Xabaras Inviato 16 ore fa Inviato 16 ore fa 6 ore fa, Roberto M ha scritto: L’hai visto il video di Kirk ? La spiega lui esattamente la differenza tra la destra liberale e la sinistra. Con uno di destra liberale si può’ discutere anche se non è d’accordo, con quello di sinistra e’ impossibile. E tu ne sei la perfetta dimostrazione, perché è quello che fai con me, mi etichetti (tu) come un “non liberale” e mi insulti chiamandomi troll. Come molti altri qui. Non poteva esserci dimostrazione migliore della differenza culturale che c’è tra una persona moderata di centrodestra e la sinistra intollerante e violenta, che insulta. @appecundriaintollerante e violento non si può leggere. Troll è chi il troll fa. Stai facendo figure di melma senza limiti, datti una regolata che ne esci veramente male. E con questa seguo il consiglio di tanti: non ti risponderò più. 1
permar Inviato 15 ore fa Inviato 15 ore fa @Xabaras il bello e' che parla di confronto democratico con l'astio di un destrorso che gode per quanto avviene a Gaza. E' davvero intollerante, ci prende pure per fessi definendosi un radicale pannelliano e si sente offeso se viene definito fascista lui che non perde occasione inventando anche un movimento antifa' colpevolizzandolo di tutte le nefandezze del mondo. Brutta persona
damiano Inviato 15 ore fa Inviato 15 ore fa 7 ore fa, Roberto M ha scritto: tu ne sei la perfetta dimostrazione, perché è quello che fai con me, mi etichetti (tu) come un “non liberale” e mi insulti chiamandomi troll Sei della Garbatella anche tu, vero? O è semplice chiagn e fott? Ciao D.
senek65 Inviato 15 ore fa Inviato 15 ore fa 7 ore fa, Roberto M ha scritto: L’hai visto il video di Kirk ? La spiega lui esattamente la differenza tra la destra liberale e la sinistra. Con uno di destra liberale si può’ discutere anche se non è d’accordo, con quello di sinistra e’ impossibile. E tu ne sei la perfetta dimostrazione, perché è quello che fai con me, mi etichetti (tu) come un “non liberale” e mi insulti chiamandomi troll. Come molti altri qui. Non poteva esserci dimostrazione migliore della differenza culturale che c’è tra una persona moderata di centrodestra e la sinistra intollerante e violenta, che insulta. Sei un seminatore di odio
appecundria Inviato 15 ore fa Inviato 15 ore fa 7 ore fa, Roberto M ha scritto: L’hai visto il video di Kirk ? La spiega lui esattamente la differenza tra la destra liberale e la sinistra. 1 1
appecundria Inviato 15 ore fa Inviato 15 ore fa Tornando in topic dopo l'interruzione pubblicitaria, mi ha sorpreso il video di Netanyahu che si è affrettato a precisare che loro non c'entrano. Excusatio non petita, accusatio manifesta?
Xabaras Inviato 15 ore fa Inviato 15 ore fa 26 minuti fa, permar ha scritto: Brutta persona Pessima a dir poco.
