bost Inviato 31 Marzo Inviato 31 Marzo ...mah, dopo i rifacimenti di film famosi e di successo, i sequel, ecc...adesso è la volta in version restaurata del"ritorno in sala per i ...anta anni dall'uscita di..." , e allora ecco di nuovo in sala il primo Fantozzi, Taxi driver...stanno raschiando il fondo? mah...
Guru Inviato 31 Marzo Inviato 31 Marzo @bost Ma no, per me è semplicemente segno che questi film portano in sala chi li ha apprezzati al tempo dell'uscita, in tv e le nuove generazioni. Personalmente sono molto favorevole ai restauri e alla riproposizione di vecchie glorie, e vedo che il riscontro c'è.
jackreacher Inviato 31 Marzo Inviato 31 Marzo 2 ore fa, bost ha scritto: ..stanno raschiando il fondo? mah... Credo di si, ormai tutti i films vuoti sui fumetti e supereroi hanno stancato, meno male che in questi oltre 15 anni qualche film decente è stato fatto da alcuni registi .... 8 minuti fa, Guru ha scritto: Personalmente sono molto favorevole ai restauri e alla riproposizione di vecchie glorie Si, però bisogna anche fare nuovi bei films.
Guru Inviato 31 Marzo Inviato 31 Marzo Parlando dei film attualmente in sala "Io sono ancora qui" è stupendo, "Il mio giardino persiano" e "Il seme del fico sacro" sono ottimi, mentre "us palmese" è una commedia molto molto divertente. Penso che bei film ce ne siano e ne escano regolarmente.
best_music Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile 14 ore fa, Guru ha scritto: "Io sono ancora qui" è stupendo, "Il mio giardino persiano" e "Il seme del fico sacro" Di film sostenuti dal mainstream culturale ne avremo sempre più di quanti il pubblico sia interessato a vederne, ed anche i passaggi in Tv ed in streaming non mancheranno, ed il plauso della critica, ed i premi internazionali, e almeno per quanto riguarda l' Europa anche i sostegni pubblici diretti ed indiretti. . A volte mi chiedo se a tutto questo sia legata la speranza del cinema di sopravvivere o se questo sia ciò che il cinema sta facendo morire.
Guru Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile @best_music Fammi capire, stai dicendo che le opere che ho citato non sono niente di che, non fosse che sono sostenuti dal mainstream culturale?
best_music Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile @Guru Ho sottoposto il mio post a ChatGPT per una spiegazione (letteralmente: "puoi spiegarmi questo post che ho letto su un forum" seguito dal copia e incolla del mio stesso post), ottenendo questa risposta: Cita Il post che hai letto sembra una riflessione critica sullo stato attuale del cinema, in particolare sul ruolo che il mainstream culturale e l'influenza dei premi, dei sostegni pubblici e della critica giocano nella sua evoluzione. Cercherò di spiegare il contenuto in modo più chiaro: "Io sono ancora qui", "Il mio giardino persiano" e "Il seme del fico sacro": Questi sono titoli di film che il forumista considera positivamente. Il fatto che li menzioni in un contesto positivo implica che li veda come esempi di cinema di qualità, anche se potrebbe non essere mainstream (cioè non necessariamente i film più commerciali, ma magari più "intellettuali" o meno popolari). "Film sostenuti dal mainstream culturale": Qui si fa riferimento a quei film che, pur non essendo necessariamente adatti al grande pubblico, ottengono un forte sostegno da parte delle istituzioni culturali, come la critica, i premi internazionali e i finanziamenti pubblici. Questo tipo di film può essere visto come rappresentativo di un tipo di cinema che vuole essere più serio e riflessivo, e che trova un sostegno in ambito culturale (soprattutto in Europa). "A volte mi chiedo se a tutto questo sia legata la speranza del cinema di sopravvivere o se questo sia ciò che il cinema sta facendo morire": Qui si esprime un dubbio più profondo: il forumista si chiede se il supporto che il cinema "colto" riceve (attraverso premi, critica e fondi pubblici) sia davvero un segno di speranza per la sopravvivenza del cinema come forma d'arte, o se invece questa stessa dinamica stia contribuendo alla sua "morte". In altre parole, la domanda è se il fatto che questi film siano supportati principalmente da una nicchia culturale e istituzionale stia allontanando il cinema dal grande pubblico, portando il settore a concentrarsi troppo su un tipo di cinema elitario e non più in grado di evolversi in modo popolare o innovativo. In sintesi, il post riflette su una tensione tra la sopravvivenza del cinema come forma d'arte e il rischio che il cinema elitario, sostenuto da premi e istituzioni culturali, finisca per allontanare il pubblico generale. Di sicuro io non avrei potuto spiegarlo meglio-
