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Un impianto di riproduzione audio "ben attrezzato" può riprodurre verosimilmente un evento confinato ad un pianoforte?


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Inviato
Adesso, captainsensible ha scritto:

@extermination una camera anecoica, in quanto "anecoica" - ovvero senza echi, non dovrebbe avere onde stazionarie, almeno sulla carta.

CS

E la cosa si attua grazie alle dimensioni. Ci sono altri escamotage, ma non sono risolutivi e creano altri problemi.

captainsensible
Inviato

@Oscar Le dimensioni stabiliscono la/le frequenza/a minima/e delle stazionarie, però le elimini assorbendole.

 

CS

extermination
Inviato
2 ore fa, extermination ha scritto:

stimoli e sollecitazioni sensoriali non acustiche

@SimoTocca stralcio mio intervento pagina precedente 😉.. a proposito della influenza della vista.

Inviato

@SimoTocca vallo a dire ai ciechi... Senti cosa ti rispondono.

Conosco dei musicisti non vedenti, ed è veramente istruttivo parlare con loro e sulle loro "sensazioni".

Inviato
2 minuti fa, captainsensible ha scritto:

@Oscar Le dimensioni stabiliscono la/le frequenza/a minima/e delle stazionarie, però le elimini assorbendole.

CS

Si possono "assorbire" in diversi modi, ma quelli che funzionano meglio, sono quelli con le dimensioni "importanti" E in linea con le frequenze da trattare.

extermination
Inviato
7 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

Oltre al fatto che il tuo caso conferma che la percentuale di suono diretto e suono riflesso non è la medesima in ogni posizione (poltrona) dello stesso teatro

Ovviamente. Basta individuare la “distanza critica”  ovvero la linea in cui il livello del suono diretto e riflesso si equivalgono. Più avanti-più indietro, il rapporto varia e può variare anche fortemente principalmente in funzione delle caratteristiche acustiche della sala-audotorium

captainsensible
Inviato

@Oscar vabbè, non è che dobbiamo parlare di fisica acustica mò.

SimoTocca
Inviato
1 ora fa, QUELEDSASOL ha scritto:

Siete andati un pochetto fuori dall'argomento,torniamo dentro e ditemi se secondo il vostro parere e dopo 42 pagine di accesa discussione , un impianto riproducendo una registrazione, ce la fa' ad approssimare un pianoforte ?

Mi pareva di aver risposto al mio primo post, ma se vuoi mi ripeto.

Il mio impianto approssima, ma “in eccesso”, e cioè mi fa ascoltare un pianoforte certamente “reale” per timbrica ma “iperreale” per dimensioni e prospettiva sonora, per come si pone nello spazio insomma! Dal vero ho ascoltato un pianoforte simile solo in un paio di circostanze speciali, di cui una ho anche descritto (modalità, occasione, sala di ascolto..).

È una iperrealtà, ma è bella e non troppo “affaticante”..

P.S. Perché se è falsa l’affermazione che il “cervello” sottrae (dare maggiore importanza al suono diretto aiuta a “localizzare il pericolo”, in senso filogenetico evolutivo dico, ma il cervello elabora, non sottrae niente!) è invece verissimo che il cervello viene sottoposto a stress uditivo da quello che c’è in sovrappiù (la distorsione, certo, ma non solo quella!). Mi spiego: quando il suono è troppo “ricco” rispetto all’originale, nasce un affaticamento del cervello… è, per dire, il caso, di altoparlanti diversi, in diffusori a più vie, che si sovrappongono, specie se sono altoparlanti con tecnologie diverse (per esempio un woofer dinamico accoppiato ad un pannello elettrostatico..). Da qui il noto fenomeno della “fatica di ascolto” anche di sistemi di diffusori molto costosi e molto belli…e che in apparenza distorcono anche assai poco… quindi perché “sta fatica”? Perché al cervello “il più” disturba, il troppo stroppia…

Da qui la giusta teoria: meglio mettersi in casa un paio di diffusorini a tipo Rogers ls 3/5a che un paio di armadi a muro…perché la fatica di ascolto è molto inferiore nei primi che nei superdiffusori in un ambiente poco adatto…

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O…peggio mi sento..

