maverick Inviato 19 Settembre 2021 Inviato 19 Settembre 2021 7 ore fa, Don Giuseppe ha scritto: Ma ho scritto anche che Currentzis divide gli appassionati e non è detto che piaccia a tutti. Infatti.... non l'ho mai sentito dal vivo ( mica sono @mozarteum ...) però dalle registrazioni mi sembra molto, molto interessante. Forse "estremo", .. io non mi staccherò mai da Abbado, o Karajan, .. o Walter, però questo Currentzis per me ha molto da dire, .. e non va sottovalutato. Ha idee chiare, anche se possono non piacere a tutti, come è ovvio, ed è stato detto più volte anche qui.
gabel Inviato 19 Settembre 2021 Inviato 19 Settembre 2021 A volte da la sensazione di voler essere originale per forza (vedi la sua versione della quinta).
adolfo1947 Inviato 19 Settembre 2021 Inviato 19 Settembre 2021 @gabel Anche Furtwangler con i suoi "tempi" e ai suoi tempi è stato originale,
maverick Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 8 ore fa, adolfo1947 ha scritto: Anche Furtwangler con i suoi "tempi" e ai suoi tempi è stato originale, tutto il mondo musicale è concorde nel considerarlo imprescindibile, e non solo in Beethoven. Ho preso il cofanettone tutto Furtwaengler di 55 cd , sembra rimasterizzato al meglio, ... in uscita a fne settimana, .. speriamo bene
mozarteum Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 Currentzis piace molto anche a me e ne ho apprezzato molte cose ma dire lo spartiacque ecc e’ troppo. C’e’ una ipercinesi di fondo che alla lunga stanca e risulta anche prevedibile anche se, va detto, non e’ mai a discapito dell’organizzazione musicale. Quello che manca un po’ agli interpreti di oggi e’ il pensiero musicale di cui parla Furtwangler nel suo libro parola e musica e cioe’ saper vedere nel pezzo musicale non solo delle note ben organizzate ma un mondo poetico che va oltre le note. Nel Beethoven di Furtwangler c’e’ Kant nei pressi, in quello di Currentzis la linea dell’alta velocita’ 1
nebraska Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 @oscilloscopio Furtwangler è nella rosa degli imprescindibili, non lasciamoci fuorviare dalla qualità delle registrazioni non sempre perfette..
mozarteum Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 Anche perche’ c’e’ una settima in giro che sembra posseduto da Dioniso e fa impallidire tutti i presciosi d’oggidi’ 1
maverick Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 3 ore fa, nebraska ha scritto: Furtwangler è nella rosa degli imprescindibili, non lasciamoci fuorviare dalla qualità delle registrazioni non sempre perfette.. vi dirò presto se nell'ultima edizione, che dicono completamente rimasterizzata, è stato fatto qualche passo in avanti, .. ovviamente compatibilmente con i nastri dell'epoca che sono quello che sono. Ma ho sentito altre registrazioni, degli anni '40 e '50 che dopo un lavoro di maquillage sono risultate assolutamente godibili.
nebraska Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 @maverick speriamo, in bruno walter sono molto migliorate le nuove rimasterizzazioni, con un suono molto più pulito e godibile.. però 55cd.... il precedente The Legacy era di 107 cd come fa il nuovo a essere completo ? Forse hanno riunito le registrazioni in meno spazio. E rispetto al cofanetto DG (dove i remaster non erano granchè) come si pone il nuovo ?
gabel Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 8 ore fa, mozarteum ha scritto: Nel Beethoven di Furtwangler c’e’ Kant nei pressi, in quello di Currentzis la linea dell’alta velocita’ Direi che sintesi migliore non poteva essere fatta. 👍🏻 Volendo allargare il discorso (spero senza andare OT), non avete anche voi l’impressione che più ci allontaniamo da una certa tradizione interpretativa, più le letture degli interpreti moderni siano sempre più esteriori, effimere, vuote? Voglio dire: se ancora oggi riconosciamo a Furtwängler (ma potrebbe essere tranquillamente un Bruno Walter, uno Schnabel, un Fischer, Gieseking o chi volete voi) un grado di eccellenza, di superiorità, di autorevolezza nell’interpretare LvB (o Brahms, o Bruckner o chi volete voi), a distanza di 70-80 anni e più, mi viene da pensare che, nella realtà, dei grandi passi in avanti (ammesso che se ne possano fare) nel campo dell’interpretazione musicale non se ne siano fatti (al netto forse del recupero della prassi esecutiva e degli strumenti coevi ai compositori). Gli interpreti di oggi mi sembrano più degli “esecutori”: magari anche molto preparati tecnicamente (vedi certi pianisti funamboli di provenienza orientale) ma che non ci mettono l’anima. Interpretare un compositore morto anche 200 anni fa è- secondo me - molto di più che azzeccare tutte le note sulla tastiera. Ecco perché a me piace molto di più un Richter rispetto a Lang Lang (tanto per dare l’idea). Voi cosa ne pensate? 🤔
oscilloscopio Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 @nebraska in realtà la qualità dell'incisione rispetto a quella dell'interpretazione è l'ultimo dei parametri che valuto, ma mi sembrava corretto farlo presente. 1
London104 Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 Sono un estimatore di Currentzis della prima ora, ma il suo Beethoven non mi convince; certi tempi, certi stacchi sono arbitrari a mio giudizio. @gabel Gli interpreti del passato si confrontavano con un mondo vivo, quelli di oggi con un mondo che non c’e più; Il mondo di ieri, come titola un meraviglioso libro di Stefan Zweig. Walter era assistente di Mahler, Bohm di Strauss, Toscanini dirigeva le prime di Puccini. Ciò non toglie che ci siano anche oggi dei grandi interpreti, ma non è un caso che tra i migliori direttori dei nostri tempi ci sia un Blomstedt di 94 anni. 1
