imaginator Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 36 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: Un pianoforte sentito a volume da condominio piace...lo stesso sentito a volume "realistico" emoziona, coinvolge Giusto. il volume dovrebbe essere regolato in relazione alla sala dove si è svolto l’evento e queste informazioni, se la registrazione è fatta bene ci sono tutte. Di nuovo: la scena acustica serve a riportare nella propria stanza l’evento e la sala dove si è svolto tale evento , non far sì che quel pianoforte suoni come se fosse nella tua stanza, salvo che a priori non sia stato deciso così dalla produzione. il volume va regolato di conseguenza.
ilmisuratore Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 2 minuti fa, imaginator ha scritto: la scena acustica serve a riportare nella propria stanza l’evento e la sala dove si è svolto tale evento , non far sì che quel pianoforte suoni come se fosse nella tua stanza Questa l'approvo anche se il termine più corretto sarebbe l'ambienza... ovvero quella sensazione di non trovarti nella tua stanza ma nel luogo di ripresa
imaginator Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio @ilmisuratore Vero.. Scena e ambienza non sono la stessa cosa, ma sono strettamente interconnesse e si completano a vicenda, nelle giuste proporzioni, per descrivere al meglio l’evento.
ilmisuratore Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 1 minuto fa, imaginator ha scritto: @ilmisuratore Vero.. Scena e ambienza non sono la stessa cosa, ma sono strettamente interconnesse e si completano a vicenda, nelle giuste proporzioni, per descrivere al meglio l’evento. Si sono sinergicamente complementari
51111 Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio Tutti a casa chi più chi meno (a secondo del trattamento acustico della stanza) ascoltiamo una scena "drogata". Finiamola di dire che quel che sentiamo è lo scenario della stanza di incisione. Ognuno di noi ascolta una S diversa a secondo della disposizione degli altoparlanti, della geometria della stanza e la propensione alle riflessioni. E' giusto dire che la miscela tra S di incisione e S della stanza di ascolto crea un miscuglio piacevole. 1
widemediaphotography Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio Non esiste l'invarianza delle caratteristiche dei parametri acustici al variare dell'SPL, basti pensare alla distorsione totale, alla compressione dinamica e all'ininfluenza delle riflessioni ( interazioni ambientali) al di sotto di determinati valori, oppure alle risonanze innescate a determinati valori. Tra l'altro, se così fosse, avremmo che qualunque diffusore di qualunque dimensione risulterebbe adatto a qualunque ambiente. Pertanto deve esistere un range piuttosto definito in cui un diffusore, in un determinato ambiente, stabilisce il massimo delle sue prestazione, non ultimo la sua dipendenza dal rumore di fondo. 1
jackreacher Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 20 ore fa, Erik il Rosso ha scritto: Ho iniziato da basso livello di 45/50 db di media e 60/65 di picco aumentando progressivamente, cercando di capire se all’aumentare del volume fossero rispettate soprattutto le proporzioni e precisione di collocazione e profondità delle varie sezioni strumentali e vocali. Ciao, la cosa che incide parecchio sulla percezione del suono è la non linearità del nostro sistema uditivo come illustrato nella "fletcher and munson curve". Diciamo che il livello medio di ascolto (nel punto di ascolto) va da 65 a 95 db, per avere una buona percezione di tutti i suoni, sotto questa "soglia" le frequenze basse a alte non verranno "apprezzate" appunto per questioni fisiologiche umane, infatti una volta veniva usato il loudness variabile che si inseriva a basso volume per compensare questo "deficit". . 1
imaginator Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 6 minuti fa, 51111 ha scritto: Finiamola di dire che quel che sentiamo è lo scenario della stanza di incisione Beh… c’è chi riesce ad avvicinarsi con una buona approssimazione anche se non integralmente e chi, invece, si accontenta di una scena sonora piccola e piatta, quasi da cartolina scambiandola per una scena ben focalizzata, che è ciò che più si allontana dalla realtà. E’ anche ora di smettere di standardizzare tutti i risultati verso il basso per forza. 1
senek65 Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 2 ore fa, imaginator ha scritto: La scena sonora è necessaria per ottenere una simulazione che ci ricordi in buona parte un evento dal vivo Dal vivo la scena è, secondo me, qualcosa di piuttosto diverso da quello che forzatamente si riesce ad ottenere a casa. 1
jackreacher Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 16 minuti fa, 51111 ha scritto: ascoltiamo una scena "drogata". Finiamola di dire che quel che sentiamo è lo scenario della stanza di incisione. Battuta che fa un po' sorridere, ma veritiera.
jackreacher Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 2 minuti fa, senek65 ha scritto: Dal vivo la scena è, secondo me, qualcosa di piuttosto diverso da quello che forzatamente si riesce ad ottenere a casa. Due universi distinti.
one4seven Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio Un ottima possibilità di Test, in relazione all'argomento posto dall'opener (rapporto scena/volume) la offre proprio un famoso brano, anzi un famoso panpottaggio, che abbiamo citato anche nell'altro 3d dei dischi audiofili. Bird on a Wire eseguita da Jennifer Warnes. Spiega molto bene anche il concetto di "è il disco che comanda". qual è il confronto? Lo stesso brano nell'edizione originale (CD Cypress) vs Remaster 2007 per il 20th anniversario. Una maggiore validità la da il fatto che il master engineering è Bernie Grundman, sia dell'edizione originale, che del remaster 2007. Un disco che il nostro caro Bernie ha seguito per tutta la sua vita. Prova > Clicca qui. 1
ilmisuratore Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio Personalmente la "vera scena" l'avverto con i dischi di musica sacra, dove le proporzioni dell'interno di una chiesa/cattedrale non devono fornire dimensioni lillipuziane, poco profonde e strette
jackreacher Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 25 minuti fa, ilmisuratore ha scritto: Personalmente la "vera scena" l'avverto con i dischi di musica sacra, dove le proporzioni dell'interno di una chiesa/cattedrale non devono fornire dimensioni lillipuziane, poco profonde e strette Il segreto sta nella modalità in cui è stato registrato il suono, cioè quantità di microfoni, distanze dai musicisti (coralisti) tecniche di microfonazione e minimo intervento in postproduzione. In teoria tutta la musica "acustica" ripresa nelle sale da concerto (teatri) e chiese è la più vera in assoluto, mentre la musica elettronica può non avere affatto riferimenti al mondo (ambiente) reale. Va da sé che per ascoltare bene è necessario un livello medio di circa 75 db, in questo modo l'orecchio non si stressa e cattura bene il suono nel nostro ambiente.