Questo è un messaggio popolare. wow Inviato 13 ore fa Questo è un messaggio popolare. Inviato 13 ore fa 10 ore fa, Roberto M ha scritto: Anche partendo dal tuo punto di vista, cioè che è una “indecente propaganda”, non ti pare che questa “propaganda” sia un po’ “agevolata” dagli altri ? Insomma due attentati a Trump, uno fallito per miracolo, Biden che scrive “va messo al centro del bersaglio”, demonizzazioni e falsificazioni certificate di questo ragazzo con tutto l’armamentario di frasi estrapolate, per definirlo “un nazista”, I dem, tutti inginocchiati davanti all’omicidio colposo di un pluripregiuducato nero, che gli negano pure una preghiera. Ed infine il paragone, impietoso, tra funerali composti e città messe a ferro e fuoco con 20 persone innocenti ammazzate. Anche nell’ottica di contrastare questa che definisci una “propaganda” non sarebbe stato più conveniente abbassare i toni e condannare la violenza politica ? Roberto, intanto non ho presente come tu hai espresso il tuo disappunto o cordoglio o preghiera per l'uccisione della deputata e il ferimento del senatore democratici in Minnesota pochissimi mesi addietro. Analogamente non ricordo granché da parte del governo, tantomeno da parte del Gran Mogol Maga. Non ti chiedo o faccio notare questa cosa per colpevolizzarti o rinfacciare, ma per farti notare l'assurdità e la ridicolaggine (se non fosse una cinica strumentalizzazione di una tragedia) di questa campagna buona per hillibilly e nazisti dell'Illinois: immagino che l'uccisione e il ferimento, comprensibilmente e al di là di un minimo di cordoglio e di riprovazione per la deriva di estrema violenza in cui sta cadendo l'ex democrazia usa, ti ha coinvolto relativamente. Analogamente, per quanto riguarda Kirk, sono stato sinceramente addolorato perché sono fondamentalmente e storicamente un non violento, ma non riesco a seguirti nella santificazione di un personaggio che, anche se, come si dice, con le armi dialettiche della persuasione e del sofismo, professava idee violente, di odio, razziste, in una parola il peggiore suprematismo. Anzi, a conferma di quanto sopra, ti dico che non condivido neanche questa esaltazione (ex post) dei metodi pseudo maieutici dell'influencer suprematista. Capisco che a destra,certi metodi, possano essere inusuali (il famoso motto credere obbedire combattere, senza virgole). Ma penso che con personaggi del genere occorra essere voltairianamente popperiani. Trump ha idee binarie circa il free speech, basta vedere il giro di gite a cui sta sottoponendo l'informazione usa per garantirlo. Ma anche in Europa abbiamo idee leggermente diverse sul parlare a vanvera: idee come quelle del suprematista ricevono, ancora, la giusta riprovazione e possono essere anche perseguite per cui ritenendo di non avere idealmente nulla a che spartirci, sento di essere non violentemente intollerante con simili personaggi, che come sopra detto, non sono solo e semplicemente intolleranti. Giusto per il free speech e sperando di non essere considerato, per questo, mandante dell'omicidio come da mode da oltreoceano bovinamente importate senza neanche pagare dazio. 4
appecundria Inviato 13 ore fa Inviato 13 ore fa Campagna elettorale 2024. Trump durante un comizio a Erie, Pennsylvania. L'ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano ha detto che il crimine non esisterebbe se il Paese «avesse lasciato che la polizia facesse il suo lavoro. Se ci fosse un giorno davvero violento», «un'ora violenta, e intendo davvero violenta, la voce si spargerebbe e finirebbe immediatamente», ha detto il tycoon dal palco. https://www.cdt.ch/news/mondo/trump-propone-un-giorno-di-violenza-per-mettere-fine-alla-criminalita-365099
wow Inviato 13 ore fa Inviato 13 ore fa In USA, sono stati separati da una porta e da un paio di coraggiosi agenti da un baratro di sangue, eversione e violenza e il Gran Mogol, che è stato il mandante, sta macinando le palle a mezzo mondo.
senek65 Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 24 minuti fa, appecundria ha scritto: ci fosse un giorno davvero violento», «un'ora violenta, e intendo davvero violenta, la voce si spargerebbe
Roberto M Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 39 minuti fa, wow ha scritto: intanto non ho presente come tu hai espresso il tuo disappunto o cordoglio o preghiera per l'uccisione della deputata e il ferimento del senatore democratici in Minnesota pochissimi mesi addietro Ricordi male. Quell’episodio è stato condannato da tutti, in primis dai repubblicani USA e certamente da ogni persona per bene, perché la violenza politica (in quel caso, pare, da un fanatico antiabortista) è sempre deprecabile. Qui il caso è profondamente diverso. Anzitutto perché dai conservatori e dalla destra liberale NON è stato dipinto un bersaglio dietro la schiena dei due politici, NESSUNO li ha descritti come “nazisti”, nessuno li ha calunniati con fake news pure dopo la morte. E poi perché non ci sono stati i distinguo, di pseudo intellettuali e politici di SX, per cui l’assassino di quello che loro definiscono “un fascista” sarebbe meno grave. Non ci sono stati consiglieri di grandi partiti politici di SX che, dopo aver negato un minuto di silenzio per questo martire della libertà, hanno urlato contro i colleghi “vi abbiamo già appeso per i piedi”. Non ci sono state, tutte da sinistra, migliaia di manifestazioni di giubilo. Sono queste cose che fanno vomitare e però anche riflettere, non il fatto di cronaca in sé.
wow Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa @Roberto M Tu sul forum? Fuori dal forum, in Italia e in USA, non ricordo nulla di simile a quanto si sta assistendo né da parte della sx, e ancora peggio, da parte della destra. Sono stati celebrati minuti di silenzio? Poi, lascia stare i bersagli dipinti sulla schiena: ti basta frequentare i social per uscirne veramente schifati. La gran parte della destra USA è geneticamente violenta. Ma come dici ricorderò male. Cmq non voglio scadere in discussioni di tale stupidità.