Alpine71 Inviato 20 Settembre 2021 Inviato 20 Settembre 2021 Currentzis devo ancora ascoltarlo ma parlando di Terza: più Eroiche ascolto e più mi convinco che la libertà e l’intensità di Furtwangler siano quasi inarrivabili https://m.youtube.com/watch?v=voz8NTrNUT0
Membro_0013 Inviato 21 Settembre 2021 Inviato 21 Settembre 2021 Sulla questione dei tempi metronomici, va detto - come del resto mi ha confermato qualche mio amico che fa il musicista "filologico" di mestiere - che gli strumenti d'epoca "impongono" una tecnica esecutiva più improntata alla velocità. Infatti i metronomi originali di Beethoven furono a lungo considerati ineseguibili e la tradizione interpretativa novecentesca fu basata su tempi ben più "rilassati" rispetto a quelli previsti dal compositore. Le abitudini di ascolto che molti di noi hanno acquisito a contatto con le registrazioni storiche (escluso Toscanini, che in un certo senso è l'antesignano degli attuali "filologi") hanno formato un gusto, come in una sorta di "inprinting", per cui trovo assolutamente plausibile che nella lentezza pre-filologica molti si trovino più a loro agio. Ma io considero il sinfonismo di Beethoven un'esperienza rivoluzionaria, elettrizzante, che per me perde tutto il suo senso originario, per trasformarsi in qualcos'altro (pesantemente filtrato ed "appesantito") fuori dal recinto della filologia e dei tempi il più possibile vicini a quelli originali. È lo stesso fenomeno che ha riguardato il Barocco: la Messa in Si Minore di Bach eseguita fino all'incirca a Richter durava anche 2 ore e mezza. I direttori attuali, con strumenti originali, si fermano al massimo ad un'ora e 50 minuti. Poi non è solo questione di velocità: un direttore geniale come può essere Currentzis o, per altri versi, Savall, riesce a modulare le nuances in modo da risultare avvincente e sempre stimolante, cosa che (a mio parere) non è riuscita ad un'altro "velocista", seppure con strumenti moderni, come Chailly, che mi ha lasciato piuttosto freddo.
Grancolauro Inviato 21 Settembre 2021 Inviato 21 Settembre 2021 Anche a me piace molto Currentzis. Trovo a dir poco straordinarie le sue incisioni del Didone ed Enea di Purcell e del Requiem di Mozart, ad esempio. Sul suo Beethoven qualche riserva ce l'ho, tuttavia. La prima volta che ho ascoltato la Quinta e la Settima non mi sono piaciute per niente. Rifiuto totale, fose per quell'abitudine all'ascolto di cui parla @Don Giuseppe, non so dire. Riescoltandole poi altre volte ho rivalutato, e di molto, la Settima sinfonia, mentre la Quinta continua a non convincermi. Currentzis in effetti corre: gli stacchi dei tempi sono sempre molto rapidi. Che questa scelta corrisponda alle indicazioni metronomiche di Beethoven è quanto meno controverso. Ancor oggi gli storici della musica si accapigliano su questo. Le indicazioni precise del tempo dei movimenti delle sinfonie comparvero solo nell'edizione Breitkopf del 1862-80, ed è tutt'altro che chiaro se corrispondano alle intenzioni di Beethoven, come pure è controverso il modo in cui tali dicazioni debbano essere interpretate ritmicamente. Che la scelta di Currentzis sia filologicamente rigorosa dunque è discutibile. Vero è che in base alle prassi esecutive dell'epoca è presumibile che i tempi fossero più rapidi di quelli poi adottati dalla tradizione novecentesca, ma quanto più rapidi? Difficile dirlo. Certo, gli strumenti d'epoca hanno un tempo di decadimento del suono più veloce rispetto a quello degli strumenti contemporanei (è più difficile tenere note lunghe), ma questo non mi sembra arrivi a giustificare la frenesia di Curretzis nella Quinta sinfonia. Nella Settima invece i tempi non sono frenetici (nel IV movimento stacca lo stesso identico tempo di Furtwaengler, per dire; corre di più nel I movimento, ma lì è Furwaengler a sedersi un po' rispetto al "Poco sostenuto - Vivace" indicato da Beethoven). Detto questo, a me sembra che Curretzis usi la filologia e gli strumenti originali per fare altro. Per "reinventare" la frase musicale e la sua scansione ritmica, quasi per dare una carattere "visivo" al suono, come in un videoclip. E' cioè un direttore teatrale anche quando suona le sinfonie di Beethoven. Nella Settima il gioco regge, nella Quinta a mio modo di vedere no, perché si perdono i dettagli e la ricchezza della tessitura della partitura. 2
Membro_0013 Inviato 23 Settembre 2021 Inviato 23 Settembre 2021 Come ha giustamente scritto@Grancolauro, le indicazioni metronomiche di Beethoven sono controverse. E c'è chi le ha risolte in senso opposto alla via percorsa dai cosiddetti "filologi", con risultati talmente osceni (almeno a mio parere) da sconfinare nella parodia. Si tratta di Maximianno Cobra, direttore (???) d'orchestra brasiliano che ha registrato tutte le sinfonie di Beethoven, con - per dirne due - una Settima di 50 minuti ed una Nona che sfiora le due ore. A me sembra quasi uno scherzo, eppure è tutto vero, per quanto incredibile. Personalmente non ce la faccio ad ascoltarlo per più di 30 secondi senza scoppiare a ridere. Forse se ne è parlato nel vecchio forum, non ricordo, ma è come minimo una testimonianza di come il mondo sia vario.
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