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Melius Club

...ma la cosiddetta "scena sonora" in fondo cos'è e come verrebbe percepita ?


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Inviato
52 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

...io noto qualcosa sul medioalto, non ha una grana fine, e sembra tendente al "sottile"

Suono poco denso poco materico diciamo fantasmatico.

Però la scena nella Bohème è abbastanza impressionante 

Inviato
5 minuti fa, Dufay ha scritto:

Suono poco denso poco materico diciamo fantasmatico.

Però la scena nella Bohème è abbastanza impressionante 

Se non è materico come fa ad essere impressionante 🤷‍♂️

In questo casi mi rendo conto che non ci si comprende. 

Inviato
41 minuti fa, Vmorrison ha scritto:

Se non è materico come fa ad essere impressionante 🤷‍♂️

In questo casi mi rendo conto che non ci si comprende. 

La scena solo e per essere degli anni 60.

I migliori moderni sono una altra cosa quando non esagerano con la presenza delle voci

Inviato
5 ore fa, Jarvis ha scritto:

Esempio in cattedrale si sente che l'organo arriva da molto lontano e dall'alto.

Questa è proprio materia mia. Se quanto senti in cattedrale venisse riportato pari pari in disco, quel disco lo getteresti nell’indifferenziato. L’organo sentito dalla cantoria è proprio privo di spazializzazione e tra l’altro non puoi nemmeno localizzarlo in altezza come invece puoi fare dal vivo. Per questo solitamente si usa il multimic per gestire il dettaglio sul fronte stereo.

  • Melius 1
Inviato
23 minuti fa, Felis ha scritto:

non puoi nemmeno localizzarlo in altezza come invece puoi fare dal vivo.

ogni hanno ci sono alla Tonhalle di Zurigo tre o quattro giornfestival dell'organo con diversi concerti durante il giorno fino alla notte con diversi maggiori interpreti internazionali. Spesso cerco di analizzare il suono e almeno nalla Tonhalle non riesco a localizzarlo in altezza a parte in certi momenti corti nelle frequenze alte stando nella platea.  Ho l'impressione che il suono dell'organo sia quasi completamente uniforme e che viene da tutte le direzioni. Insomma riempie totalmente tutto lo spazio della sala. 

Inviato

Mettetevi d’accordo, perché in questo spazio si passa dalla spazializzazione alla non individuazione per finire a chi vorrebbe ascoltarlo a casa a 130db. 
 

Inviato
4 ore fa, OLIMPIA2 ha scritto:

Per me le informazioni ambientali nella registrazione sono una finzione ad arte. Nella realtà non ci sono.

Poi in ambiente ci aggiungiamo quelle generate dalle riflessioni e facciamo bingo.

Per gli audiofili la scena è il parametro più importante all'ascolto, rinunciano al resto pur di avere una grande scena. 

Bah...

Se sei seduto in ultima fila posso capire, ma se sei in una posizione avanzata, in un teatro con un'ottima acustica diffondente, la scena di una orchestra c'è, eccome. Più ti allontani, più perde definizione e localizzazione del singolo strumento (o gruppo). 

A casa ascoltiamo il lavoro del mastro engineer, e si aggiungono le variabili ambientali del nostro ambiente, su questo non ci piove. 

 

  • Melius 2
Inviato
55 minuti fa, davenrk ha scritto:

e si aggiungono le variabili ambientali del nostro ambiente

in più caratteristiche acustiche dei diffusori ben diverse da quelle del "mastro engineer" e il loro posizionamento nella sala d'ascolto.

Inviato
3 ore fa, Titian ha scritto:

ogni hanno ci sono alla Tonhalle di Zurigo tre o quattro giornfestival dell'organo con diversi concerti durante il giorno fino alla notte con diversi maggiori interpreti internazionali. Spesso cerco di analizzare il suono e almeno nalla Tonhalle non riesco a localizzarlo in altezza a parte in certi momenti corti nelle frequenze alte stando nella platea.  Ho l'impressione che il suono dell'organo sia quasi completamente uniforme e che viene da tutte le direzioni. Insomma riempie totalmente tutto lo spazio della sala. 

 

per percepire una localizzazione spazializzata bisogna che i corpi d'organo siano dislocati in punti ben distinti, come per esempio accade a S.M. d. Fiore in Firenze.

Inviato
2 ore fa, Titian ha scritto:

in più caratteristiche acustiche dei diffusori ben diverse da quelle del "mastro engineer" e il loro posizionamento nella sala d'ascolto

Non lo vedo onestamente come un elemento che incide negativamente. L' importante è, come si diceva l' altro giorno, evitare di scegliere diffusori ideati appositamente per "spettacolarizzare" eccessivamente questo aspetto.

P.S. proprio oggi ascoltavo un vecchio album DG che riportava nel libretto "registrato con diffusori B&W"

Inviato
42 minuti fa, Felis ha scritto:

per percepire una localizzazione spazializzata bisogna che i corpi d'organo siano dislocati in punti ben distinti, come per esempio accade a S.M. d. Fiore in Firenze.

sono queste osservazioni che trovo arricchiscono le discussioni perché vengono alla luce esempi che fanno notare come non si può generalizzare e ci sono dei fattori ben precisi che creano certe percezioni particolari. Peccato che nel ambiente degli audiofili si generalizza quasi semprecreando convinzioni fisse.