Roberto M Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 48 minuti fa, wow ha scritto: ma non riesco a seguirti nella santificazione di un personaggio che, anche se, come si dice, con le armi dialettiche della persuasione e del sofismo, professava idee violente, di odio, razziste, in una parola il peggiore suprematismo. Anzi, a conferma di quanto sopra, ti dico che non condivido neanche questa esaltazione (ex post) dei metodi pseudo maieutici dell'influencer suprematista Pensi questo perché, anche tu, sei stato vittima inconsapevole della macchina dell’odio e del fango dei cattivi maestri che hanno dipinto un bersaglio sulla schiena di questo poveretto. Come hanno fatto anni fa con Calabresi, come hanno fatto con berlusconi. Lo schema è sempre quello, si falsificano letteralmente le frasi, le si estrapolano dal contesto, e si dipinge un quadro orribile, mostruoso e disumanizzante dell’avversario politico indicandolo come un criminale, un nazista, un suprematista, un razzista. Armando così la mano dell’esaltato che prima o poi si trova. Tutte le calunnie a Kirk (per cui negli USA, oggi, si rischia il licenziamento, la perdita del visto e l’espulsione per gli stranieri, oltre alla bannatura a vita per l’ingresso) sono state puntualmente documentate e smentite. L’ultimo che ci è cascato è stato lo scrittore Stephen King, ha ridiffuso una calunnia che a sua volta aveva letto negli ambienti di estrema SX, e cioè che Kirk avrebbe detto che “gli omosessuali andrebbero lapidati”. Notizia totalmente inventata, con il solito giochetto del ritaglio di frasi estrapolate dai video per stravolgerne il contesto. Lui ha chiesto scusa. Altri lo faranno ? https://movieplayer.it/news/stephen-king-scusa-ufficialmentel-tweet-charlie-kirk_161678/
iBan69 Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 11 ore fa, djansia ha scritto: In ciclostile poi. In loop … È l’esempio imbarazzante di quanto l’uomo possa cadere in basso nei suoi ragionamenti.
wow Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 2 minuti fa, Roberto M ha scritto: Calabresi https://www.repubblica.it/politica/2025/09/16/news/tajani_calabresi_mario_commento-424848848/ Roberto, da amico: mi astengo dal continuare a discutere in modo così banale con te.
Xabaras Inviato 12 ore fa Inviato 12 ore fa 9 minuti fa, wow ha scritto: https://www.repubblica.it/politica/2025/09/16/news/tajani_calabresi_mario_commento-424848848/ Roberto, da amico: mi astengo dal continuare a discutere in modo così banale con te. Che schifo, mamma mia. Chissà se dal vivo si permette di dire cose del genere. 🤮 @wowquoto te per non quotare il troll. 1
Questo è un messaggio popolare. wow Inviato 11 ore fa Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 ore fa Charlie Kirk, perché non ha senso confrontarsi con chi diffonde discorsi d’odio 19 Settembre 2025 Marina Nasi https://www.valigiablu.it/charlie-kirk-turning-point-usa-discorsi-odio/ . “Prove me wrong”, dimostrami che ho torto. Oltre che un meme, il titolo di un brano del 2008 e una chiosa da social network, questa era la frase che giganteggiava alle spalle di Charlie Kirk il giorno in cui è stato assassinato. Quella alla Utah Valley University era la prima delle dieci tappe previste per il suo The American Comeback tour, nuova edizione dell'ormai consueto format in cui Kirk si recava nei campus universitari statunitensi per farsi sfidare dagli studenti in gare di dibattito. Gli incontri erano ripresi e ripubblicati in rete, dove poi venivano ulteriormente sezionati e ricondivisi dagli utenti, tra miniclip e maxicompilation che mostravano gli scambi più viralizzabili. Buona parte della fama di Kirk derivava proprio da questi dibattiti-show, da cui sembrava sempre uscire vincitore non solo grazie alle proprie doti dialettiche ma anche in virtù di interlocutori spesso assai meno allenati di lui e dell’editing. . Negli Stati Uniti la tradizione dei dibattiti accademici affonda le sue radici nel XIX secolo, quando nelle literary societies delle università gli studenti discutevano di temi culturali, politici e morali in incontri formali già regolati. Con il tempo, questo confronto orale ha assunto forme più definite e oggi sono ancora molto popolari gli intercollegiate debates (gare intercollegiali), in cui