mozarteum Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre Visto ieri sera qui a Venezia, nella sala Darsena, poco dopo la premiazione. Avevo un biglietto anche per il film della bambina di Gaza, vincitore del Gran Premio della Giuria, ma avevo voglia di qualcosa di piu’ “leggero”, fermo restando che lo vedro’ a Roma quando uscira’ in sala, certamente. Non ho la competenza cinefila di molti qui, ma devo dire che il film di Jarmusch non mi ha particolarmente impressionato, ed anche il pubblico a fine proiezione ha applaudito freddamente (e’ un pubblico di grandi appassionati e credo esperti per lo piu’). Il soggetto non e’ inedito, tratta degli inceppamenti relazionali e dell’enigmaticita’ dei caratteri e del segreto che ciascuno si porta, impenetrabile agli altri , in ambito familiare. E cio’ in tre quadri dedicati ciascuno a una figura (padre- Tom Waits nei panni- madre, la strepitosa Charlotte Rampling, la migliore del cast- e fratello e sorella gemelli), ambientati in tre luoghi diversi: una casetta presso un lago statunitense, Dublino e Parigi, a denotare l’universalita’ di questi temi, almeno in occidente. Il film a tratti e’ ironico ed ha il grande merito -secondo me- d’aver riportato la “lentezza” e la classicita’ di ripresa nel racconto cinematografico,in tempi di funambolismi IA e ritmi serrati per compiacere la nevrosi pseudofuturista dello spettatore moderno. Sotto il profilo strettamente cinematografico non vi sono novita’: il repertorio, nel taglio delle immagini, nel montaggio, e’ quello del cinema tradizionale. Un film senza botti o sensazionalismi basato sulla costruzione di dialoghi ellittici, insinceri (nei primi due episodi), quasi da romanzo moderno dell’incomunicabilita’ trasferiti con successo e profondita’ lieve nella pellicola. La proiezione era ovviamente in lingua originale con sottotitoli. Sara’ quasi impossibile doppiare la voce unica di Tom Waits Peraltro non avendo visto altri film del concorso non so dire se altri fossero piu’ meritevoli. Bella atmosfera a Venezia Lido, ed e’ bellissima proprio Venezia lido nell’eleganza delle costruzioni liberty e nella pulizia e ordine urbano. 1
Peuceta Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre Non sono un esperto e guardo in streaming film e serie televisive purchè non siano di genere romantico, sentimentali, commedie, fiction o altri generi simili ... e quasi mai film italiani realizzati negli ultimi anni. Detto questo mi chiedo in particolare per i film italiani realizzati spesso con ingenti finanziamenti pubblici e che in ambito internazionale e/o di festival non se li c..a nessuno. Perchè???? Quando mi capita di vedere qualche spezzone durante lo zapping mi sembra di vedere sempre le stesse facce e gli stessi protagonisti con alcuni di questi che sembrano essere diventati pure registi!!!! A parte qualche film di Albanese proprio non riesco a guardare gli altri film, ma questa è una mia scelta. Quello che invece mi dispiace osservare e che da anni un nostro film non viene premiato in nessuna manifestazione anche se sui canali nazionali vengono considerati "capolavori".
dariob Inviato 7 Settembre Inviato 7 Settembre @Peuceta Eh, la penso (più o meno) come te sui film italiani. Non sono un esperto, né tantomeno un critico, però azzardo il mio parere, che non è di oggi e potrebbe essere superato: 1) un naturale provincialismo 2) incapacità di fare film 'di genere' (parlo di film, non serie)- dovuto a 3) volontà di realizzare qualcosa di "alto livello": ossia fare arte, non intrattenimento; dimenticando che la validità artistica verrà valutata dal pubblico, ed è una eventuale conseguenza non l'obiettivo. e quindi 4) poco rispetto per il pubblico, che vuole delle storie, non ginnastica mentale del regista. 5-6-7-8-9- e anche 10 poche idee per crearle, quelle storie. 1 1
mozarteum Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre A Venezia e’ stato pero’ premiato Francesco Rosi per Sotto le nuvole, e anche la Grazia di Sorrentino e’ stata molto apprezzata (ma era fuori concorso anche se e’ valsa il Volpi a Servillo).
