Solo nelle ultime ore, messa parzialmente in ombra dallo scandalo SignalGate, l’azione di Donald Trump è andata avanti come un rullo compressore con la firma di ordini esecutivi a raffica: uno per cambiare il modo in cui lo Smithsonian, scrigno della cultura americana, e i musei federali raccontano la storia degli Stati Uniti e i rapporti politici e sociali; uno per punire l’ennesimo grande studio legale reo di aver lavorato a cause contro di lui (alcune law firm, terrorizzate dalle vendette di un presidente che può addirittura vietare ai loro avvocati l’accesso a tutti gli edifici pubblici, stanno offrendo donazioni milionarie per essere escluse dalle rappresaglie); e, ancora, un ordine esecutivo che mette alle corde i sindacati del pubblico impiego vietando la contrattazione collettiva per motivi di sicurezza nazionale. Solo che molte delle 18 amministrazioni federali cui l’ordine è applicato, dalla Sanità alla Giustizia, all’authority per le comunicazioni, con la sicurezza nazionale c’entrano ben poco.

 

Niente di nuovo, visto che Trump compie forzature e usa leggi in modo pretestuoso su molti fronti: dai dazi su acciaio e alluminio giustificati (anche lì) come misure a tutela della sicurezza nazionale alla dichiarazione di un’emergenza strategica per l’energia, area nella quale gli Usa sono incontrastati leader mondiali. E, poi, il ricorso a una legge del 1798, l’Alien Enemies Act, riferita a tempi di guerra, per giustificare il rimpatrio forzato dei clandestini senza processo.

 

Molti analisti, in  passato convinti che un personaggio come Trump non avrebbe potuto logorare il sistema di bilanciamento dei poteri (checks and balances) sui quali i Padri fondatori hanno costruito 250 anni fa la democrazia americana fino a provocarne la rottura, ora cominciano a temere il peggio. E ai primi di marzo 900 costituzionalisti e docenti di giurisprudenza di università di ogni angolo d’America hanno firmato una dichiarazione nella quale sostengono che il Paese è già entrato in una crisi costituzionale. Accademici prevalentemente dei grandi atenei progressisti, da Harvard a Stanford, ma anche moderati e conservatori che non entrano nel merito delle scelte politiche del presidente, ma si dicono allarmati perché vedono in pericolo lo Stato di diritto. Alcuni ritengono questi allarmi eccessivi. Certo, Trump sta espandendo i poteri dell’esecutivo in forme e misure mai viste prima, ma deve ancora vedersela col potere legislativo del Congresso e soprattutto con quello giudiziario dei magistrati che stanno bloccando molti dei suoi atti che appaiono illegittimi.

 

È vero: dobbiamo sperare nella tenuta del sistema. Ma i segnali non sono per nulla incoraggianti. Il governo sta invadendo spazi essenziali della vita del Parlamento (con interventi che cancellano decisioni votate da Camera e Senato) senza che dalla maggioranza repubblicana vengano significativi segni di resistenza. Per restare alle ultime ore, la sola Susan Collins, senatrice repubblicana del Maine, si è unita alla richiesta dei democratici affinché il governo eroghi il denaro stanziato dal Congresso con lo Stopgap Funding Bill, smettendo di scegliere quali programmi e dipartimenti finanziare tra le 27 amministrazioni alle quali è destinata la legge: il direttore dell’Ufficio del Bilancio, Russell Voight, il «mastino» di Trump (è lui l’ideologo della rivoluzione autoritaria del Project 2025) aveva chiesto il blocco di 11 di questi 27 capitoli di spesa.

 

Molti magistrati stanno adottando provvedimenti sospensivi degli atti di governo, ma Trump e i suoi, anziché cambiare rotta, espongono al disprezzo popolare i giudici accusati di essere attivisti e di abusare dei loro poteri per ostacolare un governo che sta facendo la volontà del popolo. Trump arriva a chiedere l’impeachment dei giudici che lo ostacolano, costringendo il capo della Corte Suprema a richiamarlo all’ordine.