squadre di studenti si sfidano sistematicamente secondo formati codificati. Fanno parte di questa tradizione organizzazioni come la National Debate Tournament e la Cross Examination Debate Association (CEDA) hanno contribuito a stabilire regole rigorose in fatto di tempi, argomentazioni, arte retorica e giudizi finali, in cui eccellono, per esempio, team storici come quelli di Yale o della University of Southern California. Tuttavia, ciò che un tempo era principalmente un esercizio educativo (allenamento del pensiero, della ricerca, della dialettica) corteggia oggi evoluzioni che accentuano la competitività e la spettacolarizzazione, talvolta a scapito della cura del contenuto o del confronto riflessivo. E qui si inserisce la versione ancora più “pop” degli ultimi tempi, inclusa la forma ibrida del format portato da Kirk (che non aveva mai terminato i propri studi universitari) nei campus americani. Ma la contemporanea arte del dibattito, anche nella sua spettacolarizzazione spinta all’eccesso, non va certo ascritta al solo Charlie Kirk: dai campus è migrata su YouTube, riproducendosi in nuove forme sempre più votate all'intrattenimento. La scorsa estate, il giornalista britannico-statunitense Mehdi Hasan è diventato virale sui social media per un video intitolato “1 progressista contro 20 conservatori di estrema destra". Nel video, Hasan siede al centro di un cerchio composto da venti persone pronte a scattare al segnale stabilito per correre a posizionarglisi di fronte e intavolare con lui una discussione. Mentre un partecipante parla, gli altri hanno la possibilità di sventolare una bandierina rossa (sì, proprio una “red flag”, ma senza ironia) e quando queste bandiere raggiungono la maggioranza scatta il cambio: avanti il prossimo. Per un'ora e quaranta minuti, si vede un sempre più sbalordito Hasan confrontarsi con estremisti vari, tra chi si dichiara fieramente fascista e nostalgico di Francisco Franco e chi giustifica a più riprese l'uccisione dei bambini palestinesi da parte dell'esercito israeliano. Tra le persone che si alternano nei brevi faccia a faccia, non manca chi ricorda al giornalista di venire da una famiglia di immigrati (Hasan è di origine indiana), chi dice che i bianchi sono nativi americani e chi lo invita ad andarsene dagli Stati Uniti. Da notare che Hasan non è uno sprovveduto, quando si tratta di dibattiti: oltre a essersi formato al Christ Church College di Oxford e distinto nella stessa Oxford Union, la società di debating dell’Università britannica, è anche autore del libro Win every argument. The art of debating, persuading and public speaking (Henry Holt and Company, 2023). Infatti il suo sconcerto non era tanto dovuto alla difficoltà di argomentare quanto al trovarsi di fronte a simili argomenti su una pubblica arena. “1 progressista contro 20 conservatori di estrema destra” fa parte della serie Surrounded, format di punta della casa di produzione Jubilee Media, specializzata in game show e, appunto, gare di dibattito. In un solo anno di vita (da notare che il primo video della serie vedeva al suo centro proprio Charlie Kirk), il modello “uno contro tutti” di Surrounded ha già sfornato perle come “un repubblicano contro 25 elettori di Kamala Harris”, con l'influencer di estrema destra Ben Shapiro nel ruolo del repubblicano, o “Un conservatore contro 20 femministe”, laddove il conservatore in questione è Candace Owens, commentatrice politica e youtuber anch'essa di estrema destra che lo stesso Kirk a un certo punto ha dovuto allontanare da Turning Point Usa, di cui era stata direttrice della comunicazione, per un commento in cui poco velatamente simpatizzava con Hitler. Non tutti i video di questa serie puntano sul personaggio celebre: bastano anche titoli su temi divisivi come “Un teenager liberal contro 20 trumpiani” o spericolati come “Un poliziotto contro 20 criminali”. Oltre a Surrounded, il canale YouTube di Jubilee offre anche il format “Middle Ground”, in cui si sfidano due opposte fazioni: “Con o senza figli”, “Sinistra contro MAGA”, “Pro o contro Elon Musk”, “Femministe contro trad wives”. Ovviamente gli altri canali non stanno a guardare e si adattano allo spirito dei tempi: il New York Post ospita la serie Face your hater, Vice ha il proprio format