analogico_09 Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre Il 07/09/2025 at 08:46, mozarteum ha scritto: devo dire che il film di Jarmusch non mi ha particolarmente impressionato, ed anche il pubblico a fine proiezione ha applaudito freddamente (e’ un pubblico di grandi appassionati e credo esperti per lo piu’). Bella recensione, ben articolata, si sia o merno d'accordo sui giudizi sul film vincitore. Non avendolo visto ovviamente non dirò nulla, ma mi pare capire che potrebbe non essere ancora finito il lungo sonno del "Leone" veneziano che perdura da diversi lustri, assegnato spesso ad opere soggette, a mio avviso ragionevolmente, a ridimensionamenti da parte del pubblico e dalla critica. In fondo capita anche nelle altre famiglie festivaliere più importanti, per mettere d'accordo tutti ci rivorrebbero i registi di una volta che sfornavano opere inattaccabili ed eterne, con giurie all'altezza del compito. Nell'editoriale su Venezia 2005, edizione 62 che scrissi per la rivista di cinema on line che dirigevo, mio primo "ingaggio" alla Mostra Inter. del Cinema di Venezia, intitolai per l'appunto: "Il Leone si è addormentato". Il quale, l'autentico tutto d'ora, toccò al "Brokeback Mountain" da Ang Lee, film pretenzioso e mediuccio, di risicata sufficenza (quella volta furono fischi prima all'annuncio e durante la proiezione post premiazione) mentre sugli schermi del lido erano sfilate opere di netta superiorità quale, ad esempio, il poderoso, applauditissimo, assai amato da pubblico e critica, "Specchio Magico" di Manoel de Oliveira.., il giovane regista portoghese autentica promerssa di appena 97 anni.., ma troppa grazia in una botta sola avrebbe potuto annichilire il "mercato"... Si preferì premare la vecchia, facile, scontata iconografia della provincia americana aggiornata con il facile immaginifico pubblicitario del "Marlboro Country". Scusate la divagazione. 1
Peuceta Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre @analogico_09 Sempre ben accette e apprezzate le tue divagazioni!!!! 2
analogico_09 Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre 1 ora fa, mozarteum ha scritto: A Venezia e’ stato pero’ premiato Francesco Rosi ... la strepitosa Charlotte Rampling Giù il cappello, la saggezza e l'arte cinematografica che difficilmente si ripete. Il 07/09/2025 at 08:46, mozarteum ha scritto: Il film a tratti e’ ironico ed ha il grande merito -secondo me- d’aver riportato la “lentezza” e la classicita’ di ripresa nel racconto cinematografico,in tempi di funambolismi IA e ritmi serrati per compiacere la nevrosi pseudofuturista dello spettatore moderno. Mi piace molto Jarmush, vedrò il suo film spero presto se destinato alle consuete proiezioni a stretto giro del "Venezia a Roma". La "lentezza" tutt'altro che priva di un ritmo interiore, è un aspetto ricorrente nella filmografia del registra americano che fa cinema e non lunapark. 1
best_music Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre 17 ore fa, dariob ha scritto: volontà di realizzare qualcosa di "alto livello": ossia fare arte, non intrattenimento; A mio avviso è soprattutto mancanza di umiltà da parte di autori che non si accorgono di essere in troppi per aspirare tutti all' eccellenza assoluta. : Peggio che mai: spesso non parliamo di "aspirazione all' arte" (e men che mai all' eccellenza) ma semplicemente di una adesione a produrre film che sono sì si intrattenimento ma che vorrebbero essere "impegnati" su temi che forse non si sentono nemmeno propri fino in fondo lasciando il sospetto ai più smaliziati che lo scopo principale è quello di portare a casa la pagnotta. 1
best_music Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre Gaza (tematica su): Leone d' Argento Se lo scopo era offrire una vetrina ai poveracci che nel m.o. stanno passando un brutto quarto d' ora, e che la "vetrina" delle prime pagine se la guadagnano col sangue ogni giorno, l' edizione è stata un successo. : Essendo di quelli che non si unisce al coro (preferirei dire sta fuori dal gregge, ma suonerebbe autoreferenziale) non ho difficoltà a confessare che di momenti come quello della pur brava Porcaroli che dedica il premio alla Flottilla ne avrei fatto tranquillamente a meno e credo di poter dire che anche i poveri gazawi - se e quando lo sapranno - tra sé e sé penseranno qualcosa di simile. 1