 

Intanto il Doge di Elon Musk, che i giudici hanno cercato di frenare a vari livelli, avanza spedito, fra tagli drastici, accuse di frodi (senza prove) e piani di trasformazione del sistema pensionistico che rischiano di paralizzare un sistema che versa assegni vitali a 65 milioni di americani.

 

Forse le istituzioni resisteranno anche a questa crisi, ma risuona un monito scritto sette anni fa dai politologi di Harvard Steven Levitsky e Daniel Ziblatt in Come muoiono le democrazie: «La democrazia americana funziona grazie a due norme che spesso diamo per scontate: la tolleranza reciproca e la temperanza istituzionale. Cioè trattare i rivali come contendenti legittimi e usare con misura le proprie prerogative istituzionali. Cose non scritte nella Costituzione ma senza le quali controlli e contrappesi costituzionali non funzionano».

 

  • Melius 1
Inviato
3 ore fa, Savgal ha scritto:

Forse le istituzioni resisteranno anche a questa crisi, ma risuona un monito scritto sette anni fa dai politologi di Harvard Steven Levitsky e Daniel Ziblatt in Come muoiono le democrazie: «La democrazia americana funziona grazie a due norme che spesso diamo per scontate: la tolleranza reciproca e la temperanza istituzionale. Cioè trattare i rivali come contendenti legittimi e usare con misura le proprie prerogative istituzionali. Cose non scritte nella Costituzione ma senza le quali controlli e contrappesi costituzionali non funzionano».

Ahimè non tutti i paletti e gli anticorpi delle democrazie sono codificati in leggi. Di conseguenza queste funzionano finché tutti i contendenti stanno a queste regole non codificate, anteponendo l'interesse generale a quello personale. O per lo meno senza oltrepassare determinati limiti, quella temperanza istituzionale di cui sopra.

Ma se arriva il bullo che ti ruba la merenda, te la mangia in faccia e ti chiede "e tu che fai?", ci si rende conto che le armi sono spuntate. Dare per scontate quella "tolleranza reciproca" e "temperanza istituzionale", senza puntellarle in forme che le sottraggono all'arbitrio del bullo di turno, significa stendere il tappeto rosso al prossimo adolfino.

P.Bateman
Inviato

Quest'uomo non rispetta le leggi (sta già pensando ad un terzo mandato, intervista alla NBC), figuriamoci il fair play istituzionale.

Però ha tanti amici.

Inviato

@P.Bateman

Guarda che gli amici se gli tocchi le tasche potrebbero diventare nemici.

E lui sta toccando molti interessi ai cosiddetti poteri forti

maurodg65
Inviato

Spero che ora che l’amministrazione USA vi sta “spiegando” bene il significato di fascismo o nazismo o nazifascismo, scegliere la formula che preferite, vi sia chiaro cosa voglia dire fare una politica “autoritaria ed antidemocratica” e che almeno da oggi possiate smetterla di evocare lo spettro del ritorno del nazi-fascismo in Italia o in Europa che è la bufala più grossa alimentata dalla propaganda negli ultimi anni nella UE al pari delle fake news su euro e vaccini.

  • Sad 1
maurodg65
Inviato

Questo è tutto deficiente ed ancora non ha capito chi sia Putin e che il burattino nelle mani del russo è lui e non il contrario:

 

 

🚨🇺🇸🇷🇺🇺🇦 Importante. Kristen Walker di NBC News: "Donald Trump mi ha chiamato un'ora fa dicendosi 'inca**ato' con Vladimir Putin".

Il presidente USA ha dichiarato: "Se la Russia e io non riusciremo a trovare un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina, e se io ritenessi che la colpa sia della Russia – cosa che potrebbe anche non essere – ma se lo pensassi, allora imporrò dazi secondari sul petrolio, su tutto il petrolio in uscita dalla Russia. Questo significherebbe che, se compri petrolio dalla Russia, non potrai fare affari negli Stati Uniti. Ci saranno dazi del 25% su tutto il petrolio, dazi compresi tra i 25 e i 50 punti percentuali".