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Non so se mi sono capito…come dice Frassica..

 

SimoTocca
Inviato
54 minuti fa, Oscar ha scritto:

vallo a dire ai ciechi... Senti cosa ti rispondono.

Rispondono di sicuro che “hanno affinato” il loro udito che “sopperisce” anche la vista….! 
La cecità è una situazione particolare che non aggiunge o toglie niente a quanto abbiamo detto per chi ha “tutti e 5 i sensi”…. 
P.S. Una volta sono stato a sciare con un amico cieco… ebbene aveva prenotato un maestro di sci che era a sua volta stato appositamente istruito per guidare gli sciatori ciechi sulle piste…

Ad un certo punto della girata siamo dovuti passare da un “raccordo”, cioè una specie di sentiremo nevoso che ci avrebbe riportato alla Val di Fassa lasciando Porta Vescovo…. Ecco.. sono rimasto stupito della capacità da parte del mio amico di: 1) di manovrare a curve strettissime in una spazio ristretto e pericoloso; 2) di di fidarsi degli Hop che diceva il Maestro per farlo girare …

Eppure siamo arrivati in fondo e lui aveva durato meno fatica di me che ci vedevo benissimo..!

P.S. 2 Con questa polemica delle camere anecoiche sarebbe anche l’ora di darci un taglio, perché siete completamente fuori tema e non interessa a nessuno…

extermination
Inviato
4 minuti fa, SimoTocca ha scritto:

La cecità è una situazione particolare che non aggiungono o tolgono niente a quanto abbiamo detto e che vale per chi ha “tutti e 5 i sensi”…. 

Esattamente 

QUELEDSASOL
Inviato
2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Il ruolo che gioca il “vedere” viene spesso ignorato anche dagli addetti ai lavori del settore audio!

Il vedere completa il senso di esserci........che un impianto in una stanza ovviamente non puo'.

Comunque il Pianoforte e' una bella gatta da pelare per qualsiasi impianto,sia per dinamica che per estensione e modo di riprodurre le basse frequenza.

Una menzione particolare va' ai transienti e  alla velocita' nel riprodurre le corde percosse dai martelletti.

  • Thanks 1
Franzbossio
Inviato
2 ore fa, Oscar ha scritto:

Per le camere anecoiche le dimensioni contano

Non voglio insistere più di tanto perchè poi ci si stufa.

Mi sembra di averlo specificato chiaramente che mi riferisco a quelle ottimizzate per l'audio.

La dimensione conta relativamente perchè in fase progettuale si deve tenere presente anche del coefficiente di assorbimento adottato rispetto alle dimensioni.

Posso progettare una camera grande con una frequenza minima X.

Posso progettare  una camera piu piccola con la medesima frequenza X.

Devo calcolare il rapporto tra lunghezza d'onda e profondità dei coni assorbenti applicando la formula tra velocità del suono e la lunghezza del cono f_min = c/(4*L)

La frequenza minima raggiungibile di un anecoica non viene stabilita quindi principalmente dalle dimensioni ma dal tipo di trattamento applicato, sempre riferite a quelle per uso audio che devono trattare frequenze con lunghezza d'onda lunga.

La dimensione può soltanto facilitare il progetto perchè riduce lo specifico trattamento, ma non la frequenza minima raggiungibile visto che la si può stabilire a tavolino su camere anecoiche di dimensioni minori.

