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Membro_0014

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Inviato

@appecundria Bello l'articolo, mi ha fatto venire un po' di nostalgia. Un mio carissimo amico ricordo che acquistò una giacca di renna (che era parte essenziale della divisa da fricchettone) che dopo opportuno passaggio in lavanderia si rivelò per essere un capo di altissima qualità. 

 

Vedo dalle foto che il mercato adesso si è molto imborghesito, io ricordo le balle a terra (dicevano provenienti da Prato) che poco prima erano andate all'incanto ... 

 

Inviato

Il fenomeno e’ generato da alcuni fattori concomitanti:

1) le case traboccano di vestiti, spesso usati poco; non solo vestiti, le case traboccano di tutto;

2) il gusto vintage e’ tornato di moda;

3) spesso si tratta di cose usate di fattura superiore a quelle nuove;

4) i giovani hanno pochi soldi e l’alternativa e’ il nuovo stracciarolo non certo il burberry’s nuovo di pacca (ammesso che la qualita’ sia rimasta quella di 30 anni fa)

5) chi vende lo fa piu’ per divertimento, socialita’ e prova tecnica di impresa (e ce n’e’ bisogno) che per necessita’; basta vedere le ragazze che fanno la pubblicita’ di vinted tutte con consonanti nasali tipiche dei rampolli di buona famiglia, da cui io divorzierei prima ancora di sposarle

Inviato

Negli anni 70/80, dietro alla moda di indossare abiti usati/usurati, indipendentemente dalle disponibilità economiche, c'era indubbiamente l'esigenza di uscire dai circuiti conformistici, politicamente collocati a dx, che si riconoscevano nell'abbigliamento iper firmato dalla testa ai piedi (che allora stava iniziando ad affermarsi) e quella di identificarsi in una determinata tribù che non era quella del chiattillo (ovvero san babilino, pariolino etc).

Inviato
54 minuti fa, mozarteum ha scritto:

il burberry’s

Oltre al "maronna lu carmine",tengo pure quello di circa 30 anni fà,può andare bene😁

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

3) spesso si tratta di cose usate di fattura superiore a quelle nuove;


Se escludiamo i prodotti sartoriali, la differenza qualitativa tra la manifattura tessile degli anni 70/80/90 e la paccottiglia che propongono oggi, anche a caro prezzo, è imbarazzante. 


 

Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

basta vedere le ragazze che fanno la pubblicita’ di vinted tutte con consonanti nasali tipiche dei rampolli di buona famiglia,

E' vero, ho osservato anch'io che le protagoniste degli spot di vinted e degli emuli successivi rappresentano un "target" preciso, d'altronde la classica fichettina da social influencer-mode rifugge l'idea di "roba usata" più che la cellulite. 

Inviato
2 ore fa, wow ha scritto:

Negli anni 70/80, dietro alla moda di indossare abiti usati/usurati, indipendentemente dalle disponibilità economiche, c'era indubbiamente l'esigenza di uscire dai circuiti conformistici,

E comunque, se sbagliavi l'eskimo eri out. 😁

Inviato

Sono stato sempre convinto che la famosa moda Positano attingesse a piene mani dalle balle di Resina

Inviato
22 minuti fa, Martin ha scritto:

E comunque, se sbagliavi l'eskimo eri out. 😁

Più che altro se indossavi l'eskimo in luoghi sbagliati erano amarissimi.

  • Moderatori
Inviato
5 minuti fa, EdoM ha scritto:

l'eskimo in luoghi sbagliati erano amarissimi.

 

Assai

Inviato

Mah...dove abito io da giovane l ho indossato in qualsiasi posto....e non penso che sia perchè alle elezioni vi era una percentuale bulgara di votanti PCI 😇

Inviato
4 ore fa, wow ha scritto:

c'era indubbiamente l'esigenza di uscire dai circuiti conformistici, politicamente collocati a dx, che si riconoscevano nell'abbigliamento iper firmato

Ecco, invece era proprio questo conformismo anticonformista, all'epoca era quello obbligatorio "de sinistra", che aborrivo sin da giovane.  Per me vestiti di marca neanche l'ombra, tuttavia,  tertium non datur, finivo immeritatamente nella classificazione "chierichetto e/o criptofascio" che dice @appecundria. Va aggiunto che per qualcuno il tempo si è fermato agli anni 70...😀 

Inviato

@melos62 Nulla di nuovo, sono usi e costumi vecchi come il mondo di tribù differenti. 

Io andavo a fare esami, anche per questioni scaramantiche, vestito come un cowboy, camperos, jeans consumati, camicia fuori dal maglione e magari trovavo i mitici proff. Viggiani o Rossi Doria, ai tempi autentici luminari, vestiti peggio di me.

Ma non ero radicale (in termini di abbigliamento) e non aborrivo.

Quando mi girava non disdegnavo il mocassino, il pantalone con le pences, la camicia con le maniche lunghe o la Lacoste. 🙂

Bei tempi... 

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