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Cinquanta sfumature di virtuosismo...


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Inviato

By the way, non esistono i pianisti bravi a suonare una cosa e meno bravi a suonare un'altra. Un pianista cane lo sarà tanto con Beethoven quanto con Prokofiev.
Un grande pianista suona sostanzialmente quello che vuole, solo che lo voglia, con il medesimo risultato tecnico-artistico.

Qui abbiamo il famoso interprete bachiano Glenn Gould, che fa il "cinese" contemporaneo e si beve la Valse di Ravel come se l'avesse composta lui e come se al posto di suonare il pianoforte dirigesse un'orchestra. E tanti saluti al buon Sebastian...

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Beato chi se l'è potuto ascoltare dal vivo.

Chiaramente un grande pianista può specializzarsi, ma è soltanto una scelta personale. Ciò non significa che se decide di dedicarsi anche a partiture al di fuori del suo ambito di specializzazione, non sia in grado di lasciare il segno.

Alberto.

Grancolauro
Inviato
Il 25/08/2025 at 09:23, SimoTocca ha scritto:

Però appunto a vent’anni si deve ancora crescere e maturare..e già quel suo album d’esordio con Chopin mette una firma sul suo futuro di interprete straordinario

Anche a me l’album d’esordio di Lim non ha convinto molto. Forse avrebbe fatto meglio ad aspettare ancora un po’ prima di pubblicarlo. Comunque sia poi ho ascoltato Lim al Verbier festival dell’anno scorso e, vabbè ragazzi: ha zittito tutti quelli che lo considerano un dattilografo. Andate ad ascoltarlo.

Se ne era parlato qui 

 

SimoTocca
Inviato
11 ore fa, OTREBLA ha scritto:

Chiaramente un grande pianista può specializzarsi, ma è soltanto una scelta personale

Goethe, nel suo libro Le Affinità Elettive (da cui i fratelli Taviani, hanno tratto un bellissimo film)  non sarebbe d’accordo con te. Un conto è la tecnica e il virtuosismo, che quando ci sono consentono di eseguire qualsiasi brano di qualsiasi autore.
Ma… ma… non tutti gli autori sono congeniali a ciascun grande pianista.

Non si tratta solo di tecnica, ma di come viene “sentito”,  “compreso” e quindi interpretato ciascun autore.

Prendiamo Gould, visto che l’hai citato. Nel primo concerto di Brahms i tempi sono così “allargati” da Gould (e le dinamiche abbastanza stravolte) che Leonard Bernstein si dissocia da quell’interpretazione e prima del concerto fa un famoso discorso … bellissimo peraltro e attuale.. su chi comanda fra in direttore e il solista…per i miei gusti Gould in Brahms ci sta quanto il cavolo a merenda! 

Facciamo un altro esempio con una delle pianiste che rientra nel mio tabernacolo, il trittico della Santa Trinità mio personale … Martha Argerich. Pianista straordinaria, per tecnica (ancora smagliante come nei suoi vent’anni..incredibile!) e che può eseguire qualsiasi spartito al pianoforte… Ma… ma.. ecco che su Beethoven e Mozart.. , sentita anche dal vivo (con Abbado sul podio, mica bruscolini..) e…brava, certo, ma posso dire che non mi ha mai convinto molto? Posso? Posso dire che uno dei miei tre pianisti di riferimento è semplicemente straordinaria in Ravel, in Prokofiev, in Rachmaninov, in Liszt, in Schumann e in Tchaikovsky… ma che in Mozart non mi entusiasma e in Beethoven mi lascia appena poco soddisfatto…?

Insomma ci sono “affinità” elettive non solo per autori, ma anche per brani diversi dello stesso compositore…

Questo a mio avviso, ovviamente.. 

Inviato

Ci mancherebbe che non si possa preferire un approccio ad un altro.
Io cerco di guardare al di là di ciò che preferisco. Perlomeno ci provo. Altrimenti non ascolterei John Coltrane che per molti anni mi ha fatto solo innervosire.
Parto da un punto di vista diverso, dico a me stesso: questo è un grande pianista (o sassofonista), lo sento che è un grande pianista non mi serve alcuna altra conferma. Bene, vediamo come la vede su Beethoven. Vediamo come la vede su Mozart e cerchiamo di capire perché decide di prendere quella strada e non un'altra. Il presupposto è che io devo essere convinto circa il talento del musicista, perché se non ne sono convinto salta anche l'interesse ad approfondire la sua ricerca musicale.
Io non sono per niente convinto che Lang Lang sia un grande interprete. Tecnicamente è certamente dotato, ma secondo me gli manca un pezzo. E mica piccolo.
Lo valuto un buon pianista, non un grande pianista come Gould, Argerich, Pollini, Kapell, ecc.
Secondo me Yunchan Lim è attualmente della scuola di Lang Lang, con ancora un pezzo in meno rispetto a Lang Lang.
Magari più avanti capirà che non deve recitare la poesiola di Natale in piedi sulla seggiola, ma dare corpo all'interpretazione; che non suona per le educande del collegio svizzero ma per gente che ha nelle orecchie il Beethoven dei grandi interpreti di ogni tempo, i quali a ventisette anni suonavano così, con tutto che la registrazione fa pietà (ma gli accenti, la timbrica, il peso del suono, si sentono):

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.

Senti 'sta donna a ventisette anni...
Alberto.
 

  • Thanks 1
Grancolauro
Inviato

Ma secondo voi essere dei virtuosi e avere talento musicale sono la stessa cosa? Se no, dove sta la differenza?

Inviato

Si parla sempre di virtuosismo in maniera impropria. Heinrich Nehuaus nelle sue memorie scrive: è triste il fatto che alcuni giovani pianisti vedano e sentano soltanto l'acrobazia, mentre tutto ciò che è dietro ad essa essi non lo percepiscono. Non comprendono qual è lo scopo dell'acrobazia.
Lorin Mazel ha detto, un buon musicista che è solo un buon musicista, non è un buon musicista. E' necessario stabilire con l'alunno sin dall'inizio che cosa si sta per suonare, perché solo allora, come l'effetto deriva dalla causa, si potrà iniziare a spiegare come suonarlo.
Un grande pianista è sempre virtuoso ma un virtuoso non è detto che sia un grande pianista. A questi puri virtuosi converrebbe occuparsi di altro.
Alberto.
 

Grancolauro
Inviato
14 ore fa, OTREBLA ha scritto:

Un grande pianista è sempre virtuoso ma un virtuoso non è detto che sia un grande pianista.

Proprio ieri ho letto un'intervista a Mariangela Vacatello, sul Corriere, dove la pianista dice: "non mi piace il termine 'vistuosa'...'virtuosa' ha un sottofondo di show off, mentre il talento per me è un bilanciamento di tante cose".

Pensandoci un po', mi sono accorto che anch'io associo al termine 'virtuoso' un connotazione almeno in parte negativa

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