bluenote Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 13 minuti fa, Dufay ha scritto: Se potessi e se lo sapessi fare gli girerei le pagine io Io dopo la prima nota del violoncello, stavo già per chiedere alla Silvia di sposarmi.
bluenote Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 13 minuti fa, Dufay ha scritto: Se potessi e se lo sapessi fare gli girerei le pagine io Io dopo la prima nota del violoncello, stavo già per chiedere alla Silvia di sposarmi.
Dufay Inviato 5 ore fa Autore Inviato 5 ore fa 3 minuti fa, bluenote ha scritto: Quando abitavo nel profondo sud, andavo al San Carlo ogni tanto e quasi mai oltre la decima fila, sempre centrale e la sensazione era sempre di una distanza tra le sezioni reale, come è palese che sia, ma anche fisica. C'era un senso di vivo, non saprei altro modo come spiegarlo, che in un impianto hifi, hiend o quello che ci pare, non esiste. Non parliamo poi di quando ascolti un'opera lirica in quel teatro. Ma ci sono altri utenti sul forum molto più preparati di me per spiegarlo. Eh beh è quello che cerco il senso di vero... E devo dire che dai e dai...
Titian Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 1 ora fa, Dufay ha scritto: Perché sentirlo a 10 metri se puoi sentirlo a 3? 2–3 metri sono una distanza molto ravvicinata, più simile a quella che può sperimentare un musicista seduto tra i colleghi, che non a quella ottimale per un ascoltatore. A quella distanza prevale infatti il suono diretto dello strumento, che può risultare: molto nitido e ricco di dettagli (colpi d’arco, respiro, vibrazione della corda o della colonna d’aria); ma anche sbilanciato, perché ogni strumento ha una proiezione molto diversa e ciò che percepisci dipende dall’angolazione. Per esempio, un violino emette più verso l’alto, un pianoforte proietta lateralmente, certi fiato ha una direzionalità marcata altri come corno completamente il contrario. L'angolo d'ascolto incide molto sul timbro e carattere sonoro dello strumento Per questo motivo, molti acustici e musicologi sottolineano che l’ascolto migliore si ha a una distanza un po’ maggiore, dai 5 ai 10 metri, dove il suono diretto si mescola in modo equilibrato con le prime riflessioni della sala. Lì si ottiene un effetto più naturale: si percepiscono ancora le sfumature dei singoli strumenti, ma si gode anche della fusione d’insieme che è l’essenza della musica da camera. Diciamo quindi che: 2–3 metri: ascolto “privilegiato”, quasi da musicista, con dettagli estremi ma poco equilibrio. 5–10 metri: ascolto “ottimale” per il pubblico, con il giusto rapporto tra dettaglio e coesione sonora. oltre i 10–12 metri si rischia di perdere trasparenza e finezza, a seconda dell’acustica della sala. 1
Maurjmusic Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 12 minuti fa, bluenote ha scritto: C'era un senso di vivo, non saprei altro modo come spiegarlo, che in un impianto hifi, hiend o quello che ci pare, non esiste. Su questo aspetto sono perfettamente d’accordo (anche sulla difficoltà nello spiegarlo … stessa differenza se vogliamo tra una piece a teatro e la stessa piece al cinema)
Dufay Inviato 5 ore fa Autore Inviato 5 ore fa 7 minuti fa, Titian ha scritto: 2–3 metri sono una distanza molto ravvicinata, più simile a quella che può sperimentare un musicista seduto tra i colleghi, che non a quella ottimale per un ascoltatore. A quella distanza prevale infatti il suono diretto dello strumento, che può risultare: molto nitido e ricco di dettagli (colpi d’arco, respiro, vibrazione della corda o della colonna d’aria); ma anche sbilanciato, perché ogni strumento ha una proiezione molto diversa e ciò che percepisci dipende dall’angolazione. Per esempio, un violino emette più verso l’alto, un pianoforte proietta lateralmente, certi fiato ha una direzionalità marcata altri come corno completamente il contrario. L'angolo d'ascolto incide molto sul timbro e carattere sonoro dello strumento Per questo motivo, molti acustici e musicologi sottolineano che l’ascolto migliore si ha a una distanza un po’ maggiore, dai 5 ai 10 metri, dove il suono diretto si mescola in modo equilibrato con le prime riflessioni della sala. Lì si ottiene un effetto più naturale: si percepiscono ancora le sfumature dei singoli strumenti, ma si gode anche della fusione d’insieme che è l’essenza della musica da camera. Diciamo quindi che: 2–3 metri: ascolto “privilegiato”, quasi da musicista, con dettagli estremi ma poco equilibrio. 5–10 metri: ascolto “ottimale” per il pubblico, con il giusto rapporto tra dettaglio e coesione sonora. oltre i 10–12 metri si rischia di perdere trasparenza e finezza, a seconda dell’acustica della sala. 10 metri possono essere parecchi per ad esempio clavicembalo e qualcos'altro. A me piace se posso stare al massimo a 5 metri .
