analogico_09 Inviato 7 Aprile Inviato 7 Aprile @Guru Mi piacerebbe fare anche a Bologna l'esperienza visiva nel "non luogo" che in tanti anni di indefessa "militanza" cinefila ho avuto la gioa di vivere chissà quante volte nelle varie sale, d'essai, cineclub, circoli, cantine, etc... Mi fa piacere che Farinelli sia in sintonia con me, o io con lui, facciamo a pari e patta... Comunque il "rito" in se è più importante della sala, la quale , per fare un paragone "mistico", potrà essere come San Pietro oppure come l'umile chiesetta di campagna, lo spirito della religiosità sarà lo stesso 1
analogico_09 Inviato 7 Aprile Inviato 7 Aprile 1 ora fa, Velvet ha scritto: grazie, non avrei potuto spiegarlo in modo migliore Figurati, ho cercato di contribuire ripartendo dalle tue giuste e centrate osservazioni che condivido, sul fatto che il cinema italiano dovrebbe, grande che fu, uscire dallo stato di stentata sopravvivenza.
Paolo 62 Inviato 7 Aprile Inviato 7 Aprile Tecnicamente il restauro cinematografico è necessario e non solo per i film d'autore perchè le pellicole invecchiano e se le proiettassimo o le trasmettessimo in TV come sono oggi il risultato sarebbe scadente e del tutto inadeguato alla qualità dei televisori moderni.
Discopersempre2 Inviato 8 Aprile Inviato 8 Aprile Il 01/04/2025 at 17:00, Velvet ha scritto: @best_music Il "cinema" inteso come sala non è solo dimensione dello schermo e audio ma è anche luogo-metafora in cui un gruppo di spettatori entra in muta empatia per vivere assieme una sorta di sogno ad occhi aperti. La musica andrebbe ascoltata dal vivo, il teatro vissuto a teatro, il cinema al cinema. Tutto ciò che possiamo vivere a casa è un pallido surrogato dell'esperienza totalizzante, empatica della sala. E non c'è impianto o schermo che tenga. Una settimana di 👏.
Velvet Inviato 8 Aprile Inviato 8 Aprile 11 ore fa, analogico_09 ha scritto: Figurati, ho cercato di contribuire ripartendo dalle tue giuste e centrate osservazioni che condivido, sul fatto che il cinema italiano dovrebbe, grande che fu, uscire dallo stato di stentata sopravvivenza. Dovrebbero cambiarne tante di cose... A partire dal settore produttivo. Dove ci sono produttori con gli attributi (Indigo ad esempio) qualcosa di buono si fa. Ma sono diventati più rari di un quadrifoglio.
analogico_09 Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Il 08/04/2025 at 08:46, Velvet ha scritto: Il 07/04/2025 at 21:40, analogico_09 ha scritto: Figurati, ho cercato di contribuire ripartendo dalle tue giuste e centrate osservazioni che condivido, sul fatto che il cinema italiano dovrebbe, grande che fu, uscire dallo stato di stentata sopravvivenza. Dovrebbero cambiarne tante di cose... A partire dal settore produttivo. Dove ci sono produttori con gli attributi (Indigo ad esempio) qualcosa di buono si fa. Ma sono diventati più rari di un quadrifoglio. Tra l'altro il cinema italiano dovrebbe riscoprire il "genere" nel quale eravamo maestri. Qualcosa pure v'è, ma limitatamente, spesso coincidenti con le produzioni in dipendenti poco battagiate che non se le fila nessuno, o quasi, soprattutto gli appassianti un po' di nicchia del "genere" (mi viene in mente ad esempio "Oltre il guado", 2013 di Lorenzo Bianchini, un horror psicologico di paure ancestrali magistralmente girato all'interno di remoti e inquietanti paesaggi naturali) Dovremmo prendere esempio il cinema francese e spagnolo, ad esempio, per restare in Europa, capaci di differenziare i generi cinematografici. Da noi seguitano a ristagnare le tematiche psico-socio-politico-esistenzial con incluse pippe mentali ..., pure prima se è per quesyo, non che siano tematice trascurabili, ma insomma, la vita è fatta di tante tessere che cosyruiscono, dovrebbero, un mosaico molto più. articolato e vario.
analogico_09 Inviato 15 Aprile Inviato 15 Aprile Il 31/03/2025 at 13:05, bost ha scritto: e allora ecco di nuovo in sala il primo Fantozzi, Taxi driver...stanno raschiando il fondo? mah... Comunque quello non è raschiare il fondo" di un vecchio barile, è quanto di più meraviglioso abbia dato all'umanità l'arte cinematografica che come tutte le altri è universale e immortale (fino a quando l'umanità intera non scomparirà). Si parlava di restauro del cinema, una necessità. Il cinema vive attraverso un supporto di celluloide su cui l'immagine i mpressa è naturalmente soggetta a degradarsi più o meno gravemente, fino a scomparire. La pittura e le altre materie dell'arte figurativa, della scultura, della letteratura, etc, sono molto più resistenti, caduche anch'esse ma in tempi molto più lunghi. Anche il quadro, il libro, etc, meno la scultura, vanno restaurati a un certo punto, ma non così velocemente come la pellicola cinematografica. Nelle sue sfiziosissime ed acute conversazioni con lo scrittore Max Aub, raccolte in un libro della Selleri Editore intitolato "Bunuel: il romanzo", ora fuori catalogo,il regista aragonese, mentre parlavano del destino dell'arte cinematografica disse all'amico in modo sconsolato, tra il sarcastico e il pacificato, vado a memoria: noi tra 50 anni, magari senza capelli, saremo ancora qui; le nostre pellicole... chissà!? Erano gli anni in cui non si parlavava ancora restauri filmici, quindi i timori di Bunuel fortunatamente non si avverarono: molti film vengono salvati dai restauri, molti altri, benchè salvati, non vengono "salvati" dagli spettatori che li snobbano per vari motivi, perchè considerati fondi di barili.
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