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Melius Club

Mi sforzo ma non so che titolo dare alla discussione (ammesso che ce ne possa essere una)


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Concordo. Non a caso il piu’ grande direttore pucciniano prima di Petrenko (Tosca e Butterfly speriamo altre)  a mio avviso e’ stato Giuseppe Sinopoli, almeno nelle tre opere che ha diretto ed inciso.

Dentro c’e’ mezza europa musicale.

Anche Chailly sulla stessa linea nell’integrale scaligera delle opere, seppur meno spigolosa.

 

Dirigere invece Puccini ponendo in evidenza rispetto ad altri l’aspetto melodico e’ riduttivo. Lo puoi fare solo  se ti chiami Karajan Mehta o Oren (grandissimo pucciniano)

58 minuti fa, Aless ha scritto:

Questo purtroppo vale per tutte le professioni. 

Comunque non si giustifica tutto questo astio, soprattutto nei confronti di una donna

Non è un problema di schieramento politico (che c'è e non è nemmeno così celato) o il gender di appartenenza (per me irrilevante), ma ce lo metteresti come primario al Niguarda uno che ha iniziato ad esercitare a pochi anni dalla specializzazione con zero pubblicazioni, perché il curriculum della capigliata è del tutto paragonabile al caso in specie... 

La Venezi ha i fucili puntati contro. Ne e’ consapevole, cerchera’ di dare il meglio, sentiremo.

I miei amici veneti non perdonano. Di fronte a una salva ripetuta di fischi, se fondati, si dimetteranno lei e il sovrintendente.

Le belve del loggione non perdonano Pavarotti figurati una Venezi

4 minuti fa, mozarteum ha scritto:

I miei amici veneti non perdonano.

I tuoi amici veneti sono anni che disertano il teatro. In genere ci sono sempre meno italiani tra gli spettatori, ormai la maggior parte del pubblico proviene dal resto del mondo. Speriamo che una giovane attiri qualche giovane veneto verso questa passione musicale.

Parlo dei miei amici grandi appassionati che seguono musica ovunque. Non dei veneti in generale.

in Italia di matti che vanno in giro ovunque (con calendari stabiliti di anno in anno) siamo relativamente pochi e ci conosciamo tutti. Il primato va a Carlo di Milano sembra la controfigura di Mahler chi bazzica la musica live lo conoscera’ di certo. 

1 ora fa, Aless ha scritto:

In genere ci sono sempre meno italiani tra gli spettatori, ormai la maggior parte del pubblico proviene dal resto del mondo.

E' vero che la presenza di stranieri alla Fenice è numerosa ma non certo maggioranza; nella mia esperienza recente (parlo degli ultimi 3 anni) non mancano affatto né i veneziani né i "triveneti" (cui appartengo) o gli italiani tutti.

Quello che manca in generale nei teatri italiani, salvo rare eccezioni, è la quantità di giovani e giovanissimi che si vede in molte sale europee. Un po' la politica italiana dei prezzi spesso punitiva, un po' la scarsa educazione musicale sono alla base di questo, ma quelli che ci sono mi sembrano grandi appassionati.

Certo se dobbiamo sperare che la Venezi sia lì per attirare giovani veneti stiamo a posto. A quel punto mettiamoci Mamoohd a dirigere il teatro. 

 

  • Haha 1

Si muovono le RSU:

 

"Comunicato RSU del Teatro La Fenice 
Venezia, 22 settembre 2025
Nomina lampo, RSU del Teatro La Fenice in rivolta: ‘Decisione senza trasparenza’”. 
La RSU esprime sconcerto per le modalità di designazione a Direttore Musicale del Maestro Beatrice Venezi, avvenuta senza trasparenza e rispetto dovuto ai lavoratori.
Solo cinque giorni fa, nel corso di un incontro ufficiale, il Sovrintendente Nicola Colabianchi aveva garantito che i nominativi presenti sulla sua scrivania erano ancora in valutazione, senza decisioni definitive. Oggi ci troviamo invece di fronte a una scelta che evidentemente era già tracciata, poi maturata nell’ultimo fine settimana (!!!), che smentisce clamorosamente le parole dello stesso Sovrintendente e mortifica il ruolo delle rappresentanze sindacali.
I lavoratori continuano a subire decisioni prese in stanze chiuse, lontane spesso da ogni comprensione e da ogni principio di partecipazione. È inaccettabile che un’istituzione culturale di questa importanza continui ad essere gestita con logiche politiche e modalità comunicative che nulla hanno a che vedere con la vita reale del teatro.
La RSU manifesta inoltre forte preoccupazione per l’impatto che sta avendo sull’opinione pubblica.
La RSU denuncia con forza questo metodo autoritario, che rischia di compromettere nuovamente il clima interno e le relazioni industriali. Ribadiamo che senza trasparenza, rispetto e dialogo non sarà possibile instaurare alcun rapporto di fiducia con la Direzione."

