Grancolauro Inviato Martedì alle 08:37 Autore Inviato Martedì alle 08:37 @OTREBLA Se ho capito bene, a te interessano i confronti. Un pianista è bravo se suona meglio di un'altro pianista. Se ne potrebbe dedurre che per te suonare il piano è una gara, come nel caso del concorso Chopin di cui si parla in altro thread. Padronissimo di pensarla così. Io credo che confronti di questo tipo siano privi di senso, anzi offensivi per un artista, per qualsiasi artista, la cui arte sta nella sua unicità. Un musicista o un disco mi interessano, e ne consiglio l'ascolto, se penso che abbiano qualcosa da dire. E mi dicono qualcosa se la loro qualità artistica è elevata, se percepisco che l'artista mi sta comunicando qualcosa, qualcosa che mi emoziona. Quindi, nel caso della Kobayashi, ti posso dire cosa mi piace del suo disco dedicato a Schubert. Così come, se vuoi, ti posso dire cosa mi piace della Uchida, che pure è una artista che ammiro molto. I confronti li lascio a te. Ecco una lista parziale delle cose che mi sono piaciute della Kobaiashi: 1) Qualità del tocco: chiarezza cristallina ma con tinte perlacee, traslucide quasi. Dona chiarezza al suono mantenendolo morbido. E' il tipo di suono giusto per Schubert, oggi. 2) Nella sonata, Aimi ha "tempi lunghi" nella costruzione della frase. Schubert procede per lenti accumuli di tensione, iterati nelle riprese. Non procede per lampi, quadretti, episodi. Lei lo ha capito. C'è sempre continuità narrativa nelle transizioni. 3) Il cantabile non è mai gridato, né acquista mai toni melodrammatici. C'è sempre misura, controllo, attenzione per ogni nota. La bellezza sta nella narrazione, del flusso del tempo della storia, non nella voce del singolo. 4) Aimi ha un innato senso del ritmo. La sua interpretazione non perde mai di motricità. Ti trascina, ti coinvolge, non ha momenti di stasi, né momenti insensati di accelerazione. Come un fiume che scorre inesorabile. Un po' come leggere un romanzo di Stendhal. Molto altro si potrebbe dire ma non voglio annoiarti. Se comunque non apprezzi Kobayashi e preferisci Uchida, cadi comunque bene, nulla da dire. Artiste diverse. Mondi diversi. Belli tutti e due.
OTREBLA Inviato Martedì alle 08:44 Inviato Martedì alle 08:44 Suonare meglio cosa significa? La Uchida suona giusto, non meglio. Bisogna capire cosa si suona prima di capire come suonarlo. Quella di Uchida è comprensione di Schubert, la collega Schubert lo tratta come un manichino, che si veste con gli abiti più eleganti ed alla moda perché così la gente, passando per strada, si ferma a guardare la vetrina. Uchida tratta Schubert come materia viva, non lo espone, lo vive e lo fa vivere a te che ascolti. Infine i mezzi tecnici della Uchida sono, a mio parere, ben superiori. Il pianoforte è una scatola meccanica, diceva qualcuno più importante di me. Alberto.
Grancolauro Inviato Martedì alle 08:51 Autore Inviato Martedì alle 08:51 9 minuti fa, OTREBLA ha scritto: Bisogna capire cosa si suona prima di capire come suonarlo. Scusami, non riesco a seguirti. Cosa non avrebbe capito la Kobayashi? E ancora: cosa significa dire che uno suona Schubert “giusto” e l’altro lo suona sbagliato? Così, solo per capire, perché mi viene da pensare che la nostra concezione dell’universo, oltre che della musica, sia molto diversa… 🙂 Senza nessuna polemica ovviamente
OTREBLA Inviato Martedì alle 09:05 Inviato Martedì alle 09:05 Se per te le due interpretazioni Kobayashi/Uchida, sono sullo stesso livello, stanti i due differenti approcci, io posso argomentare all'infinito, ma rimarremmo sempre in disaccordo. Ho utilizzato l'aggettivo giusto per significare: addentro alla musica di Schubert, in sintonia con essa. Non nel senso di giusto e sbagliato. La Uchida dimostra più consapevolezza di ciò che sta suonando, mettiamola così. La Kobayashi, come tantissimi pianisti orientali (ma non solo) che ho ascoltato, dimostra soltanto di conoscere la partitura. Ascolta Walter Klien, che Schubert ce l'aveva nell'anima, nel senso che lo aveva approfondito con chissà quante ore di studio (niente misticismo, ore e ore alla scatola meccanica), e troverai ancora più scavo e consapevolezza. Alberto.
Dufay Inviato Martedì alle 13:27 Inviato Martedì alle 13:27 Io l'orientale lo salto a piè pari anche perché di solito è più piccolo e risulta più facile. Comunque ho ascoltato questa kobayashi. Alla seconda nota mi sono già annoiato.
