tarantolazzi Inviato 27 Giugno 2021 Inviato 27 Giugno 2021 Gli Studi op. 8 del geniale (per quanto mi riguarda, tra i primi 2-3 del novecento) russo spesso anche ligure.... Non saranno gli Studi di Chopin, guarderanno con troppa simpatia agli stessi, va bene, ma NON li definirei opere minori. Trascurati, ma non da tutti. Oltre alle storiche e imprescindibili registrazioni del parente acquisito Sofronitzki, e in subordine di Richter (non integrali), il solito n.12 di Horowitz e qualche singolo studio qua e la' (Pogorelich ad esempio), che gia' masticavo e rimasticavo, mi sono imbattuto in un CD con un live italiano di Nikita Magaloff: seconda parte tutta occupata dall'integrale di tale raccolta. Il CD e' questo https://www.ebay.com/itm/NIKITA-MAGALOFF-CD-Album-1994-Glinka-Scriabin-Liszt-Chopin-Mozart-/312806166337 la versione degli Studi, considerato il contesto live, e' sontuosa. Anche la ripresa del suono e' convincente e naturale. Esiste anche, sempre dell'ottimo Magaloff, l'integrale di tutti gli studi, in studio (sic). https://tidal.com/browse/album/70272819 Mentre che c'ero, sono andato a cercarmi alre integrali. Tra tutte le 7-8 che ho saggiato, mi e' sembrata degna del massimo interesse (anche qui la qualita' della registrazione fa il paio con quella dell'interpretazione) quella di Olli Mustonen https://tidal.com/browse/album/13403042 Sul fronte schumanniano mi sono dedicato alle Novellette (intese come integrale), caplolavoro trascurato, senza trovare nulla che mi convincesse piu' delle consuete versioni di Dino Ciani (qulla DG e il live, con una preferenza per la prima). Anche qui 9-10 versioni passate in rassegna, ma....tutti professionisti serissimi e da ammirare, ma nulla di impressionante o memorabile. Darei pero' una chance alla particolare versione live di Michel Block https://tidal.com/browse/album/95454316 Incapace (o deciso piuttosto a evitare) gli sdilinquimenti "tendenza Eusebio", qui invero meno rilevanti che altrove in Schumann, proprio frettoloso e impossibilitato a suonare piano piu' di 4 battute......Pero' che maestria strumentale, che controllo pur nell'impeto e nellla continua ricerca dell'impulso frenetico contestuale ad una pronuncia scolpita e ad un Forte e piu' (cioe' quasi sempre) marmoreo, comunque non sgraziato o inutilmente ruvido. Ripresa molto ravvicinata, forse troppo, ma non abbastanza da rovinare l'insieme. Infine un album del giustamente rinomato pianista italiano Roberto Prosseda dedicato a pagine originali per pianoforte solo e a semplici trascrizioni di temi per il cinema di Ennio Morricone. Beh, non avevo amato quella toccata virtuosistica ne "La leggenda del pianista sull'oceano", inoltre trovavo la celebrazione delle indubbie qualita' compositive di Morricone un po' esagerate. Sara' che sono un fan, nel genere, di Michel Legrand, anch'egli scomparso recentemente. Beh, quella toccata nel CD https://tidal.com/browse/album/188590516 c'e', e continua a sembrarmi francamente fuori luogo nel contesto storico-musicale del film. Ma, per quanto mi riguarda......che bello TUTTO IL RESTO dell'album, e anche quella toccata presa di per se'. La veste pianistica raffinata, ne' dimessa ne' invadente, rende un eccellente servizio sia alle pagine che nascevano per pianoforte solo sia alle trascrizioni, valorizzando adeguatamente materiali musicali nobilissimi, ora inquadrabili stilisticamente in un novecentismo sobrio ma attento alle esigenze comunicative, ora in una sorta di neo-barocco, ora in un tematismo di impronta romantica. Chapeau al compositore, al pianista, e anche ai responsabili della registrazione, inappuntabile. 1 1