Pero’ pure sti sindacati… tutto era pronto per Daniele Gatti alla Scala, poi le maestranze si sono messe di traverso (pare faccia molte prove e non abbia un carattere facile) et voila’ ecco a voi il settantenne Chung, nominato dal cauto Ortombina, in omaggio al motto “usato sicuro”

vista la precendente collaborazione proprio alla Fenice: bravissimo per carita’ ma bisognerebbe mettere energia fresca nei teatri (anche Gatti e’ sessantenne peraltro). Un Rustioni no ad esempio?

La Venezi dura minga. Alla Fenice non si bua come alla Scala (esagerati talvolta), ma certo non si fanno convenevoli se il direttore e’ scarso.

Alla Fenice ci sono state negli ultimi anni diverse produzioni eccellenti. Ricordo fra tutte il Don Carlo di Verdi proprio con Chung e la regia di Carsen, ma tante altre.

Ho avuto anche esperienza della cafonaggine di una veneziana, che arrivata ad opera iniziata voleva il mio posto, dicendo che era il suo di abbonata. Alle mie rimostranze ha piantato un casino dicendo che ero meridionale (avevo detto alla Maschera di averli comprati da Roma online ecc) una cafona ingioiellata insomma. Ma temo che non siano pochi questi personaggi.

La verita’ era che era bensi’ il suo posto di abbonamento ma di altro turno.

La direzione si scuso’ e mi offri’ due biglietti per la serata inaugurale dell’anno successivo.

 

Mah. Pro e contro. Questo lo fanno i Berliner, i Wiener manco ci pensano suonano indipendentemente dalle indicazioni del direttore:classic_biggrin:, con le sole due eccezioni di Muti e Thielemann i loro cocchi.

e comunque per periodi piu’ lunghi perche’ serve un rodaggio.

 

La scelta di un direttore dipende da tante cose, dalla programmazione che la direzione artistica imprimera’ ai cartelloni, da quanto pubblico attrarra’, dal repertorio, e ovviamente dalla sintonia con gli artisti maestranze ma anche star del canto e loro agenti, potentissimi (nella lirica).

In Italia, un grande contributo alla Musica viene dal Fus statale e dai contributi degli Enti locali. Alla Scala sono pesanti anche gli sponsor.

Chi mette i soldi vuole capire e partecipare. E’ comprensibile.
Se la Musica camminasse solo coi biglietti sarebbe discorso diverso

 

Nitore ma soprattutto bellezza.

A marzo welser most ha diretto al Musikverein coi wiener un concerto di musiche della famiglia Strauss.

Musichette direbbe qualcuno.

la’ dentro emozione pura, grande commozione per la bellezza del “rubato” e la dolcezza dei timbri, un finis Europae struggente.

Grande concerto. La sera o quella dopo ora non ricordo Sokhiev con Iolanta e poi Cosi’ fan tutte con la regia dissacrante di Barry Kosky, miracoli viennesi

 

Quando si fanno nomine esclusivamente politiche come quella di Beatrice Venezi, bisogna sperare nella risposta di mercato della propria parte politica. I risultati di alcuni programmi RAI, che aprono e chiudono i battenti nel volgere di due puntate, dimostrano che la risposta del mercato non è politica. 

Ci si prende un bel rischio, ma questi del Governo del "Merito" pensano soltanto ad occupare più spazi della scacchiera possibili.

Alberto.

 

 

analogico_09

Una notte all'opera Una pagina opaca nella storia recente della cultura italiana, e un esempio didascalico del livello a cui può scendere la lottizzazione nel nostro Paese.

 

 Da "Il Manifesto" un'articolo a firma di Cristiano Chiarot dal quale estraggo la seguente premessa: Chi scrive ha lavorato alla Fenice per oltre trent’anni, ricoprendo il ruolo di Sovrintendente dal 2010 al 2018. In seguito, alla guida del Maggio Fiorentino, incontrai la Maestra Venezi ...

segue https://ilmanifesto.it/venezi-il-comico-di-una-brutta-nomina

  • Melius 1

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