Trump ha aggiunto che i dazi entrerebbero in vigore entro un mese in assenza di un accordo di cessate il fuoco. Ha affermato che Putin sa che lui è arrabbiato, ma ha anche aggiunto di avere “un ottimo rapporto con lui” e che "la rabbia svanisce in fretta…se fa la cosa giusta". I due si sentiranno nuovamente questa settimana.

 

extermination
Inviato

Ma come sta la middle class nell’America di Trump? Si sente oppressa e frustrata o che altro!?

Inviato
1 ora fa, maurodg65 ha scritto:

Ha affermato che Putin sa che lui è arrabbiato, ma ha anche aggiunto di avere “un ottimo rapporto con lui” e che "la rabbia svanisce in fretta…se fa la cosa giusta". I due si sentiranno nuovamente questa settimana.

Tradotto: L'innamorata di una notte ora respinta tiene il broncio, si confida con le amiche ma spera di essere presto corrisposta.

Patetico. 

  • Melius 2
Inviato
16 minuti fa, Velvet ha scritto:

Tradotto: L'innamorata di una notte ora respinta tiene il broncio, si confida con le amiche ma spera di essere presto corrisposta.

Patetico. 

Mentre lo tiene al telefono con "dai, attacca tu", "no, dai prima tu", "no, dai prima tu" quello si prende tutto. Poi ci sarebbe da vedere quanto è coglionaggine innata e quanto invece gli regge il gioco.

Inviato
1 minuto fa, UpTo11 ha scritto:

Poi ci sarebbe da vedere quanto è coglionaggine innata e quanto invece gli regge il gioco.

Gli osservatori indipendenti in quel di Washington scrivono (su Politico c'è un bell'articolo in merito) che il biondo sarebbe intimamente convinto che Putin gli sia amico. Un po' quello che succedeva con il cavaliere.

E' ciò che succede quando uno che si crede (o magari è) molto furbo incontra uno 100 volte più furbo, colto e scafato di lui. Non finisce bene. 

Inviato
1 ora fa, Velvet ha scritto:

Putin gli sia amico

Putin lo rigira come un calzino. Il biondone, ha innegabili doti, quelle che lo hanno portato a vincere due elezioni, ma alla fine dei conti è un figlio di papà, in passato un po' scapestrato, che si è trovato a gestire capitali e proprietà immensi non "costruiti" da lui ma dal padre.

Ma alla fine quello che sta mostrando è tanta ignoranza, un'ego ipertrofico, la mentalità del pokerista spesso azzardato e del palazzinaro. 

Inviato
8 minuti fa, wow ha scritto:

Ma alla fine quello che sta mostrando è tanta ignoranza, un'ego ipertrofico, la mentalità del pokerista spesso azzardato e del palazzinaro.

Dimentichi del puttaniere.

Inviato

La tesi di un "vecchio compagno"

«Gli Stati Uniti hanno beneficiato del fatto che il dollaro abbia avuto una funzione quale moneta di riserva del mondo per decenni»  «Non c’è garanzia che questo duri per sempre. Il debito nazionale (pubblico, ndr) è cresciuto tre volte più veloce rispetto al prodotto interno lordo da quanto il conto del debito è iniziato a Times Square nel 1989». 

«Quest’anno i pagamenti degli interessi sul debito pubblico (americano, ndr) supereranno i 952 miliardi di dollari. Entro il 2030 le spese obbligatorie del governo e il servizio del debito consumeranno tutte le entrate federali, creando un debito permanente». 

«Se gli Stati Uniti non portano il loro debito sotto controllo, se il deficit continua a gonfiarsi, l’America rischia di perdere quella posizione (quale emittente della moneta di riserva internazionale, ndr) a favore di asset digitali come il bitcoin».


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