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Cambio amplificazione?


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  • 1 mese dopo...

 

Vent’anni fa non c’era angolo della mia casa (e del mio ambulatorio) che non ospitasse vecchi McIntosh, vedere il recente thread “stanze vintage” nella sezione “vintage”, un po' alla maniera di Schifano (i più vecchi ricorderanno un articolo apparso su Stereoplay mezzo secolo fa, con un reportage sulla bella casa romana del grandissimo artista, cosparsa di suoi quadri e di tante elettroniche audio video, tra cui diversi McIntosh). Nel 2010 acquistai, presso uno studio di registrazione di BZ, due main monitor Tannoy System 215 DMT-2, efficienti (dichiarati 104 dB in modalità “half space”, ovvero “a parete”, come da progetto) quanto esigenti (come tutte le Tannoy): i 4 woofer da 38 cm "pro" 3833G e 3834G generano una enorme quantità di back EMF, che non tutti  i finali sono in grado di gestire. Tanto che la medesima Tannoy consiglia 1) la biamplificazione e 2) finali eroganti tra i 150 ed i 500 watt.

https://coax.pin2.me/speaker/System_215_DMT_mk_II/System_215_DMT_mk_II-Product_Information.png

Quindi sistemi non adatti ai Quad II, o agli Aleph 30, e neppure al mio Mc-252, che all'epoca ancora avevo (insieme a Levinson, Pass, ecc). Iniziò pertanto (di necessità virtù) l’epoca Accuphase (col mostruoso P-7000, splendido finale, più due A-20 in classe A sugli alti) e poi quella dei valvolari prestanti come i Manley Snapper. Il top lo toccai con 4 di questi ultimi (fin quando feci la belinata di venderne due ad un carissimo amico). Da anni, doppia accoppiata stabile: 2 Manley Snapper (sui woofer) e 2 Pass Aleph 0 in classe A (sugli alti). Si aggiungono due sub attivi e due supertweeter (con la propria amplificazione e filtraggio attivo ecc), ma qui sono off topic.

Bene, ho da pochissimo in casa proprio l’Mc-152 di cui qui si parla: l’amore per McIntosh in me non si è mai sopito, tanto da conservare ancora un piccolo Mc-2505 tenuto come una reliquia, tuttavia inutilizzabile in un contesto moderno, almeno nell'80% dei casi. Bene, il piccolo Mc-152 l’ho preso un po’ per gioco (insieme all’onestissimo e piacevole pre C-47), con l’idea di portarmi a casa elettroniche McIntosh attuali col minimo della spesa, entry level, senza attendermi quindi prestazioni al vertice, e da usare a rotazione sui mini diffusori più facili. Invece, wow! Rispetto al fascinoso ma non generosissimo Mc-252, il nipotino è di altra pasta. Connesso a gamma intera alle lillipuziane ProAc Supertablette (una coppia di mini è sempre presente nel mio locale, a rotazione), queste hanno suonato da subito assai bene, chiare ed indistorte (di solito le pilota uno dei miei prestanti VTL ST-85). Inserito nella catena “grande”, sia in monoamp (un po’ soffrendo, lo ammetto) che in biamp, con i due Snapper passati a gestire la gamma alta delle Tannoy, l’Mc-152 non ha certo sfigurato. Possiede corrente e controllo, a sufficienza per ben gestire la back EMF dei 4 coni da 15”. Più di quanta ne sfoggiasse il vecchio 252. Di questo sono rimaste intatte la grazia, la dolcezza, la tangibilità della gamma media, la qualità della voce, quasi da valvolare (di quelli “buoni”…). Ma anche qui, con un dettaglio ed una ariosità nuove e sorprendenti. Mi immagino un secondo Mc di questa nuova stirpe in biamp passiva su questi sistemi, non si sa mai, l’appetito vien mangiando. Approfitterò del poco tempo libero che ho in qs vacanze natalizie per studiarmelo meglio.

Volevo darvi testimonianza di questa piacevole scoperta, e l’ho fatto agganciandomi a questo 3D già esistente sull’Mc-152.

Ps: con tutti i sistemi ho utilizzato le uscite a 4 Ohm, con cui la CCL è virtualmente verticale (vedi prova di AR di qualche anno fa). Tanto più considerando argomento e fase dei sistemi utilizzati, con minimi intorno (ed anche al di sotto…) dei 4 Ohm.

 

IMG_7021(1).thumb.jpeg.06fc52b8f6dc0fa20dde48ac9c6bf7fb.jpeg

 

 

  • Melius 2
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  • Moderatori
zagor333
1 ora fa, wiking ha scritto:

Più di quanta ne sfoggiasse il vecchio 252. Di questo sono rimaste intatte la grazia, la dolcezza, la tangibilità della gamma media, la qualità della voce, quasi da valvolare (di quelli “buoni”…). Ma anche qui, con un dettaglio ed una ariosità nuove e sorprendenti.

Le nuove generazioni McIntosh hanno proprio queste caratteristiche, poi può piacere o meno, ma tant'è.

Roberto

 

  • Melius 1
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