best_music Inviato 8 Settembre Inviato 8 Settembre 18 ore fa, Peuceta ha scritto: guardo in streaming film e serie televisive Non ti sarà sfuggito che almeno tre attori del film vincitore vengono dalla serialità: Mayim Bialik (The big bang theory, nei titoli sembra di aver visto che ha il nome addirittura prima di quello di Charlotte Rampling!), Adam Driver (già da tempo sdoganato al cnema ma che ho visto per la prima volta in Girls) e Luka Sabat (Growish) - salvo altri ovviamente. : Ciò mentre sempre più spesso il cinema "presta" attori alle serie (una per tutte: Meryl Streep in Only Murders in the Building, insieme a Steve Martin...) : Solo i registi sembrano meno eclettici... comunque potremmo aver superato l'epoca cui si riferisce la serie satirica Boris dove vediamo il regista urlare agli attori ospiti troppo bravi di recitare "a ca*** di cane" per adeguarsi al livello degli attori fissi della serie... 1
analogico_09 Inviato 10 Settembre Inviato 10 Settembre Il 08/09/2025 at 15:34, best_music ha scritto: Se lo scopo era offrire una vetrina ai poveracci che nel m.o. stanno passando un brutto quarto d' ora, e che la "vetrina" delle prime pagine se la guadagnano col sangue ogni giorno, l' edizione è stata un successo. : Essendo di quelli che non si unisce al coro (preferirei dire sta fuori dal gregge, ma suonerebbe autoreferenziale) non ho difficoltà a confessare che di momenti come quello della pur brava Porcaroli che dedica il premio alla Flottilla ne avrei fatto tranquillamente a meno e credo di poter dire che anche i poveri gazawi - se e quando lo sapranno - tra sé e sé penseranno qualcosa di simile. Scusa, su certe cose bisognerebbe fare un po' più a capirsi: potresti gentilmente spiegare a me che non ho seguito il festival venziano dei film, del glamour e del gossip cosa non ti sia piaciuto della Pescaroli che dedica il suol "leone" a Flottilla, e per quali motivi, in che modo l'interprete avrebbe presentato la sua dedica che non avresti apprezzato? Perche "poveri " ragazzi (io li trovo ricchi di passione e forniti di coraggio e di un grande senso della civiltà); infine cosa ti induce ad credere che tu possa affermare che detti ragazzi potrebbero pensare qualcosa di simile.., simile a chi, a cosa? Forse pensi di avere qualche dote divinatoria? Dissemini il campo di queste tracce che non portano ancora nella casetta nel bosco.., fai un piccolo sforzo, facci capire un po' meglio. Allo stato mi pare intuire e potrei sbagliare? che la questione di fondo per te sia quella di volerti sentire fuori dal coro, foprse perchè non ti piace preferendo cantare da solista? Bene, in tal caso faccela sentire questa voce a pieno volume e cantando tutte le battute dello spartito, oppure improvvisando ma che si capisca per intera la trama dell'opera ... Grazie dell'attenzione.
best_music Inviato 12 Settembre Inviato 12 Settembre Il 10/09/2025 at 22:37, analogico_09 ha scritto: cosa non ti sia piaciuto della Porcaroli (mia la correzione, ndr) che dedica il suo "leone" a Flottilla, Sembra che Hitchcock abbia detto, sul presunto disimpegno dei suoi film, "se cercate un messaggio non cercatelo nei miei film, andate all' ufficio postale". Non so se abbia veramente pronunciato simili parole (probabilmente no): come molte battute o aforismi la veridicità dell' attribuzione è secondaria rispetto al contenuto. : So bene che per altri se un film non è engagé è come se gli mancasse qualcosa, francamente a me non importa se un buon film è "anche" engagé l' importante è che sia buono, che poi sostenga ideali grandi o grandemente deprecabili viene dopo. : Poi, per carità, si può ben essere felici che l' engagement dell' artista debordi dalla pellicola nella vita quotidiana con dichiarazioni pubbliche e quant' altro, ma non credo che si chieda a chiunque di esserne ugualmente felice e, qoalora non lo fosse, di non manifestarlo pubblicamente.