Titian Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 14 minuti fa, bluenote ha scritto: Mi manca quella del grande Rocco, ma le nuove di Angelucci a Lanciano non credo siano malaccio. In verità non è molto importante sapere in quante sale "non maluccio" si è stat1 a sentire impianti ma piuttosto se si conoscono i valori ottimali che gli specialisti di acustica consigliano di avere e capire il perché di quei valori. Così si può capire anche per esempio che influsso ha la grandezza della sala per una qualità di riproduzione. Questo per capire la materia. Per sapere se una sala è stata trattata in modo professionale, quindi con risultati professionali, bisogna conoscere i dati delle misurazioni, specialmente quando non si è mai stato in un ambiente ottimale del genere (con quei valori).
bluenote Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 10 minuti fa, Titian ha scritto: In verità non è molto importante sapere in quante sale "non maluccio" si è stat1 a sentire impianti ma piuttosto se si conoscono i valori ottimali che gli specialisti di acustica consigliano di avere e capire il perché di quei valori. Così si può capire anche per esempio che influsso ha la grandezza della sala per una qualità di riproduzione. Questo per capire la materia. Per sapere se una sala è stata trattata in modo professionale, quindi con risultati professionali, bisogna conoscere i dati delle misurazioni, specialmente quando non si è mai stato in un ambiente ottimale del genere (con quei valori). Non e' che quando vado a sentire un impianto hifi in una sala o vado ad un concerto, mi faccio dare i dati delle misurazioni altrimenti mi rifiuto di ascoltare a prescindere, a meno che non ci sia @ilmisuratorecon me....😁 Comunque, a parte gli scherzi, ti assicuro che le sale di Angelucci sono curatissime, le migliori che io abbia mai visto in qualunque negozio hifi italiano. Ora non ricordo quale azienda italiana le ha curate, ma da profano ti dico che visivamente stanno al livello di quella del grande Rocco.
Jarvis Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 18 minuti fa, Dufay ha scritto: 10 metri possono essere parecchi per ad esempio clavicembalo e qualcos'altro Chiaramente dipende dallo strumento. Un conto è una chitarra classica un altro è un violoncello o un pianoforte
indifd Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa 34 minuti fa, Titian ha scritto: Per questo motivo, molti acustici e musicologi sottolineano che l’ascolto migliore si ha a una distanza un po’ maggiore, dai 5 ai 10 metri, dove il suono diretto si mescola in modo equilibrato con le prime riflessioni della sala. Lì si ottiene un effetto più naturale: si percepiscono ancora le sfumature dei singoli strumenti, ma si gode anche della fusione d’insieme che è l’essenza della musica da camera. Diciamo quindi che: Ottimo contributo. Rispetto alle preferenze (tutte legittime IMHO) su questo aspetto si possono classificare in cluster la nostra banda di matti, e da questa preferenza sovente si associano altre correlate e si arriva a comprendere se ci sono assonanze o differenze nel modo di ascoltare e nelle priorità di ciascuno
Titian Inviato 5 ore fa Inviato 5 ore fa @indifd penso che sono molti audiofili che ascoltando musica vogliono sentire il suono degli strumenti come lo hanno nei loro ricordi. Per me la musica non è il suono di strumenti negli dettagli che desidero avere io. Ma come dici tu ciascuno il proprio gusto.
Dufay Inviato 4 ore fa Autore Inviato 4 ore fa 15 minuti fa, Titian ha scritto: @indifd penso che sono molti audiofili che ascoltando musica vogliono sentire il suono degli strumenti come lo hanno nei loro ricordi. Per me la musica non è il suono di strumenti negli dettagli che desidero avere io. Ma come dici tu ciascuno il proprio gusto. Scommetto che al cinema vai negli ultimi posti in fondo.... Teniamo anche conto che la musica da camera jazz compreso è registrata nella stragrande maggioranza dei casi con forte effetto prossimità e che quindi voler simulare un ascolto a distanza elevata è come dire un artefatto...
indifd Inviato 4 ore fa Inviato 4 ore fa @Titian Come vedi sono partiti subito quelli sgamati che vogliono essere in prima fila sempre (legittimo NB) a denigrare le altre preferenze di ascolto
Vmorrison Inviato 4 ore fa Inviato 4 ore fa Noi possiamo ascoltare quello che ci propone la registrazione…..impossibile ascoltare la musica dal vivo dove vengono posizionati i microfoni.
jedi Inviato 4 ore fa Inviato 4 ore fa @bluenote Qui non si fa chi le ha più costose,se no dovrei parlarti del mio impianto audio video con un Vpr da paura ,ma cosa si ottiene con quello che si è ottenuto. Anche se non ho un ambiente particolare grande,quelli ch sono venuti ,senza pregiudizi,sanno cosa ho realizzato
bluenote Inviato 4 ore fa Inviato 4 ore fa 4 minuti fa, jedi ha scritto: @bluenote Qui non si fa chi le ha più costose,se no dovrei parlarti del mio impianto audio video con un Vpr da paura ,ma cosa si ottiene con quello che si è ottenuto. Anche se non ho un ambiente particolare grande,quelli ch sono venuti ,senza pregiudizi,sanno cosa ho realizzato Ok, complimenti allora.
gianventu Inviato 3 ore fa Inviato 3 ore fa Si casca inevitabilmente sempre in questo raffronto tra ascolto live e registrato, e, non è possibile, almeno per me, non considerare la sinestesia che si crea nell'evento live rispetto al casalingo, a prescindere dalla qualità di entrambi. Io. sinceramente, non riesco a mantenere a lungo la concentrazione e l'attenzione, seduto su un divano, con una parete davanti due diffusori. Tendo a distrarmi e a fare altro, cosa che, ovviamente, non succede assistendo ad un evento live, in cui apprezzo millemila altre cose che completano l'ascolto e lo rendono un'esperienza ricca e completa. Ragion per cui, a prescindere dalle mie disponibilità economiche, ho tracciato una linea che sarebbe inutile superare nel desiderio di upgradare quanto ho. E' solo il mio punto di vista, nessuna pretesa sia condiviso. 2
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