 

  • Melius 2
Enrico VIII
Inviato
2 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Da qui la giusta teoria: meglio mettersi in casa un paio di diffusorini a tipo Rogers ls 3/5a che un paio di armadi a muro…perché la fatica di ascolto è molto inferiore nei primi che nei superdiffusori in un ambiente poco adatto…

Questo però non è Frassica, è Catalano 

ilmisuratore
Inviato
20 minuti fa, Franzbossio ha scritto:

Non voglio insistere più di tanto perchè poi ci si stufa.

Mi sembra di averlo specificato chiaramente che mi riferisco a quelle ottimizzate per l'audio.

La dimensione conta relativamente perchè in fase progettuale si deve tenere presente anche del coefficiente di assorbimento adottato rispetto alle dimensioni.

Posso progettare una camera grande con una frequenza minima X.

Posso progettare  una camera piu piccola con la medesima frequenza X.

Devo calcolare il rapporto tra lunghezza d'onda e profondità dei coni assorbenti applicando la formula tra velocità del suono e la lunghezza del cono f_min = c/(4*L)

La frequenza minima raggiungibile di un anecoica non viene stabilita quindi principalmente dalle dimensioni ma dal tipo di trattamento applicato, sempre riferite a quelle per uso audio che devono trattare frequenze con lunghezza d'onda lunga.

La dimensione può soltanto facilitare il progetto perchè riduce lo specifico trattamento, ma non la frequenza minima raggiungibile visto che la si può stabilire a tavolino su camere anecoiche di dimensioni minori.

La camera anecoica piu performante al mondo (capace di assorbire il 99% del suono riflesso fino a 20 hz, oltre ad una silenziosità fuori dal comune) ha dimensioni di un (quasi) piccolo cubo...praticamente uno sgabuzzino 3,7 m x 3 m x 2,1 m

A questo punto stabilire che le camere anecoiche "grandi" siano le piu performanti è un altro errore che si aggiunge agli altri

jakob1965
Inviato

@Franzbossio  interessante - mi chiedo però  - data una sorgente che suona dentro una camera anecoica - a parità di angolo solido di emissione e a parita di potenza , la distanza dalle pareti (anecoiche) ha una sua importanza credo (credo)

 

Magri si si può aprire un thread dedicato - grazie

Inviato
1 ora fa, Franzbossio ha scritto:

Devo calcolare il rapporto tra lunghezza d'onda e profondità dei coni assorbenti applicando la formula tra velocità del suono e la lunghezza del cono f_min = c/(4*L)

Non andare sul complicato, e' un fonico mica un fisico. Infatti ha scritto quello che ha scritto non tenendo conto minimamente della formula che se avesse conosciuto gli avrebbe evitato l'errore iniziale "è o non è". 

extermination
Inviato

Mi sfugge se in questo specifico 3d sia una questione di: uno contro tutti- tutti contro uno- uno contro l’altro- alcuni contro alcuni altri. In ogni caso senza una sana interlocuzione e senza voglia di interloquire, disquisire a modo. non si va da nessuna parte.

Franzbossio
Inviato
20 minuti fa, jakob1965 ha scritto:

@Franzbossio  interessante - mi chiedo però  - data una sorgente che suona dentro una camera anecoica - a parità di angolo solido di emissione e a parita di potenza , la distanza dalle pareti (anecoiche) ha una sua importanza credo (credo)

Magri si si può aprire un thread dedicato - grazie

Vado di fretta perchè ho l'aereo alle 16.

Un anecoica deve rispettare delle norme, la iso 3745 e la iso 26101.

Queste norme tengono conto anche dell'efficacia della potenza sonora assorbita sufficiente per stabilire se un anecoica può simulare correttamente un campo libero.

In anecoica vale il principio della distanza virtuale, vale a dire che in qualunque punto la camera deve simulare l'assenza di zone riflettenti, come se all'interno una sorgente generasse onde sonore in assenza di pareti.

Potenza sonora e distanza dalle pareti anecoiche stabiliscono soltanto un cambiamento termico dato dalla conversione dell'energia assorbita e trasformata in calore.

Saluti.

  • Melius 2

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