Velvet Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile Mah, è (era) un vizio tutto italiano quello di condannare i film del passato al completo oblio interrotto di tanto in tanto solamente da (pessime) visioni televisive interrotte dagli spot o su supporto home-video (ora sterminato dallo streaming on-demand). Mentre nei paesi culturalmente più sviluppati i cinema e le giornate di retrospettiva hanno sempre prosperato. Siccome il cinema andrebbe visto al cinema, sia che si tratti di capolavori immortali che di opere popolari, ben vengano le riproposizioni fuori dai vetusti cineclub ma dentro alle sale frequentate dal pubblico odierno. Il cinema nasce, cresce e resta un'arte popolare che senza un pubblico non ha ragion d'essere. I biglietti staccati per i film scollacciati permettevano ai produttori di far lavorare gli autori "d'essai" che di incassi ne facevano pochini e via così. Oggi abbiamo almeno 2 generazioni nate e cresciute con l'home-video e senza i cineclub, è giusto che anche loro possano scoprire (o riscoprire) il cinema al cinema. Tanto più che oggi con la digitalizzazione delle pellicole il costo di distribuzione in sala è praticamente azzerato e sono operazioni economicamente poco impegnative. Secondo me il fondo lo raschiano più molte produzioni odierne (per dire tutto il filone Marvel da un certo punto in poi andrebbe incenerito come buoni 3/4 del cinema italiano dalla fine degli anni '80) e il vuoto pneumatico di sceneggiature degne ed autori in grado di raccontare la realtà contemporanea in modo efficace. Ma questo è un'altro discorso . 1
best_music Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile 46 minuti fa, Velvet ha scritto: il vuoto pneumatico di sceneggiature degne ed autori in grado di raccontare la realtà contemporanea in modo efficace In linea di massima concordo su diversi punti, in particolare sul fatto che la crisi, in Italia in particolare, nasce dalla ridotta capacità degli sceneggiatori di produrre storie che affabulano lo spettatore, problema che si cerca di aggirare vuoi con rifacimento di film di altre cinematografie (penso a Perfetti sconosciuti, ma non è certo l'unico) vuoi con la trasposizione di romanzi di successo, operazione quest' ultima non sempre felice (penso a Il colibrì, per fare un esempio) perché la parola scritta non è solo trama / storia, è molto di più e questo "di più" a volte non può essere reso in linguaggio cinematografico. - Streaming: occorre accettare l'idea che l' allungamento dei tempi a disposizione per il racconto avvenuta con le serie Tv è una conquista per lo spettatore. A suo tempo vidi la versione de "Il maestro e Margherita" (produzione russa, regia di Bortko) in dieci episodi per un totale se ben ricordo di 10 ore e francamente mi è sembrata la durata giusta per un romanzo nemmeno particolarmente lungo. Quanto al mezzo tecnico, il problema è soggettivo non oggettivo. Lo dico perché posso tranquillamente guardare un film sul mio 65" (niente di che come dimensioni oggi) ed il pieno controllo dell' audio (la bestia nera, insieme alle scene scure, del film visto in TV) - opzione quest' ultima meno diffusa certo nella generalità della popolazione - ed i film li vedo alla grande. Immagino che in una famiglia con bambini con il viavai durante il film, lo schermo visto a 4 metri di distanza, l' audio incomprensibile ecc ecc non sia proprio la stessa cosa ma la questione è appunto di come quello specifico spettatore è attrezzato, non che il mezzo in generale sia inadatto, come certamente era ai tempi dei CRT massimo 32" guardati a 3mt di distanza. . Aggiungo anche che, dopo tutto, proprio i film "d' autore" senza effetti speciali ecc sono quelli che in Tv rendono meglio.