di dibattiti, l'attivissima content creator cristiana Michelle Daf ha sul proprio YouTube un format di debating, chiamato The Bridge, assolutamente indistinguibile (se non per l'enfasi su temi religiosi) da Middle Ground, e via dicendo. Tra i titoli più sorprendenti di quest'ultimo, troviamo Scienziati contro terrapiattisti, divisione che sembrerebbe indurre a pensare che le due posizioni siano sullo stesso piano di legittimità. . E qui arriva il primo problema: format come questi rischiano di creare false equivalenze tra fazioni opposte che, però, equivalenti non sono. Mettere, come ovviamente è già stato fatto, “un dottore contro 20 antivaccinisti” o “no vax contro vaccinisti”, è sicuramente garanzia di spettacolari scambi di battute, ma è anche un modo abbastanza subdolo di delegittimare principi e posizioni sostenute dai fatti e dalla scienza aprendosi al confronto con teorie del complotto e antiscientiste. Uno spettatore informato e in vena di un certo tipo di intrattenimento può anche godersi lo spettacolo per poi andare oltre, ma una persona con pochi strumenti culturali e scarsa capacità di discernere tra notizie fondate e fake news diventa preda dell'argomentazione più suggestiva. E poiché stiamo pure sempre parlando (anche) di intrattenimento, questa idea del dibattere con tutti, unita al bisogno di fare visualizzazioni, regala visibilità a personaggi estremi e troll vari, sdoganandoli come interlocutori politici e personaggi pubblici. E arriviamo al secondo problema. Dibattere di un argomento, mettendo gli uni di fronte agli altri pro e contro una determinata posizione, ha un ruolo “educativo” o è spettacolo puro? E poi: nelle discussioni, specie in quelle pubbliche e destinate al consumo di un pubblico generalista, ha davvero la meglio chi riporta i fatti e offre le argomentazioni più solide, il rigore dei dati, il sostegno della statistica? Banalmente, basterebbe dare uno sguardo a qualche flame da social network per constatare che raramente si verifica questa felice circostanza. Ma anche molti studi, soprattutto nella branca della psicologia comportamentale, ribadiscono che a portarci verso una determinata opinione, tantomeno ad avvicinarci a una sorta di verità, non bastano il ragionamento e la logica. Secondo Daniel Kahneman, premio Nobel e autore del classico dell'economia comportamentale Pensieri lenti e veloci, la mente umana arriva a un'opinione e opera una scelta in base a un impasto di emozioni, esperienze personali, presentazione delle informazioni, bias, euristiche e poi, sì, anche il ragionamento logico. Assieme al collega Amos Tversky, già vari decenni fa Kahneman ha elaborato una “teoria delle decisioni”, più nota come “teoria del prospetto”, che, benché originariamente delimitata al campo economico, può essere facilmente estesa ed è infatti stata ripetutamente ripresa e citata, anche riguardo al modo in cui, nel corso di una discussione, ci facciamo influenzare dall'una o dall'altra parte. Tra i principali fattori che fanno sì che un argomento risulti vincente, ci sono, per esempio, il bias di conferma (cerchiamo informazioni che consolidano quella che è già la nostra opinione di base), il cosiddetto “effetto di mera esposizione” o “principio di familiarità” (tendiamo a prendere maggiormente in considerazione un argomento che abbiamo già sentito ripetere in precedenza), la tendenza innata a semplificare questioni complesse, il “framing”, ovvero i tanti modi in cui una stessa informazione viene presentata (Una frase come «La possibilità di sopravvivenza un mese dopo l'operazione è del 90%» non fa lo stesso effetto di «La mortalità a un mese dall'operazione è del 10%»). Insomma decidere se si è pro o contro un certo principio o un dato assunto non dipende solo da fatti oggettivi ma da chi ne parla, da come ne parla, da quando ne sentiamo parlare, dalla cornice che racchiude determinate affermazioni e da tutte le approssimazioni, emozioni e scorciatoie mentali che abitano la nostra mente anche quando pensiamo di stare ragionando lucidamente. Oltre a ciò bisogna considerare l'aggressività, l'inseguimento del rage-baiting, la facile tentazione di cavalcare rabbia e tensioni sociali, che i partecipanti a questi confronti-spettacolo, pur tra saluti cordiali, strette