analogico_09 Inviato 12 Settembre Inviato 12 Settembre Non mi pare che tua abbia risposto in maniera diretta alle mie domande, o per meglio dire mi pare che tu abbia spostato l'attenzione su altre faccende in modo un po' fumoso più attento all'eloquio forbito che alla sostanza. A mio umile avviso, sa van sans dire. Non solo il grande Hitch, molti altri registi autorevoli - e questo vale per tutti gli altri "oggetti" delle varie arti - "avvertirono", avvertono, che con l'arte non si fa politica, o non si fanno messaggi (condenserò d'ora in avanti con politica), non si fa la politica spicciola, ideologica, partitica, di apparteneza, propagandistica, s'intende, ma con l'arte è possibile tuttavia fare humanitas, civiltà, alta cultura, poesia, storia, creare grandi immaginari artistico-culturali comuni e condivisi, cose che, forse te ne stupirai, sono anche politiche: il neonato dopo aver cacciato la propria testolina dal ventre materno inizia a piangere disperato per la violenza subita. Protesta. Fa politica. In quanti film americani, ad esempio, potremmo anche parlare dei nostri, dei francesi, etc, noir, drammatici, comici, polar, thriller,e via discorrendo nei quali non si parla affatto di politica in modo esplicito, programmatico, eppure... Prendiamo la gran parte dei buoni film sulla "provincia americana", sul "sogno americano", spesso melodrammoni sentimentali spesso bellissimi, emozionantissimi, le cui sceneggiature, le trame, le storie, sembrano totalmente estranei ad ogni sorta di vocazione politica, mentre finiscono per rivelarsi intrisi di sottotestualità politiche, sociali, di problematiche inerenti il razzismo, i rapporti di forza tra le persone, tra persone e potere, etc. Basti pensare a Billy Wilder che fa della più grande commedia comica della storia del cinema un quadro politico al vetriolo contro l'establishment borghese che rideva dei sui stessi tic, vizi e "perversion" nascoste. A volte c'è più politica neifilm realizzati per fare buono od ottimo spettacolo con annesso "messaggio" che male non fa se emanato ad arte, che i film di spiccicata propaganda politica come Ottobre di Eisenstein...capolavoro di propaganda e di humanitas, ma estremamente propagandistico. Ed è quel modo di fare politica senza parere spesso in modo inconsapevole, che la politica entra con maggior forza, "clandestinamente", nelle coscienze e negli inconsci degli spettatori, del grande pubblico, incidenzo nel sociale, costume e "morale". Quindi, la mia domanda a te era, a stringere: chi ha paura e perchè della politica nel cinema e di chi ne parla? Parlare di politica intesa nell'accezione nobile del termine. 2 ore fa, best_music ha scritto: Poi, per carità, si può ben essere felici che l' engagement dell' artista debordi dalla pellicola nella vita quotidiana con dichiarazioni pubbliche e quant' altro, ma non credo che si chieda a chiunque di esserne ugualmente felice e, qoalora non lo fosse, di non manifestarlo pubblicamente. Non capisco questi "detour" concettuali con i quali mi pare voglia eluda la mia precisa domanda parlando d'altro. La cosa è molto più semplice. Un regista che gira un film volutamente politico, oppure non politico - non dichiaratamente tale perchè la politica finirà sempre per entrare in un'opera organica e matura - concentrato sull'estetica, sulla forma, sull'espressione, potrà esprimere nell'intervista un suo parere personale politico, sociale, ideale, morale, estetico ed etico nelle occasioni di grande risonanza quali quelle festivaliere, senza debordare affatto dal suo film né chiamarlo in causa nel tentativo di farlo apparie più "cazzuto" per via della supposta politicità la quale, fosse realmente presente, starebbe allo spettatore riconoscere, capire, apprezzare, o meno come nel tuo caso, ma senza disconoscerlo. Stiamo parlando di cinema d'arte, di grande cinema, ovviamente, non dei "vacanze di natale" ed altri film per riempire il bussolotto... 2
analogico_09 Inviato 12 Settembre Inviato 12 Settembre Il 08/09/2025 at 15:34, best_music ha scritto: Gaza (tematica su): Leone d' Argento Se lo scopo era offrire una vetrina ai poveracci che nel m.o. stanno passando un brutto quarto d' ora, e che la "vetrina" delle prime pagine se la guadagnano col sangue ogni giorno, l' edizione è stata un successo. Mi era sfuggito. "Poveracci che passano un brutto quarto d'ora", ma che linguaggio è questo, quella è una tragedia immane ed il sangue delle vittime innocenti non viene versato per ottenere una pagina nella vetrina di un festival.., il tuo sarcasmo, qui negli altri messaggi, mi pare abusato, ti scoccia tanto che il cinema, l'arte si interessi anche di politica nel rappresentare delle realtà urgenti, la sofferenza di un popolo verso cui dovresti mostrare maggior rispetto, altro che "poveracci". Su queste cose noin si scherza, non si fa prosa con quel cinosmo fighetto autocompiaciuto. Vorresti forse fare concorrenza alla Mancuso? Tra l'altro, non mi pare che tu abbia detto di aver visto i film né che fossi presente agli avvenimenti sui quali ironizzi a gratis.