Velvet Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile @best_music Il "cinema" inteso come sala non è solo dimensione dello schermo e audio ma è anche luogo-metafora in cui un gruppo di spettatori entra in muta empatia per vivere assieme una sorta di sogno ad occhi aperti. La musica andrebbe ascoltata dal vivo, il teatro vissuto a teatro, il cinema al cinema. Tutto ciò che possiamo vivere a casa è un pallido surrogato dell'esperienza totalizzante, empatica della sala. E non c'è impianto o schermo che tenga. 2
Velvet Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile PS J.L. Godard ironizzava già negli anni '60 intorno alle preoccupazioni di molti sul futuro del cinema prendendo a prestito la celebre frase di Lumiere: Sono passati quasi altri 60 anni (e ben oltre 100 dalla frase di Lumiere) e il cinema è ancora qui con noi, magari un po' acciaccato ma sicuramente vivo. 1
Guru Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile Aggiungo che la riproposizione delle vecchie opere fa bene anche al cinema attuale. Quanti si sono appassionati grazie alla mitica Fuori orario, e oggi frequentano le sale? Bologna è una città dove il cinema funziona, forse c'è la più alta concentrazione di sale d'Italia. Credete che il merito non sia dovuto in buona parte alla Cineteca, che da anni restaura e propone le pellicole dei grandi maestri, anche gratuitamente?
best_music Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile 3 ore fa, Velvet ha scritto: luogo-metafora in cui un gruppo di spettatori entra in muta empatia Senz' altro un luogo può essere una metafora, ad esempio una spiaggia tropicale metafora di una vacanza da sogno, confesso però che mi sfugge quale sia il significato metaforico della sala cinematografica. - Empatia: sono certo che avrai provato questo sentimento trovandoti in una sala, dubito però che si possa generalizzare, credo anzi che l'essere umano tenda ad essere infastidito dal trovarsi costretto in un luogo chiuso con una massa di estranei, alcuni dei quali talvolta perfino incivili. - E' possibile che una certa comunità di intenti e sentimenti si possa provare in quel tipo di sala che predilige la programmazione d' autore dove si raduna un popolo che ha sentimenti simili quelli di una pubblica manifestazione (politica, religiosa ecc) ma credo che questo "sentirsi comunità" (sia pure effimera) non dipenda dall' essere in un cinema ma da una simile estrazione socio-culturale preesistente l' evento cinematografico e, comunque, non generalizzabile a tutti i raduni effimeri di spettatori cinematografici. 1
dariob Inviato 1 Aprile Inviato 1 Aprile 6 ore fa, best_music ha scritto: al mezzo tecnico, il problema è soggettivo non oggettivo. Lo dico perché posso tranquillamente guardare un film sul mio 65" (niente di che come dimensioni oggi) ed il pieno controllo dell' audio (la bestia nera, insieme alle scene scure, del film visto in TV) - opzione quest' ultima meno diffusa certo nella generalità della popolazione - ed i film li vedo alla grande. Immagino che in una famiglia con bambini con il viavai durante il film, lo schermo visto a 4 metri di distanza, l' audio incomprensibile ecc ecc non sia proprio la stessa cosa ma la questione è appunto di come quello specifico spettatore è attrezzato, non che il mezzo in generale sia inadatto, come certamente era ai tempi dei CRT massimo 32" guardati a 3mt di distanza. Concordo al 100%. E aggiungerei senza l'oppressione di quella parte di umanità che mi circonderebbe se mi recassi in sala. Non dubito che sia considerata 6 ore fa, Velvet ha scritto: luogo-metafora in cui un gruppo di spettatori entra in muta empatia per vivere assieme una sorta di sogno ad occhi aperti. ma per me è semmai una distrazione e un fastidio. Questo IMHO è uno di quei casi in cui la tecnologia ha cambiato la vita. 3 ore fa, best_music ha scritto: Empatia: sono certo che avrai provato questo sentimento trovandoti in una sala, dubito però che si possa generalizzare, credo anzi che l'essere umano tenda ad essere infastidito dal trovarsi costretto in un luogo chiuso con una massa di estranei, alcuni dei quali talvolta perfino incivili. L'hai detto benissimo!