Dufay Inviato Martedì alle 16:15 Inviato Martedì alle 16:15 Anche la registrazione è piuttosto scarsa.. Mah
Grancolauro Inviato Martedì alle 16:52 Autore Inviato Martedì alle 16:52 7 ore fa, OTREBLA ha scritto: Se per te le due interpretazioni Kobayashi/Uchida, sono sullo stesso livello, stanti i due differenti approcci, io posso argomentare all'infinito, ma rimarremmo sempre in disaccordo. Ho utilizzato l'aggettivo giusto per significare: addentro alla musica di Schubert, in sintonia con essa. Non nel senso di giusto e sbagliato. La Uchida dimostra più consapevolezza di ciò che sta suonando, mettiamola così. La Kobayashi, come tantissimi pianisti orientali (ma non solo) che ho ascoltato, dimostra soltanto di conoscere la partitura. Ascolta Walter Klien, che Schubert ce l'aveva nell'anima, nel senso che lo aveva approfondito con chissà quante ore di studio (niente misticismo, ore e ore alla scatola meccanica), e troverai ancora più scavo e consapevolezza. Alberto. Grazie della precisazione, ora capisco un po' meglio. Ma resto in disaccordo: il tuo è un giudizio davvero ingeneroso, francamente. La Kobayashi non legge solo le note. Fa musica. Ma vabbé, come dici giustamente inutile continuare. Solo una precisazione: non ho scritto che le interpretazioni di Kobayashi e Uchida sono sullo stesso livello. Non mi interessa fare ggraduatorie. Sono interpretazioni diverse, fatte da artiste diverse. Interessanti tutte e due, ma per ragioni diverse.
Grancolauro Inviato Martedì alle 16:54 Autore Inviato Martedì alle 16:54 37 minuti fa, Dufay ha scritto: Anche la registrazione è piuttosto scarsa.. Mah Dici? A me non sembra poi così male. Superiore allo standard delle edizioni Warner Classic, il cui catalogo contiene ben di peggio.
Dufay Inviato Martedì alle 16:58 Inviato Martedì alle 16:58 1 minuto fa, Grancolauro ha scritto: Dici? A me non sembra poi così male. Superiore allo standard delle edizioni Warner Classic, il cui catalogo contiene ben di peggio. È sicuramente bella compressa . Poi sinceramente non ce la faccio ad ascoltare questa pensando a Pollini ad esempio. Mi dispiace ma pollice verso.
Grancolauro Inviato Martedì alle 17:01 Autore Inviato Martedì alle 17:01 @Dufay Figurati. Cercherò di farmene una ragione. Pensa che a me lo Schubert di Pollini non piace...
Grancolauro Inviato Martedì alle 17:36 Autore Inviato Martedì alle 17:36 Visto che vi piacciono così tanto i pianisti di origini asiatiche, specie quando suonano Schubert, ecco un'altra musicista di talento che merita di essere ascoltata: Claire Huangci. In realtà lei è nata a Rochester negli USA e vive a Francoforte. Però i suoi genitori sono cinesi e lei non rinnega certo le sue origini. Ha pubblicato con la Berlin Classic questo bellissimo CD che consiglio senz'altro. Ecco un estratto, per chi ha un pochino di curiosità:
Dufay Inviato Martedì alle 18:03 Inviato Martedì alle 18:03 Però questa mi piace di più.. Anche la registrazione forse un po' strana però dinamica la gradisco.
OTREBLA Inviato Martedì alle 18:42 Inviato Martedì alle 18:42 Brava la Huangci...in alcuni passaggi magari è un po' troppo sopra le righe, però moolto meglio della Kobayashi. Sempre per non fare paragoni, Barenboim... . . E' un'altra lettura? Sicuramente. Quale delle due è più convincente? Per me quella di Barenboim...come la Huangci è brava. Alberto.
Grancolauro Inviato Mercoledì alle 07:37 Autore Inviato Mercoledì alle 07:37 13 ore fa, Dufay ha scritto: Però questa mi piace di più.. 12 ore fa, OTREBLA ha scritto: la Huangci è brava meno male, cominciavo a preoccuparmi.
Dufay Inviato Mercoledì alle 07:46 Inviato Mercoledì alle 07:46 7 minuti fa, Grancolauro ha scritto: meno male, cominciavo a preoccuparmi. Infatti è orientale di origine ma occidentale di cultura...
davenrk Inviato 9 ore fa Inviato 9 ore fa Io evidentemente non riesco a fare mia l'interpretazione della Kobayashi, a tratti mi fa venire l'ansia. Questa rimane la mia preferita (tra il resto registrata in maniera sublime da Micheal Seberich) e realizzata in un contesto molto suggestivo (si sente il temporale in corso).
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