Questo è un messaggio popolare. Grancolauro Inviato 29 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Giugno 2021 Visto che oggi passo la mattinata in treno, ne sto approfittando per ascoltare Magaloff (versione in studio) e Mustonen alle prese con l'op. 8 di Scriabin. Molto belle intrambe le interpretazioni, per quanto diversissime. Ad un primo impatto, mi sembra che Magaloff, seguendo un po' la tradizione, cerchi di generare scene sonore, amalgamando il suono, le voci, e usando le famigerate note ribattute di Scriabin per creare una specie di aurea tellurica indistinta. Mustonen invece va controcorrente e ha un approccio molto più analitico: separazione chirurgica delle voci e dei piani sonori, uso parco del pedale, note ribattute sgranate, espressività giocata attraverso il volume di suono. Due Scriabin completamente diversi! Belli tutti e due, comunque. Ci si potrebbe poi soffermare sui singoli studi: il 2, il 6, il 9, e l'11 (il mio preferito). Sarebbe bello. Ma il treno sta arrivando e devo scendere! Sarà per un'altra volta, chissà Grazie comunque per la graditissima segnalazione! 3
tarantolazzi Inviato 29 Giugno 2021 Autore Inviato 29 Giugno 2021 3 ore fa, Grancolauro ha scritto: e l'11 (il mio preferito). Anche il mio! Leggevo che Sofronitzky sceglieva come bis questo o il numero 12 a seconda dell'atmosfera che percepiva a fine concerto...
Grancolauro Inviato 29 Giugno 2021 Inviato 29 Giugno 2021 @tarantolazzi beh, in effetti due modi completamenti diversi di finire un concerto. Se il pubblico è già arrivato all'apice della tensione, col n. 11 lo fai sciogliere. Se invece serve una carica di energia aggiuntiva, col 12 la ottieni di sicuro 🙂 1
Questo è un messaggio popolare. Iohannes Inviato 29 Giugno 2021 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Giugno 2021 Anch'io nella calura pomeridiana mi sono dato agli ascolti, ritrovandomi perfettamente nella disamina di@Grancolauro . Mustonen è pianista che ammiro moltissimo in Shostakovich, anzi, è il mio preferito. L'ho ascoltato dal vivo una volta sola: ha sviluppato una formidabile tecnica dello staccato ed è attentissimo all'articolazione. E' poi originalissimo, per non dire eccentrico: percorre sentieri inesplorati...da ascoltatori o ci si perde, o si scoprono cose bellissime e inaspettate. A me piacque e mi divertii, ma il pubblico un po' 'vecchiotto' del Conservatorio di Milano storceva un po' il naso per certe bizzarrie, soprattutto in Beethoven. Secondo me il suo Skrjabin, così definito nell'articolazione e nella divisione delle voci, ha dato grande soddisfazione. Il mio preferito in questo ciclo è però il giovane Sokolov: La registrazione dovrebbe essere del 1972...il suono è quello che è (non so se sia il pianoforte malconcio o la registrazione), ma c'é un Sokolov col coltello tra i denti, pieno di slancio e generosissimo nelle dinamiche (in seguito diventerà più cesellatore...). Nel n. 9 mi esalto come una bestia e non riesco a stare seduto. Il n. 11 mi angoscia, il 12 mi esalta come il 9. Un saluto a tutti, Angelo 3
tarantolazzi Inviato 30 Giugno 2021 Autore Inviato 30 Giugno 2021 18 ore fa, Iohannes ha scritto: Il mio preferito in questo ciclo è però il giovane Sokolov Basta. Bandito il nome di Sokolov! Ci mette tutti subito d'accordo, in pratica sempre.......🙂 D'altra parte, e qui seriamente, come non accodarsi.....tempo fa con degli (allora) amici preravamo delle "compilation" con diversi (siamo arrivati a 16) pianisti alle prese con lo stesso brano. Ascolti alla cieca, nessuna parola tra i "giurati", beh alla fine quando c'era era SEMPRE sul podio, spesso primo. Senza voler dimostrare nulla (non e' questo il campo delle dimostrazioni), solo un gioco, comunque..... 1
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