Velvet Inviato 2 Aprile Inviato 2 Aprile Mah, a me un mondo di gente perennemente chiusa in casa davanti ad uno schermo anziché al cinema o ad un impianto anziché al concerto mette un po' tristezza, ma capisco che a ciascuno il suo e una cosa non esclude l'altra. Personalmente preferisco il rito del cinema, le chiacchiere sul film all'uscita, un boccone da qualche parte per concludere la serata. Quanto alla sala cinematografica come metafora in saggistica troviamo molti esempi: metafora di ventre materno, metafora del sogno e soprattutto metafora della caverna platonica in cui l'uomo, anzi un gruppo di uomini, percepisce una realtà mediata attraverso luci ed ombre. 11 ore fa, best_music ha scritto: credo anzi che l'essere umano tenda ad essere infastidito dal trovarsi costretto in un luogo chiuso con una massa di estranei, Togliendo appunto gli incivili (che purtroppo possiamo trovare anche al ristorante o in aereo, ma non è motivo valido per smettere di andare al ristorante o di prendere l'aereo) non è il mio caso né quello credo di molti. In fondo l'uomo tolte le eccezioni è animale estremamente sociale. Altrimenti il cinema si sarebbe estinto rapidamente all'apparire della TV. E i teatri all'apparire non dico dei grammofoni, ma della stereofonia.
analogico_09 Inviato 7 Aprile Inviato 7 Aprile Il 01/04/2025 at 17:00, Velvet ha scritto: Il "cinema" inteso come sala non è solo dimensione dello schermo e audio ma è anche luogo-metafora in cui un gruppo di spettatori entra in muta empatia per vivere assieme una sorta di sogno ad occhi aperti. La cosiddetta "liturgia o rito del buio" in sala, anche di bunueliana memoria, ne abbiamo parlato tante volte. Ho sempre sostenuto che siam possibile realizzare ciò esclusivamente nelle sale cinematografiche come esperienza collettiva, individuale e sociale, in disaccordo con chi ritenga che il "buio" lo si possa fare anche in casa spegnendo la luce e sparandosi il film i home theatre con tanto di attrezzature audio che imitano il sonoro delle sale... Un buio meramente materiale, mentre il buoi nelle sale ha connotazioni meta-fisiche. Scriveva Bunuel: "Il cinema è un arma magnifica e pericolosa, se a maneggiarla è uno spirito libero. E' lo strumento migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, dell'istinto, dell'inconscio, le cui radici penetrano così profondamente nella poesia [...] Il meccanismo creatore delle immagini cinematografiche è, a causa del suo funzionamento, quello che, fra tutti i mezzi di espressione umana, richiama meglio il lavoro dello spirito durante il sonno. Brunius fa osservare che il buio che invade a poco a poco la sala equivale all'azione di chiudere gli occhi. E allora che comincia sullo schermo e al fondo dell'uomo l'incursione notturna dell'inconscio; le immagini come nel sogno compaiono e scompaio, il tempo e lo spazio cronologico e i valori relativi di durata non corrispondono più alla realtà... " S'accordo con te anche sul resto, sul fatto che in Italia il cinema del passato venga dimenticato, considerato come vecchio, sorpassato, inutile o solo un vezzo da cinefili o appassionati sfegatata: un'autentica eresia, come dire che tutte la arti venute "prima" siano superate o invecchiate. Quindi le rare, occasionali riproposizioni in sala dei grandi film del passato più o meno prossimo/remoto, non dovrebbero essere considerate come un