analogico_09 Inviato 12 Settembre Inviato 12 Settembre Il 08/09/2025 at 15:27, best_music ha scritto: Il 07/09/2025 at 20:12, dariob ha scritto: volontà di realizzare qualcosa di "alto livello": ossia fare arte, non intrattenimento; A mio avviso è soprattutto mancanza di umiltà da parte di autori che non si accorgono di essere in troppi per aspirare tutti all' eccellenza assoluta. : L'arte Comunque non si fa con la volontà, ci vuole arte, esperienza, conoscenza e talento. Non è mancanza di umiltà, né questione di essere in troppi, bensì di essere mediamente mediocri a parte le ultime glorie che hanno già dato e dalle quali non si può pretendere troppo. Quando il cinema era grande le varie cinematografie nazionali vantavano schiere di registi in grado di farsi strada con la loro buona ed ottima arte, ce n'era per tutti in quello stato di concorrenza. Non si fa arte con l'umiltà né con la volontà, si fa arte col talento innato, coltivato e sviluppato, con la conoscenza e l'esperienza, con la passione e il dono della poesia, non con l'ambizione di fare un bel mestiere... Abbiamo ex giovani registi in italia, alcuni figli d'arte, che lavorano oramai da una vita e restano sul piano della mediocrità o medietà, nessuna evoluzione, segno che non c'è in loro l'arte, non c'è arte delle regie, negli script. Eccezioni, poche, a parte. Una delle quali, Matteo Garrone di assoluta eccellenza.
Velvet Inviato 22 Settembre Inviato 22 Settembre Il 12/09/2025 at 16:38, best_music ha scritto: Sembra che Hitchcock abbia detto, sul presunto disimpegno dei suoi film, "se cercate un messaggio non cercatelo nei miei film, andate all' ufficio postale". Non so se abbia veramente pronunciato simili parole (probabilmente no): come molte battute o aforismi la veridicità dell' attribuzione è secondaria rispetto al contenuto. @analogico_09 E' probabile sia sua, Hitch è stato oltre che gigantesco autore di cinema anche uomo dalla mente affilata come un coltello in grado di sintetizzare concetti in battute fulminanti (si legga il sempre obbligatorio libro-intervista di Truffaut in proposito) . Detto questo e accettata l'estraneità alla politica e al sociale (fino ad un certo punto però) di Hitch, non si può ignorare come il cinema o parte di esso sia sempre stato molto addentro alla società e ai suoi malanni. Da L'Accaparramento del grano di Griffith a Metropolis di Lang (metafora affatto velata del nazismo incombente) passando per Gioventù Bruciata, Z L'orgia del potere, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto (spettacolare affresco del clima sociopolitico italiano dell'epoca), molti o quasi tutti i film di Fassbinder, tutto il cinema di Michael Moore e centinaia di altri esempi fino ad oggi testimoniano come esiste anche il cinema radicato nell'attualità, nel sociale e nella politica. Ed è necessario, oserei dire indispensabile, esista. Altrimenti sarebbe la condanna della settima arte come mero intrattenimento per menti sopite, vecchie e satolle.
analogico_09 Inviato 22 Settembre Inviato 22 Settembre 1 ora fa, Velvet ha scritto: E' probabile sia sua, Hitch è stato oltre che gigantesco autore di cinema anche uomo dalla mente affilata come un coltello in grado di sintetizzare concetti in battute fulminanti (si legga il sempre obbligatorio libro-intervista di Truffaut in proposito) . Ma certo, la "fiction" di Hitchcock era pregna di realtà, e nella realtà c'è anche la "politica". La politica come società ed esistenzialità - nelle significazioni lessicali e concettuali sulle quali ho già cercato di soffermermi- è presente anche nelle arti, ovvero in tutti i grandi film della storia, a partire dai primissimi film muti. Ne abbiamo citati alcuni, ma con le aggiunte la lista potrebbe farsi interminabile. Suggerirei di affiancare alla fecondissima, "obbligata" lettura del libro di interviste intitolato "Il Cinema secondo Hitchcock" a cura di F. Truffaut - tra i registi/critici de' i Cahiers della Nouvelle Vague che "riscoprirono" il "Nostro" sotto un profilo artistico a tutto tondo, ben oltre l'ingombrante e limitante fama di "mestro del brivido" grande giocoliere dello "spettacolo" thriller, crime a volte macabro - gli scritti dello stesso regista raccolti dal curatore Sidney Gottlieb nel libro intitolato "Hitchcock secondo Hitchcock": un vivacissimo, come sempre ironico, disincantanto ed estremamente "convinto" e colto excursus narrativo di se stesso e del suo cinema, del mondo della celluloide nella sua interezza e varietà, ricco di contenuti e tematiche a larghissimo raggio d'azione, con capitoli che sono dei veri e propri saggi brevi, ad esempio sulle influenze che potrebbe aver ricavato dalla avide letture giovanile dei racconti "straordinaria di E. Allan Poe sul qual si sofferma con le parole della meraviglia. Indispensabile... ma fuori catalogo, mi accorgo ora, acquistabile in ottimo stato nell'usato anche da Amazon. La mia copia
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