di mano e apparente aderenza a regole di confronto civile, cavalcano più che fieramente. Ed ecco quindi che, più che palestre di idee, le gare pubbliche di dibattito e i dibattiti-show su YouTube diventano arene dove contano la performance e la vittoria, non la comprensione, alimentano logiche da tifoseria, riducono temi delicati e complessi a contenuti virali da consumare, rendono plausibili altrimenti opinioni aberranti. Contano la risposta veloce, la domanda a trabocchetto, la frase sopra le righe che strappa l'applauso, il momento gotcha (“ecco, ti ho fregato”) da rendere virale. Non è un caso che i video più popolari abbiano titoli che promuovono la logica dell'annientamento dell'avversario, con keywords come “distruggere” ed “eviscerare”. . Questa spettacolarizzazione del dibattito e della dialettica non solo condiziona i nostri consumi culturali, ma produce un immaginario politico in cui discutere equivale a lottare fino ad annientare chi la pensa diversamente. Una deriva che non può non riguardare molto da vicino la parabola di Kirk, che di questo sistema è stato figura centrale. Hasan Piker, influencer turco-statunitense e commentatore politico di sinistra che avrebbe dovuto partecipare a un faccia a faccia con Kirk alla fine del mese, è il primo a mettere in dubbio l'efficacia di questi dibattiti. O quantomeno a mettere in guardia sul significato che avevano i dibattiti-show del fondatore di Turning Point USA, come ha dichiarato di recente al Guardian. «Bisogna essere cauti nell’interpretare la predilezione di Kirk per i dibattiti come un autentico tentativo di impegnarsi in un argomento significativo», spiega Piker al quotidiano britannico, aggiungendo che «Lo scopo ultimo di questo tipo di cultura del dibattito, fatta di sequenze video focalizzate, non è in realtà quello di raggiungere una qualche verità nascosta attraverso il discorso o il metodo socratico, ma piuttosto quello di umiliare ritualisticamente i propri interlocutori». Eppure, ancora oggi, nel paese in cui la libertà di parola ha appena subito l'ennesimo colpo autoritario con la cancellazione del programma Jimmy Kimmel Live! proprio in seguito a un'analisi delle reazioni repubblicane all'omicidio Kirk, sono in tanti a ricordare le tournée dell'estremista come lodevoli occasioni di confronto dialettico e di scambio di idee. Per esempio lo ha fatto, all’indomani dell’assassinio, il giornalista Ezra Klein sul New York Times, con un articolo intitolato “Charlie Kirk praticava la politica nel modo giusto” che ha suscitato molte critiche, proprio in virtù dei discorsi d'odio che caratterizzano quella politica, mettendo in pericolo persone o gruppi marginalizzati. Come scritto su Liberal Currents da Cameron Cummins-Smith: Kirk non era dalla parte di chi sosteneva la possibilità di fare politica in America. Era dalla parte di chi promuove gli obiettivi politici della destra attaccando i suoi avversari di sinistra con ogni mezzo necessario. Il politicamente corretto: un falso mito creato dalla destra per attaccare la sinistra In un recente articolo del New Yorker, il critico culturale Brady Brickner-Wood spiega che ciò che rende i video-dibattiti in stile Surrounded o Prove me wrong particolarmente attuali «è il modo in cui cercano di antropomorfizzare internet, trasformando il discorso incendiario in una sorta di gioco di ruolo dal vivo». L'articolo, datato 8 agosto, prosegue con delle domande: «E se l’account di meme che pubblica contenuti radicali di destra potesse parlare? - si chiede Brickner-Wood - E se il thread su Twitter che descrive la misoginia perenne di Trump fosse una persona? E se queste forze si incontrassero, nella vita reale, per un po’ di combattimento linguistico malriuscito?». Un mese dopo la risposta è arrivata, e il combattimento è andato molto oltre il piano linguistico. Il “dimostrami che ho torto” non è arrivato con una fine argomentazione dialettica, ma con un colpo d'arma da fuoco. E il giochino di mettere costantemente in risalto posizioni sempre più estreme e discorsi di odio sempre più legittimati, per intrattenimento o calcolo politico, potrebbe avere contribuito non poco a togliere allo scambio di idee un ulteriore strato di umanità. 3
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