tentativo di sopperire alla scarsità di film di valore capaci di riportare in pubblico nelle sale, anche se l'ipotesi potrebbe rivelarsi corretta, bensì di tornare all'idea di un cinema d'arte che non invecchia come non invecchiano i Miserabili di Hugo ad esempio e che anche i film capolavori e non, schifezze ovviamente escluse, adrebbero quindi costantemente rimessi in "circolo" fruitivo nelle sale o nelle visioni private, sui quali tornare per nuove riflessioni, per il confronto delle idee, dei pareri con film di grande valore estetico, formale e contenutistico ancora in grado di dirci molto sull'uomoi, sulla vita, sulle cose del passato e della stretta attualità. Al riguardo, aprendo anche topic tematici, io cerco di riportare all'attenzione della sezione i grandi film della storia, di ogni epoca, ma mi pare si registri scarso interesse. Vero, come ricordato prima, che di buoni, ottimi film ve ne siano ancora oggi, ma qualità e quantità delle attuali produzioni sono incomparabili alle quelle cinematografiche dell'età delloro... Senza dimenticare che in Italia arriva una esguia parte del cinema mondiale di valore sul quale raramente "scommettono" i nostri distributori attenti in maniera pèreferenziale al botteghino... Il vuoto creatosio lo riempiono le serie TV che hanno dato la botta di grazia non tanto al cinema, anche al cinema.., quanto, soprattutto, alle presenze spettattoriali nella sale che mi pare siano arrivate ai minimi storici. Realtà come la cineteca di Bologna insieme ad altre che si occupano della promozione cinematografica sotto i vari aspetti, assolutamente valide ed encomiabili, preziose, non mancano da noi, ma sono poche e "locali", hanno una gittata forte ma limitata, mentre l'amore per il cinema dovrebbe riscoppiare lungo tutto il territorio nazionale.., in tutte le città e paesi riaprendo le tantissime sale chiuse e trasformate in bingo o per altre attività. Oppure, chissà, magari potremmo tornare ai tempi in cui lo stupore per il cinema spingeva anche gli ambulanti a girare per i luoghi più sperduti dello stivale con dentro i loro camioncini o furgoni un proiettore e qualche "pizza" cinematografica da proiettare in loco sullo schermo paesano o campagnolo sul quale confluivano collettivamente i sogni, i timori, le risa, le paure e le gioie degli spettatori concentrati sulle storie, sulle immagini favolose, del tutto disinteressti al "dolby surround", per dire... purtroppo la realtà è di ben altro tipo. Ci salverà la saggezza e l'entusiasmo spontaneo, senza compromessi dei bambini... 1
Velvet Inviato 7 Aprile Inviato 7 Aprile @analogico_09 grazie, non avrei potuto spiegarlo in modo migliore 1
Guru Inviato 7 Aprile Inviato 7 Aprile 1 ora fa, analogico_09 ha scritto: il buoi nelle sale ha connotazioni meta-fisiche Ecco, se vuoi vivere un'esperienza del genere quando capiti a Bologna vai al cinema Modernissimo: un teatro da 400 posti con platea e galleria quasi sotto Piazza Maggiore. Quando si scende al Modernissimo si perde la cognizione del tempo e dello spazio. Il direttore della Cineteca, Farinelli, che di film ne ha visti tanti, definisce il Modernissimo un "non luogo"
Messaggi raccomandati
Crea un account o accedi per lasciare un commento
Devi essere un membro per lasciare un commento
Crea un account
Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Sei già registrato? Accedi qui.
Accedi Ora