ilmisuratore Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 10 minuti fa, jackreacher ha scritto: In teoria tutta la musica "acustica" ripresa nelle sale da concerto (teatri) e chiese è la più vera in assoluto, mentre la musica elettronica può non avere affatto riferimenti al mondo (ambiente) reale. Ovviamente 1
ilmisuratore Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio Sentitevi sto disco... tanto per parlare di ambienza e di scena
xalessio Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 5 ore fa, imaginator ha scritto: La scena sonora è necessaria per ottenere una simulazione che ci ricordi in buona parte un evento dal vivo. La scena sonora che senti in un disco è quello che vuole farti sentire l’ingegnere del suono (nella maggior parte dei casi) e praticamente ha nulla a che vedere con l’evento dal vivo. Ancora state messi così? 1 1
Titian Inviato 10 Maggio Inviato 10 Maggio 14 ore fa, Titian ha scritto: (.....continuo dopo) non solo esiste questo cambiamento della percezione del timbro sonoro ma anche la sensazione di un suono più forte ci dà l'impressione che venga da più vicino oltre che quella di essere più grande. Questo è anche il motivo che facendo confronti fra componenti di impianti bisogna verificare che il volume sie esattamente lo stesso. Certe persone confondono un volume anche leggermente più alto con più presenza, dinamica e quindi più favorevolmente, migliore. Di che grandezza esattamente deve essere una registrazione nessuno lo può sapere perché dipende da tanti fattori tecnici anche dalla stanza d'ascolto e diffusori, questo anche negli studi di registrazione o studi di ascolto. Invece la disposizione degli strumenti lo saprà sicuramente il fonico, nella musica orchestrale lo si può anche dedurre bene dalla disposizione che il direttore dà durante i concerti dal vivo con gli stessi brani. Eccezioni ci sono se dal vivo la sala è troppa piccola per la disposizione "usuale" di quel direttore. Queste sono le mie considerazioni puramente personali per quanto riguarda la scena sonora della riproduzione di una registrazione di musica classica, soprattutto sinfonica: dalle mie esperienze del dal vivo, distinguo suono riverberato, causato dalle riflessioni della sala, e quello diretto, direttamente dagli strumenti. Devo precisare che quando parlo del suono riverberato dovrei aggiungere nettamente riverberato ciò quella parte della scena sonora da dove sento arrivare del suono ma non si sentono caratteristiche di un o più strumenti. Quando riesco a definire la posizione di uno strumento so che quel che sento non fa parte solo del suono diretto ma e soprattutto le prime riflessioni dello strumento. Il punto che tengo conto è che irradiazione di quasi tutti gli strumenti non è direzionale e a differenza del angolo d'ascolto rispetto allo strumento, l'intensità e timbro cambia molto, quasi tutti gli strumenti non sono neanche rivolte verso ascoltatore, l'apertura del corno di solito è diagonalmente dietro il musicista. L'effetto nella scena sonora è diverso che per esempio le trombe. Mentre la scena sonora generale mi viene da tutte le parti, l'intensità maggiore la sento sul tutto il piano davanti a me (180 gradi). Davanti però la parte diretta (più intensa) la sento di solito poco più largamente della posizione dei musicisti dal mio punto di ascolto. Ma dipende anche dalla disposizione orchestrale, certe volte le ultime due file dei primi violini per esempio non li sento o proprio malappena. Quindi a dipendenza delle circostanze l'angolo dove sento le caratteristiche sonore degli strumenti può variare. Personalmente non mi interessa la grandezza della scena sonora che un fonico si sia fissato in mente, a me interessa una scena sonica credibile basata su quella che ho percepito nei concerti dal vivo. Va bene sarà myfi, saranno le mie estravagazioni, sarà contro tutte le regole del hifi, quel che volete, ma questo è il modo in cui vivo la musica con grande riferimento alle mie esperienze dal vivo. Il punto però è che dal vivo questa grandezza della scena sonora (intendo quella avevo definito per suono diretto) dipende da molti fattori ad incominciare dalla mia posizione d'ascolto, che però varia. Per cui nelle riproduzioni a casa per me è un fattore relativo, più grande o vasto non vuol dire necessariamente migliore. Certo che non deve superare un limite minimo e massimo. Questo vale però per tutte le caratteristiche sonore non solo per la grandezza della scena sonora e volume. Per quanto riguarda la profondità della scena sonora non la sento molto. Sento che sono in una bella sala grande ma sento poco che per esempio l'ultima fila dell'orchestra sia 10 - 15 metri più in dietro che i primi violini. Anche questo è relativo, stando nelle prime file lo sento di più ma appena mi allontano questa percezione cala nettamente. Ammetto però che a casa se si sente questo effetto eccita un poco (senso di stupore e di emozioni positive) ma non lo ricollego con riproduzione più credibile al dal vivo, anzi. Potrei andare avanti ma ho già scritto troppo. 1
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