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Melius Club

App per vendere vestiti


Membro_0014

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Inviato

Comunque l’umanità si può dividere in conservatori e donatori. Io sono pieno di robe vecchie che regalerei. Trovo inutile che gli oggetti ci sopravvivano

Inviato
8 minuti fa, luckyjopc ha scritto:

Dagli anni sessanta sarà diventata giallastra 

Pochissimo... Comunque è anni 60 che più non si può: bianca con questi grandi pois di forma irregolare, se ben ricordo marroni all'esterno e neri nella parte più interna... Il colletto poi è più ciottiano di quelli di Sandro Ciotti 😂

  • Moderatori
Inviato

@Collegatiper Ciascuno dei beni propri ne fa' ciò che crede più opportuno fare.

Cosi come ha fatto ciò che ha creduto opportuno fare, acquistando.

  • Moderatori
Inviato
12 ore fa, Guru ha scritto:

Comunque, il vero abbigliamento vintage è una gran figata.

Sarà il caso allora di rovistare nel cassettone in soffitta per rindossare la salopette della benetton, i calzoni di raso e la felpa Fiorucci che furoreggiavano nel 1979

Inviato
21 ore fa, ivantaggi78 ha scritto:

fra poco di questo passo venderemo anche il cibo scaduto o avanzato!!! 

C’è una app anche per questo, ci si vende a fine giornata il cibo invenduto di bar e ristoranti, quale sarebbe il problema?

21 ore fa, ivantaggi78 ha scritto:

il problema è proprio il messaggio che passa soprattutto per i più giovani, che si abituano così a lucrare su tutto!!!

Ma lucrare su tutto cosa? 
Se vuoi preoccuparti del messaggio che lanci fallo per tutti quelli che ritengono loro diritto non vaccinarsi perché affermano di esercitare la propria libertà di scelta, fregandosene del fatto che esiste un problema di sanità pubblica e non preoccuparti di coloro che invece esercitano realmente la propria libertà vendendo i loro beni nel modo che più loro aggrada.

  • Melius 1
Inviato

Mia moglie quando andava in england, era una frequentatrice di charity assiduissima, credo che in questo caso sia beneficenza.

piu’ volte le ho detto; “ attaccati anche tu un cartellino, sia mai che ne trovi uno meglio di me”😂  non ha funzionato.

Inviato

@maurodg65 parlavo di privati non di ristoranti e bar, so che alcuni esercenti  vendono o meglio offrono cibo avanzato alle associazioni di volontariato che poi le distribuiscono ai bisognosi ed è cosa buona e giusta; il vaccino però non c’entra nulla e non aiuta il discorso…

Inviato
22 ore fa, ivantaggi78 ha scritto:

il problema è proprio il messaggio che passa soprattutto per i più giovani, che si abituano così a lucrare su tutto

Il messaggio che passa, invece, è che se si evita di buttare le cose che non hanno terminato il loro ciclo di vita, è meglio.

Non si parla che di economia circolare e riciclo, e quando si trova un sito che contribuisce alla cosa, lo si denigra.

Quello che chiami "lucro", che si riduce a pochissimi euro, è solo un rimborso per la perdita di tempo conseguente all'operazione (messa on line dell'annuncio, scambio di e mail per foto e richiesta di informazioni, ecc.), e la soddisfazione di aver fatto una vendita.

Piuttosto, mi sembra una cosa educativa. 
 

  • Melius 1
Inviato
41 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

Piuttosto, mi sembra una cosa educativa. 

Questo mi sembra il punto fondamentale. Una mia amica che ha vissuto più di vent'anni negli Stati Uniti era schifata per il loro buttare qualsiasi cosa senza nemmeno preoccuparsi se per caso bastava cambiare una lampadina, una pila, o riattaccare un bottone. 

Auguriamoci che le nuove generazioni escano dalla cultura del consumismo sfrenato anche grazie ad app come questa. Tra l'altro l'abbigliamento è la merceologia che più di tutte viene buttata anche quando è ancora tranquillamente utilizzabile.

Inviato
16 ore fa, bambulotto ha scritto:

Li vendono al mercato di Resina...

negli anni 80 a Resina ci andava a comprare la Napoli bene ed era molto di moda vestire in un certo modo ... 😄

Ma non era la cosa imborghesita di oggi, alle sei di mattina aprivano le balle di abiti usati e ci trovavi di tutto ... 

Inviato
16 ore fa, Collegatiper ha scritto:

Io mi affeziono ai miei capi,

La giacca grigioverde ti sta davvero bene ... 

(oh, scherzo, sei un troll simpatico) 😉

Inviato
16 ore fa, oscilloscopio ha scritto:

In America il sistema funziona dagli anni '90, avevo una collega americana che già all'epoca cercava su ebay abbigliamento ed accessori vintage che a volte avevano quotazioni di tutto rispetto.

Una delle cose che invidio degli USA sono le garage sale. Penso che troverei delle cose interessantissime. 

Inviato
1 ora fa, Paperinik2021 ha scritto:

se si evita di buttare le cose che non hanno terminato il loro ciclo di vita, è meglio.

Su questo siamo d’accordo: il punto è perché vendere qualcosa che si può regalare??!

Inviato
1 minuto fa, ivantaggi78 ha scritto:

Su questo siamo d’accordo: il punto è perché vendere qualcosa che si può regalare??!

Tutto si può regalare, anche un McIntosh usato (o persino nuovo).

Regalare non dev'essere un obbligo, ma una scelta.

Io regalo, non mi metto certo a perdere tempo per 2 soldi. Altri vendono. 

Giudicare le persone non fa parte del mio DNA.

  • Melius 1
Inviato
4 minuti fa, ivantaggi78 ha scritto:

Su questo siamo d’accordo: il punto è perché vendere qualcosa che si può regalare??!

 

io ad esempio amo regalare le cose, specie quando quello che incasserei da un'eventuale vendita non mi cambierebbe la vita

ma ho abbastanza cervello in testa per capire che per qualcuno potrebbe non essere così

e sono anche abbastanza sensibile dal non prenderlo per il culo se ha questa esigenza

  • Melius 1
Inviato
12 minuti fa, ivantaggi78 ha scritto:

perché vendere qualcosa che si può regalare??!

Perché di fatto è impossibile regalare. Prova e poi mi dici.

Inviato

Sul riciclo/riuso purtroppo hanno smesso un'iniziativa di successo: Un pomeriggio a settimana presso l'ecocentro c'era il libero accesso per gli intraprendenti del bricolage, quelli che a Bologna vengono definiti i ciapinèr. Non avete idea di quante cose potenzialmente ancora utlizzabili vengono buttate: Elettrodomestici, arredi, vernici, lampadari, bottiglie, vasi da conserva, posate in acciaio, piastrelle e lastre di cartongesso nuove, etc. etc. 

L'eccesso di prudenza dell'azienda igiene urbana circa la sicurezza dai materiali prelevati ha determinato la fine dell'iniziativa. 

A tale proposito ricordo di aver visto in tv (la vecchia serie "lavori sporchi") di un centro simile proprio negli USA patria del consumismo, dove i residui di vernice conferiti venivano classificati in base al tipo: acriliche, nitro, a solvente, poliesteri, etc. Miscelate tra loro davano luogo a colori irripetibili (divisi in "pale" e "dark")  quindi rimesse in lattina a disposizione del pubblico, chi doveva eseguire verniciature funzionali senza badar troppo al colore le trovava utilissime. 


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