"Ars Gratia Artis" e il M° Riccardo Muti

[analogico_09]

Alle ore 18 del 12 dicembre, il concerto del direttore d'orchestra con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”. Nel pomeriggio di oggi le prove nell'Aula Paolo VI

 

l'intervista che segue.

 

Due temi fondamentali trattati da Muti insieme ad altre questioni interessanti affrontati sempre con quell'acuta vis polemica propria del Maestro.
Il quale, citando la frase latina che si legge nella cornice entro la quale ruggisce il leone della Metro Goldwin Mayer, avvalora l'ipotesi secondo cui l'arte è per l'arte, compiuta in se' stessa (sostanzialmente d'accordo con i distinguo e precisazioni del caso) soffermandosi inoltre con  accento garbatamente polemico sul nuovo "culto" dei direttori d'orchestra di nuova generazione -  riporto letteralmente e parzialmente quanto dichiarato da Muti - ... che esagerano sul podio ... "il direttore d'orchestra invece di essere il tramite colui che porta la musica al pubblico diventa invece l'elemento di intresse del pubblico verso la figura del direttore d'orchestra.
Come dire se non avessi inteso male, senza voler estremizzare, che la nuova generazione di direttori attraverso la musica portano il pubblico a se' stessi... Un'ipotesi (aberrante) che ho avanzato alcune volte in qualche discussione chiamando in causa non solo la nuova generazione direttoriale.
Invito a guardare e ad ascoltare l'intervista integrale di breve durata molto intrigante.

 

 

 Il concerto in Vaticano con la Messa di Cherubini autore altamente stimato da Muti ... (lo ascolterò a breve)

 

 

 

[mozarteum]

13 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

sul nuovo "culto" dei direttori d'orchestra di nuova generazione -  riporto letteralmente e parzialmente quanto dichiarato da Muti - ... che esagerano sul podio ..

 

[analogico_09]

@mozarteum 

 

Un andante moderato un po' troppo "scapigliato" und da corsa, piuttosto metronomico?

Questo era il Muti tattazzum di tanti anni fa che mi lasciava perplesso.

Qui ad esempio ritroviamo la gioiosità della musica danzante, l'ampio respiro della frase, il giocoso contrappunto. 
 

 

 

[garmax1]

4 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Qui ad esempio ritroviamo la gioiosità della musica danzante, l'ampio respiro della frase, il giocoso contrappunto. 

Dudamel lo facevo più svelto. 

Non ho quasi mai ascoltato questo movimento così lento. 

Devo riascoltarlo ancora... 😏

[analogico_09]

1 ora fa, garmax1 ha scritto:

Dudamel lo facevo più svelto. 

Non ho quasi mai ascoltato questo movimento così lento. 

Devo riascoltarlo ancora... 😏

 

 

Non capisco dove sia il problema. Il ritmo non è il tempo (non ci sono tempi univoci, un allegro potrà essere allegro in 100 modi diversi, spesso di sfumatura, a seconda di come lo percepisce l'interprete (a meno che l'autore non scriva in partitura la cifra metronomica, cosa che non renderebbe onore al compositore né all'interprete). Il tempo non è il ritmo. Un ritmo dinamico, ben "puntato" ed "arieggiato", all'interno di un tempo lento, potrà dare l'impressione oltre che di maggior musicalità, di tempo più veloce a sua volta più dinamico. Un ritmo scarsamente dinamico, monotono, metronomico all'interno di un tempo veloce o velocissimo darà l'impressione di un tempo "addormentato", ovvero pronto a deragliare dai binari della musicalità. 

Morale della favola, poichè la musica è un fatto poetico ed anche ginnico, chi va piano con i piedi e con un ritmo interiore "riflessivo" ben marcato e vivace andrà non solo più veloce ma anche più lontano. 😀

[maverick]

1 ora fa, garmax1 ha scritto:

Dudamel lo facevo più svelto. 

Non ho quasi mai ascoltato questo movimento così lento. 

anch'io lo facevo più svelto ..., ma è interpretazione personale che non mi dispiace affatto, .. vorrò risentirla.