  • Melius 1
Inviato
9 minuti fa, davenrk ha scritto:

Non lo vedo onestamente come un elemento che incide negativamente.

neanch'io, basta essere conscio che tutti questi fattori non sono nelle registrazioni almeno in queste misure che si sentono a casa. Non ho nessun problema se esiste un poco di myfi. :classic_biggrin:

Inviato

Ma scusate, non si può prendere l’organo in una cattedrale e rappresentarlo con la stereofonia, in genere le canne sono in alto e il suono riempie tutto lo spazio della cattedrale, in genere quasi in ogni posizione il suono ha pressoché lo stesso effetto in quanto si propaga in tutta la navata.

Chi sostiene di sentirlo a casa, sente probabilmente le base frequenze se ha diffusori importanti, ma la spazialità è tutt’altra cosa, chi lo sostiene ha sentito solo degli organetti, non degli organi seri nelle cattedrali.

Inviato

@Gall questa è la differenza fra realtà e credenze degli audiofili. Inutile cercare di convincerli, diranno sempre che così è la registrazione e il loro impianto è fantastico e riproduce tutti i dettagli. 

Inviato
16 ore fa, Felis ha scritto:

Se quanto senti in cattedrale venisse riportato pari pari in disco, quel disco lo getteresti nell’indifferenziato.

 

Quello che io sostengo è proprio il lavoro di microfonazione. Chi ne mastica un pò di registrazione sa che la disposizione, il numero e la qualità dei microfoni fanno la differenza per una bella registrazione che consenta in riproduzione di ricreare con verosimiglianza il suono.

Non dico sia facile il risultato ma è facile il concetto.

  • Melius 1
best_music
Inviato
Il 25/10/2025 at 17:51, Titian ha scritto:

E chi ti dice quando c'è questa coerenza?

Magari con un disegno si capisce meglio:

image.png.72d4ffcfd3527f717284c36ada406318.png

:classic_wink:

Inviato

ricordo il test di cui mi riferivo:

Il 25/10/2025 at 16:04, best_music ha scritto:

l' importante è che il risultato sia quello di una coerenza tra ciò che ti viene fatto ascoltare e la struttura (passami i termini che uso, non sono un tecnico) armonica del brano.

La partitura è solo in grosso modo la struttura armonica del brano. Gli interpreti con la scelta degli strumenti musicali utilizzati detterminano una parte non indifferente del risultato della struttura armonica del brano. Quest'ultima cambia assai anche se quello che è scritto rimane lo stesso. Per quello che affermo spesso che se si volesse fare paragoni con il vivo sarebbe necessario sentire gli stessi interpreti e se possibile nello stesso posto della registrazione.

Specialmente per quanto riguarda la musica sinfonica la scena sonora cambia di molto già solo con la differente disposizione orchestrale mentre vengono messi in risalto di più certe caratteristiche della struttura armonica del brano piuttosto che altre e questo a dipendenza dei passaggi.

best_music
Inviato
5 ore fa, Titian ha scritto:

la scena sonora cambia di molto già solo con la differente disposizione orchestrale

Ci mancherebbe che non cambiasse. Ricordo a me stesso che partiamo da qui:

Cita

l' importante è che il risultato sia quello di una coerenza tra ciò che ti viene fatto ascoltare e la struttura (passami i termini che uso, non sono un tecnico) armonica del brano.

Semplicemente noto che quando nell' ascolto dalle casse si apre (come si suole dire) una scena ritengo che l' identificazione spaziale di sorgenti sonore davanti a me mi aiuti a capire meglio cosa sto ascoltando.

:

Per fare un caso terra terra, ne "La cavalcata" di "Per un pugno di dollari" c' é un coro, un solista con una sorta ocarina (?), uno che picchia su una incudine ecc. certo ce ne accorgiamo anche se lo suoniamo sulla radiolina del nonno ma...

:

...se il coro è posizionato di fronte verso destra, il tizio con l'incudine sulla sinistre, l' ocarina (o quello che è) al centro ecc ecc è come se vedessi davanti a me le varie righe dello spartito, senza nemmeno averlo davanti e senza saper leggere la musica (ed è appunto il mio caso).

:

E sticavoli (scusate l'eufemismo) se il tizio con l' incudine invece che a sinistra doveva stare a destra ecc o se magari in sala di incisione hanno arbitrariamente  mixato la traccia con l'incudine da una parte, la traccia con il coro da un' altra ecc dopo averle registrate separatamente.

:

L' importante è, ripeto, che questa scena, reale o artefatta che sia, sia stata creata con intelligenza, coerentemente ripeto, da quanto emerge dallo spartito o, se insistete, da come hanno deciso gli interpreti in barba alle supposte intenzioni dell' autore, purché insomma abbia un senso rispetto a ciò che si vuole esprimere.

  • Melius 1

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