Però da Abbado, e dalla sua impareggiabile esecuzione di fine anni 80 con i Berliner ( mi pare la prima registrazione dopo la nomina a direttore stabile) ha preso la flessibilità estrema dei tempi all' inizio del movimento.

Un'intuizione che trovo geniale e che getta una luce avvincente e gioiosa su quella che è la mia preferita , delle sinfonie di Mahler.

Che meraviglia!!

p.s. Muti sarà anche un grande interprete verdiano, ed eccellente direttore operistico,  ma con Mahler c'entra come i cavoli a merenda 

[garmax1]

4 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Non capisco dove sia il problema.

Neanche io non capisco, sopratutto di che problema si sta parlando. 

Ho detto soltanto che preferisco una maggiore velocità, ad esempio Kubelik 

6 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

vivace andrà non solo più veloce ma anche più lontano.

Te lo auguro carissimo.. 

[analogico_09]

42 minuti fa, maverick ha scritto:

Però da Abbado, e dalla sua impareggiabile esecuzione di fine anni 80 con i Berliner ( mi pare la prima registrazione dopo la nomina a direttore stabile) ha preso la flessibilità estrema dei tempi all' inizio del movimento.

Un'intuizione che trovo geniale e che getta una luce avvincente e gioiosa su quella che è la mia preferita , delle sinfonie di Mahler.

 

Dopo ascolto quella con i Berliner, ho ascoltato l'interpretazioneal Lucerne Festival, estate 2009 e c'è tutta la magia di Abbado che mette tempo e ritmo in perfetto equilibrio dinamico-agogico a riprova della sua ineguagliabile musicalità. Anche le mie pèreferenze vanno alla Prima e alla Quarta, non solo perchè siano le più "brevi". 

D'accordo col giudizio sull'interpretazione di Muti, un grande direttore interprete dai repertori più ristretti rispetto ad Abbado.

Il tempo ben "ritmato", molto musicale, come già sostenuto,  convince anche me, e non poco. Muti nze po' sentì. 

[mozarteum]

Stasera 3 di Mahler con Harding a Santa Cecilia repliche domani e sabato a beneficio di romani e non.

anni fa Dudamel ne fece a Roma coi Cecilier una esecuzione meravigliosa. Sinfonia sublime l’ho sentita diretta da tutti, da Abbado a Maazel a Mehta a Jansons, Sinopoli, addirittura Thielemann (unica incursione in Mahler). Ma quella esecuzione di Dudamel fu unica per intensita’, pathos, senso panico della natura e da groppo in gola il finale

[maverick]

14 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Dopo ascolto quella con i Berliner, ho ascoltato l'interpretazioneal Lucerne Festival,

fai caso, nell' esecuzione con i Berliner, al mirabile passaggio fine del 1° movimento - inizio del 2°.

C'è proprio un cambiamento "metronomico" che unisce i due movimenti.

Una "chicca", un colpo di genio che Abbado trovò e che non ho sentito mai da nessun altro.

Magari il compositore non l'aveva pensato così, .. non so, .. ma io lo trovo geniale.

E l'inizio del 4 movimento, con i colpi dei piatti finalmente "corposi e sonori" (almeno nella registrazione) e non un po' "esili" come qualche volta mi è capitato di sentire  (anche per esempio da Gatti con la Staatskspelle di recente).

Io sono innamorato dell'esecuzione di Abbado Berliner, dovessero chiedermi di tenere 5 dischi della mia collezione e buttare via tutto il resto, quella sarebbe una delle 5, senza dubbio alcuno.

[analogico_09]

42 minuti fa, garmax1 ha scritto:

Neanche io non capisco, sopratutto di che problema si sta parlando. 

Ho detto soltanto che preferisco una maggiore velocità, ad esempio Kubelik 

 

Veramente hai scritto altro...

 

2 ore fa, garmax1 ha scritto:

7 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Qui ad esempio ritroviamo la gioiosità della musica danzante, l'ampio respiro della frase, il giocoso contrappunto. 

Dudamel lo facevo più svelto. 

Non ho quasi mai ascoltato questo movimento così lento. 

Devo riascoltarlo ancora... 😏

 

... mostrando legittima perplessità verso il tempo meno veloce di Dudamel, senza meglio precisare quale tipo di tempo avevi in preferenza, (lo fai dopo), ho risposto in modo legittimo a mia volta che non capivo dove fosse il problema rispetto al tempo, veloce o meno veloce, ed ho cercato di approfondire un poco il discorso. Ti vedo piccato, mi dispiace che ti abbia dato fastidio il mio disinteressato intervento. Su quello avrei letto una risposta, un parere, al netto delle permalosaggini. Ricambio gli auguri.., ma di cosa? 

[mozarteum]

Analogico venisti all’integrale di LVB che Abbado fece a Roma coi Berliner?

[analogico_09]

12 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Stasera 3 di Mahler con Harding a Santa Cecilia repliche domani e sabato

 

 

Ci avevo pensato, tu sarai già lì, per il coincerto delle 20? Cercherò di andare Sabato, domani impossibile. 

[garmax1]

48 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Ricambio gli auguri.., ma di cosa? 

Di andare sempre più lontano come da tuo primo messaggio 😘

[garmax1]

45 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Cercherò di andare Sabato, domani impossibile. 

Cerca per sabato! 

Io ci sarò, fila 17 platea 

[analogico_09]

58 minuti fa, maverick ha scritto:

1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Dopo ascolto quella con i Berliner, ho ascoltato l'interpretazioneal Lucerne Festival,

fai caso, nell' esecuzione con i Berliner, al mirabile passaggio fine del 1° movimento - inizio del 2°.

C'è proprio un cambiamento "metronomico" che unisce i due movimenti.

Una "chicca", un colpo di genio che Abbado trovò e che non ho sentito mai da nessun altro.

Magari il compositore non l'aveva pensato così, .. non so, .. ma io lo trovo geniale.

 

 

Sicuramente lo trovo nell'archivio del Digital concerthall berlino e lo ascolterò molto volentieri. 

[analogico_09]

10 minuti fa, garmax1 ha scritto:

1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Ricambio gli auguri.., ma di cosa? 

Di andare sempre più lontano come da tuo primo messaggio 😘

 

 

Speriamo.., superata una certa stagione della vita le lontananze si fanno un po' meno... lontane... ma non ci faremo prendendere dal panico.. . 💪 😁

 

[analogico_09]

1 ora fa, mozarteum ha scritto:

Analogico venisti all’integrale di LVB che Abbado fece a Roma coi Berliner?

Questa domanda è involontariamente sadica... 😊 ciò che potrei risponderti andrebbe a mio pieno disdoro ma dovrò essere sincero: uno di quei rimorsi che più passano gli anni e più mi prenderei a picconate sulle gengive...  😂 (sono già in parola con il mio dentista e non è per dire...). Ma, mai piangere sul latte versato quando se ne potrà avere altro da mungere. 

Febbraio 2001: ero diventato un po' insofferente al "glamour" degli eventi con file madornali in biglietteria, le delusioni del tutto esaurito, gli appostamenti last minute in biglietteria in cerca di un rinunciatario che cedeva i suoi biglietti, etc. Ero inoltre moltompèterso dalla scoperta di nuovi repertori musicale antichi e attuali.
Ne avevo fatte tante negli anni passati di file iniziate a notte fonda fino all'alba, non solo alla conciliazione, non solo per la classica - in giro per l'Italia anche per il Jazz - quindi mi ero preso un periodo sabbatico che durava da alcuni anni per ritrovarmi vicino alla musica da modestissimo protagonista ma più dentro la stessa rispetto a quando la frequentavo da semplice spettatore. 
Avrei dovuto armonizzare i due piani senza rinunciare a quell'evento straordinario, irripetibile.
Mi piaceva già allora Abbado ma non ai livelli successivi quando ne colsi l'incredibile, elevatissima misura di civiltà musicale, direttoriale, interepretativa. Grazie anche all'esperienza musicale fatta per diletto dopo la quale mi ritrovai a "sentire" la musica con un orecchio più "affiatato".

Rimpiango inoltre di non aver mai ascoltato Abbado dal vivo in altri singoli concerti.